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[270bis a Lecce] - Contributi dal NW
by imc italy Friday, May. 13, 2005 at 2:53 PM mail:

post dedicato a raccogliere i contributi alla ftr

::270 270 bis ter quater e reati associativi

> contributi dal news wire:
- MANIFESTAZIONE A LECCE SABATO 21 MAGGIO
- LE FRONTIERE DELLA DEMOCRAZIA: IMMIGRATI UCCISI, RIBELLI IN CARCERE
- Lecce - «Fomentavano rivolte nel Cpt». 5 arresti
- Perquise in tutta Italia e arresti a Lecce
- Comunicato su arresti e repressione antianarchica
- Lecce, rassegna stampa su arresti e perquisizioni (Operazione Nottetempo)
- Blitz a Lecce, in manette tre uomini e due donne dell’area anarchica
- manifestazione "solidarietà agli anarchici arrestati a Lecce"
- [Volantino su arresti lecce] Ciò di cui hanno paura
- Proteste in Slovenia
- 19 GIUGNO GIORNATA INTERNAZIONALE DEL RIVOLUZIONARIO PRIGIONIERO
- UNIAMOCI PER LA LIBERAZIONE DEI COMPAGNI DI LECCE !

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:: leggi di piu' a proposito dei post dinamici ::

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Una proposta
by una proposta Friday, May. 13, 2005 at 3:24 PM mail:

Mi è capitato di riflettere sul livello repressivo raggiunto in questi anni.
Fino a pochi anni fa (il 2000 direi) e cioè fino all'esplosione del Movimento il livello di centrollo-repressione era relativamente basso.
Da dopo Genova abbiamo assistito ad un crescendo di iniziative poliziesco-giudiziarie un po' in tutta Italia.
Ogni città ha la sua specificità ed i suoi "casi celebri".
- Genova ha il processo ai 25 per devastazione e saccheggio. E' inoltre stata teatro della surreale (e tragica) vicenda dei quattro antifascisti milanesi arrestati per i famosi due schiaffi su un treno a dei nazi.
L'atteggiamento delle Forze dell'Ordine è molto aggressivo.
- Milano (e la Lombardia) ha uno strano tandem che vede affiancati feroci attacchi nazisti da un lato e repressione dall'altro.
Reati associativi (associazione a delinquere) per le lotte contro il videocontrollo e nel campo animalista.
Reati piuttosto pesanti per le azioni contro il grande commercio.
Senza dimenticare l'omicidio di Dax e l'agghiacciante vicenda del San Paolo.
- Il Nord-Est mette in campo un rapporto di forza più favorevole grazie alla relativa compattezza politica dei soggetti che operano sui quei territori.
Anche qui si è assistito però ad iniziative giudiziarie di un certo peso più la consueta dose di botte (Monselice 2003 in cima a tutto).
- A Bologna si è assistito ad ipotesi eversive sollevate per una semplice azione di autoriduzione in un cinema!
Particolare è il ruolo del neo-sindaco Cofferati con la sua linea "low and order": sgomberi e divieti.
- Roma è un caso particolare.
In città i rapporti di forza sono assolutamente favorevoli.
C'è un livello di agibilità politica (soprattutto nell'occupazione delle case a scopo abitativo) che nelle città del Nord non sarebbe assolutamente tollerato.
Le iniziative giudiziarie sono però molto pesanti.
Vedi: arresti per il 4 Ottobre 2003, reati associativi per le occupazioni di case, misure cautelari per le spese sociali il 6 Novembre 2004 e "tolleranza zero" contro gli studenti.
Aspetti che mettono parecchi brividi sono le Occupazioni Non Conformi ed il totale dominio dell'estrema-destra allo stadio.
- Napoli vede le iniziative per reati associativi cotro i disoccupati ed una linea sempre più aggressiva contro gli spazi occupati.
- Cosenza assiste all'assurdo processo per il "Teorema Fiordalisi" con 13 persone processate per reati da 20 anni di carcere.

Ci sono poi molti altri casi:
- Torino colpita dai progetti per le Olimpiadi e la relativa normalizzazione.
- Rovereto e Trento.
- Pisa con l'indagine sulle COR ed una politica molto dure contro gli spazi sociali.
- Livorno dove calcio e politica si incrociano e si va dalle perquisizioni al Godzilla alle 400 diffide contro la curva.
- Taranto con l'indagine per associazione sovversiva (passata nel dimenticatoio).
- Lecce.
E tanti altri casi...



PROPOSTA

Perché non fare un dossier?


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270 270 bis ter quater e reati associativi
by Luther Blissett Project Friday, May. 13, 2005 at 5:43 PM mail: reati_associativi-owner@inventati.org


“NEMICI DELLO STATO”
-Derive Approdi- (1999)

