Case Passerini: un inceneritore alle porte della città

http://file.aperion.it/slir/w400-h450/nove/foto/termo_case_passerini__anove.jpgFIRENZE: “UN INCENERITORE ALLE PORTE DELLA CITTA’!”
Dalla culla del rinascimento, alla culla dell’incenerimento

La decisione da parte delle istituzioni (regione Toscana e Provincia) di costruire un inceneritore alle porte della città di Firenze (comune di Sesto Fiorentino), arriva come un macigno su tutti i cittadini della piana fiorentina (Firenze-Prato-Pistoia), che conoscono bene lo stato ambientale del territorio, già soggetto ad una forte pressione antropica, dovuta alla presenza dell’autostrada, della zona industriale, dell’aeroporto di Peretola e dell’ex discarica di Case Passerini.

L’inceneritore di Case Passerini è stato progettato per bruciare 130 mila tonnellate di rifiuti l’anno e se verrà costruito costerà alle casse pubbliche circa 135 milioni di euro. Per la costruzione dell’inceneritore è stata creata una società ad hoc, la QtHermo, formata per il 60% da Quadrifoglio SPA (la società che gestisce i rifiuti nell’area fiorentina) e per il 40% da Hera (know-how, proprietaria di 6 impianti d’incenerimento nella regione Emilia Romagna).
Fino ad oggi la voce dei comitati e delle associazioni si sta battendo a favore delle alternative virtuose, come la strategia Rifiuti Zero (già adottata da più di 150 comuni in tutta Italia), contro questo ennesimo tentativo di costruire un inceneritore, “la MACCHINA MAGICA”, che farebbe sparire i rifiuti.
I rifiuti come ben sappiamo non spariscono se inceneriti ma si trasformano in fumi contenenti nano-polveri, diossine e PCB (sostanze altamente cancerogene)1, scorie e ceneri contenenti metalli pesanti che vanno gestiti in discariche speciali e pericolose.

Come ci insegna il chimico francese Antoine Lavoisier
“Nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma”

L’inceneritore di Case Passerini, oltre che a bruciare risorse potenzialmente riciclabili, come plastica e carta (perché considerate rifiuto ad elevato potere calorifico), ostacolerà le buone pratiche e la raccolta differenziata spinta (l’unica a garantire un’elevata qualità dei materiali raccolti). Mentre la raccolta differenziata di Firenze è ferma al 40%2, in Toscana, non lontano dalla piana fiorentina, possiamo trovare comuni virtuosi, come Montespertoli, Capannori, Empoli, che hanno raggiunto livelli di raccolta differenziata elevatissimi (> del 80%)2, grazie all’adozione del sistema di raccolta porta a porta e alla tariffazione puntuale (più differenzi e meno paghi).

Questi obiettivi di raccolta differenziata sono possibili anche in zone densamente popolate. Ad esempio Treviso provincia con 850 mila abitanti, nel 2012 ha raggiunto il 76% di raccolta differenziata3; anche Benevento nel 2012 ha raggiunto quasi il 70%3. All’estero troviamo città come San Francisco, dove vivono 850 mila persone e dove si parlano tre lingue diverse (cantonese, spagnolo ed inglese), che ha raggiunto il 75% di raccolta differenziata (come ci ha spiegato Jack Macy responsabile del progetto Zero Waste di San Francisco, in un recente incontro tenutosi a Firenze in Palazzo Vecchio, dal titolo “Da San Francisco a Firenze in cammino verso Rifiuti Zero”)4.

Queste esperienze ci dimostrano che anche a Firenze è possibile attuare delle politiche che permettano una migliore differenziazione dei rifiuti e una migliore qualità della raccolta differenziata. Abbiamo bisogno di amministratori che sappiano guardare al futuro e che mettano in pratica le migliori strategie possibili per ridurre i rifiuti, riutilizzarli e recuperarli, investendo più nella sensibilizzazione dei cittadini e nella raccolta porta a porta.
Così facendo i rifiuti non saranno più un problema ma una risorsa, dalla quale creare nuova occupazione, in un momento di profonda crisi economica come quello attuale. Infatti, la Comunità Europea, parla di “società del riciclaggio” come volano per uscire dalla crisi economica.
Chiediamo ai nostri sindaci di fermare la “macchina magica” che brucerà i rifiuti della provincia di Firenze, per iniziare un cammino concreto verso Rifiuti Zero entro il 2020.
Questa strategia è realizzabile concretamente attraverso i “10 passi Rifiuti Zero”. Alcuni di questi passi, sono: attuazione delle buone pratiche per la riduzione dei rifiuti (acqua alla spina, vuoto a rendere, messa al bando dell’usa e getta nelle mense e negli edifici pubblici ecc.), introduzione della raccolta porta a porta e della tariffazione puntuale (più differenzi e meno paghi), miglioramento del sistema di riciclaggio e recupero dei rifiuti, in particolare dei rifiuti organici (compostaggio domestico e industriale), realizzazione di “Centri per la riparazione e riuso” e la creazione di un Centro di Ricerca Rifiuti Zero per lo studio del materiale residuo e per la riprogettazione industriale, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e produrre in futuro solo oggetti che siano facilmente riutilizzabili, riciclabili o compostabili.

Rifiuti Zero non è un’utopia ma un cammino concreto verso la sostenibilità.

NOTE:
1. Studio GreenPeace 2003, “Incenerimento e Salute Umana”;
2. Dati Società ARRR 2013 (Agenzia Regionale Recupero Risorse);
3. Dati rapporto ISPRA 2013;
4. Video integrale della conferenza disponibile sul canale youtube “Rifiuti Zero Firenze”. https://www.youtube.com/watch?v=J0lEE5j-_D0

Per maggiori informazioni scrivere a rifiutizerofirenze@gmail.com; pagina Fb: RifiutiZero Firenze.

A cura di Antonio Di Giovanni, Rifiuti Zero Firenze.

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