Viareggio, Movimenti per la casa e per l’ambiente bloccano lo sgombero del Matteotti

L’annunciato sgombero del Matteotti Occupato non c’è stato grazie anche alla mobilitazione dei militanti della Brigata Sociale Antisfratto e dell’Unione Inquilini che si sono fatti trovare, fin dalle prime ore del mattino, davanti al portone della palazzina che, da mesi, ospita 6 famiglie con diversi minori.
La magistratura aveva ordinato di sgomberare la palazzina entro il 12 febbraio ma le famiglie occupanti hanno risposto alla burocrazia e alla repressione con la lotta.

A scendere in piazza, però, è stato tutto il movimento viareggino di lotta per la casa, ormai sono una quindicina le case recuperate in pochi mesi. Oltre a difendere il Matteotti è stata l’occasione per protestare contro il piano casa di Lupi e contro la futura legge regionale Saccardi che sanciscono la volontà di non investire più in edilizia popolare. A portare solidarietà agli occupanti è intervenuto anche il comitato contro l’elettrosmog di via Matteotti. Nel quartiere da anni si svolge una lotta contro l’elettrosmog, che ha causato quasi 40 morti nel quartiere e 12 nella palazzina antistante a dove è le centrale elettrica della ferrovia e dove sono state istallate anche diverse antenne della telefonia mobile.
La lotta per il diritto all’abitare e la lotta per la difesa dell’ambiente e il diritto alla salute si sono saldate assieme in una pratica di difesa dei beni comuni.

I manifestanti dopo il presidio davanti al Matteotti Occupato si sono spostati davanti alla centralina dove hanno appeso uno striscione con su scritto; “Le nostre vite valgono più dei vostri profitti! No all’elettrosmog!” Dopo un volantinaggio nelle strade circostanti, la protesta si è spostata davanti al municipio. Sui cancelli del palazzo comunale sono stati appesi alcuni striscioni mentre si sono susseguiti diversi interventi a microfono aperto. In tutti gli interventi è stata ribadita una ferma critica alle politiche neoliberiste, che hanno favorito la speculazione e la cementificazione. E’ stato, però, anche ribadito come l’autorganizzazione e la pratica della riappropriazione siano gli unici modi per resistere e provare a sperimentare un’alternativa di partecipazione democratica. E’ stata un’importante giornata di mobilitazione, che ha visto la partecipazione di numerose persone e, che ha unito due lotte significative come quella della casa a quella ambientale dietro a parole d’ordine comuni come riappropriazione e autorganizzazione.

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