Legge Cossiga e altre nefandezze

Re: "Il mio popolo è felice! Come vedete, sorridono tutti. Se qualcuno non sorride, lo sbatto nelle segrete". Rivolto a un contadino sorridente: "Ehi, tu". Contadino sorridente: "Dite a me, maestà?". Re: "Portatelo nelle segrete!" (il contadino è subito trascinato via). Straniero sbigottito: "Altezza, non riesco a capire: quel contadino stava sorridendo". Re: "Già, ma adesso non sorride più. Preferisco prevenire il crimine piuttosto che attendere che venga commesso!". Sembrano "veline sceneggiate" di Cossiga ai suoi solerti subalterni. Oppure una realistica rappresentazione di Radio Alice di questo stato autorevolmente autorevole, dei suoi sospettosissimi e nervosi funzionari e delle loro dure lotte contro i cattivi pensieri della gente. Invece si trova nel settimanale, edito da Mondadori (n.1129, 17 luglio 1977) Topolino. Che sia l'ultima voce libera?
Giuliano Spazzali, Italiani, perché non dovremmo...?, "Lotta continua", 23/8/1977
Parlando di lotta al "terrorismo", è inevitabile soffermarsi sul mandato speciale conferito al generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Ma sarebbe difficile farne capire la portata e la gravità senza parlare dei servizi segreti e della loro riorganizzazione.
Come molte altre materie (carcere, interrogatorio di polizia, intercettazioni telefoniche...), anche l'organizzazione dei servizi di sicurezza conosce una "riforma" a cui segue di pochissimo una controriforma che ne contraddice, invalida o addirittura ribalta gli enunciati. In realtà si dovrebbe parlare di una contemporaneità dei due processi, quindi di un'unica "controriforma" nell'accezione suggerita da Italo Mereu, cioè stante a indicare
non... "chi è contrario a una riforma", ma... "chi vuol cambiare molto perché tutto resti come prima" ...chi vuol dare, cioè, una veste diversa (o anche nuova) a parte della istituzione, ma lasciarne intatta la struttura portante [...] normativa rinnegante. Intendiamo con questo sintagma quel metodo mediante il quale il legislatore pone nello stesso contesto normativo (o in testi diversi) due principi fra loro opposti e contrastanti, lasciando a chi detiene il potere la possibilità di valersi dell'uno e dell'altro. È l'incertezza giuridica ridotta in forma di legge; è l'arbitrio codificato e reso legale. (Italo Mereu, Storia dell'intolleranza in Europa, Bompiani, IIIa ediz., Milano 1995, p.5)
Dopo Piazza Fontana, da più parti si denuncia la strategia della tensione e si scoprono i mille e mille casi di "deviazione" di Sifar e Sid da quella che era teoricamente la loro sfera di competenza, cioè il controspionaggio militare: complicità nelle stragi e nei tentativi di golpe, spionaggio anti-operaio, rapporti organici con mafia e trafficanti d'armi, ratfucking a favore dei partiti governativi etc. Più tardi si scopriranno le collusioni con la P2, Stay Behind etc.
Ovviamente i servizi segreti, lungi dall'essere "deviati", hanno sempre fatto ciò per cui li si è istituiti: spiare e provocare i dissenzienti, svolgendo mansioni di polizia politica occulta. Ma tant'è: con la legge n.801 del 24/10/1977 si disciplina ex novo l'intera materia dei servizi di sicurezza e del segreto di stato. Può far sorridere descrivere quella "riforma" dei servizi oggi che sappiamo dei vari Gelli, Sindona, Pazienza, Broccoletti, Malpica, stragi, Falange Armata, Uno bianca, fondi neri, giallo dell'Olgiata. Ma non si tratta solo del senno di poi: bastava quello di prima.
In sostanza, al vecchio Sid subentrano tre nuovi organismi dipendenti da un comitato interministeriale presso la presidenza del consiglio: si tratta del Sismi (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare), del Sisde (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica) e del Cesis (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza).
Il terzo coordinerà i rapporti tra i primi due e con la presidenza del consiglio. La presidenza del consiglio dovrà rendere conto al parlamento dell'attività dei servizi, tramite un rapporto semestrale. A sua volta, il parlamento nominerà un comitato di controllo ("costituito da quattro deputati e quattro senatori nominati dai presidenti dei due rami del parlamento sulla base del criterio di proporzionalità"). Il comitato parlamentare potrà formulare proposte e chiedere al governo informazioni sulle attività dei servizi; a tali richieste il governo potrà opporre il segreto di stato, "con sintetica motivazione". Se il comitato riterrà infondata tale motivazione, lo riferirà alle camere, che comunque non potranno obbligare il governo a passare le informazioni richieste. Inoltre, "i componenti del Comitato parlamentare sono vincolati al segreto relativamente alle informazioni acquisite e alle proposte e ai rilievi formulati [...] Gli atti del comitato sono coperti dal segreto".
Si vede bene, dipanando la trama di questa pochade, che i servizi non vengono sottoposti ad alcun reale controllo: ammesso e non concesso che il parlamento conti qualcosa, i citati "criteri di proporzionalità" escludono dal comitato di controllo le forze politiche minori (ergo l'opposizione di estrema sinistra, proprio quella che più avrebbe da temere dall'attività dei servizi). Inoltre, il comitato non ha accesso ad altre informazioni che non siano quelle fornitegli dal governo, che non spartisce con nessuno il proprio potere sui servizi di sicurezza. Dulcis in fundo, la legge 801 non prevede nemmeno che il comitato sia informato degli stanziamenti di bilancio. Non c'è che dire, i cittadini sono davvero garantiti, praticamente in una botte di ferro!
Per quanto riguarda il segreto di stato, la 801 lo prevede per tutti "gli atti, i documenti, le notizie, le attività e ogni altra cosa la cui diffusione sia idonea a recar danno alla integrità dello stato democratico... alla difesa delle istituzioni... alla preparazione e alla difesa militare dello stato". I pubblici ufficiali, i pubblici impiegati e gli incaricati del pubblico servizio "hanno l'obbligo di astenersi dal deporre su quanto coperto dal segreto di stato". Ricordiamo che il segreto di stato ha già coperto alcune delle più gravi vicende della storia italiana, come lo scandalo Sifar, la strage di Piazza Fontana, il golpe Borghese etc.
Il 31/1/1978 il ministro dell'interno Cossiga (che si dimetterà dopo il ritrovamento del cadavere di Moro) emana un decreto col quale istituisce l'Ucigos (Ufficio centrale per le investigazioni generali e le operazioni speciali), a cui compete la raccolta di informazioni "necessarie per il ristabilimento dell'ordine pubblico", per la prevenzione dei reati di terrorismo e contro la sicurezza dello stato, per le esigenze operative del ministero dell'interno e delle prefetture. La motivazione è che Sismi e Sisde non saranno operativi prima di qualche anno, mentre la lotta al terrorismo necessita di interventi immediati. Sospendiamo per un attimo il giudizio e arriviamo finalmente a Dalla Chiesa, che nel frattempo è diventato il responsabile del circuito delle carceri speciali (cfr. prossimo capitolo).
Il 30/8/1978 il nuovo ministro dell'interno Virginio Rognoni (Dc) emana un decreto segreto. Per un anno, nonostante le molte richieste, il testo non verrà comunicato al parlamento, né pubblicato sulla "Gazzetta ufficiale", né tantomeno trasmesso ai media. Perché tanta riservatezza? Qual è il suo contenuto? Eccolo:
Considerata la necessità di rendere più incisiva la lotta al terrorismo eversivo... il Generale di divisione dell'Arma dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa - fermo restando l'incarico conferitogli [...] concernente il coordinamente del servizio di sicurezza degli istituti penitenziari - è posto a disposizione del Ministro dell'Interno, per la durata di un anno a decorrere dal 10 settembre 1978, per l'espletamento, ai fini della lotta contro il terrorismo, delle funzioni di coordinamento e di cooperazione di cui alle premesse, limitatamente alle attività degli operatori di polizia appositamente prescelti dal Ministro suddetto su proposta delle Amministrazioni interessate [...]
Con quest'ennesimo "decreto anti-terrorismo" e con l'istituzione dell'Ucigos si rendono inefficaci le pochissime garanzie contenute nella riforma dei servizi. Quest'ultima, all'art.10, stabiliva che "nessuna attività comunque idonea per l'informazione e la sicurezza può essere svolta al di fuori degli strumenti della modalità, delle competenze e dei fini previsti dalla presente legge", ma lo stato fa di tutto per mantenere una zona franca al di fuori della legge, nella quale possano proseguire, indisturbatissime, le vecchie pratiche. È il trionfo della normativa rinnegante, e se ne vedranno le conseguenze.
Intanto, Dalla Chiesa diventa una sorta di "regio commissario", di supremo super-poliziotto a cui tutte le forze dell'ordine devono prestare la massima collaborazione. Il testo del "decreto occulto" verrà reso noto solo nell'agosto 1979, e il mandato speciale a Dalla Chiesa sarà prorogato di un altro anno.
Veniamo ora alla cosiddetta "legge Cossiga" del febbraio 1980, e descriviamola con le parole di Amnesty International:
...Amnesty International ritiene preoccupante che il 15 dicembre 1979 il governo abbia emanato un nuovo decreto-legge sulle "misure urgenti per la protezione dell'ordine democratico e per la pubblica sicurezza". Con poche modifiche, il decreto-legge è stato approvato dalla Camera dei Deputati e dal Senato, ed è divenuto la legge n.15 del 6 febbraio 1980.
Sono di particolare interesse quattro articoli: l'art.3 introduce un nuovo reato, la "associazione a fini di terrorismo e distruzione dell'ordine democratico", che diventa l'art. 270bis del Codice Penale e prevede condanne sostanziali, dai quattro agli otto anni per chi partecipi ad atti di terrorismo e dai sette ai quindici anni per chi li organizzi. Questo in aggiunta alle condanne previste dall'art.270, associazione sovversiva.
L'art. 6 è una norma straordinaria, che rimarrà in vigore per un anno. Esso autorizza il fermo di polizia di individui sospettati di essere in procinto di commettere il reato di cui al summenzionato art.305 o all'art.416 del Codice Penale. Il fermato può essere perquisito e trattenuto in una stazione di polizia per 48 ore; il Procuratore del"La Repubblica" deve esserne immediatamente informato, e ci sono altre 48 ore a disposizione per giustificare il fermo.
L'art.9 estende i poteri di perquisizione, e la permette per causa d'urgenza anche senza il mandato del magistrato competente. Il Procuratore della Repubblica dev'esserne informato senza ritardi.
L'art.10, in casi riguardanti il terrorismo, estende di un terzo il periodo massimo di carcerazione preventiva ad ogni fase di giudizio. Questo significa che la procedura può, nei casi più estremi, avere una durata legale di 10 anni e otto mesi.
È parere di Amnesty International che queste nuove misure, pur legali di per sé, rappresentino una diminuzione dei diritti dei cittadini, soprattutto perché la legislazione già vigente dava poteri sufficientemente ampi alla polizia e alla magistratura. Oggi sono permessi ulteriori ritardi per il rinvio a giudizio in un paese già ben noto per i suoi lunghi processi. Ciò rappresenta anche una notevole riduzione del valore del diritto, previsto nell'art.25, di appelli individuali contro la violazione della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Tali appelli sono ammessi solo qualora siano risultate vane tutte le garanzie nazionali. (Amnesty International Report 1980, pp.279-281, traduzione nostra)
La Legge Cossiga rappresenta l'ulteriore incrudelimento repressivo, in un quadro politico-giudiziario già devastato. Sull'introduzione temporanea del fermo di polizia, ecco la spiegazione dell'allora ministro degli interni Virginio Rognoni (Dc):
Le forze dell'ordine la richiedevano e un'attenzione particolare per coloro che erano più esposti era assolutamente dovuta. Inoltre era difficile trascurare anche uno solo dei tanti mezzi di lotta che potevano apparire efficaci [...] una lettura, corretta e prudente insieme, di quella stagione politica portava a riconoscere come tendenza di fondo che la solidarietà e il bisogno di sicurezza erano prevalenti ad ogni altra domanda. Io non mi stancavo di ripetere ad ogni occasione che le libertà e le garanzie dell'individuo erano fuori discussione, ma che era necessaria una forte autodisciplina [...] Erano tempi in cui... non si doveva vedere, in occasione di atti terroristici, il cittadino come vessato da controlli di polizia, ma il cittadino pronto a collaborare con la polizia per un preminente dovere di solidarietà. (V. Rognoni, Intervista sul terrorismo, Laterza, Bari 1988, pp.77-78)
La legge Cossiga introduce anche sconti di pena per i "terroristi" che scelgano di collaborare con la giustizia. È la prima legge speciale sul pentitismo a inserirsi nell'ordinamento giuridico italiano, producendo uno sconcertante effetto-domino.
Ma soprattutto, la Legge Cossiga completa e corona la legislazione d'emergenza con un elemento di tautologica, spettacolare perversione: come vent'anni dopo, nella società del digitale, si creeranno reati ex novo aggiungendo a quelli già esistenti l'attributo "telematico", così l'art. 270bis del Codice Penale - tramite l'aggiunta del sostantivo "terrorismo" - crea un reato che, a rigore, sarebbe già previsto dal 270:
Art.270 del Codice Penale (Associazioni sovversive):
Chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni dirette a stabilire violentemente la dittatura di una classe sociale sulle altre, ovvero a sopprimere violentemente una classe sociale o, comunque, a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici o sociali costituiti nello Stato, è punito con la reclusione da cinque a dodici anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni aventi per fine la soppressione violenta di ogni ordinamento politico e giuridico della società.
Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da uno a tre anni.
Le pene sono aumentate per coloro che ricostituiscono, anche sotto falso nome o forma simulata, le associazioni predette, delle quali sia stato ordinato lo scioglimento.
Art.270bis (Associazioni con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico):
Chiunque promuove, costituisce, organizza e dirige associazioni che si propongono il compimento di atti di violenza con fini di eversione dell'ordine democratico è punito con la reclusione da 7 a 15 anni.
Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da quattro o otto anni.
L'evidente scopo di tale inserimento è la guerra psicologica totale attraverso la spettacolarizzazione del reato associativo: si addita il nemico pubblico, si scatena l'allarmismo e si estende il controllo sociale su chiunque rifiuti l'ideologia dominante.
Si tratta della puntuale traduzione legislativa di un ragionamento esposto nella cosiddetta "Carta di Cadenabbia". A Cadenabbia (CO) si è da poco svolto un convegno dei magistrati titolari delle principali inchieste sul terrorismo. Nel loro documento finale c'è un paragrafo intitolato "Tentativo di definizione giuridica della fattispecie terroristica":
[il fine terroristico] è al di là dello scopo immediatamente perseguito dall'agente (omicidio, danneggiamento, ecc.); è un fine ulteriore rispetto ad esso, consistente, appunto, nello stabilimento del terrore presso individui, gruppi o la collettività medesima ed a sua volta è strumentale rispetto al fine ultimo (costituito dall'auspicata realizzazione di determinati programmi politici, sociali, ecc.). Si è così ritenuto di poter inquadrare gli atti di terrorismo nella categoria dei reati a forma libera, caratterizzati da uno specifico dolo [...] che offre l'elemento unificatore e l'essenza dei delitti terroristici. (cit. in: R. Canosa - A. Santosuosso, "Il processo politico in Italia", Critica del Diritto n.23-24, Nuove Edizioni Operaie, Roma, ottobre 1981 - marzo 1982, p.17)
Insomma, gli atti concreti non sono importanti, ciò che conta è individuare il fine ultimo, quindi stabilire nessi logici, interpretare la personalità e le convinzioni delle persone sospette, sì da rinvenire la "fattispecie terroristica". Poiché la già citata legge n.534 dell'8/8/77 permette di stralciare anche i reati collegati tra loro, diviene possibile costruire un'accusa prescindendo totalmente dagli atti concreti, che tanto verranno giudicati in altri processi (forse), e concentrandosi solamente sul reato associativo, che spesso è solo l'ingigantimento di un presunto reato d'opinione[1].
Pochi mesi prima della legge Cossiga, i giudici dello "spezzone romano" dell'inchiesta 7 Aprile hanno dichiarato al "Corriere della sera", 27/5/1979 (corsivo nostro):
Stiamo cercando di ricostruire il percorso ideologico che ha portato l'imputato a commettere i gravissimi reati di cui è accusato... L'imputato non si è ancora reso conto di questo e continua ad attendersi che gli venga contestato un fatto preciso.
"Caccia alle streghe" e "inquisizione" sono forse espressioni abusate e sclerotizzate, ma è innegabile che con l'emergenza si sia tornati al Sant'Uffizio (cfr. cap.4).
Un altro grave elemento di anticostituzionalità della legge Cossiga è il suo imporsi come retroattiva, in contrasto con la Costituzione (art.25, comma 2: "Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso"). Difatti, l'art.11 della legge ordina di applicare le nuove norme sul carcere preventivo "anche ai procedimenti in corso alla data dell'entrata in vigore del presente decreto".

