Un viaggio in bicicletta e treno: verso il sud, dal nord Italia verso il Marocco....

Un viaggio per testimoniare, dal basso, i lager del presente e le forme di resistenza attiva e diretta e imprigionata e calpestata, l’ascolto di testimonianze dirette....

L’idea

E’ quella di tradurre in francese e perchè no, in spagnolo, il monologo Lu jurnu di tutti li santi, costruito attorno alla vicenda di Marco Camenisch e che sviscera memorie recenti e remote di poli di nord (Svizzera) e sud (Sicilia). Su questo modello, attraversando i luoghi e raccogliendo le testimonianze dei luoghi attraversati, oltre che la traduzione potrebbe succedere anche altro, altre forme di racconti, di svisceramenti.

Una possibilità è quella di incontrare e andare a trovare spazi che già fanno lavori simili per proporre e collaborare lungo il cammino.
Già un anno fa meditavo un viaggio in Algeria per andare a vedere cosa rimaneva dell’insurrezione algerina del 2001, ero andato in autostop in Francia dove avevo “assistito”, tra le altre cose, all’arresto di due ventenni durante un festival contro le scorie nucleari nel Nord della Francia, e “osservato” (e documentato) la condizione socioantropologica della Francia dopo pochi mesi delle rivolte delle banlieus (si veda il libro Le notti della collera, di Filippo Argenti, Tempo di ora), avevo rinivato la partenza per l’Algeria. Adesso recupero la bicicletta e scelgo, definendo una modalità, di viaggiare via terra verso il Nord Africa, quindi passando per la Spegna, probabilmente fermandomi in Marocco anche perchè situazioni politicodiplomatiche tra Marocco e Algeria non consentono facilmente l’attraversamento delle frontiera per l’Algeria.

Trasformare in racconti-verità, canti, illustrazioni, quello che viene fuori da questo viaggio.

Il percorso: orientativamente sarebbe tutto in fieri. Alcuni riferimenti: lo sciopero della fame dei detenuti (hanno già aderito più di 500) che inizierà a dicembre per chiedere l’abolizione dell’ergastolo

L’intenzione di giungere nel cuore dell’Europa, possibilmente in Svizzera, per portare solidarietà a Marco Camenisch nel carcere di Regensdorf

I moventi

L’insopportabilità di sapere e vedere orrori come i CPT, i TSO e le carceri, le comunità terapeutiche e altri lager del presente sempre più forti, invisibili e legittimati;
L’insopportabilità di vedere il totalitarismo e la tirannìa del quotidiano svolgersi delle attività umane, di cui i rigurgiti neonazisti sono solo la punta di un iceberg. Ecco, la volontà di scavare e di descrivere le basi dell’iceberg

Come Cioran che gestiva l’insonnia girando la Francia in bicicletta e scrivendo, c’è chi gestisce pedalando e scrivendo l’”insonnia” da “CPT, TSO, carcere e totalitarismo”

Io approvo la violenza

Io approvo la violenza delle comunità terapeutiche, perchè non riesco a far nulla, a parte esprimere il mio dissenso verbale, per impedire che migliaia di uomini e donne siano rinchiuse, segregate e annientate della propria dignità, volontà e libertà profonde;

Io approvo la violenza delle carceri in cui uomini e donne per la colpa di essere nudi di fronte alla propria miseria, indifesi e disperati, o per il coraggio di esprimere il proprio dissenso fisico e non solo intellettuale, approvo questa violenza quotidiana invisibile, perchè non riesco a fare niente altro che raccontare alcune delle loro storie, ma così facendo non aiuto nessuno di loro a riconquistare la dignità e la libertà

Io approvo la violenza dei TSO, perchè non riesco a fare niente, oltre che scrivere e cantare una canzone e registrarla su un cd, per sfogare la mia rabbia, ma chi è costretto a subire un TSO rimane dentro gli ospedali psichiatrici a subire la violenza della psichiatria.

Io approvo la violenza che subiscono uomini e donne nei CPT italiani, dove il suicidio di due uomini in pochi giorni (CPT di Modena) mi urla dentro e non so fare altro che scrivere poche righe per esprimere il grido, mentre centinaia di altri uomini e donne per la colpa di non avere un documento di identità, rimangono a “suicidarisi” dentro a quei recinti e a quelle stanze.

Per questo e per altri motivi intraprenderò un viaggio per continuare ad “approvare” queste violenze documentandole nelle forme “inefficaci” che ho imparato finora a utilizzare.

Chi volesse aderire, moralmente e materialmente, condividendo tappe, indirizzi di luoghi e testimonianze da “toccare”, è pregato di mettersi in contatto con il sottoscritto. Angelo Maddalena, angelo.maddalena@gmail.com

La prima tappa potrebbe essere Siena, dove presenterò il monologo Lu jurnu di tutti li santi, ispirato alla vicenda di Marco Camenisch.

Da lì potrei fare la seconda tappa a Firenze per salutare Giorgio Antonucci, psicologo antipsichiatra autore di libri come Critica al giudizio psichiatrico e Pensieri sul suicidio, per chi avesse riferimenti per spazi e disponibilità a Firenze, si metta in contatto per tempo per organizzare una serata conviviale in cui raccontare storie per liberarsi e poi discutere insieme di orrori come i CPT, i TSO; le carceri, magari partendo dai fatti del 13 ottobre a Bologna in Piazza Verdi...

Da lì proseguirei per Genova.

Gio, 25/10/2007 – 13:36
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