Intervista a uno studente del Michelangelo Occupato

Data la protesta contro la riforma della scuola che sta coinvolgendo tutta Italia e molte scuole di Firenze, anche il Liceo Classico Michelangiolo ha deciso di occupare, dopo molti anni che in questa scuola non si vedeva un’occupazione e una mobilitazione così partecipata. Dopo aver espresso la loro solidarietà agli studenti del Capponi per i fatti di ieri, “Siamo tutti studenti medi, non possiamo far sì che queste cose passino inosservate”, ci hanno raccontato le motivazioni della loro protesta e la loro esperienza.

Come mai avete deciso di occupare?

Sicuramente ha influito il fatto che a Firenze ci fossero altre occupazioni, in particolare Galileo e Capponi che hanno risvegliato le persone che fino ora erano sempre state disinteressate. Poi noi qui gli anni corsi avevamo scelto il forum. Due anni fa dopo un’assemblea straordinaria in cortile si votò tra forum e occupazione e vinse il forum ed effettivamente sembrò un movimento di protesta alternativo all’occupazione e fu molto partecipato, anche se fu organizzato tipo in una notte dalle poche persone del collettivo. Fu comunque molto partecipato perché gli studenti sentivano di essere protagonisti. L’anno scorso invece il forum fu organizzato nell’arco di tre mesi, quindi fu fin da inizio anno dato per scontato, forse perché probabilmente la preside, che l’anno prima era stato un po’ indecisa, si rese conto della buona immagine della scuola che aveva creato. Ma anche se c’erano molte più assemblee, dibattiti, cineforum, la partecipazione fu molto più scarsa; per esempio il pomeriggio c’era molta meno gente: di conseguenza ci siamo resi conto che il forum non era più una cosa efficace e soprattutto non era più una protesta, era un arricchimento culturale… era didattica alternativa… bellissima cosa! Ma non era una protesta! E se l’anno scorso ci andava bene, perché con il decreto Carrozza comunque sembrava ci fosse l’intenzione almeno di venire un minimo incontro alla scuola quest’anno con la buona scuola non potevamo accettarlo e quindi i membri del collettivo, uniti anche a altri studenti della scuola, hanno iniziato a proporre l’occupazione, dopo che erano sorte già altre occupazioni a Firenze. C’è stata l’assemblea straordinaria dopo la ricreazione a cui hanno partecipato circa 550 studenti, comunque un buon numero, e più di 300 hanno votato a favore dell’occupazione, dopo che comunque tutti gli studenti, tranne poche eccezioni, in una votazione precedente avevano votato per mobilitarsi in qualche modo.

Quindi è partita l’occupazione, ma con una scuola che occupare non l’aveva mai fatto.. perché sì il “vecchio Miche” aveva fatto occupazioni su occupazioni, nel 2008… tutti se lo ricordano… ma quelli in quinta ora hanno visto una sola occupazione nel 2010, che è però durata una sola notte…. Quindi eravamo tutti un po’ inesperti, un po’ titubanti, ma piano piano si è visto un crearsi all’interno degli studenti sempre più unità e anche gli studenti che avevano votato “no” all’assemblea hanno detto “okay, se l’occupazione si deve fare io mi impegno in prima persona in modo che venga su qualcosa che possa essere utile a tutti”.  Alla fine tutti in assemblea avevano votato per portare avanti una forma di protesta, una mobilitazione, poi ha vinto l’occupazione e c’è stata solidarietà da parte di tutti.

Per quali motivi sentivate la necessità di una mobilitazione?

Semplicemente per la riforma della “buona scuola”, che per punti si può riassumere con privati all’interno del consiglio di istituto, tirocini non solo non retribuiti, ma soprattutto non regolamentati, né di qualità, poi il ruolo dello studente all’interno della buona scuola che è quasi un ruolo di riflesso, che “ah sì, ci sono anche gli studenti, ma tanto…”, il ruolo della preside come dirigente vero e proprio. Poi comunque in generale è anche questo, un ministro che prende le decisioni in base a questioni economiche… già quest’anno nella nostra scuola hanno dovuto tagliare molti progetti, perché da Roma sono arrivati meno di un decimo dei soldi degli anni prima.

 Come sono i rapporti con i professori?