Grazie al pacchetto delle leggi anti-terrorismo e al "capolavoro" che le implementa, i reati associativi diventano le pietre angolari di tutto l'edificio repressivo italiano. Non è un caso che si tratti dei reati che porrebbero più problemi di costituzionalità, dal momento che all'art.27, comma 1, la Costituzione recita: "La responsabilità penale è personale.".
Tra l'altro, nel campo del reato associativo è quasi impossibile stabilire la responsabilità di qualcuno sulla base di una normale indagine di polizia giudiziaria, senza, cioè, l'intervento dei "pentiti": costoro rappresentano quasi sempre l'unico strumento che hanno in mano gli inquirenti per poter provare la colpevolezza dell 'indagato. Da qui l'importanza che viene data alle loro deposizioni, anche quando queste non siano corroborate da nessuna prova e siano palesemente calunniose. La pentitocrazia che invaliderà le innovazioni del nuovo codice di procedura penale (parità tra accusa e difesa, terzietà del giudice, primato del dibattimento sull'istruttoria, etc.) si afferma grazie al peso che viene dato al reato associativo.
In teoria l'associazione sovversiva è un reato "a consumazione anticipata", da punire in itinere, prima cioè che il bene venga effettivamente danneggiato. Le "associazioni sovversive" sono caratterizzate dalla volontà degli associati di un effettivo uso della violenza e di una turbativa dell'ordine costituzionale. Sono quindi illecite già nello stadio della programmazione dei reati, anche se non si è nemmeno tentato di compierli. La "soglia di punibilità" retrocede sulla base di "ipotesi criminose aperte" o addirittura libere. Con l'aggravante della "finalità di terrorismo", tali ipotesi vengono ulteriormente espanse, fino all'arbitrio assoluto degli inquirenti e dei giudici, autorizzati dal potere politico a fare come credono, e a retrocedere la soglia di punibilità alla manifestazione del pensiero e addirittura al pensiero stesso.
L'unico modo per stabilire se propositi antagonisti anche parzialmente espressi siano in realtà atti preparatori alla consumazione di un reato è ampliare a dismisura l'area dell'analisi, ricostruire ad usum accusae il contesto storico in cui quelle opinioni sono state espresse. "Chiari" indizi di antidemocraticità e di ribellione alla Costituzione saranno, ad esempio, il rifiuto della politica istituzionale e delle tradizionali rappresentanze sindacali; per dirla con Antonio Bevere:
Da una giustizia mirante all'accertamento della lesione di un bene si può passare a quella mirante all'accertamento della violazione di un dovere politico di fedeltà [...] Un altro degli effetti è [l']ampliamento dell'area della rilevanza penale di comportamenti in sé leciti. Tale rilevanza viene attribuita a causa del valore sintomatico in essi individuato dal giudice [...] E' proprio lo stato d'animo, il pensiero nascosto e non espresso, la interna disobbedienza che divengono oggetto di indagine, in quanto è all'accertamento di essi che il giudice tende a risalire Ecco che in processi di questi ultimi anni sono sottoposti al vaglio del giudice penale comportamenti quali la creazione di un collettivo di lavoratori contrapposto al sindacato, l'organizzazione dei seminari autogestiti, la collaborazione, mediante un articolo dal contenuto lecito, a un periodico riconducibile ad una struttura associativa ritenuta illecita; l'intervento in un'assemblea universitaria, e, in genere, rapporti interpersonali manifestatisi attraverso scambi di documenti politici, lettere, telefonate, ecc., tutti dal contenuto penalmente irrilevante. (A. Bevere, "Processo penale e delitto politico, ovvero della moltiplicazione e dell'anticipazione delle pene", in Critica del diritto n.29-30, Sapere 2000, aprile-settembre 1983, pp.62-69)
Il reato associativo è un reato d'opinione all'ennesima potenza, un reato a consumazione virtuale.
Ciò porta alla "lievitazione" dei capi d'accusa: da fatti specifici attribuiti a singole persone si risale, per induzione, a una presunta struttura organizzativa; chiunque abbia avuto rapporto politici con gli inquisiti di partenza viene inserito in tale struttura, e considerato colpevole di qualunque reato ad essa attribuito, in concorso con tutti gli altri inquisiti. Di più: ciascun imputato viene collocato ai vertici dell'ipotetica Organizzazione, descritto come un capo, un "leader storico", un "mandante" (cfr. il "Teorema Calogero", cap.6). Non esistono più i cosiddetti "reati intermedi" come il favoreggiamento: si verifica una traslazione della responsabilità, la spirale accusatoria porta in galera sempre più "capi" (la cui "pericolosità" è il pretesto per una lunga carcerazione preventiva) e l'O. - come i ragazzi della via Paal - diventa una banda armata di soli generali e al massimo un sottufficiale, il povero Nemecsek. L'O. è ormai una cellula cancerosa, produce una metastasi di mandati di cattura, requisitorie, sentenze-ordinanze, ma soprattutto di falsi scoop e veline.
Tutto questo è indiscutibilmente anti-costituzionale, ma in questi anni la Corte costituzionale sospende il proprio sindacato di legittimità sulle leggi anti-terrorismo, emettendo sentenze come quella n.15/1982, in cui si parla della "necessità di tutelare l'ordine democratico" e si dice che "vista la situazione d'emergenza", "il governo e il parlamento hanno il dovere indeclinabile di adottare un'apposita legislazione" e il diritto "di non ritenersi strettamente vincolati alla Costituzione".

NOTE
1. Nel 1981 il giudice istruttore Palombarini, che durante l'inchiesta 7 Aprile fu il bastone garantista tra le ruote del Pm Calogero (e per questo fu quasi accusato di "fiancheggiare" i "terroristi"), dedicò all'art. 270 ben 69 pagine della sentenza-ordinanza che, ridimensionando le ipotesi accusatorie, fece saltare il Teorema Calogero (cfr. cap. 6). Riassumiamo qui le sue argomentazioni:
L'art.270 c.p. non è incostituzionale, a condizione che esso venga applicato solo per la repressione di quelle associazioni che "si organizzano concretamente per mutare l'ordinamento costituito con mezzi violenti", quelle "la cui organizzazione sia sintomatica della volontà degli associati di un uso effettivo della violenza". Illecita non è l'associazione che si limiti alla propaganda, alla "predisposizione programmatica di tutte le iniziative ritenute funzionali alla futura rottura rivoluzionaria", bensì quella che ha come fine "immediato" la guerra civile, l'insurrezione o altri reati.
Elemento essenziale dell'associazione sovversiva è la stabilità del vincolo associativo, che la distingue dal semplice accordo; è necessario cioè che ci sia un'organizzazione "che in qualche misura corrisponda - per i mezzi predisposti, per la distribuzione dei compiti tra i singoli, e più in generale in termini di idoneità rispetto allo scopo - ai fini che si vogliono raggiungere". L'intenzione sovversiva non assume livello penale senza una organizzazione consistente, quanto a numero di militanti ed estensione territoriale. Essenziale è inoltre la "violenza", intesa come "ogni forma illecita di estrinsecazione di una energia fisica contro cose o persone"; occorre che l'organizzazione non si limiti alla propaganda, ma "miri a realizzazioni pratiche di un programma di azione violenta." (P. Petta, "I reati associativi e i giudici del '7 aprile", in Critica del Diritto n.23-24, cit., pp. 108-109)
Se non sussistono tali caratteristiche, concludiamo noi, ci troviamo di fronte alla persecuzione delle opinioni, e il ricorso all'art.270 dice molto di più sul progetto politico degli inquirenti che su quello dei presunti imputati.

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Campagna 270 - Resoconto della terza riunione nazionale del Comitato Promotore
by Il Comitato Promotore della Friday, May. 13, 2005 at 5:59 PM mail:


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Terza Riunione Nazionale del Comitato Promotore

Domenica 17 aprile al CPA di Firenze si è svolta la terza riunione nazionale
del Comitato Promotore della "Campagna contro l'art 270 e i reati
associativi", aperta a tutti/e gli/le interessati/e allo sviluppo delle
iniziative della Campagna.
Erano presenti compagne/i di Firenze, Milano, Trento, Cuneo, Perugia, Parma,
Roma, Viareggio e Versilia, Massa, Bologna, Ferrara e provincia (non hanno
invece potuto partecipare da Novara, Bergamo, Sardegna, Torino), che hanno
relazionato sulle attività svolte. Complessivamente sono state organizzate
ancora molteplici iniziative nei propri territori, oltre alla presenza in
varie occasioni nazionali (con un volantone del comitato alla demo del 19
marzo a Roma contro la guerra, e alla ricca e benriuscita iniziativa di
Torino a cui il Comitato era stato invitato - vedi
http://www.inventati.org/reati_associativi/news/03_04.html). Sono anche
programmate o in programmazione altre iniziative di propaganda, numerose
trasmissioni radiofoniche, e varie iniziative di finanziamento della
campagna (quelle già fatte hanno già consentito di costituire un parziale
fondo cassa).
In varie situazioni si è formalizzato un comitato cittadino, in altre si sta
lavorando per formalizzarlo, o per formalizzarne di regionali ecc.., altre
ancora hanno invece valutato vi siano migliori opportunità di lavoro senza
formalizzare un comitato vero e proprio.
In generale si allarga l'interesse riscontrato dalla campagna (anche per i
ripetuti eventi repressivi che hanno recentemente colpito le più svariate
situazioni di lotta), ed è opinione diffusa che, con l'aumento della
visibilità, cominci a diventare un punto di riferimento conosciuto e
apprezzato sulla questione. Ovviamente c'è comunque l'esigenza di sviluppare
ancora il lavoro e in particolare di consolidarlo sia dove esistono già
comitati locali (ampliandone la partecipazione e coinvolgendo altri
soggetti), sia in quelle zone dove invece ancora l'attività non è partita.
Si è deciso, in questo senso, di accogliere l'invito di alcune realtà sarde
molto interessate e disponibili alla campagna, ad un'iniziativa in Sardegna
il 25 aprile, garantendo la presenza di almeno un paio di compagni.
I compagni di Milano, Cuneo, Novara hanno ipotizzato la fattibilità di un
incontro decentrato col comitato promotore nel nordovest (ad esempio a
Torino), utile nell'area allo sviluppo della campagna.
Parimenti si è deciso di avviare una verifica di fattibilità di un incontro
nel Sud Italia, dato l'interesse manifestato da molte situazioni che però
hanno serie difficoltà a raggiungere le riunioni nazionali..

