Fondazione Don Gnocchi, disdettato contratto nazionale: lavoratori sul piede di guerra

don gnocchiFirenze-  Sono trecento, i lavoratori che dipendono dalla sede fiorentina della Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus. Trecento lavoratori che, in seguito alla disdetta da parte della Onlus del contratto nazionale, sono sul piede di guerra. Una situazione che vale per tutte le sedi della fondazione, come ha dimostrato la grande iniziativa di Milano. E che, ovviamente, comporta anche per i dipendenti fiorentini l’organizzazione di iniziative di protesta.

Procedendo dall’inizio, come spiegano i lavoratori fiorentini, da circa un anno la fondazione aveva chiesto ai lavoratori dei sacrifici, pena il “crack finanziario”. Vista la crisi, viste le difficoltà reali del momento, i lavoratori ci pensano e poi, con l’avallo dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che firmano l’accordo i lavoratori si impegnano a : lavorare dalle 80 alle 90 ore gratuite all’anno; a rinunciare a due giorni di ferie; ad accettare che i nuovi assunti abbiano contratti diversi e peggiorativi rispetto a stipendi e diritti. Insomma una vera e propria frattura fra i “senior” e gli junior” che comporta, come raccontanto gli stessi lavoratori, il rischio di “una vera e propria guerra tra poveri”.

Nell’accordo, insieme alle ore di lavoro effettivo ce ne erano anche di formazione. Ma tutto ciò, lamentano i lavoratori, è attuato tramite accordi verbali. Di fatto, alla fine le ore di formazione si contraggono sempre più a favore di quelle di lavoro. Fra l’altro, si chiedono i lavoratori, bisognerebbe anche capire come ci si comporta in caso di infortunio in queste ore non retribuite, se, in altre parole, visto che sono gratuite, funziona sempre l’assicurazione del lavoro.

Fra le altre cose, la crescita di carichi di lavoro continua per gli operatori, e il vero problema è salvaguardare anche la salute dei pazienti. Insomma, il principio è: più si è stanchi, più è facile incorrere in disattenzioni. E vista la delicatezza delle operazioni chiamati a svolgere, vale a dire in buona sostanza riabilitazioni, assistenza, cure palliative per malati terminali-hospice, ma anche ricerca e formazione, è “vietato” trovarsi in condizioni non ottimali. Senza parlare delle volte (anche se non sono la regola, per fortuna) in cui può capitare che un operatore si con un “gruppo” di pazienti per la riabilitazione.

Ma se questi sono alcuni dei punti per cui il malessere si sta diffondendo fra gli operatori del Don Gnocchi, la vera “rabbia” che sta attecchendo è un’altra. Vale a dire, come spiegano alcuni di loro, “il fatto che, dopo un anno di sacrifici, rinuncia di tempo e ore di lavoro gratuite” la Onlus abbia deciso di disdettare il contratto nazionale. Il che comporta un ritorno alla contrattazione, che, viste le campane che sono suonate in questo ultimo anno, non può che svolgersi al ribasso. Al ribasso di cosa? “di diritti, di lavoro, di soldi” dicono i lavoratori. Per essere precisi, in realtà la Fondazione ha tolto la sospensione della disdetta precedente. Ciò non toglie che i lavoratori si sentano ironicamente “ringraziati” per i sacrifici ringraziati nell’anno passato.  Che fare, allora? I lavoratori stanno organizzando la mobilitazione, che a Firenze dovrebbe partire la settimana prossima.

tratto da http://www.stamptoscana.it/

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