Ragazzina suicida, "rovinata da violenze e psicofarmaci"

fonte killcops.splinder.com

TARANTO - "Voglio che venga accertato chi le avrebbe usato violenza sessuale e poi non credo che sia stato corretto il comportamento del medico del primo istituto, a Lecce, in cui Carmela è stata ricoverata, che l'ha fatta imbottire di psicofarmaci aggravando la situazione". Lo denuncia il patrigno della ragazza di 13 anni di Taranto che ieri sera si è uccisa lanciandosi da un balcone al settimo piano di un appartamento popolare al quartiere Paolo VI. Il padre naturale della ragazzina morì 1994, il patrigno ha sposato la vedova quando la piccola aveva due anni.
L'uomo, affiancato dal legale di famiglia, l'avv.Flaviano Boccassini, parla con i giornalisti dinanzi all'ingresso dell'obitorio dell'ospedale Santissima Annunziata dove il corpo della ragazzina si trova in attesa della decisione della Procura della Repubblica sull'eventuale autopsia. L'uomo è convinto che Carmela abbia subito per due volte violenza sessuale, così come aveva denunciato alla polizia. E' certo che la piccola aveva detto la verità, nonostante la prima archiviazione da parte della magistratura. "Il primo episodio - hanno spiegato lui e l'avvocato - risaliva a circa due anni fa: l'indagato, che non era un vicino di casa, era un sottufficiale della Marina di Napoli in servizio a Taranto. La denuncia venne archiviata, ma da quel momento Carmela non è stata più la stessa. Non so se ieri sera lei si sia lanciata volutamente dalla finestra o abbia avuto, che ne so, un malore. Non riesco ancora a crederci". Poi il padre di Carmela scoppia a piangere.
Tratto dall'Ansa

Mar, 17/04/2007 – 16:15
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