Renzi contestato a Lucca. Corteo per le vie del centro. La polizia carica e manganella

Ieri un corteo di oltre 200 persone è sceso in piazza contro la presenza di Matteo Renzi a Lucca. I collettivi Torpedo Lucca e Collettivo Autonomo Studenti Lucchesi hanno lanciato la mobilitazione mercoledì mattina appena saputo del probabile arrivo del premier. Subito hanno aderito anche COBAS, Rifondazione Comunista, USB, Coordinamento Democrazia Costituzionale e collettivi da Pisa, Massa, Viareggio. Il presidente del Consiglio era presente nella stessa chiesa, come il 12 Aprile 2014, per parlare della riforma del Terzo Settore, ospite del Festival del Volontariato. Dimostrando, ancora una volta, come il volontariato sia un tema strategico per il governo PD. Sia come tampone al taglio del welfare sia come nuova forma di apprendistato e lavoro non pagato per i giovani. EXPO 2015 ha dimostrato, infatti, come i volontari siano usati al posto dei lavoratori, vendendo la loro manodopera senza salario spacciandolo per un importante momento formativo .

Fotogallery del corteo disponibile qui.

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Il corteo è partito da Piazza San Michele verso le 15.00, ha proseguito con cori, musica e slogan verso Assindustria dove si è fermato con un intervento della nostra redazione legato al festival della crescita (come nell’articolo di ieri) e al mondo degli industriali favorevole alle politiche renziane. La manifestazione è poi andata avanti in maniera determinata, il CASL e i COBAS Scuola sono intervenuti sotto il Liceo delle scienze umane, insistendo su tematiche importanti come l’alternanza scuola-lavoro (vero e proprio sfruttamento legalizzato degli studenti), la Buona Scuola e i referendum sociali. In seguito il corteo è arrivato all’imbocco della zona rossa intorno a Piazza San Francesco dove Matteo Renzi intratteneva, nella chiesa, un pubblico di notabili locali, giornalisti e giovani del servizio civile obbligati dal CNV a presenziare alla conferenza (l’unico modo per non essere costretti a partecipare era presentare un certificato medico o perdere un giorno di stipendio).

Il corteo ha affrontato la polizia issando una rete difensiva e uno striscione con scritto: “Dalla Francia all’Italia: tout le monde, déteste la police”. Gli interventi hanno ribadito la volontà di arrivare nella piazza adiacente dove Renzi era protetto dalla polizia. Dentro la chiesa il Sindaco Tambellini, il gotha del PD cittadino, il vescovo, la Ministra Giannini ascoltavano ossequiosi il premier. Fuori un centinaio di studenti, precari, lavoratori e disoccupati si sono avvicinati al cordone della polizia scandendo cori e slogan contro il governo Renzi. La prima linea del corteo reggeva la rete con lo striscione, in pochissimo tempo la polizia ha caricato indiscriminatamente i presenti, facendo indietreggiare il corteo di diversi metri e lasciando diversi feriti tra cui un ragazzo che è stato poi portato all’ospedale(dovrà portare le stampelle per 15 giorni). Hanno anche tentato di picchiare oltre la rete, talvolta riuscendoci, e prendendo alcuni ragazzi per i piedi per atterrarli e arrestarli. Comunque la rete, ideata come strumento di autodifesa dalle violenze in divisa a cui siamo tristemente abituati, ha retto proteggendo la grossa parte del corteo. La violenza dei manganelli è stata duramente contestata dai moltissimi presenti indignati, uniti nella rabbia e dalla contestazione al governo Renzi.

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La polizia ha così dimostrato come la repressione sia sempre più forte sotto questo governo. Il fatto che un tentativo di sfondamento della zona rossa, attuato tramite uno strumento solamente difensivo come una rete, abbia incontrato la spropositata reazione da parte delle forze dell’ordine costituisce per Lucca un precedente che la dice lunga sui nuovi livelli di repressione del dissenso e del conflitto tollerati e anzi promossi dal governo.

Il corteo ha poi continuato a presidiare la zona per un’ora finché non è giunta la notizia che Matteo Renzi se ne era andato. Gli interventi hanno continuato a ribadire le ragioni della protesta: disoccupazione, sfruttamento del lavoro non retribuito, cancellazione di diritti e repressione del dissenso. In particolare si è evidenziato il ruolo centrale del PD, la sistematicità con cui muove il suo braccio armato, contro chi protesta e chiede giustizia sociale, poiché incapace di dare delle risposte vere a queste istanze, che lo metterebbero contro i poteri forti che invece lo sostengono e che più hanno tratto beneficio dalle sue politiche.

Video da InfoAut:

Il corteo, dopo il presidio, ha ripreso il suo cammino e si è sciolto in Piazza Santa Maria, con molti ringraziamenti verso tutti coloro che sono intervenuti e sono rimasti uniti di fronte alla polizia. Un cambio di rotta importante: la violenza di piazza, ma anche l’unità tra coloro che si trovano a vedere con i loro occhi come il governo Renzi reprime il dissenso. Non a caso neppure i giornali locali sono riusciti a condannare il corteo, che ha dimostrato di essere unito e plurale al suo interno.

La giornata di ieri ci consegna l’immagine di un territorio non pacificato, di un’opposizione socialmente e politicamente variegata capace tuttavia di individuare un comune responsabile delle ragioni del suo malessere e scontento. Cercare di dare continuità nel tempo a questa piazza e attivare percorsi di lotta che attacchino le politiche renziane nelle loro articolazioni territoriali (come ad esempio per quel riguarda l’alternanza scuola-lavoro) è l’obiettivo su cui poter creare convergenze fra soggetti diversi capaci di riconoscersi come alleati nei loro bisogni e nelle loro rivendicazioni.

tratto da http://www.iltafferuglio.org/

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