Una risposta al nostro articolo sui mondiali di ciclismo

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Riceviamo da Giulio Gori, giornalista de Il Corriere Fiorentino, dopo il nostro articolo sui mondiali di ciclismo:

Cara redazione,
ho letto con attenzione il vostro articolo sui Mondiali di ciclismo. E visto che sono tirato in causa, vorrei dirvi la mia.
Sul nostro giornale riguardo ai Mondiali abbiamo scritto di tutto. Nel bene e nel male.  Prendere un articolo che parla dei (presunti, per carità) dati positivi, dimenticando che molto si è parlato e si continua a parlare di tutto quello che non va, è un’operazione che non definirei simpaticissima.
Quanto alle cifre, siamo abituati a fare il fact cecking a posteriori. L’Irpet, l’Uci, il sindaco si sono sbilanciati. Se le loro previsioni risulteranno sbagliate, non mancheremo di raccontarlo, statene certi.  Eppure, noi, che a sentir voi saremmo così ostinatamente renziani, abbiamo già messo le mani avanti, mettendo in dubbio la cifra: «Previsioni, da verificare»; abbiamo scritto proprio così nell’articolo contestato.
Capitolo «assunzione»: posso riconoscervi che il termine può non essere felicissimo. Ma non l’abbiamo inventato noi. Il concetto, invece, è chiarissimo: assunzione temporanea non è per nulla «ingannevole», anzi è proprio chiaro e tondo.  Del resto, credo che vi siate confusi, gli aggettivi si affiancano al sostantivo, non al concetto, perché quest’ultimo è il risultato di tutti e due messi assieme. Ma mettiamo da parte i sofismi e stiamo alla sostanza.

Il punto è che qui la dignità umana non centra nulla: la piaga del precariato non è far lavorare dieci giorni dei ragazzi per un evento straordinario, che non si ripete; è farli lavorare sei mesi, un anno, due, dieci, facendo finta che siano temporanei. È lì la fregatura, non in quel lavoretto che temporaneo lo è per forza di cose. E ve lo dice uno che è tuttora un precario: so sulla mia pelle cosa vuol dire; e vi assicuro che fare uno sciopero senza alcuna forma tutela alle spalle non è un po’ più complicato che occupare a scuola o all’università; lo so perché ho fatto (e ne sono fiero) tutte e due le cose.
Per chiudere – e qui sorvolo sulla mia trascurabile statura professionale – credo che solo Ionesco potrebbe accusare Marzio Fatucchi di «benevolenza verso l’amministrazione comunale». Ve lo dico, malgrado tutto, con sincera simpatia.

Giulio Gori

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