Milano, guerriglia tra forze dell'ordine e cinesi

fonte adnkronos.it

A scatenare gli scontri una multa ad una commerciante asiatica nella zona di via Sarpi: una ventina i feriti, di cui 14 agenti della Polizia Municipale e 6 cinesi. Il sindaco Moratti: ''Episodio inaccettabile. No a zone franche in città''. Calderoli: ''Se andiamo avanti così, tra poco comanderanno loro''

Milano, 12 apr. - (Adnkronos/Ign) - Una pattuglia di vigili urbani 'attaccata' da circa 300 cinesi. E' quanto accaduto questa mattina intorno alle 12.30 a Milano. I cinesi sono scesi in strada occupando via Paolo Sarpi, la "Chinatown" milanese, e attaccando le forze dell'ordine. Una vera e propria guerriglia urbana che ha provocato feriti e danni ad alcune auto. La mega rissa è stata scatenata da un normale controllo nei confronti di un commerciante cinese che stava scaricando della merce. Tutto regolare, tranne il fatto che il trasporto avveniva su un'auto privata. Come sanzione, i vigili ritirano all'uomo il libretto dell'auto, spiegandogli che potrà riaverlo solo dopo 60 giorni. A quel punto a difesa dell'uomo, scende in campo la moglie. R.Y. esce dal negozio, insieme alla figlia di tre anni, chiedendo ai vigili di non ritirare il libretto dell'auto, altrimenti il marito non potrà più lavorare. La discussione si anima. Connazionali e passanti cercano di dire la loro. Gli agenti tentano di allontanarli, mostrando il manganello. A quel punto si scatena la rivolta.

Il bilancio delle vittime degli scontri è di una ventina di feriti, di cui 6 cinesi e 14 vigili urbani. Di quest'ultimi, ''nove -spiega il vicesindaco Riccardo De Corato- sono stati trasportati all'ospedale Fatebenefratelli. Sono andate distrutte anche due auto''. Non sono state accertate ferite gravi ma solo contusioni. Le linee di tram e autobus che passano per via Sarpi sono state temporaneamente deviate su percorsi alternativi.

E' un episodio ''inaccettabile'', è stato il commento del sindaco Letizia Moratti. "Il codice della strada è unico e per questo motivo le regole devono essere uguali per tutti - ha messo in chiaro il primo cittadino - Non è ammissibile che in una città come Milano esistano zone franche". La Moratti ha poi spiegato che "è allo studio una delocalizzazione della comunità cinese. Naturalmente si tratta di un obiettivo non realizzabile nel breve periodo ma, per risolvere i problemi della "Chinatown" milanese, abbiamo già istituito un'isola ambientale e a luglio verrà realizzata una zona pedonale".

Gli scontri hanno fatto esplodere la polemica politica. Lega e Forza Italia colgono l'occasione per puntare il dito contro politiche di sinistra.

''Oggi abbiamo assistito alla prima vera rivolta da parte di extracomunitari - ha commentato Roberto Calderoli - se si va avanti così tra poco a casa nostra comanderanno loro e si faranno le leggi che vogliono. E qualcuno pensa pure di dargli il voto! Non solo, il governo di centrosinistra pensa di modificare ulteriormente la legge sull'immigrazione Bossi-Fini, dopo averla già aggirata e sventrata in ogni modo, per farne entrare ancora di piu' di immigrati sul nostro territorio''.

Secondo Mariastella Gelmini, deputato di Fi ''la sinistra milanese ora chieda scusa alla Moratti". "Per giorni -continua la Gelmini- aveva definito l'allarme lanciato dal sindaco Moratti come eccessivo e pretestuoso. Ebbene oggi tutti possono verificare che la preoccupazione per il fenomeno della criminalità legata all'immigrazione è reale".

Mentre l'Ulivo replica che la rivolta di oggi ''è il tragico fallimento della gestione delle problematiche del quartiere fatta in questi anni".

Il gruppo dell'Ulivo nel Consiglio comunale esprime anche "solidarietà ai Vigili e alle Forze dell'Ordine per gli scontri di oggi. Il Comune -prosegue- ha rimandato la soluzione più sensata e più radicale: la scelta di spostare il commercio all'ingrosso. Si sono lasciate proliferare per anni attività di grossisti incompatibili con il quartiere, in alcuni casi in presenza di un sottobosco di illegalita'".

Ven, 13/04/2007 – 10:02
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione