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la vera decapitazione (metaforicamente parlando)
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voreremmo centro sinistra Sunday June 20, 2004 at 11:37 PM |
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La vera decapitazione ci sara' eccome, anche se sara' metaforica.
Sara' la decapitazione di questa classe politica vecchia e decrepita, falsamente morale, falsamente pia e religiosa, neo inquisitorialista e demagogica, che approva la tortura come la Lega Nord e che la vorrebbe 'limitatamente' integrare negli interrogatori in gendarmeria o caserma: non solo OGGI gia' si va' in GALERA per uno spinello con tutto quello che ne deriva, subire stupri, drogarsi con ero ecc. ma un domani chi nella sua vita si sara' fatto appena uno spinellinuccio ... magari a lui gli sara' aplicata la tortura retroattivamente; o che con Fini vuole la PENA DI MORTE !
Di questa classe politica che ieri si precipito', quando palesemente FASCISTA dalla parte del piu' forte e vincente cioe' HITLER e che oggi con lo stesso coraggio si e' alleata con il piu' forte e vincente(?) Bu$h ! Si vergognino, vili e codardi!
Zapatero ha fatto bene: FUORI ANCHE L'ITALIA DALLA NATO E LA NATO DALL'ITALIA!
bU$H STA' PERDENDO:
A. UNA GUERRA INUTILMENTE INIZIATA ED INGIUSTIFICATA
B. LA FIDUCIA DEL CONGRESSO, DEI MILITARI, DEI SENATORI E DEPUTATI ANCHE, DICO ANCHE DEI FALCHI REPUBLICANI ...
C. LA FIDUCIA DI MICHAEL MOORE
D. LA FIDUCIA DI TUTTO IL MONDO !!!!!!!!!
PER QUESTE RAGIONI ED ALTRE ANCORA CHE NON HO LO SPAZIO QUI DI STARVI A SPIEGARE SEGUIAMO L'ESEMPIO DI TUTTI GLI EUROPEI, ZAPATERISTI COMPRESI, VOTIAMO CONTRO LA GUERRA, VOTIAMO CONTRO IL CENTRODESTRA
VOTIAMO AI BALLOTTAGGI CENTRO SINISTRA
Alexander Eduard Crowley
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La dittatura di Saddam come quella di Mussolini?
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Parola di Silvio Berlusconi. Wednesday June 23, 2004 at 12:25 AM |
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Senti i 'pensieri' del cav. del lavoro sua santita' silvio berlusken prima di votare centrodestra e poi vedi come voterai anche tu: CENTRO SINISTRA !
La dittatura di Saddam come quella di Mussolini? Ma nemmeno per sogno. «Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino». Parola di Silvio Berlusconi. La seconda puntata della lunga intervista concessa a Villa Celeste dal presidente del Consiglio a Nicholas Farrel pubblicata ieri su La Voce di Rimini regala un’altra perla. Dopo la serena riflessione sullo stato della psiche dei giudici, arriva infatti un aureo giudizio sul Ventennio. Che ha provocato reazioni di sdegno, rabbia, sconcerto. Ma i commenti, si sa, sono espressioni soggettive. E il giudizio del premier è, invece, perentoriamente oggettivo: quasi una constatazione. Richiede perciò una verifica, sui dati di fatto. E il Ventennio ne offre a bizzeffe.
Squadrismo e violenza politica Fra le attività «qualificanti» del fascismo del primo periodo vi è il sistematico ricorso alla violenza contro gli avversari politici, le loro sedi e le loro organizzazioni, da parte di bravacci legati ai ras locali. Torture, olio di ricino, umiliazioni, manganellate. Non di rado, tuttavia, gli oppositori perdevano la vita a seguito delle violenze. Un calcolo approssimativo induce a calcolare in circa 500 i morti causati dalle spedizioni punitive fasciste fra il 1919 e il 1922. Il parroco di Argenta, don Giovanni Minzoni, fu assassinato in un agguato da due uomini di Balbo, nell’agosto del 1923. Ma anche quando il fenomeno della violenza squadrista sembrò perdere le proprie caratteristiche originarie, e gli uomini legati ai ras locali vennero convogliati in organizzazioni ufficiali come la Milizia volontaria, forme di violenza politica sostanzialmente analoghe allo squadrismo non cessarono di costellare la vicenda del fascismo al potere. Per tutti, tre casi notissimi: nel giugno 1924 Giacomo Matteotti venne rapito e assassinato con metodo squadrista, e il gesto sarebbe stato esplicitamente rivendicato da Mussolini nel gennaio dell’anno successivo; Piero Gobetti, minato dall’aggressione subita nel settembre 1924, morì due anni dopo, in esilio; Giovanni Amendola spirò per le ferite riportate in un’aggressione fascista subita nel luglio 1925.
