Oltre il sequestro de La Cité

In merito al sequestro della libreria-cafè La Cité, pubblichiamo il volantino distribuito al corteo di ieri

Da molti anni ormai a Firenze una molteplicità di comitati e collettivi, ovvero quelle realtà estranee ai giochi istituzionali, preferendo assemblee orizzontali al verticismo di partito, denunciano una gestione della città che contrae gli spazi di vita a disposizione dei suoi abitanti. Già da tempo centinaia di volantini sono stati stampati e le pagine di blog sono state riempite per far comprendere la gravità della gestione della giunta PD fiorentina. Per ora l’unico riscontro sono state partecipazioni a termine, girotondi di protesta attorno al proprio orto.

Eppure, come dicono le migliaia di parole spese sulla giunta Renzi, sui reparti antidegrado della polizia municipale, sulle folli campagne antidegrado de La Nazione e di Repubblica, sulla gestione affaristica e speculativa degli immobili della città e il menefreghismo per la cultura, la situazione è grave per tutti. Ma sembra che ben poche persone se ne accorgano. La maggior parte alza il mento, per chiedere aiuto, solo se le mani del comune vengono ad impastarsi nel proprio orto, ma raramente lo alzano abbastanza da vedere il volto a cui appartengono le mani, per reticenza del doversi incazzare.

A Firenze il sequestro della Cité non è cosa di cui sorprendersi! Due anni fa vennero a prendere Via dei Conciatori, per svenderlo per pochi spiccioli; poi vennero per mettere in vendita il suolo su cui sorge il CPA fi-sud; poi vennero a fare le retate in tutte le piazze fiorentine – seduto sui gradini SEI il degrado, e guai se in tasca ti capita di avere una cannetta; poi vennero per far chiudere la libreria Edison, una delle poche librerie indipendenti rimaste in centro (inizialmente avevano avuto l’arroganza di destinarla ad un Apple Store); poi vennero a dire che le persone che parlano nei vicoli fanno troppa confusione, ma nelle piazze grandi dove il suono si disperderebbe non puoi stare, rovineresti le cartoline dei turisti; poi vennero a sgomberare con macchine bianche e guanti neri il presidio dei richiedenti asilo alla fortezza, lo sgombero lo eseguì il “reparto anti-degrado” secondo la strana associazione “profughi/richiedenti asilo=degrado”; poi vennero a sgomberare occupazioni di case che di conseguenza tornano vuote e gli abitanti/occupanti tornano a non avere un tetto dove vivere; poi, dopo tante altre, vennero per sequestrare la libreria-café La Cité.

E’ un fatto grave, ma non è né l’ultimo né tanto meno il primo, né tanto meno il più grave. Una volta finito il giro di quest’orto guardiamo se anche l’orto degli altri ha un problema simile al nostro, prima che rimanga l’ultimo senza più nessuno a difenderlo.

Solo a San Frediano, nelle stesse strade che percorre il corteo, si stanno muovendo molte realtà per la difesa di un quartiere sempre più sotto l’attacco della speculazione edilizia. Dal comitato NoScav, contro il mostruoso parcheggio interrato in piazza del carmine, alla protesta contro la chiusura del giardino dei Nidiaci passando per l’occupazione in via del Leone 60, le realtà in questione si oppongono alla svendita e uccisione di un quartiere storico e fondamentale per la storia e la vita fiorentina come San Frediano. Il quartiere è ancora quartiere se c’è la possibilità di viverlo come tale. Alcuni percorsi sono già avviati per la difesa della città da mercificazione e cementificazione, ma hanno bisogno della partecipazione reale e concreta delle persone!

Leggi anche:

Le mani sulla città: la gestione (speculativa) dello spazio a Firenze

Facebook

YouTube