Bombe d’acqua, di cemento e mediatiche

Mugnone in pienaEmergenza maltempo in Toscana , dopo l’ennesima politica emergenziale che sparisce come le nubi che l’ha creata, si fa la conta dei danni, nel grossetano si sfiorano i 220 milioni di euro, fortunatamente nel fiorentino c’è stato solo tanto panico, ma nulla di fatto, a parte un Mugnone davvero incattivito e inusualmente ruggente.
Non siamo nuovi a questo tipo di stati d’allerta: quasi ogni anno si ripete la solita solfa di chi se la canta e se la suona, e, a tratti, se la balla pure.Parliamo dei giornali che, con una sincronia degna di nota, fa eco al mondo politico che parla di “emergenza fiumi” se non di “pioggie mai viste” tralasciando, chiaramente, la vera causa di tali eventi, che, non possiamo negare, risultano sempre piu’ frequenti e violenti.

La cementificazione, figlia di quell‘imprenditoria palazzinara e speculatrice che caratterizza da sempre la manovalanza del capitalismo, mangia ogni anno circa 10.000 ettari di territorio sottratti al verde o all’agricoltura per ospitare complessi residenziali, strade o stabilimenti per l’industria.
E mentre il compagno Rossi invoca la presenza dello Stato, chiedendo a gran voce la presenza dell’esercito nei terrirori in difficoltà, si tralascia la vera causa che, oltre ad un avanzamento urbano calzante e sempre meno sostenibile, soffoca la portata dei fiumi e delle raccolte d’acqua, ovvero il massiccio inquinamento che viene prodotto e smaltito presso i letti dei fiumi, approfittando della temporanea secca di quest’ultimo, con il tacito assenso di istituzioni e aziende.
E mai più concrete furono le parole di Brecht:
“Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costingono”

T.

 

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