La repressione: dagli omicidi al Tribunale speciale per la difesa dello Stato Assunto il potere Mussolini si poté giovare dell’apparato di repressione dello Stato. Che venne rafforzato e riorganizzato. Con la nascita dell’OVRA (l’Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell’Antifascismo) venne razionalizzata la persecuzione degli antifascisti, con tutti i mezzi, legali e illegali. Anche l’omicidio politico in paese straniero. Arturo Bocchini, capo della polizia, venne incaricato dallo stesso Duce e dal ministro degli Esteri Galeazzo Ciano di eliminare fisicamente Carlo Rosselli che allora risiedeva a Parigi. Il 9 giugno 1937, a Bagnoles-de-l’Orne dove Carlo Rosselli e il fratello Nello si erano recati per trascorrere il fine settimana, un commando di cagoulards (gli avanguardisti francesi) compì la missione: bloccata l’auto sulla quale viaggiavano i due fratelli, Carlo e Nello furono prima pestati, poi, accoltellati a morte. Lo strumento ufficiale della repressione fascista fu invece il Tribunale speciale per la difesa dello Stato. L’attentato di Anteo Zamboni a Mussolini, il 31 ottobre 1926, offrì l’occasione di una serie di misure repressive. Tra queste la «legge per la difesa dello Stato», n. 2008 del 25 novembre 1926, che stabilì, tra l’altro, la pena di morte per chi anche solo ipotizzava un attentato alla vita del re o del capo del governo. A giudicare i reati in essa previsti, la nuova normativa istituì il Tribunale speciale, via via prorogato fino al luglio 1943, quindi ricostituito nel gennaio 1944, nella Rsi. Nel corso della sua attività, emise 5619 sentenze e 4596 condanne. Tra i condannati anche 122 donne e 697 minori. Le condanne a morte furono 42, delle quali 31 furono eseguite mentre furono 27.735 gli anni di carcere. Tra i suoi ‘beneficati’, ci furono Antonio Gramsci, che morì in carcere nel 1938, il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini e Michele Schirru, fucilato nel 1931 solo per avere espresso «l’intenzione di uccidere il capo del governo».
Il confino Il confino di polizia in zone disagiate della Penisola, fu una misura usata con straordinaria larghezza. Il regio decreto 6 novembre 1926 n.1848 stabilì che fosse applicabile a chiunque fosse ritenuto pericoloso per l’ordine statale o per l’ordine pubblico. A un mese dall’entrata in vigore della legge le persone confinati erano già 600, a fine 1926, oltre 900, tutti in isolette del Mediterraneo o in sperduti villaggi dell’Italia meridionale. A finire al confino furono importanti nomi della futura classe dirigente: da Pavese a Gramsci, da Parri a Di Vittorio, a Spinelli. Gli inviati al confino furono, complessivamente, oltre 15.000. Ben 177 antifascisti morirono durante il soggiorno coatto.
Deportazione La politica antiebraica del regime fascista culminò nelle leggi razziali del 1938. Alla persecuzione dei diritti subentrò, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, anche la persecuzione delle vite. La prima retata attuata risale al 16 ottobre 1943 a Roma; degli oltre 1250 ebrei arrestati in quell’occasione, più di 1000 finirono ad Auschwitz, e di essi solo 17 erano ancora vivi al termine del conflitto. Il Manifesto programmatico di Verona (14 novembre 1943) sancì che gli ebrei erano stranieri e appartenevano a «nazionalità nemica». Di lì a poco un ordine di arresto ne stabilì il sequestro dei beni e l’internamento, in attesa della deportazione in Germania. Nelle spire della «soluzione finale» hitleriana il regime fascista gettò, nel complesso, circa 10.000 ebrei. Oltre alla deportazione razziale, fra le responsabilità del regime di Mussolini c’è anche la deportazione degli oppositori politici e di centinaia di migliaia di soldati che, dopo l’8 settembre, preferirono rischiare la vita nei campi di concentramento in Germania piuttosto che aderire alla Rsi.
La guerra Fuori dai confini i morti contano meno? Allora non si possono proprio considerare tali gli etiopi uccisi con il gas durante la guerra per l’Impero, o i libici torturati e impiccati durante le repressioni degli anni Venti e Trenta, o gli jugoslavi uccisi nei campi di concentramento italiani in Croazia. Ma la spada di Mussolini provocò tanti morti anche tra i suoi connazionali. Mussolini trascinò in guerra l’Italia il 10 giugno del 1940, per partecipare al banchetto nazista. I risultati, per l’Italia, furono questi. Fino al 1943, 194.000 militari e 3.208 civili caduti sui fronti di guerra, oltre a 3.066 militari e 25.000 civili morti sotto i bombardamenti alleati. Dopo l’armistizio, 17.488 militari e 37.288 civili caduti in attività partigiana in Italia, 9.249 militari morti in attività partigiana all’estero, 1.478 militari e 23.446 civili morti fra deportati in Germania, 41.432 militari morti fra le truppe internate in Germania, 5.927 militari caduti al fianco degli Alleati, 38.939 civili morti sotto i bombardamenti, 13.000 militari e 2.500 civili morti nelle file della Rsi. A questi vanno aggiunti circa 320.000 militari feriti sui vari fronti per l'intero periodo bellico 1940/1945 e circa 621.000 militari fatti prigionieri dalle forze anglo-americane sui vari fronti durante il periodo 1940/1943.
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dico solo stare ATTENTI
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e di NON votarli al ballottaggio Wednesday June 23, 2004 at 12:34 AM |
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fascio_usa_e_fascio_nostrano.jpgftuvof.jpgmid.jpg, image/jpeg, 400x163
ma l'istigazione al razzismo ed alla violenza non andrebbero perseguitati penalmente?Il sitio é il seguente http://www.destranazionale.org/home.html forza compagni comunisti e non amanti delle libertá, forti di queste prove bisogna aprire una cento mille denunce ai danni dei partiti ...
