Firenze – Condannato per la Diaz, ma allo stadio con auto della Questura

Allo Stadio di Firenze, Filippo Ferri, uno dei condannati per la Diaz, si presenta a bordo della vettura del capo della Digos.

di Ercole Olmi, da http://popoffquotidiano.it/

ferri diaz
Poliziotto condannato e interdetto dai pubblici uffici si reca allo stadio a bordo di una vettura della Questura intrattenendosi con un alto funzionario digos. Un sito fiorentino rivela una scena registrata allo Stadio Artemio Franchi di Firenze, prima giornata del campionato di calcio di Serie A. Domenica si giocava Fiorentina-Milan. Arriva il pulmann dei rossoneri e davanti alla tribuna autorità scivola una Renault Megane della Questura di Firenze. A bordo un alto funzionario della Digos di Firenze accompagnato dal suo autista, e l’ex capo della squadra mobile fiorentina Filippo Ferri, condannato in via definitiva per le violenze alla scuola Diaz durante il G8 di Genova, interdetto dai pubblici uffici e sospeso dal servizio e ora responsabile della sicurezza del Milan.

Filippo Ferri è stato condannato irrevocabilmente a 3 anni e 8 mesi di carcere e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Fece scalpore quando, due anni fa, la squadra di Berlusconi gli affidò il tutoraggio di Balotelli. Raccontano le cronache che Ferri è figlio dell’ex segretario del Psdi ed ex ministro dei Lavori Pubblici Enrico Ferri –  che ebbe un quarto d’ora di celebrità alla fine degli anni ’80 per una legge sul limite di velocità di 110 km/h in autostrada. Nel 2001, quando centinaia di poliziotti, carabinieri, finanzieri e forestali si scatenarono in una ridda di violenze e abusi sui manifestanti anti G8 a Genova, Ferri era a capo della mobile di La Spezia. Tra quei fatti e la condanna definitiva, come quasi tutti i suoi colleghi coinvolti nei reati, era stato promosso a superpoliziotto a Firenze dove lo sorprende, a undici anni dai fatti, la parola fine messa dalla Cassazione con questa motivazione: “Per l’odiosità del comportamento di chi, in posizione di comando a diversi livelli come i funzionari, una volta preso atto che l’esito della perquisizione si era risolto nell’ingiustificabile massacro dei residenti nella scuola, invece di isolare ed emarginare i violenti denunciandoli (…) avevano scelto di persistere negli arresti creando una serie di false circostanze, funzionali a sostenere così gravi accuse da giustificare un arresto di massa, formulate peraltro in modo logico e coerente, tanto da indurre i pm a chiedere, e ottenere seppure in parte, la convalida degli arresti”. Una condanna per falso aggravato – in relazione ai verbali di perquisizione e arresti infondati a carico di 93 manifestanti  – ossia l’unico reato che nel frattempo non era andato prescritto.  93 arrestati di cui 61 feriti portati in ospedale all’indomani dell’omicidio di Carlo Giuliani da parte dei “cugini” carabinieri: tre in prognosi riservata e uno, il giornalista britannico Mark Covell, in coma. I 19 arrestati non feriti alla Diaz furono trasferiti alla caserma di Bolzaneto.

C’è chi si scandalizza per il trattamento riservato dalla Questura a un supercondannato, Popoff non si meraviglia. Popoff ricorda e denuncia.

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