All’inizio passata in assemblea la volontà di bloccare la didattica, però, barricarci qua dentro era impensabile… appunto non ci riuscirono a suo tempo gli studenti dell’ “onda”, figuriamoci noi! Anche perché il Michelangelo ha un sacco di entrate e uscite! E poi soprattutto era qualcosa che non volevamo anche da un punto di vista di mentalità, cioè, alla fine anche se l’occupazione è un metodo di protesta che tende a escludere i professori, noi volevamo comunque cercare un dialogo, perché la riforma danneggia noi, quanto danneggia loro, e quindi è inutile a nostro avviso vedere i professori come nemici, quando c’è poi un “nemico comune”. Quindi abbiamo redatto un documento e una delegazione di rappresentanti degli studenti occupanti sono andati a un collegio docenti straordinario a chiedere un dialogo e in realtà durante il collegio i professori sembravano un po’ disinteressati, quasi come una mancanza di rispetto nei nostri confronti, però siamo arrivati lì con i motivi per cui occupavamo e soprattutto con degli obiettivi, ovvero ogni motivo di protesta aveva un obiettivo corrispondente a cui giungere. Dopo esserci presi qualche insulto siamo usciti e dopo un lungo collegio docenti è uscito fuori un documento, che in pratica dice tutto e niente: ufficialmente non prende le nostre parti, però abbiamo ottenuto che i professori non spiegheranno e non interrogheranno né faranno compiti durante questi giorni e se c’è una classe in cui nessuno entra, il professore è libero di poter fare assemblee o lezioni pubbliche agli occupanti. Quindi è stato comunque un successo, perché un dialogo effettivamente c’è stato e anzi alcuni professori che fino a ora erano stati molto restii a collaborare, anche durante il forum, sono stati disposti a fare lezioni aperte a tutti gli studenti. Speriamo che da questa collaborazione di creare con loro un dialogo duraturo.

Come sta andando a livello di partecipazione degli studenti?

La partecipazione sta andando bene. Già dal primo giorno all’assemblea pomeridiana eravamo sulle 180 persone. Mano a mano, anche se c’erano problemi organizzativi, le assemblee venivano magari cambiate di aula o cose simili, si è notato che studenti che fino a ora si erano visti disinteressati, si stanno impegnando attivamente perché venga la migliore occupazione possibile e anche proprio all’interno degli studenti vedi una solidarietà e un’intesa che sinceramente io al Michelangelo con conoscevo non avrei mai immaginato. Cerchiamo tutti di mantenere tranquillità e un buon clima all’interno della scuola.

Che tipo di iniziative state organizzando?

La mattina c’è quindi alternativa tra didattica e assemblee, con anche però la possibilità per i professori in classe di fare didattica alternativa. Molte classi, grazie a una buona solidarietà tra studenti, si organizzano per non andare tutti insieme, così che il professore non possa fare lezione. Rispetto alle assemblee agiamo su due fronti: uno di tematiche più generali che riguardano cose generali, c’è stata ad esempio la libreria delle donne, un’antropologa, e nell’altro fronte vogliamo concentrarci proprio sul percorso della scuola. Stiamo cercando di riservare alla mattina le assemblee sulla scuola e il pomeriggio, quando possono entrare anche gli esterni, le assemblee che possono coinvolgere tutta la cittadinanza e in particolare i movimenti di protesta che ci sono nella realtà cittadina. Ieri c’è stata la prima assemblea sulla buona scuola ed è venuta molto bene, sia come partecipazione, tanto che alcune persone non sono riuscite a entrare nella palestra dove si teneva l’assemblea, e poi molte persone prendevano appunti, anche perché poi si è avviata una discussione su cosa effettivamente vogliamo cambiare, poiché una idea era stilare un documento dove diciamo cosa non ci va bene e come vogliamo che sia la “buona scuola” da inviare al ministero cercando di sfruttare l’attenzione mediatica. Ogni punto della scuola di oggi che non ci piace ha un obiettivo che ci siamo dati: ad esempio, abbiamo detto che mancano i soldi e che lo studente spende troppo? Bene! Cerchiamo di organizzare un fondo degli studenti che compensi i tagli… sappiamo che da una parte è brutto perché andiamo a mettere le pezze lì dove il capitale ci taglia, ma cerchiamo almeno di far passare il messaggio di un movimento studentesco attivo e consapevole, e poi fare un mercatino del libro usato tra giugno e settembre per scambiarci i libri usati, senza passare dalle librerie che ci speculano sopra. Vorremmo in generale riuscire a continuare a fare eventi di piazza nei prossimi mesi, durante tutto l’anno: infatti sulla facciata di scuola c’è lo striscione “il nostro autunno caldo riscalderà l’inverno”, questo perché è da anni che sentiamo parlare dell’autunno caldo… e poi l’inverno siamo tutti a studiare e fino all’ottobre dell’anno dopo nessuno fa niente. Noi vogliamo che l’occupazione non sia il traguardo, ma una rampa di lancio, un punto di partenza.

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