Leggendo quanto segue io mi sono chiesto: ma l'istigazione al razzismo ed alla violenza non andrebbero perseguitati penalmente? Il sitio é il seguente
http://www.destranazionale.org/home.html
forza compagni comunisti e non amanti delle libertá, forti di queste prove bisogna aprire una cento mille denunce ai danni dei partiti di destra e dello stesso Silvio Berluskoni che ne é loro alleato ... che non la faccino franca anche questa volta !!!
Stiamo molto attenti.... sottovalutare simili personaggi può essere pericoloso per la democrazia,leggete bene tra le righe i vari proclami di destra Nazionale,vi accorgerete che questi pazzi ecc ecc stanno preparando una svolta autoritaria,un vero colpo di stato,ma non vi rendete conto stanno concentrando poliziotti militari carabinieri e altre forze armate nel loro sindacato interforze,dietro di loro la massoneria nordamericana il loro disegno appare ogni giorno più nitido ,la loro profezia la usarono i nazisti, infatti i reparti di protezione ovvero le camice grigie tradotto in tedesco,vuol dire Shultz Staffeln SS avete capito ora, non sono fascisti ma ancora più pericolosi, sono nazisti ,infatti le camicie grigie erano le SS, in qlalche post leggevo che qualcuno scriveva SD lì mi apparve tutto chiaro le SD erano i servizi segreti nazisti QUESTI SONO PERICOLOSISSIMI............
http://www.anonymization.net/1/1/A/http://www.destranazionale.org/home.html
http://italy.indymedia.org/uploads/2003/05/fascio_usa___fascio_nostrano.jpgftuvof.jpg
italy.indymedia.org/news/2003/05/284163_comment.php#416539
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Democrazia italiana
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secondo il duce berlusconi Wednesday June 23, 2004 at 12:45 AM |
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Milano, calci e manganellate riprese da un cineamatore Un cittadino svegliato dalle grida ha girato il filmato LUCA FAZZO e MARCO MENSURATI vedere a: http://italy.indymedia.org/news/2003/03/235978.php
MILANO - Il filmato è di un videoamatore che era sul terrazzo di fronte all'ospedale San Paolo di Milano, dove tredici giorni fa è morto Davide Cesare, 26 anni, ucciso da tre neofascisti: due uomini nella notte che si avventano su un ragazzo dei centri sociali. Il ragazzo è a terra, si copre la testa con le mani, è inerme. Sopra di lui un carabiniere e un poliziotto. Lo colpiscono con i manganelli. Una, due, tre volte. Poi con calci violenti al basso ventre.
Dopo le parole, dopo le denunce, dopo i cortei, i ragazzi dei centri sociali che nella notte di domenica 16 marzo vennero caricati nel pronto soccorso del San Paolo adesso possono esibire anche una prova documentale. A fornirla - a loro e alla magistratura che su quell'episodio ha aperto una inchiesta - è un cittadino svegliato dalle grida che provengono dalla strada.
Con la sua telecamera digitale riprende una teoria ininterrotta di auto della polizia e dei carabinieri. Le grida provengono dall'interno dell'ospedale. Non sa ancora cosa sta accadendo: non sa che dentro al pronto soccorso ci sono una cinquantina di giovani del centro sociale Orso preoccupati per il loro compagno Davide Cesare, pochi minuti prima ferito a morte (13 coltellate, di cui 6 alla schiena) davanti a un pub del quartiere Ticinese. Non sa che polizia e carabinieri da alcuni minuti hanno cominciato a caricare. Intuisce però che il momento è drammatico. Accende la telecamera e fissa l'obbiettivo sull'ingresso dell'ospedale.
La telecamera inquadra alcuni ragazzi che cercano di scappare da una carica. Passano alcuni secondi e dalla parte opposta della strada, molto lontano dal centro dell'azione arrivano delle urla: "Lascialo stare, lascialo stare". Il cameraman sposta l'obiettivo su un poliziotto e un carabiniere. Per terra, immobile, un ragazzo. Sembra addormentato. Il poliziotto gli si avvicina. Gli dà una manganellata, poi con le ginocchia contro il petto, lo schiaccia sull'asfalto. Arriva il carabiniere. Allontana tutti. Poi con calma torna davanti al ragazzo. Gli sferra una seconda manganellata, in faccia. E una terza, alla nuca. Il ragazzo non reagisce. Ma non è finita. Il carabiniere si sposta di circa mezzo metro. E lo colpisce di nuovo, un calcio ai testicoli. La gente intorno tenta di intervenire. I due uomini cominciano ad agitare in aria i loro manganelli. Quando tutti sono scappati, si girano e se ne vanno, lasciando andare via il ragazzo che fino a quel momento avevano cercato di fermare. Fin qui le immagini, che nelle prossime ore verranno visionate anche dai magistrati.
Il questore di Milano Vincenzo Boncoraglio, ieri, ha ribadito quanto già detto nei giorni scorsi: "Ciò che è accaduto al San Paolo va chiarito. Non ci devono essere ombre. Non dimentichiamo però che quella notte 17 agenti rimasero feriti". "Se qualcuno ha esagerato - aveva assicurato anche il prefetto Bruno Ferrante - deve pagare". "Non emergono comportamenti censurabili da parte delle forze dell'ordine intervenute al San Paolo", aveva invece dichiarato il ministro Giovanardi in Parlamento. Il film di quella notte disegna adesso uno scenario diverso.
repubblica.it --------------------anche per questa ragione NON VOTARE AI BALLOTTAGGI CENTRODESTRA vota centrosinistra ------>>>>>>>
La massoneria di Palazzo Giustiniani e le altre "famiglie" massoniche (tipo P2 Skull & Bones Bildeberger commissione Trilaterale ecc, anche sforza italia?). http://italy.indymedia.org/news/2003/05/284163_comment.php#416539
Nell'ambito del quadro sinora sinteticamente tracciato va vista e studiata l'attività di Licio Gelli e della Loggia Propaganda 2,mirando ad accertare quanto di tale fenomeno sia addebitabile all'impulso organizzativo e intraprendenza personale del Gelli, ed in tal ...
