Titoli tossici nella Mps

Oggi le azioni della banca senese sono state sospese dopo aver segnato, solo a metà mattina, un -9,6%, da aggiungersi però al -5,6% registrato ieri. Il crollo che in questi giorni sta investendo il Monte dei Paschi di Siena è dovuto ai recenti scandali riguardo all’acquisizione di titoli tossici.

Dopo la sbagliata acquisizione di Antonveneta (al doppio del valore di mercato), gli scandali intorno al progetto Santorini con la Deustche Bank (per coprire i 367 milioni di euro persi dalla banca senese), oggi è il turno dello scandalo “Alexandria“. Questo il nome che è stato dato al contratto siglato fra la Mps e la Nomura, banca giapponese, col quale in sostanza la banca senese ha acquisito pericolosi derivati pronti ad esplodere. Si stima che oltre alla già avvenuta svalutazione di circa 1,6 miliardi di euro, si dovranno aggiungere quelle sui contratti derivati siglati, appunto, con la Deustche Bank e la Nomura. Quest’ultima potrebbe costare quasi 220 milioni di euro. È quasi certo che il consiglio d’amministrazione chiederà aiuti al governo per una somma di circa 3,9 miliardi di euro. Una cifra superiore, dal punto di vista finanziario, ai “risparmi” che la riforma Fornero ha prodotto con i tagli alle pensioni.

Ma la vicenda della Mps si inserisce in un quadro politico altamente  instabile. Infatti la banca è ancora controllata dalla Fondazione che ha il 34,9%: l’ente è gestito dal Comune (assieme alla Provincia), che dalla scorsa estate è però commissariato a causa di una spaccatura interna alla maggioranza del PD. A ciò si aggiunge che le imminenti elezioni comunali porteranno al rinnovo degli organi della Fondazione. Lo scontro interno al partito che sta avvenendo nel senese non discosta comunque il legame fra il PD e la Mps. Legame che già nell’autunno del 2012 aveva visto l’impegno del partito, assieme a Monti, per un finanziamento in aiuto alla banca senese.

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