Si è dato conto di alcune vicende repressive, in particolare l'inchiesta per
reati associativi che ha colpito compagni di Foggia, Trieste e Parma,
preparata abilmente da alcuni mass media, e dell'inchiesta, sempre
caratterizzata dalla "finalità eversiva", contro una fantomatica
associazione "S.Precario" per un'autoriduzione a un cinema.
Si è distribuito inoltre l'intervento che il compagno Paolo Dorigo ha fatto
pervenire per i lavori della riunione.
Si è deciso di fare un comunicato come Comitato promotore sulle recenti
vicende repressive livornesi legate alla repressione allo stadio, e di
portare la nostra presenza e materiali al convegno che il Movimento di
Resistenza Ultras terrà a Venezia fra un paio di settimane.
E sempre come Comitato di prendere posizione sul dibattito che aleggia
riguardo alla questione "amnistia", facendo un comunicato sulla situazione
del carcere di Rebibbia e prendendo in considerazione la proposta che ci è
stata riportata di un presidio al carcere di Sulmona.
Si segnala che sarà disponibile a breve la sbobinatura dell'assemblea del 18
marzo a Viareggio con l'avv Vainer Burani, e che è parimenti disponibile una
mostra sulla tortura nel mondo. Appena possibile, tutte le indicazioni
saranno messe sul sito.

Sul piano "interno", si è discusso dell'opportunità di procedere con le
ulteriori tappe previste della campagna, come la trasformazione del Comitato
Promotore in Coordinamento dei comitati locali, valutando però prematuro il
passaggio, visto che la costruzione dei comitati è in una fase ancora molto
espansiva. Altra questione emersa è il lungo tempo richiesto da alcuni
aspetti del lavoro, quali ad esempio la definizione di una "rete" di
avvocati, su cui si sta procedendo bene (vari avvocati stanno cominciando a
dare la disponibilità a seguire alcuni aspetti della campagna) ma che di
fatto è ancora in una fase iniziale.
E' stato comunque riaffermato un principio: sarà fondamentale saper
modificare l'assetto della campagna appena risulti utile, senza
fossilizzarsi su strutture che possano correre il rischio di non
rappresentare più appieno le esigenze della campagna stessa, e legando
quindi questa valutazione anche al moltiplicarsi o meno dei contatti e delle
possibilità di lavoro.
Si è infine valutato di tradurre in inglese alcuni dei principali materiali
della campagna per agevolare contatti con situazioni internazionali che
possono fornire esperienze utili per il nostro lavoro.

Nel pomeriggio si sono riuniti i due gruppi di lavoro: A) - Gruppo
Iniziative e Propaganda B) - Gruppo "Legale" e Mappatura

A) - Gruppo Iniziative e Propaganda:
Si sono definiti i dettagli delle cose decise in mattinata.
Si è fatto il punto sul kit di materiali per la campagna; sono pronti vari
materiali analitici, i materiali di corollario (volantini, locandine
comunicati ecc) e la mostra. Fra una decina di giorni e dopo le ultime
correzioni il kit sarà disponibile in formato cartaceo e Web.
Si è deciso di tenere a parte una raccolta dei resoconti delle varie
riunioni della Campagna, in modo che chi lo vuole si può fare un'idea del
percorso avuto finora.
Si è anche deciso di fare un "minikit" a scopo più divulgativo, con
all'interno esclusivamente la proposta della campagna e un paio di materiali
che illustrino la problematica.
Inoltre si è lanciata l'idea di fare un materiale che documenti come vengono
costruite le inchieste montatura, con attenzione soprattutto all'uso dei
media per questo scopo.
Si è discusso sulle giornate del 18 e 19 giugno, in cui a Firenze si faranno
2 giorni di iniziative sulle tematiche della Campagna. La due giorni
dovrebbe essere strutturata con un'iniziativa nella mattinata di sabato 18
giugno in solidarietà coi due compagni turchi incarcerati in italia dal 1°
aprile 2004 (grazie al nuovo 270 bis); nel pomeriggio concerti, gastronomia
e info al CPA; La domenica assemblea nazionale della Campagna, sempre al
CPA, con l'obiettivo di fare un bilancio dello stato dei lavori nella
prospettiva dello sviluppo e dell'allargamento delle attività.
Si fa appello anche agli avvocati per la partecipazione all'assemblea.
Si verificherà anche la possibilità di far intervenire compagne/i di realtà
internazionali, come ad esempio i turchi.
Si è decisa la produzione di adesivi e magliette col simbolo della campagna
e l'indirizzo del sito.


B) - Gruppo "Legale" e Mappatura

Per quanto riguarda la mappatura delle inchieste sono stati avviati i
contatti, è inziata la distribuzione dei moduli e, anche se probabilmente
non sarà possibile rispettare a pieno i tempi (gli avvocati sono sempre
incasinatissimi!), si mantiene l'obiettivo di raccogliere i moduli compilati
per metà maggio, in modo da poter cominciare il lavoro di elaborazione.
E' proseguita la discussione sul testo del manuale di difesa legale ed è
stato individuato un avvocato di riferimento che verifica in dettaglio la
parte "tecnica", che andrà poi completata con una visione politica delle
questioni affrontate.
Intanto è arrivato per il manuale un grosso contributo da alcuni compagni di
Milano che già stavano lavorando ad un analogo progetto e che hanno deciso
di girarci il lavoro fin qui fatto (e per questo li ringraziamo
moltissimo!).
L'obiettivo è di aver pronto il manuale prima dell'estate e possibilmente
entro la "due giorni" del 18-19 giugno.

Dopo le brevi relazioni dei due gruppi di lavoro, la riunione plenaria si è
conclusa fissando il prossimo appuntamento per:

- - - - - - - - - - - - - - - - -
domenica 22 maggio '05 alle 10,30
presso il C.P.A. di Firenze Sud:
Riunione del Comitato Promotore
- - - - - - - - - - - - - - - - -

mentre il gruppo di lavoro "legale" si è dato appuntamento sempre al CPA
anche sabato 21 maggio - ore 14,00.


Buon lavoro a tutte/i!!!

Il Comitato Promotore della
"Campagna Nazionale contro l'art. 270 e contro tutti i reati associativi"

Firenze, 17 aprile 2005

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PRESIDIO DOMANI A LECCE
by I compagni anarchici di Lecce Friday, May. 13, 2005 at 9:12 PM mail:


In seguito all'operazione nottetempo numerosi sono stati i cittadini riunitisi spontaneamente oggi 13.05.05, per manifestare solidarietà ai 5 ragazzi arrestati e sdegno per le accuse loro rivolte, in quanto implicati in una lotta le cui motivazioni sono state riconosciute contro don Cesare Lodeserto.

A PRESCINDERE DALLA VERIDICITA' DELLE ACCUSE LA LOTTA NON SI ARRESTA, CONTINUA!

E previsto per domani mattina un presidio a porta Napoli (Lecce) per le ore 10.30.
Per quanti vogliano aiutare ragazzi a sostenere le spese legali:
il numero di Conto Corrente Postale è: 56391345 intestato a Marina Ferrari

Per avere ulteriori info chiamare il numero: 320 4469633

I compagni anarchici di Lecce

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[Volantino su arresti lecce] Ciò di cui hanno paura
by dat Friday, May. 13, 2005 at 10:01 PM mail:

[Volantino su arresti lecce] Ciò di cui hanno paura
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/790899.php

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PRESIDIO DOMANI A LECCE
by dat Friday, May. 13, 2005 at 10:02 PM mail:

PRESIDIO DOMANI A LECCE
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/790882.php

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manifestazione "solidarietà agli anarchici arrestati a Lecce"
by dat Friday, May. 13, 2005 at 10:03 PM mail:

manifestazione "solidarietà agli anarchici arrestati a Lecce"
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/790858.php

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Blitz a Lecce, in manette tre uomini e due donne dell’area anarchica
by brr Friday, May. 13, 2005 at 10:05 PM mail:

Blitz a Lecce, in manette tre uomini e due donne dell’area anarchica
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/790758.php

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Lecce, rassegna stampa su arresti e perquisizioni (Operazione Nottetempo)
by dat Friday, May. 13, 2005 at 10:07 PM mail:

Lecce, rassegna stampa su arresti e perquisizioni (Operazione Nottetempo)
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/790665.php

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Solidarietà anarchica agli arrestati di Lecce
by dasgyi Saturday, May. 14, 2005 at 4:25 PM mail:

Solidarietà anarchica agli arrestati di Lecce
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/791159.php

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Comunicato su arresti e repressione antianarchica
by Comm.ne Antirazzista della FAI Saturday, May. 14, 2005 at 4:58 PM mail:

Comunicato su arresti e repressione antianarchica
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/791095.php

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Perquise in tutta Italia e arresti a Lecce
by FucoAiCPT Saturday, May. 14, 2005 at 5:06 PM mail:

Perquise in tutta Italia e arresti a Lecce
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/791037.php

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Lecce - «Fomentavano rivolte nel Cpt». 5 arresti
by dal manifesto Saturday, May. 14, 2005 at 5:34 PM mail:

Lecce - «Fomentavano rivolte nel Cpt». 5 arresti
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/791025.php

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solidarietà ai compagni di Lecce
by Comitato di Viterbo Saturday, May. 14, 2005 at 6:41 PM mail: saintjust@aruba.it

L'ennesimo attacco repressivo scatenato dai servi dello Stato democratico ha portato in galera 5 compagni di Lecce, rei di lottare contro questo sistema criminale, che si fonda sulla repressione, sulla guerra e sull'attacco alle condizioni di vita dei proletari. Nello specifico si arrestano compagni che da anni lottano contro i lager in cui sono rinchiusi gli immigrati di cui questo Stato si vuole liberare con le espulsioni.
L'accusa è la solita: 270bis, la stessa che vede 3 compagni in galera da 10 mesi, e decine di compagni indagati in tutta Italia. Riguardo alle accuse specifiche mosse ai compagni diciamo solo questo: noi non valutiamo i compagni col codice penale di questo Stato, per cui rivendichiamo la più completa solidarietà nei loro confronti, consci che se anche le accuse loro rivolte fossero vere, non potremmo che ritenerci loro complici, in quanto quelle lotte per la libertà e la giustizia sono anche le nostre lotte.
Libertà per i compagni di Lecce
Libertà per tutti

Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo

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non siete soli
by a.z.a. Saturday, May. 14, 2005 at 6:59 PM mail:

l'impero colpisce ancora,mandando in galera chi cerca di mettere in luce il vero volto di quello che viene fatto passare come esempio di democrazia(vedi cpt),o come modello di massimo sviluppo e produttività(vedi multinazionali).e lo fa attraverso la repressione,inserendo nella società lo spauracchio del terrorismo.ma ciò non servirà a spaventare ne a fermare la lotta.
solidarietà ai ragazzi del capolinea,non siete soli,saremo sempre di più.

