Un altro comitato aderisce al Coordinamento Toscano per il diritto alla salute

UN ALTRO COMITATO CHE ADERISCE AL "COORDINAMENTO TOSCANO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE"<br /><br /><br />
"Ma quello che più ci interessa è la concezione di sanità che impronta il progetto di costruire tutti e quattro i nuovi ospedali in Toscana, che si inserisce in programma iniziato fin dal 1997 dalla Regione Toscana di smantellamento progressivo della sanità pubblica, sostituendo al concetto di servizio quello di risparmio sulla gestione delle prestazioni e del personale, con conseguente maggior profitto per la dirigenza, che più risparmia e maggior premio di incentivazione ha." - QUANTO RIPORTATO, TRATTASI DI UN PASSAGGIO DELLA LETTERA DEL COMITATO  “Lucca per una Sanità Migliore” CON LA QUALE ADERISCONO AL  "Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute" QUI DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE: Lettera di adesione:<br /><br /><br />
Comunico che abbiamo deciso di aderire come Comitato “Lucca per una Sanità Migliore” al Coordinamento Toscano Diritto alla Salute. Teniamo comunque a precisare che il nostro comitato non ha mai avuto né ha alcuna connotazione politica, e come tale intendiamo mantenere la nostra azione, anche se, inevitabilmente, nella difesa della sanità come servizio pubblico siamo continuamente costretti a combattere contro politici di destra, di sinistra e di centro, che da quando la sanità è passata nelle competenze delle Regioni e da quando nel 1992 le Unità Sanitarie Locali sono diventate Aziende a causa della riforma fatta dall’allora ministro De Lorenzo (poi finito in galera), le ASL sono divenute centri di potere clientelare delle varie Regioni, peggio di quando erano amministrate dai Comitati di Gestione. La corruzione che viene ogni tanto scoperta ne è la prova, ma più spesso, come da noi in Toscana, la Regione è tanto potente e abile che riesce a mantenere il tutto nell’ombra (vedi processo penale contro il SIOR a Prato, che è stato assolto perché, anche se l’illecito sussisteva il querelante Consorzio Toscana Salute è stato dichiarato non avere i requisiti per ricorrere).<br /><br /><br />
Dal 2006 (anno della nostra costituzione) a oggi abbiamo tentato molte strade per evitare uno spreco di denaro pubblico inutile e dannoso per la costruzione del nuovo ospedale, per molti motivi: con una spesa molto minore si poteva molto più utilmente migliorare l’ospedale esistente e utilizzare il resto per potenziare la qualità del servizio sia come strumentazione che come personale qualificato. Invece si è preferito cementificare una delle poche aree rimaste a verde nella periferia di Lucca, invariante agricola nel Piano Strutturale, costruendo un ospedale che presenta una serie di criticità (dissesto idrogeologico, acustico, impossibilità di aprire le finestre, mancanza di adeguata viabilità, impossibilità di avere un eliporto) in conseguenza di un adeguato Studio Preliminare di Fattibilità, come emerso dallo studio fatto da Legambiente sez. di Lucca. Le procedure poi per il rilascio della licenza edilizia da parte della Conferenza dei Servizi sono state viziate dalla violazione dell’art. 34 del D.lgs. n°267/2000 sugli Accordi di Programma, che prevede l’assenso del Comune interessato.<br /><br /><br />
