Addio a Mario Ciuffi, sommo pontefice.

Tra i primi ricordi arrivati, le parole del ct della nazionale Cesare Prandelli restituiscono con dolcezza alcune caratteristiche fondamentali di Mario Ciuffi: “Ho perso il primo amico che ho avuto a Firenze. Poi ne sono venuti migliaia, ma Mario Ciuffi è stato il primo”. Comincia così il ricordo che Cesare Prandelli dedica dello storico tifoso della Fiorentina scomparso oggi a Firenze a 78 anni. “Arrivai in sala stampa e un signore sorridente ed esuberante mi mise al collo una sciarpa con su scritto ‘Viola Club Fantechi Bar Marisa – Università del calcio’ e mi disse: ‘Benvenuto! Sono il sommo pontefice. Ti s’aspettava’. Da quel giorno il nostro è stato un rapporto formidabile, pieno di tanti sentimenti. La sua arguzia e la sua conoscenza del calcio ci permettevano di parlarne con apparente leggerezza e allegria, ma in fondo eravamo seri perché la passione è una cosa seria”.
Oggi alle Cappelle del Commiato sarà allestita la camera ardente. Domani nella chiesa di San Pietro in Palco in piazza Elia Della Costa a Gavinana, alle dieci, i funerali.

“E la Violetta la va, la va. La va in testa e dopo la ci resta e quando viene maggio diventa tricolor. E poi a settembre in coppa dei Campioni diventerem leoni a forza di lottar. E dopo la finale la Coppa Intercontinentale, poi tutti in Nazionale fino al Maracanà. Maracanà, Maracanà, siamo venuti fino qua, siamo Brasil, siamo Brasil e vi insegnamo a giocar”. (una canzonetta che Ciuffi amava cantare nei viaggi per seguire in trasferta la Fiorentina)

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