Iniziativa a Novoli: a 40 anni dal colpo di Stato, quali lezioni dalla tragedia cilena?

Segnaliamo questa interessante iniziativa, a 40 anni dal colpo di Stato in Cile.

Mercoledì 11 settembre h 21.00
Arci di Novoli, via di Novoli 8, angolo via Allori, Firenze

Discussione: quali lezioni dalla tragedia cilena?

Proiezione del film-documentario “La Batalla de Chile” di Guzman, testimonianza del colpo di Stato cileno

L’11 settembre cadrà il 40° anniversario del colpo di Stato che in Cile rovesciò il Governo socialista di Allende, instaurando la dittatura di Pinochet.

Un colpo di Stato voluto dalla destra cilena, attuato dall’apparato dello Stato, preparato nei minimi dettagli dagli Usa , con la complicità della Chiesa cattolica, che determinò migliaia di vittime tra attivisti sindacali, sociali, membri delle organizzazioni di sinistra come il Partito Socialista, il Mir o il Partito comunista. Un’intera generazione di lottatori fu affogata nel sangue, annichilita, costretta all’esilio o alla clandestinità.

Questo anniversario cade oggi nel silenzio. Viene tutt’al più ricordato, senza nemmeno troppa convinzione, per condannare gli orrori della dittatura di Pinochet e santificare la democrazia. Ma in Cile non vi fu un generico attacco alla democrazia. I “democratici” Usa e le “democrazie” europee non ebbero grossi problemi ad appoggiare Pinochet. La “Democrazia” Cristiana cilena giocò di sponda con l’estrema destra nella preparazione delle condizioni politiche e sociali che portarono al golpe.

Il colpo di Stato cileno fu diretto contro i lavoratori, i disoccupati, i diseredati, i contadini, i senza tetto che tentarono di costruire attraverso il Governo della Unidad Popular di Allende una società migliore, senza fame, sfruttamento e povertà, dove il genere umano potesse svilupparsi pienamente e in armonia. Fu un atto di classe, che disvelò la reale natura sociale dei media, dello Stato, della cosiddetta intellettualità “democratica”.

Per questo le lezioni di quella tragedia rimangono attuali. Noi non abbiamo solo da ricordare i nostri morti, le migliaia di compagne e compagni, di operai, studenti, disoccupati, morti negli stadi cileni, prelevati da casa, fucilati, torturati, scomparsi nel nulla.
Noi abbiamo da raccogliere un testimone, da imparare da quell’immane esperienza, perché la lotta rimane qui ed ora per porre fine agli orrori del capitalismo.

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