Yarmouk, schiacciato da tutti i lati

kafranbel per yarmoiuk

Joseph Daher*

30 Aprile 2015

All’inizio di aprile, quasi tutto il campo profughi di Yarmouk a Damasco, in Siria, è stato invaso dalle forze dello Stato Islamico (ISIS), dopo diverse settimane di operazioni militari per invadere il campo, con la collaborazione di Jabhat al Nusra (affiliati di Al Qaeda in Siria), e la dichiarazione di neutralità del movimento salafita Ahrar Sham, un’importante brigata militare.
Le forze militari vicine al Free Syrian Army, indipendenti dal regime e dalle forze fondamentaliste reazionarie, composte da combattenti palestinesi e siriani all’interno del campo hanno cercato di resistere militarmente contro l’assalto di ISIS, ma senza successo .
Circa 5000 palestinesi sono fuggiti dopo l’avanzata di ISIS verso Yarmouk nelle regioni a sud del campo, come Tadamon, Babilaa, Yalda e Beit Sahem. Queste famiglie mancano di tutto, nonostante l’assistenza fornita dall’Associazione  Jafra, un’organizzazione umanitaria pro rivoluzione, che ha fornito cibo e tende per le famiglie di rifugiati.
L’attenzione dei media intorno all’invasione militare del campo di Yarmouk da parte dell’ISIS non deve farci dimenticare che, prima di questa, gli abitanti avevano subito gli abusi e la repressione di Jabhat al Nusra, ma soprattutto il continuo blocco militare letale imposto dal regime di Assad e dai suoi ausiliari nel campo, soprattutto il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina – Comando Generale (PFLP-GC), comandato da Ahmad Jibril.
Yarmouk – che aveva più di 250.000 persone prima dell’inizio della rivoluzione, circa 150.000 discendenti dei profughi palestinesi della Nakba del  1948, ma anche siriani e iracheni – è stato privato a partire dall’estate del 2013 dell’acqua potabile, dell’elettricità, del cibo, ecc . Ai civili rimasti nel campo è stato, inoltre, vietato di lasciarlo. Più di 200 palestinesi sono morti per fame a causa del blocco.
Inoltre, durante le operazioni militari di ISIS per prendere il controllo di Yarmouk, il regime di Assad ha bombardato i civili del campo. Allo scoppio delle prime dimostrazioni nel marzo 2011, il consigliere del dittatore Assad, Bouthaina Shaaban, non aveva esitato ad accusare i Palestinesi del campo profughi di Al Ramel di aver attaccato dei negozi a Latakia con lo scopo di innescare una guerra civile. Più di 2.500 Palestinesi, tra cui 1.000 del campo di Yarmouk, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza del regime per il loro coinvolgimento nella rivoluzione siriana.
Il numero delle persone rimaste nel campo è molto difficile da stimare, ma non supererebbe le 15.000.
Il 26 aprile gli abitanti rimasti hanno organizzato una manifestazione con lo slogan “Siamo qui per restare… a Yarmouk” in risposta all’ambasciatore del regime siriano Jaafari, che aveva dichiarato che il campo era quasi vuoto e che vi erano rimaste solo 1000 persone. Gli abitanti chiedono il passaggio senza ostacoli in tutte le zone del campo per il personale umanitario, le loro apparecchiature e i loro mezzi di trasporto e l’evacuazione in sicurezza e senza interferenze di tutti i civili che vogliono lasciare il campo.
La ragione della brutale repressione del regime di Assad contro i Palestinesi a Yarmouk e anche altrove, è soprattutto il risultato della partecipazione di un gran numero di giovani palestinesi a fianco del movimento popolare siriano per la libertà e la dignità. Questi giovani, prima di stabilire il proprio coordinamento popolare, partecipavano alle manifestazioni nei quartieri e nelle regioni vicini al campo. Poi, il campo è servito come centro di rifugio e assistenza alle popolazioni siriane che avevano subito i bombardamenti del regime ed agli attivisti in fuga dalla repressione da parte delle forze di sicurezza. Slogan come “siriani e palestinesi sono uno e uniti” o “la libertà è un destino comune per Gaza, Yarmouk e il Golan” potevano essere sentiti nel campo e altrove in Siria. Gli attivisti all’interno del campo hanno subito prima la repressione del regime e poi quella delle organizzazioni islamiche fondamentaliste.
Manifestazioni e campagne di solidarietà sono state organizzate dai rivoluzionari siriani nei territori liberati, con slogan come “le tue ferite sono le nostre ferite, fratello mio”. Campagne di solidarietà con Yarmouk e la Palestina sono state organizzate dai rivoluzionari siriani nei territori liberati più volte dall’inizio della rivoluzione, soprattutto nel mese di novembre 2012 e nell’estate 2014, quando le forze di occupazione israeliane hanno bombardato Gaza.
Ciò dimostra che la liberazione della Palestina e delle sue classi popolari è legata alla liberazione e all’emancipazione delle classi lavoratrici della regione contro le loro classi dirigenti e i differenti imperialismi, in particolare gli Stati Uniti e la Russia e forze sub-imperialiste come l’Iran, l’Arabia Saudita, la Turchia e il Qatar. In questo caso, il regime siriano ha una lunga storia di repressione del movimento nazionale palestinese. In questa stessa logica, dobbiamo lottare contro tutti i tentativi di dividere la classe operaia messi in atto dai regimi e dalle forze islamiste reazionarie sulla base del genere, dell’appartenenza religiosa, della nazionalità, ecc … che stanno cercando di dominare queste  popolazioni, di impedire la loro liberazione ed emancipazione e, pertanto, quelle delle classi popolari della Palestina.
Bisogna fornire solidarietà e pieno sostegno al popolo del campo di Yarmouk, come al popolo siriano, di fronte al terrore dell’ISIS, di Jabhat al Nusra e delle altre forze islamiche fondamentaliste da un lato, e il regime criminale di Assad e dei suoi alleati dall’altro. Queste forze controrivoluzionarie sono tutte nemiche delle classi popolari siriane e palestinesi, così come sono nemiche degli obiettivi della rivoluzione: democrazia, giustizia sociale e uguaglianza.

*Militante della Corrente della Sinistra Rivoluzionaria in Siria, assistente all’Università di Losanna, fondatore dei blog Cafè Thawra e Syria Freedom Forever. Ha scritto “Pensare l’emancipazione. Offensive capitaliste e resistenze internazionali” e “Il popolo domanda. Breve storia delle rivoluzioni arabe”.

Articolo originale: https://syriafreedomforever.wordpress.com/2015/04/30/yarmouk-ecrase-de-tous-les-cotes

tratto da https://vicinoriente.wordpress.com/

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