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LE FRONTIERE DELLA DEMOCRAZIA: IMMIGRATI UCCISI, RIBELLI IN CARCERE
by anarchici Sunday, May. 15, 2005 at 10:24 AM mail: xxx

LE FRONTIERE DELLA DEMOCRAZIA:
IMMIGRATI UCCISI, RIBELLI IN CARCERE
Giovedì 12 maggio, cinque anarchici leccesi sono stati arrestati nel quadro dell’ennesima inchiesta per “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” (270 bis), in base alla quale sono stati perquisiti case e spazi anarchici in mezza Italia. Il Capolinea occupato di Lecce è stato chiuso e sottoposto a sequestro giudiziario. Conosciuti per la loro opposizione costante e senza compromessi a quei lager che la lingua di Stato chiama “centri di permanenza temporanea”, questi compagni stavano dando troppo fastidio. Ora che le brutalità del CPT di Lecce sono emerse in modo talmente evidente che il suo direttore, don Cesare Lodeserto, è stato arrestato con l’accusa di violenza privata e sequestro di persona; ora che diversi immigrati rinchiusi hanno cominciato a ribellarsi con coraggio e continuità, la voce di chi da tempo smaschera le responsabilità di un intero sistema concentrazionario andava zittita. Questi compagni vengono accusati di una serie di attacchi contro le proprietà dei gestori e finanziatori del CPT di Lecce, di alcuni sabotaggi contro la Esso e di qualche azione diretta contro la Benetton. Non sappiamo se siano innocenti o colpevoli, e nemmeno ci interessa. Ciò che consideriamo giusto non lo cerchiamo tra le righe dei codici dello Stato. Se sono innocenti, hanno la nostra solidarietà. Se sono colpevoli, ce l'hanno ancora di più.
Rispondere con determinazione a chi rinchiude donne e uomini la cui unica colpa è quella di essere poveri e di non avere i documenti in regola; presentare un piccolo conto a chi si arricchisce con il genocidio della popolazione irachena (come la Esso) o con la deportazione dei Mapuche (come la Benetton), sono pratiche assolutamente condivisibili. Dai bombardamenti ai CPT, dalle banche alle multinazionali, i nemici degli sfruttati non sono forse ovunque gli stessi?
Mentre questi nostri compagni vengono arrestati, in un solo giorno a Torino la polizia sgombera un campo nomadi, uccide a freddo un senegalese a un posto di blocco, provoca la morte di un altro immigrato che cerca di sottrarsi ad un rastrellamento. Vi basta? Da settimane gli internati di via Corelli a Milano sono in sciopero della fame, protestano sui tetti, urlano la loro voglia di libertà. Intanto centinaia di profughi vengono internati in "centri di accoglienza" da cui cercano ad ogni costo di evadere.
Sono urla che ci giungono dalle macerie di questo mondo in rovina.
Possiamo fare finta di non sentirle. Possiamo festeggiare ipocritamente la lotta armata contro il nazifascismo senza accorgerci che i lager non sono il nostro passato, ma il nostro presente. Possiamo rifugiarci dietro il rispetto della legge – quella stessa legge in nome della quale si affama e si bombarda, quella stessa legge che viene quotidianamente sospesa per milioni di dannati della Terra. Oppure possiamo decidere di alzare la testa, trovando in noi stessi il senso di ciò che è giusto, armando il nostro cuore e le nostre braccia. Possiamo nasconderci, oppure batterci.
Il modo migliore per essere solidali con gli anarchici di Lecce ci sembra quello di continuare la lotta per la chiusura dei lager, per inceppare la macchina delle espulsioni. Per un mondo senza frontiere.
SALVATORE, SAVERIO, CHRISTIAN, MARINA, ANNALISA LIBERI!
FUOCO AI CPT, LIBERI TUTTI!

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SOLIDARIETA' AI COMPAGNI !
by Comitato Promotore "campagna contro il 2 Sunday, May. 15, 2005 at 5:05 PM mail:

Come Comitato Promotore della "campagna contro il 270" esprimiamo la nostra
piena e convinta solidarietà ai compagni arrestati e a tutte/i quelli
coinvolti
in questa ennesima provocazione giudiziaria.
Ancora una volta lo strumento "associazione sovversiva" torna utile a sbirri
e magistrati per tentare di criminalizzare quei soggetti e quelle esperienze
che non si possono fermare con gli strumenti della "politica istituzionale"
e del pompieraggio.
Chi investe con coerenza il proprio impegno e la propria militanza politica
e sociale nella critica radicale a questo stato di cose e non accetta le
compatibilità imposte dev'essere fermato, isolato, reso inoffensivo: questo
è l'obiettivo che accomuna da tempo i padroni di tutto il mondo, si
dichiarino
essi di "destra" o di "sinistra", impegnati con determinazione nella "lotta
al terrorismo". E quelli nostrani non fanno eccezione, anzi!
Solo una forte solidarietà ed un impegno collettivo contro queste operazioni
può ostacolare i loro progetti!
A fianco dei compagni arrestati ed inquisiti con la massima solidarietà!
Contro l'uso continuo dei resti associativi nei confronti dell'opposizione
di classe.

Comitato Promotore della campagna
"contro il 270 tutti i reati associativi"


[per info scrivere a: reati_associativi-owner@inventati.org
oppure visita il sito http://www.inventati.org/reati_associativi]

[Per leggere la Proposta di lavoro:
http://www.inventati.org/reati_associativi/documento.html]

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Fw: dai compagni anarchici del Capolinea di Lecce
by huambo Tuesday, May. 17, 2005 at 9:29 AM mail:

CONTRO TUTTI I LAGER IN SOLIDARIETÀ CON GLI ANARCHICI ARRESTATI

MANIFESTAZIONE A LECCE CONTRO TUTTI I LAGER
IN SOLIDARIETÀ CON GLI ANARCHICI ARRESTATI

Cinque compagni sono stati arrestati a Lecce, con l’accusa di aver dato vita ad una associazione «a fini di eversione dell’ordine democratico». L’ordine democratico che si è sentito in pericolo è quello che sequestra nei lager chiamati Centri di Permanenza Temporanea gli stranieri che arrivano in Italia spinti dalla disperazione anziché dal turismo. I compagni arrestati sono infatti conosciuti per le loro lotte condotte al di fuori di ogni ambito istituzionale, fra cui quella contro il famigerato Cpt Regina Pacis.
Oggi il pm Giorgio Lino Bruno vuole presentare il conto a chi si oppone radicalmente ai lager di Stato, alla guerra in Iraq, allo sfruttamento della Benetton, a chi si prende da sé lo spazio vitale, senza passare per vili deleghe ed umilianti genuflessioni.
I cinque anarchici sono stati arrestati perchè credono che gli sfruttati e gli oppressi non debbano compiangersi, bensì insorgere. Perché il migliore dei mondi possibili non è certo quello dove i ricchi rispettano la miseria dei poveri e i poveri rispettano l’opulenza dei ricchi, come vorrebbe far credere la canea mediatica.
Sono i governi di tutto il mondo — con le loro guerre da scatenare, le loro frontiere da proteggere, i loro passaporti da controllare, i loro profitti da incassare — a creare le condizioni dell’immigrazione clandestina, che giova e frutta denaro a chi come l’arcivescovo Ruppi o come Benetton ha costruito il proprio impero sullo sfruttamento della miseria.
Se il Regina Pacis è stato teatro di tante rivolte, è perché non tutti i reclusi al suo interno sono animali addomesticati e non tutti queli che sono all’esterno sono cittadini mansuefatti. Quando l'esistente diventa insopportabile, il buon senso dei rassegnati è solo un vuoto pretesto per rinunciare ad agire.
Di fronte alla sofferenza imposta dal dominio e dalla merce, non c’è migliore virtù della solidarietà, non c’è peggiore ipocrisia delle lacrime e dell’indifferenza in cui rimangono invischiati coloro che non osano tradurre il pensiero critico in atto ribelle, in complicità attiva.

Il terrore è l'arma dello Stato, ma arrestando cinque anarchici e indagandone altri non può mettere in scacco la voglia di riscatto degli oppressi...
La complicità è un'arma. La solidarietà è una forza.
LIBERTÀ PER CRISTIAN SALVATORE SAVERIO ANNALISA E MARINA
LIBERTÀ PER I MIGRANTI E PER TUTTI GLI OPPRESSI
FUOCO AI LAGER!

ANARCHICI DEL CAPOLINEA

SABATO 21 maggio concentramento ore 14 in via Adua (nei pressi di P.ta Napoli) e corteo cittadino
DOMENICA 22 assemblea ore 11 su:
- Carcere e repressione
- I Cpt e il mondo delle espulsioni
Ore 14 presidio sotto il carcere di Lecce

È sgradita la presenza di partiti, giornalisti e infami

(chi ha intenzione di pernottare deve possibilmente munirsi di sacco a pelo e, sempre possibilmente, evitare di portare cani).

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La nostra solidarietà ai compagni anarchici di Lecce
by FdCA Tuesday, May. 17, 2005 at 2:57 PM mail:

La nostra solidarietà ai compagni anarchici di Lecce

Puntualmente, appena rifluisce l'onda lunga di una mobilitazione di massa,
o quantomeno allargata, la macchina giudiziaria dello stato si occupa di
colpire qualche militante con accuse spropositate e pene esemplari. Di
questi giorni l'ennesima conferma con arresti e incriminazioni in varie
parti d'Italia, con un uso disinvolto e agghiacciante di contestazioni di
reati e di supposte prove. E' la stessa magistratura che assolve
Trenitalia e convalida il licenziamento dei lavoratori che si espongono e
lottano, come i ferrovieri, per migliorare le proprie condizioni di lavoro
e quelle di sicurezza per i pendolari, che assolve i fascisti e lo stato e
condanna i parenti delle vittime a pagare le spese processuali.