Volete saperne di piú sulla commistione tra usa fascismo e massoneria? Bene andate ai seguenti link:
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266325_comment.php#266341
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266870_comment.php#284192
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266611_comment.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/12/127647_comment.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94601.php
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/268139_comment.php
http://nyc.indymedia.org/front.php3?article_id=35205&group=webcast
http://nycap.indymedia.org/front.php3?article_id=3512&group=webcast
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94541.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94920.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94559.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94586.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94576.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94790_comment.php#94805
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94920.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94559.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/95296.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/95296.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/94920.php
http://italy.indymedia.org/news/2002/10/93628_comment.php#93629
http://italy.indymedia.org/news/2003/04/266325_comment.php#266341
L'ora della RIVOLUZIONE ANTI IMPERIALISTA nell'intero MONDO si avvicina:ecco,la sua ombra giá é tra di noi ...
Ma quando mai la N.A.T.O. é servita a garantire la pace e la sicurezza mondiali? Caso mai ha sempre fatto da garantista agli agressori u$a !!!
Se tutti i popoli del mondo si tenessero per mano isolerebbero gli YANKEEE
Nelle pagine seguenti noi vogliamo fare il tentativo di esporre con la massima brevità,in forma accessibile,la connessione e i rapporti reciproci tra le caratteristiche economiche fondamentali dell'imperialismo.Non ci occuperemo, benché lo meritino,dei lati economici del
Se tutti i popoli del mondo si tenessero per mano isolerebbero gli YANKEEE ed il GOVERNO Satanico Criminale di Washington D.C. !!!!!!!!!!!!
Fase suprema del capitalismo razziale di MERDA !!!!
Negli ultimi quindici o venti anni, e specialmente dopo la guerra ispano-americana (1898) [1] e la guerra anglo-boera (1899-1902) [2], nella pubblicistica tanto economica quanto politica del vecchio e del nuovo mondo, ricorre sempre più di frequente il termine di " imperialismo " per qualificare l'epoca in cui noi viviamo. Nel 1902 fu pubblicata a Londra e a New York l'opera dell'economista inglese J. A. Hobson, intitolata appunto Imperialismo. In essa l'autore, che condivide le teorie del socialriformismo borghese e del pacifismo -una concezione, cioè, sostanzialmente identica a quella attuale dell'ex marxista K. Kautsky- fa un'ottima e circostanziata esposizione delle fondamentali caratteristiche economiche e politiche dell'imperialismo. Nel 1910 comparve a Vienna l'opera del marxista austriaco Rudolf Hilferding, intitolata Il capitale finanziario. Quest'opera, nonostante l'erroneità dei concetti dell'autore nella teoria della moneta e nonostante una certa tendenza a conciliare il marxismo con l'opportunismo, offre una preziosa analisi teorica " sulla recentissima fase di sviluppo del capitalismo " -come dice il sottotitolo del libro di Hilferding. Tutto ciò che intorno all'imperialismo è stato detto in questi ultimi anni- particolarmente nell'infinita congerie di articoli di riviste e di giornali trattanti questo tema, come pure nelle risoluzioni dei congressi tenutisi a Chemnitz e a Basilea nell'autunno del 1912- non esce, in realtà, dall'ambito delle idee esposte o, più esattamente, riassunte dai due summenzionati autori.
Nelle pagine seguenti noi vogliamo fare il tentativo di esporre con la massima brevità, e in forma quanto più si possa accessibile a tutti, la connessione e i rapporti reciproci tra le caratteristiche economiche fondamentali dell'imperialismo. Non ci occuperemo, benché lo meritino, dei lati economici del problema. Le notizie bibliografiche ed altre note che potrebbero non interessare tutti i lettori, si trovano alla fine dell'esposizione. Note 1. La Dottrina di Monroe (l'America agli americani), del 1822, ebbe il suo complemento nel panamericanismo, cioè nella politica tesa a imporre il potere economico e politico degli USA su tutti gli Stati dell'America centrale e meridionale. Il panamericanismo ebbe la stia sanzione ufficiale nella prima Conferenza panamericana di Washington del 1889 e cominciò ad avere applicazione pratica con la minaccia di guerra all'Inghilterra, nel 1895, se non avesse rinunziato alle sue aspirazioni sul Venezuela. La prima e più clamorosa affermazione dei princìpi dei panamericanismo fu occasionata dalla rivolta di Cuba contro il dominio spagnolo (1895); in quell'occasione l'affondamento di una corazzata americana servì di pretesto agli Stati Uniti per attaccare l'impero spagnolo in America (1898). La guerra fu decisa in alcuni scontri navali e con il trattato di Parigi dell'agosto 1898 gli spagnoli dovettero rinunziare agli ultimi residui dell'antico impero: Cuba passò praticamente sotto il dominio degli USA e per Portorico si giunse a una vera e propria annessione. Inoltre, fuori dell'emisfero americano, la Spagna dovette cedere le Filippine e le Guam, e gli Stati Uniti, con l'annessione delle Hawaii e di parte delle Samoa, ebbero accesso in oriente, dove il grande mercato cinese costituiva un ambìto obiettivo per tutti i paesi industrializzati.