Ma quello che più ci interessa è la concezione di sanità che impronta il progetto di costruire tutti e quattro i nuovi ospedali in Toscana, che si inserisce in programma iniziato fin dal 1997 dalla Regione Toscana di smantellamento progressivo della sanità pubblica, sostituendo al concetto di servizio quello di risparmio sulla gestione delle prestazioni e del personale, con conseguentemaggior profitto per la dirigenza, che più risparmia e maggior premio di incentivazione ha. Questo sistema porta al ricatto di tutti i dipendenti che vogliono fare carriera perché se uno non si adegua viene escluso. Il concetto poi di ospedale per intensità di cura è, per così dire, un concetto di sanità “industriale”, per cui il paziente viene messo sulla catena di montaggio e buttato fuori dall’ospedale nel minor tempo possibile (si scende da 7-8 a 5 giorni di degenza media). Si tagliano i posti letto complessivi dal 3,7 p.l. x 1000 ab, della legge Balduzzi del 20012, a 2,5 pl, con la scusa che ci sono le case di cura convenzionate, che però ricoverano solo determinate patologie. Ma soprattutto si ignora l’altro disposto della legge Balduzzi, che dei 3,7 p.l. complessivi, lo 0,7 x 1000 ab. deve essere riservato alla riabilitazione e fase post-acuta. Rapportando questo disposto alla popolazione di 170mila ab. della Piana di Lucca, i letti per riabilitazione e post-acuto dovrebbero essere 120, mentre si parla da parte della ASL di destinare solo al massimo 30 letti nel vecchio ospedale Campo di Marte. Tutto questo viene attuato senza che sul territorio esistano presidi adatti a sostituire e integrare la degenza ospedaliera.<br /><br /><br />
Finalmente lo smantellamento della sanità pubblica passa attraverso l’attuazione dello strumento del Project Financing, che tu ben conosci. Tutte queste carenze e violazioni di legge non riguardano solo la nostra città, ma tutte e quattro le città toscane coinvolte nel progetto. Ma se questo potrebbe essere considerato un fatto contingente, anche tutte le altre città toscane vengono danneggiate dal concetto di “sanità industriale” dell’amministrazione Rossi: le tre città sede di Università, Firenze, Pisa e Siena verranno sempre più sovraccaricate di lavoro come capofila di Area Vasta; i piccoli ospedali di provincia, di cui si occupa il CREST, vengono soppressi; i tickets sanitari vengono aumentati, fra cui la Regione Toscana si inventa un “contributo di digitalizzazione” per rilasciare un dischetto che costa meno di una lastra e che potrebbe essere sostituito dal chip della Tessera Sanitaria; ma più in generale è la qualità del servizio pubblico che viene a essere deteriorata a favore di quello privato.<br /><br /><br />
Credo quindi che sia veramente necessario organizzare un coordinamento regionale, che al di là delle rivendicazioni sindacali e locali pur legittime e necessarie, metta in discussione, anche con mezzi legali se occorre, la concezione stessa di sanità che ci vogliono imporre. Ci terremo quindi in contatto, e siamo a vostra disposizione per la documentazione del lavoro da noi svolto finora.</p><br /><br />
<p>Raffaello Papeschi,<br /><br /><br />
comitato “Lucca per una Sanità Migliore”

Riceviamo e pubblichiamo dal Comitato 21 Marzo di Gavinana:

UN ALTRO COMITATO CHE ADERISCE AL “COORDINAMENTO TOSCANO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE
“Ma quello che più ci interessa è la concezione di sanità che impronta il progetto di costruire tutti e quattro i nuovi ospedali in Toscana, che si inserisce in programma iniziato fin dal 1997 dalla Regione Toscana di smantellamento progressivo della sanità pubblica, sostituendo al concetto di servizio quello di risparmio sulla gestione delle prestazioni e del personale, con conseguente maggior profitto per la dirigenza, che più risparmia e maggior premio di incentivazione ha.”

- QUANTO RIPORTATO, TRATTASI DI UN PASSAGGIO DELLA LETTERA DEL COMITATO “Lucca per una Sanità Migliore” CON LA QUALE ADERISCONO AL “Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute”

QUI DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE: Lettera di adesione:
Comunico che abbiamo deciso di aderire come Comitato “Lucca per una Sanità Migliore” al Coordinamento Toscano Diritto alla Salute. Teniamo comunque a precisare che il nostro comitato non ha mai avuto né ha alcuna connotazione politica, e come tale intendiamo mantenere la nostra azione, anche se, inevitabilmente, nella difesa della sanità come servizio pubblico siamo continuamente costretti a combattere contro politici di destra, di sinistra e di centro, che da quando la sanità è passata nelle competenze delle Regioni e da quando nel 1992 le Unità Sanitarie Locali sono diventate Aziende a causa della riforma fatta dall’allora ministro De Lorenzo (poi finito in galera), le ASL sono divenute centri di potere clientelare delle varie Regioni, peggio di quando erano amministrate dai Comitati di Gestione. La corruzione che viene ogni tanto scoperta ne è la prova, ma più spesso, come da noi in Toscana, la Regione è tanto potente e abile che riesce a mantenere il tutto nell’ombra (vedi processo penale contro il SIOR a Prato, che è stato assolto perché, anche se l’illecito sussisteva il querelante Consorzio Toscana Salute è stato dichiarato non avere i requisiti per ricorrere).
Dal 2006 (anno della nostra costituzione) a oggi abbiamo tentato molte strade per evitare uno spreco di denaro pubblico inutile e dannoso per la costruzione del nuovo ospedale, per molti motivi: con una spesa molto minore si poteva molto più utilmente migliorare l’ospedale esistente e utilizzare il resto per potenziare la qualità del servizio sia come strumentazione che come personale qualificato. Invece si è preferito cementificare una delle poche aree rimaste a verde nella periferia di Lucca, invariante agricola nel Piano Strutturale, costruendo un ospedale che presenta una serie di criticità (dissesto idrogeologico, acustico, impossibilità di aprire le finestre, mancanza di adeguata viabilità, impossibilità di avere un eliporto) in conseguenza di un adeguato Studio Preliminare di Fattibilità, come emerso dallo studio fatto da Legambiente sez. di Lucca. Le procedure poi per il rilascio della licenza edilizia da parte della Conferenza dei Servizi sono state viziate dalla violazione dell’art. 34 del D.lgs. n°267/2000 sugli Accordi di Programma, che prevede l’assenso del Comune interessato.
Ma quello che più ci interessa è la concezione di sanità che impronta il progetto di costruire tutti e quattro i nuovi ospedali in Toscana, che si inserisce in programma iniziato fin dal 1997 dalla Regione Toscana di smantellamento progressivo della sanità pubblica, sostituendo al concetto di servizio quello di risparmio sulla gestione delle prestazioni e del personale, con conseguentemaggior profitto per la dirigenza, che più risparmia e maggior premio di incentivazione ha. Questo sistema porta al ricatto di tutti i dipendenti che vogliono fare carriera perché se uno non si adegua viene escluso. Il concetto poi di ospedale per intensità di cura è, per così dire, un concetto di sanità “industriale”, per cui il paziente viene messo sulla catena di montaggio e buttato fuori dall’ospedale nel minor tempo possibile (si scende da 7-8 a 5 giorni di degenza media). Si tagliano i posti letto complessivi dal 3,7 p.l. x 1000 ab, della legge Balduzzi del 20012, a 2,5 pl, con la scusa che ci sono le case di cura convenzionate, che però ricoverano solo determinate patologie. Ma soprattutto si ignora l’altro disposto della legge Balduzzi, che dei 3,7 p.l. complessivi, lo 0,7 x 1000 ab. deve essere riservato alla riabilitazione e fase post-acuta. Rapportando questo disposto alla popolazione di 170mila ab. della Piana di Lucca, i letti per riabilitazione e post-acuto dovrebbero essere 120, mentre si parla da parte della ASL di destinare solo al massimo 30 letti nel vecchio ospedale Campo di Marte. Tutto questo viene attuato senza che sul territorio esistano presidi adatti a sostituire e integrare la degenza ospedaliera.
Finalmente lo smantellamento della sanità pubblica passa attraverso l’attuazione dello strumento del Project Financing, che tu ben conosci. Tutte queste carenze e violazioni di legge non riguardano solo la nostra città, ma tutte e quattro le città toscane coinvolte nel progetto. Ma se questo potrebbe essere considerato un fatto contingente, anche tutte le altre città toscane vengono danneggiate dal concetto di “sanità industriale” dell’amministrazione Rossi: le tre città sede di Università, Firenze, Pisa e Siena verranno sempre più sovraccaricate di lavoro come capofila di Area Vasta; i piccoli ospedali di provincia, di cui si occupa il CREST, vengono soppressi; i tickets sanitari vengono aumentati, fra cui la Regione Toscana si inventa un “contributo di digitalizzazione” per rilasciare un dischetto che costa meno di una lastra e che potrebbe essere sostituito dal chip della Tessera Sanitaria; ma più in generale è la qualità del servizio pubblico che viene a essere deteriorata a favore di quello privato.
Credo quindi che sia veramente necessario organizzare un coordinamento regionale, che al di là delle rivendicazioni sindacali e locali pur legittime e necessarie, metta in discussione, anche con mezzi legali se occorre, la concezione stessa di sanità che ci vogliono imporre. Ci terremo quindi in contatto, e siamo a vostra disposizione per la documentazione del lavoro da noi svolto finora.

Raffaello Papeschi,
comitato “Lucca per una Sanità Migliore”

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