Mentre crescono le intimidazioni nei posti di lavoro, mentre l'ossessione
della sicurezza viene cavalcata da destra e da sinistra mentre cresce il
controllo sociale e la criminalizzazione degli immigrati, le mobilitazioni
di lotta, le occupazioni abitative e le lotte antirazziste sono nel
mirino, a tentare di insegnare che non c'è scampo e non c'è spazio per
alcun tentativo di cambiamento dell'ordine sociale esistente. Lo spazio
per il conflitto sociale si riduce quanto si riducono le lotte, quanto la
paura e l'ineluttabilità aumentano. E mentre la Corte Europea per i
Diritti dell’Uomo ipocritamente "sorveglia" l’Italia, il cui governo è fin
troppo zelante nel proteggere la Fortezza Europa come concordato nei
trattati, dovremo continuare ad assistere impotenti alla pesca di cadaveri
a largo delle nostre coste e alla cattura, alla prigionia e ai rimpatri
forzati di uomini e donne? L'esistenza stessa dei CPT è un crimine,
assolutamente analogo ai lager di sessant'anni fa, i nostri campi di
pomodori assomigliano sempre più a piantagioni di cotone di qualche secolo
fa, dove si mescolano sorveglianti, schiavi del lavoro e schiave del
sesso, vittime della clandestinità. E chi come allora ha fatto finta di
nulla o ha obbedito alla legge è responsabile di quei crimini, chi come
allora combatte per aprire i cancelli o far sgusciare dalle maglie di una
legislazione insensata e inumana più persone possibile è per la legge un
criminale. Come lo era Harriet Tubman con il suo fucile, come lo erano i
quacqueri disarmati che tanti lavoratori hanno guadagnato alla libertà se
non alla liberazione dallo sfruttamento. Perché dietro al razzismo, dietro
la repressione, oggi come allora, c'è il sogno per qualcuno di un'assoluta
ricattabilità della classe lavoratrice, c'è il bisogno di impedire
qualunque vagito di autorganizzazione, il disegno in gran parte perseguito
con successo di rompere qualunque legame di solidarietà di classe.

E duramente viene colpito chi ostacola questo disegno. Che a tutti noi
spetta di rompere, per costruire una società di liberi ed uguali.

Ciascuno per la sua parte.


FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI
17 maggio 2005


http://www.fdca.it

Da: Federazione dei Comunisti Anarchici <fdca@fdca.it>

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Proteste in Slovenia
by dat Tuesday, May. 17, 2005 at 7:30 PM mail:

Proteste in Slovenia
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/792874.php

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270 270 bis ter quater e reati associativi
by bla Tuesday, May. 17, 2005 at 7:31 PM mail:

270 270 bis ter quater e reati associativi
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/792867.php

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19 GIUGNO GIORNATA INTERNAZIONALE DEL RIVOLUZIONARIO PRIGIONIERO
by Ass. Solidarietà Proletaria Wednesday, May. 18, 2005 at 11:27 PM mail: aspilbollettino@virgilio.it

celebriamo la GIRP 2005

19 giugno 2005, celebriamo la giornata
internazionale del rivoluzionario Prigioniero GIRP

Nell’attuale situazione internazionale dove, sempre di più gli Stati imperialisti, con gli USA in prima fila, ricorrono allo sterminio e alla repressione contro interi popoli per saccheggiarli e sfruttarli, bisogna sviluppare e rafforzare la solidarietà internazionale di classe e la lotta contro la repressione, la tortura, la guerra e ogni forma di oppressione nei confronti di chi si ribella alla barbarie capitalista.

In modo particolare ci mobilitiamo nel giorno dell’eroismo, giornata internazionale di lotta e solidarietà dedicata alla memoria di 300 prigionieri politici appartenenti al Partito comunista peruviano (PCP) e all’Esercito popolare di liberazione (Sendero Luminoso), sterminati il 19 giugno 1986 nelle carceri peruviane dall’esercito dell’allora governo socialista di Alan Garcia, servo degli imperialisti, per stringerci ancora di più con affetto intorno a coloro che ancora oggi subiscono il carcere e la tortura in tutto il mondo.

Contro il carcere e la tortura e l’isolamento in tutto il mondo: dal Perù alla Turchia, dall’Irak alla Palestina, dal Napal all’India, dalle Filippine all’Afganistan, fino alle carceri dei paesi occidentali come l’Italia, la Spagna, gli Stati Uniti e l’Europa tutta. In questi paesi sono migliaia e migliaia i comunisti, i rivoluzionari, gli antimperialisti, i progressisti e sinceri democratici, i sindacalisti e le avanguardie di lotta inseriti nelle “liste nere” degli stati borghesi, perseguitati, torturati, assassinati e imprigionati in condizioni inumane e d’isolamento dagli apparati repressivi e controrivoluzionari dei governi cosiddetti “democratici”, che mostrano ormai platealmente, giorno dopo giorno, la loro natura reazionaria, fascista e di oppressione del proletariato e dei popoli.

In Italia il governo guerrafondaio, reazionario, fascista, clericale e mafioso della banda Berlusconi, praticamente appoggiato dai partiti di centro sinistra, tiene incarcerati, sotto sorveglianza speciale o con varie misure di limitazione della libertà personale ancora un centinaio di rivoluzionari delle lotte degli anni ’70 e 80. A questi se ne sono aggiunti da qualche decennio altrettanti nuovi perseguitati.
L’attacco della borghesia imperialista alle conquiste delle masse popolari, al movimento dei lavoratori, al movimento contro la guerra e alla globalizzazione, contro il movimento di rinascita comunista e rivoluzionario è sempre più duro e sistematico. Sempre di più vengono colpiti gli operai, i lavoratori, i disoccupati, gli immigrati, in particolare quelli di origine arabo e di religione islamica, perché lottano per i loro diritti, contro licenziamenti, il carovita, per il lavoro, contro la guerra, le occupazioni militari di paesi sovrani, in generale contro la miseria che sempre più si dilaga in tutto il mondo.

La magistratura e la polizia politica della banda Berlusconi fanno uso sempre più spesso di articoli del codice penale come il 270 bis, 270 ter (associazione sovversiva per terrorismo, internazionale, ecc) per mettere sotto inchiesta e in carcere militanti rivoluzionari. Sempre più l’apparato di repressione utilizza articoli del codice penale e civile per intimorire e perseguitare sindacalisti, avanguardie di lotte e lavoratori (vedi operai di Melfi, lavoratori ATM di Milano, disoccupati di Napoli) che promuovano e organizzano lotte a difesa dei loro bisogni.
Sono per questo migliaia i procedimenti penali, le condanne e le ammende pecuniari in atto contro coloro che in questi anni si sono mobilitati sul terreno della lotta di classe. Così i padroni rispondono alle sacrosante rivendicazioni delle masse popolari. Sempre più spesso tutti questi soggetti vengono attaccati dalla controrivoluzione in modo preventivo per annientare la resistenza popolare e la ripresa dei progetti rivoluzionari di trasformazione della società senza più sfruttati e sfruttatori.

Nel giorno dell’eroica resistenza dei prigionieri del PCP uccisi perché combattevano per un mondo senza padroni e schiavi, stringiamoci ancora di più intorno a tutti i prigionieri politici e i perseguitati, in un abbraccio fraterno e per sviluppare tra le masse che lottano, una più forte pratica della solidarietà di classe.

· Mobilitiamoci per l’azzeramento di tutte le inchieste repressive contro gli operai e i disoccupati che lottano per i diritti e le conquiste economiche e sociali.
· Contro la repressione e la persecuzione degli immigrati, Contro la legge Bossi- Fini.
· Contro la repressione e la persecuzione dei comunisti, degli antimperialisti, degli anarchici, degli antifascisti, degli indipendentisti.
· Solidarietà e libertà per i rivoluzionari prigionieri che resistono alle pressioni della borghesia per indurli al pentimento e alla dissociazione dalla lotta di classe
· No all’isolamento e alle torture nelle carceri dei padroni.

Associazione Solidarietà Proletaria

Email- aspilbollettino@virgilio.it
Tel. 3396662816
Promuovere e organizzare la GIRP il tutte le città d’Italia: conferenza/dibbattito, cene di autofinanziamento per i prigionieri rivoluzionari, concerti di solidarietà; gli organigmi interessati possono contattarci attraverso i contatti sopraindicati



Programma di iniziative promosse unitariamente da varie realtà di lotta e organizzazioni a napoli in occasione di vari processi ai danni di lavoratori, movimento noglobal, e disoccupati, per rispondere alla repressione del stato borghese:

19 maggio : presidio al tribunale di Napoli per il processo ai compagni del Sindacato Lavoratori in Lotta SLL.
1 Giugno Presidio di lotta in occasione del processo ai danni di 13 compagni, per i fatti del Marzo 2002 a Napoli in occasione del GLOBAL FORUM.
6 giugno processo ai danni di 61 disoccupati organizzati presidio di lotta.
11 giugno manifestazione unitaria contro la repressione.
24 giugno GIRP a Napoli

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MANIFESTAZIONE A LECCE CONTRO TUTTI I LAGER
by Anarchici del Capolinea Thursday, May. 19, 2005 at 11:50 AM mail:

MANIFESTAZIONE A LECCE CONTRO TUTTI I LAGER IN SOLIDARIETÀ CON GLI ANARCHICI ARRESTATI

Cinque compagni sono stati arrestati a Lecce, con l’accusa di aver dato
vita ad una associazione «a fini di eversione dell’ordine democratico».
L’ordine democratico che si è sentito in pericolo è quello che sequestra
nei lager chiamati Centri di Permanenza Temporanea gli stranieri che
arrivano in Italia spinti dalla disperazione anziché dal turismo. I
compagni arrestati sono infatti conosciuti per le loro lotte condotte al
di fuori di ogni ambito istituzionale, fra cui quella contro il
famigerato Cpt Regina Pacis.
Oggi il pm Giorgio Lino Bruno vuole presentare il conto a chi si oppone
radicalmente ai lager di Stato, alla guerra in Iraq, allo sfruttamento
della Benetton, a chi si prende da sé lo spazio vitale, senza passare
per vili deleghe ed umilianti genuflessioni.
I cinque anarchici sono stati arrestati perchè credono che gli sfruttati
e gli oppressi non debbano compiangersi, bensì insorgere. Perché il
migliore dei mondi possibili non è certo quello dove i ricchi rispettano
la miseria dei poveri e i poveri rispettano l’opulenza dei ricchi, come
vorrebbe far credere la canea mediatica.
Sono i governi di tutto il mondo — con le loro guerre da scatenare, le
loro frontiere da proteggere, i loro passaporti da controllare, i loro
profitti da incassare — a creare le condizioni dell’immigrazione
clandestina, che giova e frutta denaro a chi come l’arcivescovo Ruppi o
come Benetton ha costruito il proprio impero sullo sfruttamento della
miseria.
Se il Regina Pacis è stato teatro di tante rivolte, è perché non tutti i
reclusi al suo interno sono animali addomesticati e non tutti queli che
sono all’esterno sono cittadini mansuefatti. Quando l'esistente diventa
insopportabile, il buon senso dei rassegnati è solo un vuoto pretesto
per rinunciare ad agire.
Di fronte alla sofferenza imposta dal dominio e dalla merce, non c’è
migliore virtù della solidarietà, non c’è peggiore ipocrisia delle
lacrime e dell’indifferenza in cui rimangono invischiati coloro che non
osano tradurre il pensiero critico in atto ribelle, in complicità attiva.

