I mondiali di cliclismo e la retorica dei “benefici del grande evento”

http://www.inventati.org/cortocircuito/wp-content/uploads/2014/03/itsmedia-258x300.jpgMancano ormai pochissime ore all’apertura ufficiale dell’appuntamento più atteso e temuto dell’anno a Firenze: i mondiali di ciclismo. Così, mentre tra la cittadinanza si fa strada un diffuso sentimento di apprensione per i disagi ai quali sarà costretta, i giornali di regime, dal Corriere Fiorentino a Repubblica, promuovono e pubblicizzano gli effetti benefici che la kermesse ciclistica avrà per la città del Giglio. Le motivazione addotte sono simili a quelle classicamente promosse in tali occasioni: ritorno pubblicitario per la città grazie alle centinaia di televisioni di tutto il mondo presenti, arrivo di numerosi turisti in grado di dare una bocca di ossigeno ad albergatori e commercianti rappresentati in serie difficoltà economiche e promozione di attività collaterali benefiche per la comunità ospitante. Non è nostra volontà entrare nel merito del balletto delle cifre divulgate. Lasciamo ai lettori la facoltà di credere o meno alle mirabolanti dichiarazioni rilasciate mercoledì mattina a Palazzo Vecchio da Matteo Renzi.

Secondo il Sindaco infatti, che si è affidato ai dati Irpet, i mondiali di ciclismo porteranno in Toscana un giro d’affari di 473 milioni di euro, grazie anche agli oltre 350 mila turisti attesi. Cifre enormi insomma, soprattutto se confrontate con il mondo reale che ci circonda. L’aumento dell’Iva dal 21 al 22 percento si calcola infatti, tanto per fare un esempio, che dovrebbe portare in tre mesi nelle casse statali solamente 2 miliardi di euro. Esattamente un quarto di quanto il ciclismo, certamente sport non secondario, ma neanche lontanamente paragonabile al dio-pallone, riuscirebbe a movimentare da solo in appena sette giorni in una regione che demograficamente pesa poco più del 5 percento sul totale nazionale. Non diversamente si potrebbe dire per quanto riguarda l’afflusso turistico. Infatti, come il Wall Street Journal ha mostrato in occasione delle recenti Olimpiadi londinesi del 2012, le altisonanti attese degli organizzatori in merito alle presenze turistiche sono andate deluse. La ragione è abbastanza semplice. Città quotidianamente invase da possenti flussi di visitatori, come lo sono certamente Londra e Firenze, tendono, in occasione di queste importanti kermesse, ad attirare curiosi ed appassionati dell’evento, limitando però contemporaneamente per i disagi creati dalla manifestazione stessa e per l’incremento dei prezzi nelle strutture ricettive, l’arrivo di chi non è direttamente interessato all’evento.

Il giornalismo italiano, lo sappiamo bene, non è noto per essere un attento ed infaticabile cane da guardia. Tuttavia, la benevolenza verso l’amministrazione comunale mostrata da parte di chi dovrebbe attemperare ad un atteggiamento di serrata critica e smascheramento delle menzogne divulgate, può anche trasformarsi in pura miseria intellettuale. Questo è il caso dell’articolo uscito giovedì nell’edizione fiorentina del Corriere della Sera a firma di Marzio Fatucchi e Giulio Gori. I due giornalisti riportano infatti come saranno “ben tremila le persone assunte in modo temporaneo da alberghi e ristoranti per i prossimi dieci giorni”. Consci di non poter mostrare loro l’assurdità di quanto hanno scritto tramite il ricorso a banali concetti, come quelli di dignità umana e giustizia sociale, proviamo a far ricorso ad alcuni insegnamenti provenienti dalla linguistica inglese di metà Novecento. Il mondo, secondo questa impostazione teorica, sarebbe infatti una realtà non conoscibile se non attraverso concetti. Questi si presentano così come necessarie semplificazioni e banalizzazioni di una realtà complessa. Hanno comunque rilevanza in quanto ci possono aiutare nella nostra comprensione di cosa ci circonda. Tale supporto viene però meno quando un medesimo concetto è utilizzato per descrivere situazioni eccessivamente eterogenee tra di loro, determinando quindi un nuovo caos cognitivo. Una perdita di senso che non può del resto essere mitigata dagli aggettivi affiancati al concetto. In tal modo, e stiamo tornando ai due giornalisti sopraccitati, pensiamo di aver smascherato la loro ingannevole rappresentazione della realtà. Infatti, il concetto di assunzione per un lavoro lungo ben dieci giorni è, oltre che socialmente inaccettabile, un evidente non senso. Anche perché siamo sicuri che sul Corriere Fiorentino non troveremo al termine del mondiale di ciclismo frasi simili a questa: “licenziati temporaneamente 3000 lavoratori da alberghi e ristoranti”.

A credere a loro la piena occupazione sarebbe stata raggiunta da anni!!

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