Livorno – RSU e lavoratori della Porto 2000 contro la svendita della società

tratto da http://www.livornoindipendente.it

Si è svolta stamani la conferenza stampa indetta dalle rappresentanze sindacali della Porto 2000. Un lungo intervento “senza peli sulla lingua” nel quale i lavoratori hanno attaccato duramente la scelta di vendere ai privati una società che è riuscita a portare “11 milioni di utili negli ultimi 5 anni”.

La Porto 2000, la terza realtà portuale per numero di dipendenti (107 compresi i 48 precari stagionali) dovrebbe essere venduta alla cifra ridicola di 7 milioni di euro (soprattutto considerato il bilancio annuale). Una cifra molto bassa rispetto al suo vero valore (stimato in 24 milioni di euro 4 anni fa). Le Rsu denunciano un tentativo di svendita al ribasso che potrebbe addirittura nascondere manovre poco chiare da parte dell’Autorità Portuale e dei privati. Può la perdita di 350 mila passeggeri nell’ultimo anno giustificare un tale abbassamento di prezzo?

Viene da pensare che un acquirente privato potrebbe facilmente realizzare un surplus di 17 milioni di euro a scapito del pubblico e cioè di tutta la cittadinanza.

 

Durante la conferenza sono stati diversi i punti affrontati così riassumibili

- La Porto 2000 è stata finanziata con soldi pubblici, attualmente le azioni societarie sono così distribuite 72% Autorità Portuale e 28% Camera di Commercio. Vendere adesso a questo prezzo, prima di riuscire a valorizzarla sarebbe una perdita secca per tutta la città oltre che per gli stessi lavoratori

- Il privato sarà veramente in grado di risolvere le sue criticità? Se viene richiesto un grande investimento ma poi il “pubblico” non sarà in grado di rispettare i tempi del Piano Regolatore, il rischio concreto (come del resto per la maggior parte delle privatizzazioni) è che a farne le spese saranno i lavoratori. In questo senso Gallanti più di 3 anni fa aveva promesso che il piano sarebbe stato approvato entro un anno, a metà 2014 ancora l’iter non è stato concluso.

- I lavoratori sono favorevoli ad un acquisto pubblico della società. La legge dice che la partecipazione pubblica deve essere inferiore al 50%. Intanto una prima soluzione potrebbe essere quella di strutturare un piano d’impresa che preveda una “zonizzazione” dell’attività per poi affrontare in seguito la questione della vendita.http://www.inventati.org/cortocircuito/wp-content/uploads/2014/07/Porto2000-1.jpg

Appare quindi chiaro come in tutta questa operazione vi sia qualcosa di poco chiaro. Anche la stessa fretta con cui si vuole concludere la vendita, dopo anni di attesa, fa sì che le perplessità dei lavoratori siano più che giustificate tanto da diventare quasi certezze. Ci sono già accordi con qualche società privata? Quali interessi ci sono dietro a questa vendita? Perché su richiesta dell’intero Consiglio Comunale di avere più tempo per prendere una decisione riguardante tutta la città, sono stati concessi solo una decina di giorni? Perché si vuole sostenere che il sindaco vale uno quando rappresenta tutti i cittadini livornesi e cioè i veri proprietari della Porto 2000? Perché Gallanti vuole assolutamente chiudere la privatizzazione entro dicembre? C’entra qualcosa il fatto che il suo mandato vada in scadenza proprio a Febbraio e il suo successore potrebbe avere idee completamente diverse, dato che dovrà essere scelto tra membri indicati dal Comune (oltre che dalla Camera di Commercio e dalla Regione)? Vendere a un prezzo così basso a chi giova?

Inoltre se prendiamo per buono l’abbassamento del prezzo dovuto alla perdita di 350.000 passeggeri circa

A Spezia 67 love boats che scalavano Livorno
si potrebbe addirittura pensare che i privati avessero deciso appositamente di far diminuire gli attracchi su Livorno, creando una svalutazione del prezzo. Basterebbe che le navi da crociera tornassero a spostarsi da La Spezia a Livorno (destinazione senz’altro più comoda per raggiungere le città d’arte toscane)  dopo la privatizzazione, per ricreare un surplus di almeno 17 milioni di euro. Ma ovviamente a pensar male si fa peccato…….In margine a tutto ciò non può, infine, non far riflettere che la Porto 2000 – emanazione dell’Authority – per l’attracco delle Love Boats all’Alto Fondale corrisponde una somma giornaliera concordata in 2900 euro alla Cilp tutt’ora titolare della banchina portuale sebbene risultino ormai considerevolmente diminuiti i traffici commerciali a suo tempo previsti nel piano d’impresa posto a fondamento della concessione.

Le Rsu annunciano nei prossimi mesi iniziative e mobilitazioni per difendere il proprio posto di lavoro e contro la privatizzazione. Invitiamo tutti i lavoratori, a prescindere dall’appartenza sindacale a seguire i vari passaggi che ci saranno in futuro nella certezza che riuscire a bloccare un’operazione di questo tipo sia importante per tutta la città e non solo per i singoli lavoratori direttamente interessati. Il prossimo incontro fondamentale sulla vicenda si terrà Lunedì 28 luglio presso la sede dell’Autorità Portuale di Livorno sugli Scali Rosciano.

22 luglio 2014

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