Il terrore è l'arma dello Stato, ma arrestando cinque anarchici e
indagandone altri non può mettere in scacco la voglia di riscatto degli
oppressi...
La complicità è un'arma. La solidarietà è una forza.
LIBERTÀ PER CRISTIAN SALVATORE SAVERIO ANNALISA E MARINA
LIBERTÀ PER I MIGRANTI E PER TUTTI GLI OPPRESSI
FUOCO AI LAGER!

ANARCHICI DEL CAPOLINEA

SABATO 21 maggio concentramento ore 14 in via Adua (nei pressi di P.ta
Napoli) e corteo cittadino

DOMENICA 22 assemblea ore 11 su:

- Carcere e repressione
- I Cpt e il mondo delle espulsioni
Ore 14 presidio sotto il carcere di Lecce

È sgradita la presenza di partiti, giornalisti e infami

(chi ha intenzione di pernottare deve possibilmente munirsi di sacco a
pelo e, sempre possibilmente, evitare di portare cani)

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UNIAMOCI PER LA LIBERAZIONE DEI COMPAGNI DI LECCE !
by Organizzazione Comunista Proletaria Thursday, May. 19, 2005 at 12:29 PM mail: organizzazionecomunistaproletari@yahoo.it

UNIAMOCI PER LA LIBERAZIONE DEI COMPAGNI DI LECCE !

Tra Recessione economica e nuovi fenomeni di repressione, lo Stato Italiano e il sistema Capitalista, accerchia e reprime, ogni fenomeno di ribellione, censura, ed uccide....
La nostra organizzazione è determinata a mostrare il massimo della solidarieta' ai compagni anarchici di Lecce, chiedendone la loro liberazione, facendo appello a tutti i comunisti, a tutti gli Anarchici, gli anticapitalisti, alla loro unità, non è più il momento di futili divisioni teoriche, ma è ora di mostrare un Unita' pratica dell'azione, scendere nelle strade di tutte le città per denunciare le infamie, del sistema Capitalista, per chiedere migliori condizioni di vita, di lavoro, che il sistema ormai consumato non riesce più a garantirci, stiamo per arrivare al suo superamento... Crisi industriali, disoccupazione, precariato, guerre, recessione, dimostrano le nostre ragioni, le ragioni per poter lottare efficacemente contro il metodo di produzione capitalistico, contro le barbarie imperialiste, che non rappresentano i nostri interessi, gli interessi della maggioranza, il proletariato !!!
L'OCP, sostiene tutte le lotte degli immigrati chiusi dentro i lager capitalisti, per motivi di sicurezza (dicono) per contrastare lo spaccio e il traffico di droga (...)mentre i pezzi grossi che quotinianamente collaborano con lo stato vengono lasciati liberi di circolare, perchè fanno comodo al sistema, ed è meglio prendersela con i ragazzini, che per uno o l'altro motivo scappano dalle guerre e dalle barbarie (spesso provocati dai paesi d'occidente italia compresa) dei loro paesi !

UNITA' TRA COMUNISTI ED ANARCHICI CONTRO IL SISTEMA CAPITALISTA !!!

10,100,1000 PIAZZE CONTRO LA REPRESSIONE !!!

LIBERTA' PER I COMPAGNI PRIGIONIERI !

FUOCO AI C.P.T. !



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fuori partiti, giornalisti e infami
by emi. Thursday, May. 19, 2005 at 5:20 PM mail:

Spero che i pupazzetti dei partiti,gli scribacchini del potere e i finti rivoluzionari non si presentino sabato altrimenti ci saranno colpi e mazzate anche per loro.
non sappiamo che farcene della solidarietà di giovani comunisti, di sotterranei zeini, di cobassini che hanno paura degli incendi e di universitari parassiti, di Teatranti che prima ci danno il locale e poi ci cacciano miseramente terrorizati da due sbirri!! Tolledi complice della sbirraglia? probabile (per me sicuro)
fuori dalle palle e le vostre bandiere feticcio sventolatele davanti ai vostri Killers Pellegrini o Vendoliani. Per quanto riguarda L lass. Luigi Calò si dia fuoco in piazza dopo avere pagato le spese legali dei compagni.
ANARCHIA SEMPRE!!

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questo e' un post di servizio
by hidda Thursday, May. 19, 2005 at 8:39 PM mail:

c'e' altro spazio, in abbondanza per i vostri commenti
questi saranno cancellati

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Torino: 20 Maggio serata Anticarceraria...
by F.A.T. Friday, May. 20, 2005 at 11:05 AM mail:

Venerdì 20 maggio serata anticarceraria: “L’Italia al tempo della pornografia securitaria. Il carcere come aspirapolvere sociale”. Introdurrà il dibattito Robertino Barbieri della redazione di Psychoattiva. Appuntamento alle 21,15 in c.so Palermo 46.

Federazione Anarchica Torinese –FAI
corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21,15
Mail: fat@inrete.it; 338 6594361; 011 857850

Torino: carcere tra controllo sociale e business

In Italia e in tutte le cosiddette democrazie occidentali le carceri straripano.

L’aumento della popolazione carceraria è un effetto delle politiche di Tolleranza Zero alimentate a loro volta da un clima di paura e di insicurezza collettiva che la propaganda mediatica indirizza abilmente verso la microcriminalità, l’emigrazione clandestina e la devianza sociale additate al pubblico ludibrio come il Nuovo Nemico, in quella logica della guerra civile permanente che segna tragicamente la nostra epoca.

Fare della repressione della delinquenza di strada uno spettacolo morale permanente consente di riaffermare simbolicamente l'autorità dello stato nel momento stesso in cui si dimostra impotente sul piano economico e sociale. Il carcere diviene una sorta di “aspirapolvere sociale” per eliminare le scorie delle trasformazioni economiche in atto e cancellare dallo spazio pubblico i rifiuti della società di mercato.
Sino all’apertura di carceri speciali private per i tossici, luoghi in cui la repressione si fa anche business, come nel carcere “modello S. Patrignano” di Castelfranco Emilia.

In galera si soffre e si muore.
In un solo anno, dal 2002 al 2003, le carceri italiane hanno "prodotto" 83 suicidi, 25 tentati suicidi, 19 morti per cause non chiare e 9 per overdose, per un totale di 134 ammazzati. Questo significa che in prigione si muore venti volte più che fuori...

Lo stesso Stato che perseguita e incarcera chi non rispetta le regole sociali e formali di un gioco feroce, liberticida, basato sull’oppressione e lo sfruttamento, commette ogni giorno omicidi legalizzati e ben retribuiti in Afganistan e Iraq, emana leggi che consentono ai padroni di uccidere sul lavoro, di avvelenare l’ambiente, di produrre armi.

In fondo è vero che la criminalità è in aumento: sempre di più le nostre strade sono infestate dai tutori del disordine statale in armi, ben pagati per mantenere in piedi un’organizzazione sociale ingiusta e liberticida.

FEDERAZIONE ANARCHICA TORINESE

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DOMANI PRESIDIO ! GIOVANNI LIBERO SUBITO !
by Network Antagonista Torinese Friday, May. 20, 2005 at 3:18 PM mail:

SABATO 21/5 presidio itinerante h.17 c.so Brunelleschi davanti al cpt h.18.30 capolinea del 3 (alle mura del carcere)

Dopo i fatti di ieri intendiamo portare la solidarietà a tutti i detenuti del Cpt di c.so Brunelleschi. In una città e in un paese sempre più militarizzato, la popolazione immigrata è il primo soggetto su cui si abbattono con determinazione, le azioni repressive delle forze dell’ordine e della magistratura.
I nostri quartieri, sempre più abitati da immigrati di tutte le nazionalità,se non sono trasformati di fatto in ghetti, sono laboratori in cui sperimentare forme di controllo sociale di elevata entità.
Essere immigrati a Torino significa vivere nella marginalità, significa ripiegare a forme di piccola criminalità per vivere, significa subire in prima persona l’abuso di quel potere di stato che fortifica prigioni in cui rinchiudere chi non possiede i documenti, significa essere sottoposto a controlli estenuanti, significa salire su un bus pubblico senza biglietto ed essere espulso dall’Italia.
E’ normale quindi essere fermati dalla polizia e ritrovarsi uccisi per la pallottola di un solerte agente.
Il centro di detenzione diventa così l’anticamera alle espulsioni, il proseguo della carcerazione alle Vallette. Funziona a pieno regime, e come tutte le galere è gestito con assoluta libertà dai carcerieri di turno: condizioni di vita disumane, sovraffollamento, violenze da parte delle forze dell’ordine, negazione delle cure mediche, incomunicabilità con chiunque visto che non ci sono nemmeno i traduttori.
Al contempo però la nostra città, nella sua trasformazione olimpionica, gli immigrati li accoglie, li usa e ne abusa. La manodopera edile sottopagata e sfruttata qui in città come nelle valli olimpioniche non si conta. La legalità dei cittadini per bene, che nell’immigrato riconoscono il nemico e il criminale, viene meno quando se ne servono per acquisti illegali, per il consumo di sostanze o per il sesso a pagamento.
Pensiamo importante quindi favorire ed essere al fianco di tutte le forme di solidarietà e organizzazione che la popolazione immigrata si da. Per questo ieri eravamo al cpt e per questo Giovanni, un compagno del Collettivo Universitario Autonomo, impegnato a Pianezza nel movimento No Tav, è stato arrestato.
Sabato pomeriggio torneremo in c.so Brunelleschi per far sentire ai detenuti e alle detenute che oltre quel muro batte la solidarietà; ci sposteremo poi fin sotto il carcere delle Vallette per chiedere la liberazione di Giovanni facendoci sentire oltre ogni massicciata.

SABATO 21/5 presidio itinerante
h.17 c.so Brunelleschi davanti al cpt
h.18.30 capolinea del 3 (alle mura del carcere)



Network antagonista torinese
Csoa Askatasuna- csa Murazzi- Collettivo universitario autonomo


http://www.csoaskatasuna.org

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Tutti in GALERA!!!
by Anti comunista Saturday, May. 21, 2005 at 1:03 PM mail:

"c'e' altro spazio, in abbondanza per i vostri commenti
questi saranno cancellati"

Scusa ma mi sembra che solo i messaggi che non vi piacciono vengono cancellati molto democraticamente.
Perché tutti gli altri sono ancora quì mentre altri commenti (opposti) invece sono stati cancellati?

