Roma Tpl: grande lotta, magri risultati

La lotta, autorganizzata e fuori dal controllo dei sindacati di comodo (delegati distaccati a tempo pieno e promossi di parametro), è iniziata dall’esasperazione dei lavoratori per le irregolarità nella corresponsione dei salari, operate da più di tre anni da Roma Tpl, la società che gestisce il trasporto pubblico periferico della Capitale, e da cinque dalle aziende consorziate.

Lunedì 23 novembre nel deposito della Maglianella è scattato lo “sciopero selvaggio”, a cui il giorno seguente si sono unite altre rimesse cittadine. L’adesione dei lavoratori è stata altissima e non è mai diminuita durante tutti gli otto giorni di blocco.

L’incontro dei sindacati con il commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca, avvenuto in Campidoglio il mercoledì successivo, non ha portato ad alcun risultato e i lavoratori hanno deciso di proseguire la lotta. Nemmeno la riunione col Comune di Roma, venerdì 27, è servita a far rientrare la lotta, e nonostante lo sblocco dei fondi – circa 12 milioni di euro – a Roma Tpl per il pagamento degli stipendi tra i lavoratori è prevalsa l’idea di continuare lo sciopero ad oltranza.

Da sottolineare la presenza solidale ai presìdi di disoccupati, precari e autisti dell’Atac, a dimostrazione che, come nei picchetti della logistica, è sempre più forte il bisogno di sostenere le lotte e formare comunità proletarie solidali.

Dopo otto giorni di sciopero, lunedì 30 novembre il prefetto di Roma ha convocato tutte le sigle e siglette sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Confasal, Sul Ct, Ugl, Usb) insieme ad una delegazione di lavoratori. Al termine dell’incontro Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato unitariamente la vittoria: “C’è l’impegno da parte dell’azienda, sottoscritto davanti al prefetto Gabrielli e al sub-commissario Taucer, a pagare gli stipendi a tutti lavoratori, non solo per ottobre e novembre, ma anche per dicembre inclusa la tredicesima. Un passo avanti importante”.

L’accordo viene sottoscritto velocemente, forse per paura che la lotta possa diventare contagiosa proprio a ridosso dell’inizio del Giubileo, e da tutti i sindacati presenti, anche da quelle sigle che solitamente si dichiarano “contro” certi accordi. Nel verbale d’intesa si legge: “Tutte le organizzazioni sindacali si impegnano a frapporre nell’immediato i loro buoni uffici affinché cessi l’agitazione del gruppo Roma TPL Scarl”. Un fronte unico sindacal-padronale compatto contro il proseguimento della lotta.

L’intesa firmata dai bonzi sindacali prevede, tra i vari punti, il versamento degli stipendi di ottobre e novembre a tutti i dipendenti, la sospensione delle ritenute e la procedura di rateizzazione delle somme già trattenute e non ancora versate per il fondo di previdenza complementare; per gli altri fondi integrativi Roma TPL si impegna a verificare l’esistenza di eventuali partite debitorie, anche presso le aziende consorziate.

Riguardo alle procedure di licenziamento di 143 lavoratori viene messo a verbale che l’azienda ha già attivato “un formale tavolo di confronto, in aderenza alle vigenti disposizioni in materia, con le organizzazioni sindacali”. Secondo un copione già visto, passa un punto inaccettabile e la natura corporativa dei sindacati firmatari si manifesta appieno. La posta in gioco non può essere basata sul “chi entra e chi no, discutiamone”. La posta in gioco è e deve rimanere, come richiesto nel comunicato dei lavoratori Tpl Roma Scarl (foto sotto), la sospensione delle 143 procedure di licenziamento: o ci si salva tutti, oppure i picchetti restano in piedi e lo sciopero continua.

Si può quindi parlare di vittoria dei lavoratori come in molti si sono affrettati a dire? Nella misura in cui si decide di aprire un tavolo di confronto sul numero dei licenziati, su chi resta e chi se ne va, no.

Finché non si rompe con la logica della lotta finalizzata al raggiungimento della trattativa, i risultati non possono che essere magri. I sindacati, buttati fuori dalla finestra, sono rientrati comodamente dalla porta e al tavolo prefettizio hanno deciso – ancora una volta – le sorti dei lavoratori. Auspichiamo che la partita del trasporto pubblico a Roma non finisca qua.

Leggi l’intesa sulla vertenza dei lavoratori di Roma Tpl Scarl.

tratto da http://www.chicago86.org/index.php 

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