Roma libera Venaus dall'incubo del supertunnel
fonte lastampa.it
Segnali dal governo, la galleria Tav non uscirà nel paese simbolo
ALESSANDRO MONDO
TORINO
Conto alla rovescia per la Torino-Lione, mentre la lotteria dei tracciati si rimette in moto. Nel giorno in cui Mario Virano, il presidente dell’Osservatorio tecnico, chiudeva la penultima riunione in vista del tavolo a Palazzo Chigi fissato il 13 giugno, da Roma il ministro Bianchi (Trasporti) metteva in subbuglio le agenzie di stampa. «Sarebbe un grave errore non fare la linea», ha esordito, prendendo atto che l’atteggiamento delle popolazioni «è sostanzialmente cambiato»: «Comunque la galleria di base non uscirà più a Venaus ma in Val Sangone. Ho visto la bozza del progetto e mi sembra convincente. La sua forza è che si prevede l’interramento della linea attuale, recuperando alla popolazione un’ampia fetta di territorio e il nodo di Orbassano». «Spero che l’ipotesi del tunnel di Venaus sia stata definitivamente accantonata», ha commentato il ministro Pecoraro Scanio (Ambiente), senza esprimersi su progetti alternativi.
La verità sta nel mezzo se è vero che, come ha anticipato La Stampa nei giorni scorsi, il progetto «segreto», cioè l’estrema ipotesi di compromesso in vista delle scadenze imminenti, prevede di scartare Venaus facendo uscire il tunnel di base più a sud, nei pressi di Gravere (tra Susa e Chiomonte). Non certo in Val Sangone.
Da qui il «no comment» di Virano, che è già messo sotto pressione dall’opposizione: oggi la conferenza dei capigruppo deciderà se convocarlo davanti alla commissione Trasporti della Regione, come richiesto da An. Mentre al Polo non par vero di poter impartire al ministro una lezione di geografia. «Probabilmente Bianchi non sa cosa significa realizzare un tunnel di base di 90 e rotti di chilometri», attacca Osvaldo Napoli, Forza Italia. «E’ la dimostrazione della profondità con cui a Roma si affrontano i nostri problemi», ironizza Antonio Ferrentino, presidente della comunità montana Bassa Valsusa. In serata il Ministero ha precisato che l’esclusione del tunnel di Venaus non è ancora un progetto ma una soluzione elaborata dall’Osservatorio. «So bene cosa è un progetto e quindi non avrei mai potuto dire che ne ho visto uno per la Torino-Lione - ha spiegato Bianchi -. Ho detto invece che grazie al lavoro svolto dall’Osservatorio è possibile studiare una soluzione che esclude l’uscita del tunnel di base a Venaus e che, con un percorso lungo la Val Sangone, recupera il passaggio a Orbassano».
Resta la corsa contro il tempo per presentarsi al «rendez-vous» del 23 luglio, quando bisognerà consegnare a Bruxelles il dossier per accedere ai finanziamenti europei contesi da altri 27 progetti. Virano, che ieri ha incontrato una rappresentanza di sindaci della Gronda Nord di Torino con l’assessore regionale Borioli, avverte: «Se qualcuno pensa che le scadenze possano essere brandite per amputare il confronto, sbaglia».
Dopo aver ricordato il lavoro svolto dall’Osservatorio nelle 26 sedute - i temi trattati sono stati il potenziamento della linea storica, i flussi di traffico sull’arco alpino e il nodo di Torino -, il presidente annuncia un’ultima sessione per lunedì 11 e rimanda al via libera del Governo e dei sindaci per affrontare la quarta fase: l’individuazione di un tracciato non solo tecnicamente «plausibile» ma condiviso. «Tra l’adesione entusiasta della Torino-Lione e la lotta dura ci sono molte sfumature sulle quali convergere», riflette Virano. Come? «Lavorando sodo, senza dimenticare che le difficoltà non sono di casa solo in Italia e che il dossier presentato a Bruxelles potrà essere integrato in seconda battuta». Insomma: quella del 23 luglio non sarà «una scadenza-capestro».
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