Torino una sega è (un) successo
Chi come noi, la sera di venerdì 18, era tra gli avventori del Caffé Notte, se non tra i partecipanti, a «Torino una sega 2» si trova di fronte scene che raramente (purtroppo) si vedono a Firenze. C’erano due sale in cui si legge per 10 minuti a testa qualcosa di proprio e qualcosa di qualcun altro. Tutto intorno un uditorio corposo, umano, che mentre beve, ascolta, si commuove, qualcuno casca all’indietro per le risate e ogni tanto parte un dibattito. Entrambe le sale avevano una lista di almeno una quindicina di scrittori in attesa di leggere i propri pezzi e altri libri, grandi successi e non, pezzi conosciuti e pezzi che in quel momento, per quella sera, erano protagonisti a pieno titolo della scena letteraria senza scomparire nel mercato editoriale, divoratore da fast-food di creatività, e dietro copertine satinate create a design. Subito fuori dal Caffé si vedono molte persone che aspettano, con il libro scelto e le proprie opere sotto braccio, il proprio turno per leggere. Si fa fatica ad entrare per ascoltare, il Caffé Notte è denso di estro. Nelle tre e più ore di letture si sono mischiati «scrittori di professione», dilettanti o semplicemente «scrittori da introspezione» creando a conti fatti un amalgama affascinante che affida il duro compito di tenere insieme tutti i vari stati d’animo degli scritti alla Condivisione. Condivisione che per la cultura dal basso raramente abbiamo avuto il piacere di vedere così in forma. Tra un amaro e l’altro, versati dall’ottimo Danilo (il gestore del Caffé), abbiamo passato il tempo con:
Speriamo che presto ne venga organizzato un altro e che il fatto che sia stato un successo non faccia appassire, cosa che purtroppo alle volte accade, il clima di spontaneità delle cose che succedono e basta.