Livorno – Ex Caserma: “ad ogni attacco repressivo rispondiamo con la lotta”

ex_caserma_solidali_con_chi_lottaGrazie a tutt* i presenti oggi alla conferenza stampa di fronte al comune (il video). Il 4 luglio inizia un processo che vede imputat* 18 militanti della nostra struttura politica. Dopo pochi giorni un altro ragazzo sarà processato per aver occupato una casa con la sua famiglia dopo aver perso il lavoro. Sono circa 80 i procedimenti penali a carico di alcun* compagni* del movimento Livornese più 100 mila euro di multe per l’occupazione della fortezza.

Tutto questo mentre nella nostra città continuano le speculazioni edilizie, i disoccupati sono sempre di più, migliaia di famiglie si trovano senza casa e i luoghi di aggregazione più importanti vengono chiusi per colpa di una classe dirigente corrotta che si arricchisce sulle spalle dei cittadin* e dei lavorator*.

Ad ogni attacco repressivo risponderemo con una nuova iniziativa di lotta e solidarietà!

Ex caserma unica opposizione 3 luglio 2013

Il video della Conferenza stampa

vedi anche

Martedì 2 luglio conferenza stampa sul processo sui “fatti della Prefettura”

per un quadro generale sulla situazione repressiva

100.000 euro di condanne per l’occupazione di Fortezza Nuova

Nel numero 78 aprimmo in prima pagina col titolo “La polveriera” mentre stava divampando la polemica sul cosiddetto “assalto alla Prefettura” con oltre 1.000 persone scese spontaneamente in piazza per denunciare le violenze della polizia del giorno precedente in piazza Cavour. A Livorno negli ultimi 3 anni il livello repressivo si è alzato in modo esponenziale e questura e procura colpiscono scientificamente tutti coloro che cercano di fare opposizione sociale in una città dove sfratti e disoccupazione iniziano a determinare un cambiamento di vita per molte persone. Scrivemmo che è ormai chiaro ormai che di fronte alla ritirata della politica rispetto soluzione o alla mediazione dei conflitti che si apriranno in questo contesto economico e sociale, polizia e magistratura diventano i principali regolatori delle dinamiche di un territorio. Questi 20 decreti penali di condanna però, sono solo la punta dell’iceberg di una serie di denunce, processi e misure restrittive che stanno colpendo molti militanti politici, in particolare quelli della ex caserma occupata. In questi ultimi anni, con l’arrivo del pubblico ministero Masini, siamo arrivati a una sorta di persecuzione. Perché a carico di quello che una volta, in senso lato, si chiamava “movimento” non ci sono solo i 36 indagati per i fatti del 2 dicembre in prefettura e per il comizio di Bersani (di cui 24 con giudizio immediato e una decina con misure cautelari) ma ci sono anche tante altre denunce che a volte sfiorano il ridicolo come l’accensione di lamperogeni durante un corteo, un tatuaggio ritenuto offensivo verso le forze dell’ordine, adesivi goliardici attaccati sui bancomat, una “resistenza” per aver cercato di attaccare uno striscione sulle scalinate del comune durante uno sciopero generale insieme agli autisti dell’Atl. Si calcola che al momento ci siano circa un centinaio di procedimenti a carico di militanti facenti parte varie aree politiche e strutture sul territorio. Ma il carattere persecutorio si può notare anche da altri aneddoti che vedono sempre protagonista il pm Masini anche su vicende private. Basti pensare che un procedimento per una presunta discussione fra alcuni militanti e i vigili urbani per motivi di viabilità che era a pochi giorni dalla prescrizione, è stato ripreso in mano da Masini stesso che ha aggiunto delle aggravanti per poter spingere più in avanti la prescrizione.

Tratto da Senzasoste

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