2. La guerra anglo-boera, che segna l'inizio del conflitto coloniale anglo-tedesco, fu voluta soprattutto dal ministro britannico delle colonie Joseph Chamberlain e da Cecil Rhodes per assicurarsi il possesso delle miniere d'oro, rafforzare l'imperialismo inglese in Africa (vi era il progetto della ferrovia Cairo-Città del Capo) e frenare l'espansione tedesca in Africa. La guerra ebbe inizio l'l1 ottobre del 1889 e fu aspra e difficile per la tenace resistenza dei boeri, con i quali solidarizzò larga parte dell'opinione pubblica europea. Inizio pagina I. La concentrazione dei monopoli e la produzione. Indice de L'Imperialismo, fase suprema del capitalismo -------------------------------------------------------------------------------- Ultima modifica 21.9.2001
http://www.marxists.org/italiano/lenin/1916/imperialismo/introduzione.htm
http://www.italy.indymedia.org/news/2002/09/79066_comment.php#79067
http://WWW.italy.indymedia.org/news/2002/09/78944_comment.php#79111
Com’è noto, il 1 luglio è stato istituito il Tribunale Internazionale, organismo permanente il cui scopo è sanzionare e condannare i crimini contro l’umanità. La creazione di quest’organismo internazionale ha ricevuto il plauso di tutto il mondo, solo gli Stati Uniti sono contrari … Temono di trovarsi sul banco degli imputati? Non è un segreto per nessuno che questo paese è ovunque considerato l’autore d’innumerevoli crimini contro l’umanità, ed esistono prove sufficienti per condannarlo. Come esempio possiamo citare i misfatti che commisero le truppe USA durante la guerra di Corea dal 1950 al 53’. In quest’occasione gli Stati Uniti hanno violato gli accordi internazionali stipulati; milioni di civili coreani furono uccisi dai loro bombardamenti indiscriminati. Gli accordi dell’Aia e di Ginevra proibiscono i bombardamenti contro i civili e le installazioni che non sono obiettivo militare come città, villaggi, edifici residenziali, ecc. Mark Clark, comandante delle truppe nordamericane dell’Estremo Oriente, durante la guerra dichiarò ufficialmente che avrebbe “.. cancellato della mappa 78 città nordcoreane, ed il piano relativo fu persino pubblicato. I dati dimostrano che i nordamericani effettuarono sulla Corea del Nord ben 1.050.000 missioni di bombardamento, e di queste l’85% colpirono le infrastrutture civili. Scaricarono, solo nella città di Pyongyang più di 428.000 bombe, cifra che superava l’ammontare della popolazione di quel periodo. La guerra coreana può prendersi come esempio di come gli USA abbiano infranto l’accordo di Ginevra del 49’ sulla protezione dei civili in occasione di eventi bellici. E’ severamente proibito assassinare la popolazione civile, eppure, l’allora capo dello VIII Corpo d’Armata Walker, ordinò ai soldati di sparare a vista a tutti i nordcoreani che incontravano. Alla fine del 50’ nel distretto di Sinchon, Corea del Nord, provincia di Hwangjae del Sud, 35.380 civili (16.200 bambini, anziani e donne) furono barbaramente trucidati durante l’occupazione statunitense, il 25% della popolazione! Ma i metodi che usarono sono ancora più mostruosi, sevizie e torture gratuite fino alla morte per la maggior parte di essi. In questo modo perirono più di un milione di civili nordcoreani. Furono anche usate armi batteriologiche e chimiche; tra gennaio e marzo del 52’, 804 incursioni aeree con bombe batteriologiche colpirono 169 località nordcoreane. Furono scaricati al suolo più di venti agenti patogeni, acuti ed epidemici (peste, colera, vaiolo, ecc.). Si badi bene che queste atrocità quasi incredibili, oggi, sono ammesse negli stessi USA: un libro pubblicato nel 98’ nell’Università dell’Indiana dal titolo: “Le truppe nordamericane e la guerra batteriologica; top secret della guerra sporca nella penisola coreana”, si descrive in che modo le truppe degli Stati Uniti causarono epidemie a Pyongyang e in altre regioni nordcoreane con pulci, scarafaggi e ragni impregnati di batteri … Furono anche lanciate bombe al gas procurando intossicazioni e decessi, i bombardamenti chimici (33 incursioni) durarono dal 27 febbraio al 9 aprile 1952. Furono lanciate oltre 15 milioni di bombe al napalm. Ma gli USA hanno anche violato gli accordi che trattano le leggi in materia di detenzione dei prigionieri di guerra. Il 27 maggio 1952, nel campo di prigionieri n.77 dell’isola di Koje, Sudcorea, hanno ucciso con i lanciafiamme più di 800 prigionieri di guerra nordcoreani, altri prigionieri furono invece utilizzati come cavie per testare le loro armi batteriologiche e chimiche. Nonostante sia passato mezzo secolo da quei fatti tremendi, la coscienza dell’umanità non scorda tutti i loro crimini, perché sono tali da violare in modo flagrante ogni etica. Pertanto, devono essere giudicati dal Tribunale Internazionale."Le aggressioni violente dello stato contro le persone che esso disapprova sono assai comuni ed endemiche"scrive nell'introduzione l'esule russo Vladimir Bukovskij.In quel paio di pagine,passa dal generale al particolare,spiega come WACO sia stato solo il primo campanello d'allarme.
