Venezuela - Familiari occupano carcere
fonte: giornalettismo.com
5 gennaio 2012
Quasi mille familiari dei detenuti sono entrati e si sono rifiutati di andarsene: “E’ un auto-sequestro”
“Che possiamo fare? Parleremo con loro”, dice, provocatoria, il ministro per le politiche carcerarie della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Iris Varela: “E’ una situazione volontaria, hanno scelto loro di rimanere nel carcere di Yare”, dice l’esponente del governo, e ha ragione. Fin dalla notte di capodanno quasi 1000 fra donne, bambini e (pochi) uomini si sono letteralmente autosequestrati nella struttura penitenziaria a pochi chilometri dalla capitale, Caracas, la prigione di Yare I e di Yare II.
L’OCCUPAZIONE – Durante la notte di Capodanno, i parenti sono autorizzati ad entrare nelle prigioni per passare la notte con i detenuti. Solo che questa volta, al momento di lasciare la struttura e tornarsene a casa, i parenti dei detenuti hanno invece deciso di rimanere all’interno della struttura, “per protestare per le condizioni dei reclusi, chiedere diritti ed accelerare i processi a loro carico”, scrive El Clarin. La situazione nelle carceri venezuelane non è delle migliori: “Ci sono 34 strutture adeguate a 12mila ospiti che al momento contengono 47mila reclusi, secondo i dati ufficiali. Nelle superpopolate carceri convivono bande che si battono per il controllo dei padiglioni, del commercio delle armi e della droga venduta dai poliziotti. Questa situazione carceraria è venuta alla luce a metà dell’anno scorso quando una violenta manifestazione si è verificata nella struttura di El Rodeo II che terminò con oltre 20 morti”, scrive il quotidiano argentino. A guidare la protesta sono le organizzazioni non governative che si battono per i diritti dei detenuti, ma il ministro accusa anche loro: “Noi non smetteremo di parlare e di cercare un accordo, ma questo non è il modo di protestare. Queste organizzazioni sono finanziate dalla Cia e si battono per destabilizzare il nostro paese”, dice il membro dell’esecutivo di Hugo Chavez. Ovviamente, gli esponenti delle Ong coinvolte difendono il loro modo di lavorare e si barricano ulteriormente nella loro protesta.
SITUAZIONE DELICATA – “I familiari si sono riuniti in protesta per la mancanza di risultati dell’attuale campagna del governo per migliorare le condizioni dei detenuti. I minori sono usciti ieri, rimangono invece all’interno della struttura le 800 donne e i 5 uomini, per loro volontà: struttura dove c’è un sovraffollamento quasi del 400%”, dice Carlos Nieto, direttore di Una ventana per la Libertad, organizzazione non governativa che si occupa di detenuti e carcere. “Stiamo preparando una nota per informare la Commissione Intramericana dei Diritti Umani della situazione a Yare come d’altronde riguardo le accuse temerarie del ministro contro le Ong che non fanno altro che diffondere informazioni reali su ciò che accade nelle nostre carceri”, sottolinea Nieto con riferimento alle accuse rivolte alle Organizzazioni. Per l’Osservatorio Venezuelano delle Prigioni da quando Hugo Chavez ha preso il potere in Venezuela “dal 1999, fino al 2010, si sono contati 4506 morti dentro le prigioni del paese”. La situazione ieri a Yare “era delicata”, conclude il Clarin, “perché prima dell’autosequestro sono state sospese le visite di tutti i familiari” e soprattutto “la Guardia Nazionale non ha permesso l’entrata dei camion che abitualmente riforniscono il reparto alimenti”.
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