Sempre più detenuti nel carcere di Sollicciano

La situazione del carcere di Sollicciano si fa sempre più critica,  dove la pena di essere rinchiusi dentro 4 mura fatiscenti è aggravata dal sovraffollamento e dalle pessime condizioni della struttura, soggetta a infiltrazioni di acqua piovana, direttamente nelle celle dei detenuti.

Il modello che passa è il solito, quello di una discarica sociale dove rinchiudere per lo più proletari e devianti, il cui unico fine è la reclusione stessa, l’isolamento, l’emarginazione del detenuto.

Una gabbia che è sempre più affollata a causa di pene ingiustificate e leggi scriteriate, che mirano a criminalizzare l’uso di droghe, leggere o pesanti che siano, come la legge Giovanardi- Fini, deliberata alla fine del 2005, che ha decretato l’aggravarsi del sovraffollamento con la presenza nei carceri, oggi, di un tossicodipendente, o presunto tale, ogni quattro detenuti.

Una gabbia concepita per le classi sociali più disagiate, come quella degli immigrati, che costituiscono un terzo dei detenuti totali dei carceri italiani (il 60% a Sollicciano). Difficilmente è possibile evitare un fenomeno del genere, in una società che criminalizza i migranti, prima ponendo le basi per l’immigrazione irregolare, con leggi come la Bossi-Fini, per poi condannare lo stato di clandestinità con un apposito reato e ricattarli, approfittando della loro condizione illegale. In un clima del genere è difficile pensare a concetti come integrazione, soprattutto se il razzismo si fa istituzionale ed è veicolato dai mezzi di informazione ufficiali.

Sollicciano, che ha una capienza di 450 detenuti, oggi vanta la presenza di 935 persone, di cui molte, ancora in attesa di giudizio. Un numero che parla chiaro, più del doppio di quanti ne sono previsti. Alle parole di Meccacci, politico del PD, che, dopo aver visitato Sollicciano, sostiene che questo carcere vada abbattuto, per costruirne un altro migliore, rispondiamo che la detenzione, per chi la subisce, non potrà mai essere definita umana o dignitosa, ma è frutto di una logica che mira soltanto a reprimere, sostenuta da leggi e decreti che noi ci rifiutiamo di accettare come legittimi.

La giustizia, quella vera, non può certo stare nelle aule dei tribunali, in quanto strumento dello stesso potere che ci opprime quotidianamente. E’ per questo che esprimiamo massima solidarietà a chi è detenuto nei carceri di tutto il mondo, rifiutando la legittimità e il controllo delle istituzioni vigenti.

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