IL POTERE DA SEMPRE CONSIDERA LA LIBERTÁ SOVVERSIVA:SIA COMUNQUE ESSA UNA FORMA DI EMANCIPAZIONE POLITICA ECONOMICA E/O SPIRITUALE DAI MODELLI IMPOSTI DAL SISTEMA DI TURNO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Waco,la strage che sconvolse l'America A otto anni dal massacro ordinato dal governo Usa che uccise settantasei religiosi in un ranch texano,un libro si interroga sulle reali cause di quell'atto che inorridì il mondo. di Alberto Mingardi MILANO -Ci sono tragedie che passano silenziose,lontane dai clamori,stemperate da una stampa complice e da un governo corrotto.E' il caso del massacro di Waco,19 aprile 1993.Molti di noi hanno ancora negli occhi le immagini fugacemente trasmesse dai telegiornali,quel ranch in fiamme,quei fumi di morte targati Fbi.
Ci è stato spiegato, all'epoca, che i settantasei davidiani (seguaci, cioé, dell'improvvisato Messia David Koresh) se l'erano voluta. Avevano in mente di organizzare un suicidio collettivo, in preda a follia millenaristica. A evitare loro l¹imbarazzo di far da sé, ci ha pensato il Federal bureau of investigation, "suicidandoli" direttamente. L'ordine fu firmato dalla ministra Janet Reno, con la complicità di Bill Clinton. Di quei settanta poveretti, una ventina erano bambini. Su un caso del genere, in America non potevano non divampare le polemiche; e fa un ottimo servizio al lettore italiano Stampalternativa che ha pubblicato questo Waco, una strage di stato americana (a cura di Carlo Stagnaro). Un volume agile ma ricco, frutto di un lavoro di ricerca minuzioso che ci consegna il ritratto sconcertante di una sconfitta dei diritti civili e delle libertà.
Non che non vi siano tracce di follia nella bizzarra confessione del profeta Koresh (traslitterazione ebraica di Ciro), la cui genealogia religiosa arriva fino al patriarca William Miller - bisnonno dei Testimoni di Geova. Avventista eretico, Koresh (all'anagrafe Vernon Wayne Howell) era nel mirino dell¹Fbi sin dai primi anni Novanta.
In particolar modo, la sua comunità di Mount Camel è presa di mira dal Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms. I davidiani sono accusati di tutte le possibili efferatezze, dall'abuso di minori alla detenzione di droga: ma, dopo le prime indagini, si rivela un castello di sabbia. L'ipotesi di un'azione legale contro il predicatore texano viene presto archiviata, ma qualcuno all'Fbi evidentemente non ha in simpatia questa enclave di eretici. Così, a dispetto del buon senso, il BATF decide di sferrare un attacco alla setta, imbastendo un raid che si rivelerà poi l'episodio più sanguinoso della recente storia americana.
Tutto ha inizio il 28 febbraio 1993 - e sarà un assedio lungo cinquantuno giorni. Con, quel che è più grave, il tacito assenso della Presidenza degli Stati Uniti: alle azioni partecipa Delta Force, l'esercito privato alle dipendenze della Casa Bianca, noto per il pugno di ferro senza guanto di velluto. La tragedia raggiunge l'acme il 19 aprile: dopo un mese e mezzo di embargo - con il neppure celato tentativo di prendere il nemico per fame - l'Fbi prima gassa a dovere il rifugio dei davidians, e poi fa irruzione. Settantasei morti. "Le aggressioni violente dello stato contro le persone che esso disapprova sono assai comuni ed endemiche, scrive nell'introduzione l'esule russo Vladimir Bukovskij. Bukovskij, in quel paio di pagine riservate alla sua testimonianza, passa dal generale al particolare, spiega come Waco sia stato solo il primo campanello d'allarme. I governanti del mondo d'oggi appartengono a una nuova generazione di dittatori ideologici.
E nessuna utopia è completa senza i suoi gulag". Giustamente, Bukovskij ricorda che "i responsabili degli orrori di Auschwitz e Kolyma non erano marziani, e molti di loro erano convinti di agire per il bene dell¹intero genere umano". Waco, una strage di stato americana rende conto del nuovo volto della banalità del male (così la definì Hannah Arendt), tanto più inquietante dopo che è emerso in un Paese che sembrava passato indenne attraverso il secolo dei totalitarismi.
A cura di Carlo Stagnaro Waco: una strage di stato americana, Stampalternativa,Viterbo,2001, pp.128,lire 15.000
http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,36990,00.html
http://italy.indymedia.org/news/2002/11/116056.php
italy.indymedia.org/news/2003/03/235978.php
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L'OCCIDENTE SFRUTTATORE E TERRORISTA
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negro mussulmano sieropositivo gay comunista Wednesday June 23, 2004 at 12:48 AM |
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Alle potenze imperialiste non basta più affidarsi a burattini locali.Il tentativo fatto in tal senso negli anni Novanta è fallito.Hanno bisogno di schierare direttamente le proprie forze armate.E di tornare ad agitare,contro i popoli e lavoratori:la minaccia del fungo atomico !!!
