Guyana: rivolta sociale e sciopero generale nell’ex colonia francese
Sciopero generale a oltranza lunedì 27 marzo 2017, in Guyana, ex colonia (ora “territorio d’oltremare”) a un mese dalle elezioni presidenziali in Francia: l’ennesimo disastro targato Hollande.
Da più di una settimana è in corso una vera e propria rivolta sociale nella colonia francese della Guyana, in territorio sudamericano, dove è presente a Kouru un’importante base aerospaziale della Francia con le rampe di lancio dei missili Arianne.
Nel paese la disoccupazione è al 22%, nonostante la presenza di risorse come la pesca, il turismo e ricchezze naturali del sottosuolo; la povertà e le diseguaglianze sociali sono enormi, aggravate dall’esistenza di una casta di funzionari con alti stipendi che hanno causato un innalzamento dei prezzi dei generi alimentari e da una politica neocoloniale che costringe ad importare tutto dalla Francia.
La protesta è scoppiata quando l’azienda che ha vinto l’appalto per realizzare importanti opere nella base aerospaziale ha deciso di non ricorrere né alla manodopera né a fornitori locali, non creando quindi alcuna opportunità di lavoro per la popolazione. Il sindacato dei trasportatori ha cominciato a bloccare le strade e subito si sono uniti alla lotta anche altre categorie e collettivi già esistenti che si battono contro le privatizzazioni degli ospedali e per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione locale.
Attualmente il paese è paralizzato da picchetti con barricate ed oggi, lunedì 27 marzo, è cominciato lo sciopero generale che coinvolge la stragrande maggioranza dei 265mila abitanti del territorio d’oltremare. Gli scioperanti -37 sigle sindacali- hanno rivendicazioni con obiettivi che riguardano il diritto all’istruzione, alla salute, alla casa e alla terra.
La missione diplomatica inviata da Parigi è stata respinta seccamente dalla popolazione, che non vuole incontrare gli ennesimi funzionari, ma punta ai responsabili politici, come la ministra per i “territori d’oltremare” Ericka Bareigts. L’esponente socialista non intende però confrontarsi con i manifestanti: “non ci sono – ha detto – le condizioni per un dialogo”.
Da Kouru, nella Guyane, la corrispondenza con Corinne Mattea, compagna corsa che lavora in Guyana, tradotta da Enrico, nostro corrispondente dalla Francia