“Con 1€ in tasca mi prendo un caffé o compro uno smartphone?”

fire_99cents-610x480“Buongiorno, desidera?”

«Un caffè, per favore»

“macchiato?”

«no, grazie”

“ok glielo faccio subito!”

«anzi no, scusi ho cambiato idea…vorrei uno smartphone»

“ah, perfetto, allora ecco a lei 20 centesimi di resto”

È di pochi giorni fa (http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2014-09-08/amazon-prova-fare-sgambetto-ad-apple-fire-phone-offerto-sottocosto-199-dollari-99-centesimi-205909.shtml) la notizia che il cellulare di Amazon, il Firephone, siccome costava “troppo”, 200€, è stato ribassato a 99 centesimi.

La tendenza è ormai talmente scontata che è sotto gli occhi di tutti: ormai gli stessi capitalisti flirtano con la caduta tendenziale del saggio di profitto, giocando quasi “d’anticipo”. Per i padroni dei mezzi di produzione, investire è diventato una continua roulette: più si abbassa il prezzo della merce più si spera di venderla.

Il primo giugno 2007 veniva diffuso il primo iPhone che avrebbe ridato vita e massificato il prodotto di un settore fino allora presente da 14 anni ma ancora di nicchia, quello degli smartphone. Il primo smartphone della nuova epoca (l’iPhone 2G) costava sui 1.000€, in sette anni siamo arrivati al Firephone di Amazon a 99 centesimi, quanto una canzone di iTunes, qualcosa meno di un caffè. Il prossimo iPhone, invece, costerà (negli USA) 299€, comunque sia un terzo del suo pionieristico predecessore. La diminuizione tendenziale del profitto è una tendenza veramente radicata nel capitalismo; essa stessa è il movimento “naturale” del capitale. Possiamo infatti immaginare il profitto come un iniziale bacino di acqua il quale, una volta aperto il rubinetto (innescata una dinamica produttiva), si dirama in vasi comunicanti ad esso più o meno collegati ma, nei vari “travasi” si perde sempre una certa quantità di acqua. L’esempio della condivisione della musica può rendere veramente l’idea. Da napster.com in poi l’industria discografica subì un drastico calo, a favore però dell’industria dei masterizzatori e dei cd, i quali videro impennare la domanda dei privati e delle ditte di personal computer a scapito della domanda delle case discografiche per produrre cd originali. Nell’immediato il capitale generale fece “poggio e buca” ma in seguito i cd scomparvero per cedere il passo ai lettori mp3. Questo prolificare di devices ha parcellizzato e decentralizzato il profitto iniziale dispergendone una parte. La Sony, che nel ramo dell’industria discografica è quella che più ci ha perso, ormai è costretta a regalare 250 brani in mp3 pur di vendere il cellulare Sony Xperia Z1, attravero il quale si potrà ascoltare quei brani. Basta un cellulare di fascia media per non comprare più i cd originali, né i masterizzatori, né i cd vuoti per masterizzare.

Il profitto si travasa, cerca di sfuggire alle sue stesse leggi intrinseche, ma deve perdere sempre qualcosa per la strada. È curioso, infatti, vedere l’iperbole degli uomini più ricchi del mondo: misurando in miliardi di dollari il patrimonio massimo che sono riusciti ad accumulare, abbiamo Rockefeller al primo posto assoluto con 318.3 miliardi, Ford con 188.1, ed il “povero” Bill Gates con soli 58 miliardi. Nell’arco di tre generazioni il massimo profitto possibile è solo un quinto di ciò che si poteva accumulare a inizio ‘900: se qualcuno volesse, oggi, avviare una ditta informatica si dovrà mettere in testa che dovrà far concorrenza a cellulare che costano 1 € e che i suoi profitti saranno per forza di cose molto limitati rispetto a quelli che avrebbe potuto ottenere qualche anno fa.

Un sistema sì fatto non può che produrre divisioni anche nella classe dominante, la quale, sempre più cialtrona, non si lascia mancare cadute di stile, come le affermazioni bullesche del C.E.O. della Apple rispetto al futuro della Swatch dopo che verrà presentato il nuovo i-watch con il logo della mela morsicata. Se questa è solo una, pur significativa, boutade, più seria è la notizia che la China potrebbe sviluppare il suo sistema operativo, in concorrenza con Windows, con Linux, e con MacOS, in una parola, in concorrenza con l’occidente ( http://www.cinaforum.net/windows-o-ios-no-cos-il-sistema-operativo-made-in-china/ ).

Se Android e Linux sono gratuiti, e l’aggiornamento a Windows 9 costa solo 20€, a cosa porterà l’ingresso del nuovo concorrente cinese nella spartizione delle sfere di influenza? Quali colpi bassi ci riserverà l’imminente kung-fu digitale?caffe

L’informatica, oggi come oggi, è il campo in cui più evidenti sono le contraddizioni del capitale: la legge coercitiva della concorrenza, la caduta tendenziale del saggio di profitto, la necessità di manodopera a basso costo, il tentativo di imporre connessioni e facebook a tutti, incluso chi sta morendo di fame, pur di avere uno scampolo di profitto con la pubblicità. La scelta di dedicarci spesso articoli di questo tipo non è sintomo di una nostra “tecnofilìa”, anzi: ben consapevoli dei rischi annessi allo sviluppo tecnologico (cfr. “Demenza digitale”, che a breve recensiremo), focalizziamo l’attenzione su questo aspetto perché è tanto più dilagante tanto più contraddittorio. Le sue contraddizioni ci servono per sottolineare fenomeni economici che diventono sempre più chiari nella loro cristallina auto-evidenza.

Aspettando il sistema operativo formato Bruce Lee, beviamoci sto caffé, accendendo la macchinetta da caffé Samsung con l’app apposita del nostro smartphone.

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