Da L'OCCIDENTE SFRUTTATORE E TERRORISTA A chi il petrolio e le braccia dell’Islam e dell’Asia? A noi! Con ogni mezzo. Atomiche incluse. -------------------------------------------------------------------------------- Terrorismo e Islam sono le "parole-chiave" che l’informazione ufficiale usa in relazione alla nuova guerra lanciata dall’Occidente. Non una riga su petrolio, profitti, manodopera nella regione mediorientale e nel continente asiatico tutto. È bene allora richiamare alcune semplici verità su queste altre "parole-chiave", chissà perché scomparse -a comando- dalla propaganda democratica dell’imperialismo... -------------------------------------------------------------------------------- Con il 13% della popolazione mondiale, gli Stati Uniti, la Cee e il Giappone consumano quasi due miliardi di tonnellate di petrolio all’anno, il 52% della produzione mondiale (dati relativi al 1999 tratti dall’edizione 2000 della Bp Amoco Statistical Review of the World Energy). Ben i tre quinti di questo mare di petrolio viene da essi importato dall’Asia, dall’Africa e dall’America Latina. Un’area di rifornimento domina su tutte le altre: il Golfo Persico. Da lì provengono il 39% delle importazioni petrolifere dell’Europa occidentale, il 78% di quelle giapponesi e il 23% di quelle statunitensi. Le percentuali aumentano sensibilmente se si considera il mondo islamico nel suo insieme: che incorpora -a fianco dei paesi mediorientali- giganti petroliferi come l’Indonesia in Estremo Oriente, come l’Algeria e la Libia in Africa, o come l’Azerbaigian in Asia centrale. In questi numeretti s’esprime non solo il dominio monopolistico esercitato da un pugno di super-stati sulla gran parte dei paesi e dei popoli del mondo, alla faccia di tutte le menzogne sull’uguaglianza delle nazioni. Ma anche l’importanza che riveste per l’Occidente il controllo (a prezzi per esso ragionevoli) dell’area mediorientale e del mondo islamico tutto. Privati di tale controllo, gli Stati Uniti, la Cee e il Giappone si troverebbero in ginocchio. Non solo perché incapaci di sviluppare l’enorme quantità di energia di cui necessita la loro vita economica e sociale. Ma anche perché sprovvisti della materia prima di base in alcuni settori economici centrali quali quello chimico-farmaceutico (da cosa pensate venga fuori la plastica?), quello automobilistico, quello agricolo... Questa dipendenza diventerà ancor più forte negli anni a venire. Attualmente, infatti, gli Stati Uniti e la Cee sono in grado di produrre una quota del petrolio che consumano: quasi 700 milioni di tonnellate. Le loro riserve di idrocarburi si stanno però esaurendo: al ritmo di estrazione attuale, dureranno solo un’altra decina d’anni. Quelle situate nel sottosuolo del Medioriente e dell’Asia centrale, invece, ben dieci volte tanto: quasi un secolo. La cartina offre un bel colpo d’occhio su questa situazione. Da essa emerge anche un altro fatto: è ancora il mondo arabo e islamico a comprendere le zone cruciali attraverso le quali passano le vie del trasporto dell’oro nero dai campi d’estrazione ai paesi occidentali: il canale di Suez, lo stretto di Ormuz nel Golfo Persico, lo stretto delle Molucche tra Indonesia e Malesia... E la regione che va dal Caucaso all’Asia centrale. Per decenni sotto il controllo dell’ex-Urss, tale zona riceve da tempo (non dall’11 settembre!) le attenzioni degli Stati Uniti e dell’Europa. Affinché le loro multinazionali mettano le mani sul petrolio e sul gas caspici. E affinché si aprano da lì nuove vie di trasporto sotto stretto controllo occidentale alternative a quelle già esistenti legate alla Russia. Al momento si contendono il mercato diversi progetti occidentali: la via turca, quella afghana, quella albanese... Benché in lizza tra loro e legati a gruppi capitalistici e a progetti imperialistici contrastanti, la loro realizzazione richiede comunque una identica condizione: che l’area interessata sia messa sotto il giogo occidentale. Il che vuole dire due cose insieme. Da un lato che non deve emergere nessuna potenza asiatica (sei in linea Pechino?) in grado di fungere da polo di attrazione per i paesi e i popoli della regione in una chiave anti-occidentale (seppur tutta borghese). Dall’altro lato che le masse lavoratrici della zona -in gran parte musulmane- accettino di vivere in condizioni via via più misere, sotto il torchio di regimi autocratici e servili verso i padroni occidentali, senza neanche lontanamente sognarsi di usare alle condizioni ottimali per sé, per un proprio futuro meno nero e non per l’Occidente, le uniche ricchezze di cui al momento dispongono, e cioè le loro braccia e gli idrocarburi... Ecco una delle ragioni per cui i paesi imperialisti da anni e anni si danno da fare per prendere in mano quella che viene definita la "chiave" verso l’Asia, e cioè l’Afghanistan. Per cui hanno iniziato quella sporca guerra di cui ha parlato Bush, e che l’attacco contro le Torri e il Pentagono non ha acceso ma solo accelerato. Da essa dipende anche un altro target imperialista. Nel capitalismo decadente del XXI secolo una percentuale crescente dei profitti e dei sovraprofitti globali sarà estratta dalla manodopera del continente asiatico, quella del mondo musulmano