Lugano - Presidio sotto il consolato greco | testo volantino
Oggi 12 Dicembre anche a Lugano la rabbia e la solidarietà si sono espresse contro le autorità greche.
Arrivati al consolato in via Frasca 6 abbiamo notato con piacere che qualcuno prima di noi è passato a vergare un messaggio sull'entrata: ALEXIS VIVE!
Nonostante l'inquietante dispiegamento di forze dell'"ordine", per un’ora abbiamo ricordato al console che l'uccisione di Alexis non passa inosservata né in Grecia né altrove.
segue testo del volantino distribuito:
Un altro omicidio di stato si è consumato qualche giorno fa, quando la polizia ha sparato a un ragazzo di 15 anni, Alexis Gregoropoulos, uccidendolo. Il fatto è avvenuto a Exarchia, quartiere di Atene, costellato di occupazioni e circoli anarchici e comunisti, in cui la polizia non entra da anni. Quindi si può dire la loro presenza in una sera come tante altre sia state una provocazione? Di più! È stato un affronto. A differenza delle mistificazioni create dall'infirmazione di regime che ha giustificato il gesto degli sbirri raccontando che essi hanno risposto all'accerchiamento di una pattuglia, la verità sull'accaduto è che l'arrivo dei servi in divisa è percepito come una qualcosa di stucchevole dagli abitanti di Exarchia; i quali hanno cercato di allontanarli e in seguito a ciò questi individui malvisti hanno risposto col fuoco.
L'evento non è passato in sordina nell'indifferenza totale, ms ha scatenato una spirale di violenza insurrezionale in tutto il paese.
Addirittura secondo alcuni mezzi d'informazione sono la più intensa deflagrazione sociale dalla fine del regime dei colonnelli, crollato nel 1974 in seguito all'insurrezione studentesca, repressa nel sangue nel 17 novembre 1973, data che tuttora si rammemora ogni anno e da cui mutuato il proprio nome, il più conosciuto gruppo clandestino di lotta armata.
La rivolta che sta infiammando la Grecia in questi giorni è lo stadio finale e impetuoso di un odio e una rabbia che tanti nutrono contro questo dispotismo dal volto democratico. Un rancore covato da tempo e che ha manifestato la propria eruzione travolgendo la stabilità politica in questi ultimi anni, dalle grandi manifestazioni contro la riforma universitaria, le rivolte dentro le carceri e successivamente alimentate dalle tensioni esterne. Il recente sciopero della fame attuato da migliaia di detenuti e detenute in lotta contro le disumane condizioni del mostro penitenziario, fino a giungere all'odierna ondata rivoluzionaria. Da tutto ciò si può evincere che l'assassinio commesso dai torturatori in divisa è solamente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la rottura improvvisa con quell'irregimntazioni propria di ogni sistema oppressivo. Questo rivolgimento incontrollato sta mirabilmente ricevuto l'appoggio di cui necessita al di fuori dei propri confini: Germania, Italia, Spagna, Svizzera...
La complicità può veramente diventare un'arma attiva per poter rafforzare la crescente opposizione e fronteggiare chi ha sempre seminato terrore, ma che alla fine raccoglie odio.
Anarcoselvatici e Selvatiche
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