Carrara: alluvionati assediano e occupano il comune, la polizia carica

Carrara: alluvionati assediano e occupano il comune, la polizia carica

Oggi a Carrara la rabbia nei confronti delle istituzioni e dell’amministrazione comunale in particolare si tagliava con il coltello. In piazza sono scesi soprattutto gli alluvionati che chiedono le dimissioni del sindaco.

La tensione è salita alle stelle oggi davanti alla sede del comune di Carrara, dove alcune migliaia di persone – 2000 secondo i media – hanno riempito piazza Due Giugno bloccando il traffico e chiedendo le dimissioni del sindaco Angelo Zubbani e dell’intera giunta comunale. Invece di contribuire a placare gli animi, il primo cittadino ha contribuito a surriscaldarli quando, affacciandosi dal suo ufficio, ha affermato che la sua amministrazione non ha colpe per le tragiche conseguenze dell’alluvione dei giorni scorsi. Ma per le migliaia di persone che hanno subito danni dall’esondazione, mercoledì, del torrente Carrione, l’amministrazione comunale è colpevole di aver sottovalutato centinaia di segnalazioni arrivate nei giorni precedenti dagli abitanti della zona a proposito di smottamenti e perdite d’acqua, finchè un mare di fango non ha sommerso la città.

La polizia, presente in forze e in assetto antisommossa, ha realizzato delle cariche contro i cittadini per impedire che i dimostranti occupassero l’edificio e ‘venissero a contatto’ con il sindaco. Gli agenti hanno dovuto usare i manganelli per proteggere la fuga di Zubbani – socialista a capo di una giunta di centrosinistra – e permettere che si allontanasse dalla piazza del comune. L’edificio è rimasto a lungo presidiato mentre un consistente gruppo di cittadini è riuscito ad entrare al suo interno occupando l’aula consigliare dopo aver letteralmente spazzato via un gruppo di poliziotti che sbarrava loro la strada.
Il quotidiano il Tirreno racconta una situazione incandescente: “Fumogeni, petardi. Un cappio che sventola sotto il Comune, le foto del sindaco bruciate e tra i tanti uno slogan: “A testa in giù””.
L’aula consigliare del comune di Carrara rimarrà occupata, informano i dimostranti, finché qualcuno non darà risposte su quegli argini costruiti, secondo alcune denunce, con il polistirolo…

Di seguito il comunicato del CSOA Casa Rossa Occupata

SUI FATTI DI IERI A CARRARA

Sabato 8 novembre rimarrà nella storia di Carrara e nella storia di questo territorio, e nessuno potrà scalfirne la portata politica e sociale.
Per la prima volta una popolazione, stanca da decenni di soprusi sulla propria pelle, ambientali, politici, sociali, ha deciso di rovesciare la propria rabbia in maniera assolutamente determinata e priva di qualsiasi remora, individuando nella classe dirigente in generale, e nel sindaco in particolare, il vero responsabile di tutto questo. Una presa di parola forse pre-politica, ma assolutamente genuina e spontanea, che ha messo in stato d’accusa lo stato di cose presenti.
La vergognosa protervia con cui il sindaco ha deciso di iniziare il suo intervento sollevando se stesso e la propria amministrazione da ogni responsabilità, non poteva non scatenare la reazione di chi sta lottando da anni contro la devastazione di un territorio, contro la speculazione, contro la svendita. Contro un sistema politico che vede il Partito Democratico e tutta l’incredibile accozzaglia di partiti che lo sostengono, al centro di un sistema di potere il cui unico obiettivo è preservare se stesso e arricchire i soliti noti.

Ma alla rabbia deve sempre succedere la riflessione, perchè la lotta possa continuare e perchè un sistema di potere ladro e assassino non venga sostituito con un altro sistema di potere incurante dei cittadini e delle cittadine.

Come Casa Rossa abbiamo partecipato alla mattinata di protesta, per portare la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a una popolazione così colpita e ci sentiamo in dovere di affiancare la città di Carrara in questa sua lotta.

Secondo noi, in questa fase di emergenza è necessario prendere atto della propria forza. Quella forza cioè di una miriade di persone, una volta tanto compagne e compagni nella strada della protesta, che sono riuscite a canalizzare la propria rabbia e il proprio senso di frustrazione, individuando un obiettivo comune: l’amministrazione Zubbani.

Ed ora questo obiettivo va perseguito fino in fondo:
- continuando la protesta e l’occupazione del comune fino alle dimissioni dell’intera amministrazione
- dicendo no alla presenza di un commissario prefettizio, che in quanto tale, non sarebbe altro che un’emanazione del governo centrale e quindi di quel Partito Democratico che, con lo sblocca Italia, non ha fatto altro che legalizzare nuove e peggiori devastazioni del territorio
- organizzando una vera e propria autogestione della fase attuale, prevedendo una divisione di compiti a cui possano partecipare tutti i cittadini, per continuare a presidiare il comune, proseguire con l’opera di aiuto agli alluvionati, gestire il rapporto con le amministrazioni regionali e con la protezione civile, per mettere in sicurezza il territorio.

Al contrario di quanto sentito ieri sera all’assemblea in comune, noi crediamo che la volontà popolare e la capacità di reazione della popolazione comune, possano essere in grado di fare tutto questo, e non abbiano bisogno di alcuna mediazione esterna. Soprattutto quando la mediazione offerta proviene da chi, a livello locale e nazionale, sta distruggendo le nostre vite.

Carrara piange. Ma piangendo si è scoperta forte e determinata. Tutto il territorio apuano la ringrazia e ha il dovere di sostenerla.

CASA ROSSA OCCUPATA

da http://contropiano.org/

Leggi anche:

[Carrara] Un’altra giornata di lotta ai Nuovi Cantieri Apuania

[Carrara] Nuovi Cantieri Apuania: giornata di lotta partecipata e conflittuale

Massa] Solo la lotta paga. Un commento a partire dalla vittoria degli operai Fermet

Il marmo sulle Apuane: ritorni economici decrescenti e costi umani sempre più elevati

Massa: occupata ex sede Banca d’Italia a scopo abitativo

Il marmo sulle Apuane: ritorni economici decrescenti e costi umani sempre più elevati

Alluvioni, ecco come in Toscana il troppo cemento uccide.

Facebook

YouTube