accompagnata dai lavoratori del subcontinente indiano e da quelli cinesi. In tutto la bazzecola di tre miliardi e mezzo di persone (con un settore di esse messo al lavoro nelle stesse metropoli). È vitale per i centri finanziari di New York, per il Pentagono e per l’intero circuito capitalistico occidentale che questa gallina dalle uova d’oro non cada nelle mani di una potenza capitalistica continentale (sei in linea Pechino?) o addirittura si metta in testa strani vagheggiamenti di emancipazione sociale e nazionale (all’inizio magari sotto la forma del rilancio dell’asianesimo o dell’internazionalismo islamico o del nazionalismo maoista o della difesa delle proprie tradizioni religiose contro l’invadenza della vampiresca e subdola civiltà cristiana...). La "libertà duratura" serve anche a raggiungere questo scopo. Attraverso la collocazione di una sentinella armata dell’Occidente nel cuore dell’Oriente: in Afghanistan, sul tetto del mondo. Con i mirini puntati, da lì, contro gli sfruttati dell’intero continente. Alle potenze imperialiste non basta più affidarsi a burattini locali. Il tentativo fatto in tal senso negli anni Novanta è fallito. Hanno bisogno di schierare direttamente le proprie forze armate. E di tornare ad agitare, contro i popoli e i lavoratori dell’Asia, la minaccia del fungo atomico. Le parole "sfuggite" al ministro Rumsfeld non sono casuali. Una favola racconta che nel 1945 gli Stati Uniti sganciarono le bombe nucleari sul Giappone per costringere alla resa un governo che non voleva saperne di arrendersi, e per evitare perdite umane ancor più alte di quelle prodotte dai bombardamenti di Hiroshima e di Nagasaki. La tesi fu confezionata a Washington dall’amministrazione Truman, nelle stanze del potere della Casa Bianca e del Pentagono. E fu ripetuta per decenni, in piena libertà, nella stragrande maggioranza dei libri di testo di storia occidentali. Una menzogna di stato. L’obiettivo dei bombardamenti nucleari fu ben altro. Al termine della seconda guerra mondiale le masse lavoratrici cinesi erano alla testa di un travolgente moto di liberazione che chiamava alla riscossa i popoli di tutto l’Oriente, dall’Indonesia alla Palestina. Un moto che poteva alimentare e collegarsi coi focolai di lotta di classe apertisi in Europa, soprattutto in Italia, in Jugoslavia, in Grecia, in Polonia... "Ecco con cosa dovrete fare i conti, se vi azzarderete a resistere alla nostra volontà", mandò a dire il nuovo boss del mondo capitalistico al popolo cinese, alle masse oppresse dell’Oriente, al proletariato internazionale: "col terrore nucleare." Hiroshima e Nagasaki furono un esperimento sul futuro che si avvicina.
Torna alla pagina dei links di politica internazionale http://digilander.iol.it/rivistaprolet/mondo.html I marxisti-leninisti contro il terrorismo yankee http://digilander.iol.it/rivistaprolet/terrorismo3.html
http://digilander.libero.it/rivistaprolet/terrorismo2.html
LA PROVOCATORIA PROPOSTA DEL SENATORE REPUBBLICANO JESSE HELMS Per ripicca alla posizione di Berlino sull´Iraq
NEW YORK
«Il Congresso dovrebbe considerare seriamente la possibilità di spostare le truppe americane fuori dalla Germania, e trasferirle nel territorio di un altro paese alleato membro della Nato, che appoggia davvero gli Stati Uniti». Questo è il suggerimento che aveva lanciato il senatore repubblicano Jesse Helms alla viglia del voto tedesco di ieri. Probabilmente è un'ipotesi che il governo americano non ha considerato neppure per un istante, ma dimostra bene il clima di tensione creato dall'opposizione di Schroeder alla guerra in Iraq, e soprattutto dalle dichiarazioni del ministro della Giustizia Herta Daeubler-Gmelin, che aveva paragonato il presidente Bush a Hitler. Helms è alla fine della sua carriera e lascerà il Parlamento l'anno prossimo. Fino al 2001, però, era stato il potentissimo capo della Commissione Esteri del Senato, da cui dipendevano tutte le conferme delle nomine degli ambasciatori e tutte le ratifiche dei trattati internazionali. Tanto per ricordare il suo peso, Helms è il politico che fece impazzire l'amministrazione Clinton, negando tra l'altro i finanziamenti dovuti all'Onu, fino a quando il Palazzo di Vetro non accettò di rivedere le percentuali di contribuzione americane. Nel partito repubblicano il senatore della North Carolina mantiene un'influenza piuttosto consistente e le sue opinioni riflettono quelle della base conservatrice, a cui si è sempre appoggiato Bush. Circa due terzi delle truppe americane in Europa si trovano sul territorio tedesco, e Washington non avrebbe molta convenienza a spostarle, anche se ora non devono più fronteggiare la minaccia sovietica. Ma le tensioni delle ultime settimane con la Germania spiegano anche l'attenzione con cui la Casa Bianca ha seguito il voto, che si era quasi trasformato in un referendum europeo sulla guerra in Iraq. Infatti Richard Perle, uno dei consiglieri di Bush più determinati a rovesciare Saddam, aveva abbandonato l'etichetta diplomatica durante la campagna elettorale, facendo questa previsione: «Quando cominceremo a discutere sul serio l'intervento in Iraq, Schroeder non sarà più il Cancelliere tedesco».
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