Comunque anarchici pazzoidi, state attenti perché i comunisti al potere sarebbero i primi a farvi fuori o mettervi nei Gulag!
Per me comunque dovreste andare tutti dentro, comunisti e anarchici.
Spero che la Polizia sequestri questo sito definitivamente perché c'è un'evidente attività contro lo Stato.


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anranrchici e comunisti?
by 6 fuori dal mondo Saturday, May. 21, 2005 at 1:19 PM mail:

gia' uno che esiste in quanto anticom rivela i suoi limiti

quando poi scrivi così si capisce che non hai neanche fatto le elementari :D

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Comunisti e anarchici...
by Anti comunista Sunday, May. 22, 2005 at 6:16 PM mail:

Che sei fuori dal mondo lo si capisce, che sei presuntuoso anche, e pure ignorante.
Si dice che questo sia un sito libero e indipendente...ma io vedo solo articoli a senso unico e continui usi di parole quali "repressione" e "imperialismo", quando queste 2 parole per vostra sfortuna sono molto conosciute e mai usate (ovviamente) nei regimi comunisti e vengono invece usate nelle democrazie per far credere che invece il paradiso siete voi.
Tutto questo si può riassumere con una semplice parola: "ipocrisia"

Degli anarchici non so che dire, a parte che gli mancano delle rotelle...una terra senza regole ve la immaginate? Io no.

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rotelle
by eh? Sunday, May. 22, 2005 at 6:50 PM mail:

caro anticomunista, due cose sono certe: - sei ignorante come un cavallo ignorante - sei in malafede come un redarroe di libero (probabile al 50%, molto alta) quindi: smettila di inquinare i post di servizio con le tue proteste e questo sito per sparar cazzate da bar tutti giorni TOGLITI DAI COGLIONI! se vuoi approfittare della libertà di questo sito, usa almeno gli spazi come consigliato e non fare il sabotatore o lo squallido lucratore di visibilità che di altri buffoni non c'è bisogno

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Non vi smentite mai
by Anti comunista Sunday, May. 22, 2005 at 7:54 PM mail:

Se di altri buffoni non avete bisogno perché ce ne sono già abbastanza hai detto tutto, non ho nulla da dire.
Non so quale sia il tuo livello di istruzione e intelligenza ma mi sembra che il tuo discorso sia privo di senso e contenuti...non ci sono altro che offese.
Visto che questo sito è libero e indipendente (ma da qualcuno dipenderà) io esprimo la mia opinione quando e come voglio, quindi tu non hai nessun diritto di dirmi che devo levarmi dai coglioni, nessuno!

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per la liberta d'espressione politica
by ADEEL Tuesday, May. 24, 2005 at 10:42 AM mail: adeel20042002@yahoo.fr

Saint-Denis (Francia), 24 05 05

L’ADEEL (Associazione per la difesa d’uno spazio europeo delle libertà) porta il suo sostegno e il suo saluto ai cinque anarchici di Lecce arrestati per aver osato lottare contro il Centro di Permanenza Temporanea « Regina Pacis ». L’articolo 270 bis serve ancora una volta a criminalizzare un movimento sociale, a confondere per esempio l’anarchismo e l’antirazzismo con il terrorismo.
Noi protestiamo con forza contro questa repressione di Stato che mira a soffocare la lotta sociale e a mascherare la gestione catastrofica e razzista dell’immigrazione in Italia.


L’ ADEEL (Association pour la défense d’un espace européen des libertés) apporte son soutien et son salut aux cinq anarchistes de Lecce arrêtés à cause de leur lutte contre le Centre di Permanenza Temporanea « Regina Pacis ». L’article 270 bis sert encore une fois à criminaliser un mouvement social, à confondre par exemple l’anarchisme et l’antiracisme avec le terrorisme.
Nous protestons fortement contre cette répression d’état qui vise à étouffer toute lutte sociale, et à camoufler la gestion catastrophique et raciste de l’immigration en Italie.

Adeel20042004@yahoo.fr

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perquisizioni e nuove espulsioni a torino
by .. Wednesday, May. 25, 2005 at 4:43 PM mail:

All’alba di oggi sette immigrati marocchini reclusi nel lager di corso Brunelleschi a Torino sono stati deportati verso il loro paese. Proprio loro, insieme agli altri reclusi nel c.p.t. (centro di permanenza temporanea), sono stati i protagonisti dei cinque giorni di lotta per la chiusura dei nuovi lager. Il loro sciopero della fame, la loro rivolta, la loro determinazione hanno dimostrato quanto questa lotta debba essere una battaglia sociale concreta e non l’oggetto di chiacchere, mediazioni e propaganda di partiti o gruppuscoli.
Proprio nel momento in cui questi immigrati venivano espulsi, le case di nove compagni attivi nella solidarietà agli immigrati in lotta sono state perquisite, e con loro la sede del centro di documentazione “Porfido”.
Pisanu e i suoi cani da guardia sanno benissimo che la rabbia nei nuovi lager è sempre più grande, come sempre più grande ed esplosiva è la rabbia nei quartieri per le vessazioni quotidiane, gli omicidi e i furti da parte delle forze dell’ordine. L’intento del ministero è quello di ostacolare la solidarietà attiva, di impedire l’incontro tra le mille storie di dignità e di rivolta che percorrono le strade della città.
Come ci hanno dimostrato i compagni di Lecce, i c.p.t. si debbono e si possono chiudere. Nello stesso modo, nei quartieri, si deve e si può difendersi dalla polizia.
Solidarietà con gli immigrati in lotta!
Carabinieri, polizia, vigili urbani assassini!
Fuoco ai c.p.t.!
Liberi tutti!




Alcuni dei perquisiti
Per essere sempre aggionati: radio blackout 105.250fm


Dal lunedì al venerdì mattina- tel. 011-5806888

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storia del 270
by Shawnee Friday, May. 27, 2005 at 9:43 PM mail:

270: un po’ di storia
Nel clima di rivalutazione del ventennio fascista, di pacificazione e parificazione tra combattenti per la libertà e repubblichini di Salò, di riabilitazione di illustri personaggi del fascismo quali Giovanni Gentile, Ministro dell’Istruzione dell’epoca, si è inserito a pieno titolo l’ex ministro e presidente della Corte costituzionale, il socialista Giuliano Vassalli che, a distanza di decenni, ha avuto la faccia tosta di riabilitare persino un personaggio come Rocco in quanto grande giurista, riconoscendone la competenza e la statura culturale.
Alfredo Rocco (1875-1935) fu Ministro di Grazia e Giustizia del regime fascista dal gennaio 1925 al ’32. In quegli anni Rocco avviò una serie di leggi per la trasformazione dello Stato in senso autoritario e liberticida fino a varare i nuovi codici (penale e di procedura penale).
Il Codice penale di Rocco, approvato nell’ottobre del ’30 ed in vigore dal 1° luglio 1931, è ritenuto dal Vassalli esemplare “per rispetto del principio di legalità”, “chiarezza delle disposizioni”, “modernità di linguaggio”, “perfetto coordinamento interno e con l’esterno”. Sempre a detta del Vassalli “Il guardasigilli di Mussolini lavorò per la dittatura, ma applicando le proprie idee”.
Questo è quanto apparso domenica 6 febbraio ‘05 nella pagina Cultura del “Corriere della Sera”.

Il Codice penale del ’30, seppur modificato, è ancora in vigore e gode di buona salute per quanto riguarda i reati di carattere associativo.
Modificato nel senso che vi è stata sì l’abrogazione di vari articoli, ma anche l’inserimento di nuovi. Infatti, dal 1980 al 2001, sono stati inseriti gli artt. 270 bis, 270 bis “allargato”, 270 ter. L’art. 270 (“Associazioni sovversive”) del Codice “Rocco”, così, recita:
“Chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni dirette a stabilire violentemente la dittatura di una classe sociale sulle altre, ovvero a sopprimere violentemente una classe sociale o, comunque, a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici o sociali costituiti nello Stato, è punito con la reclusione da 5 a 12 anni.
Alla stessa pena soggiace chiunque nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni aventi per fine la soppressione violenta di ogni ordinamento politico e giuridico della società.
Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da 1 a 3 anni.
Le pene sono aumentate per coloro che ricostituiscono, anche sotto falso nome o forma simulata, le associazioni predette, delle quali sia stato ordinato lo scioglimento.”
Il 270 fu un caposaldo del ventennio fascista, articolo con il quale il regime di allora mise sotto accusa, arrestò, incarcerò e confinò, per lunghissimi anni, comunisti, anarchici e massimalisti (i socialisti non riformisti).
E’ interessante e significativo rilevare come l’articolo in questione nel primo capoverso fosse diretto a colpire i comunisti, nel secondo, invece, gli anarchici. Infatti l’art.270, riferendosi alle “associazioni dirette a stabilire violentemente la dittatura di una classe sociale sull’altra …” comprende dirigenti ed attivisti del movimento comunista e socialista di allora; quando, invece, si riferisce alle “associazioni aventi per fine la soppressione violenta di ogni ordinamento …” comprende, principalmente, quelli del movimento anarchico.
Nella “Relazione ministeriale sul progetto del Codice penale” (alla fine degli anni ’20, dopo le leggi speciali o “fascistissime”) vi sono passaggi ed affermazioni che evidenziano: - chi rappresenta il nemico di classe; - la sua conoscenza teorico-pratica; - il ruolo svolto dalla repressione.
Alcuni significativi passaggi di questa Relazione: “ … Sono associazioni di senza-patria, le quali si insinuano specialmente nelle nostre officine … Contro codeste organizzazioni lo Stato ha il diritto di reagire …”.
“E’ evidente che uno Stato, il quale abbia consapevolezza della propria autorità, non potrebbe tollerare nel proprio territorio tutte queste organizzazioni, senza rinunciare alla propria ragione di essere. Le disposizioni in esame rispondono, perciò, ad una elementare esigenza della sua personalità”.
“La legge del 25 novembre 1926 n. 2008, sulla difesa dello Stato, si proponeva ugualmente di reprimere le organizzazioni sovversive, ma, come risulta dalla Relazione che accompagnava il relativo disegno di legge, si asteneva deliberatamente da qualsiasi riferimento a definizioni giuridiche. Infatti, per l’art. 4 di detta legge, costituiva delitto la ricostituzione di associazioni o di organizzazioni disciolte per ordine dell’Autorità, come del resto anche la propaganda delle dottrine e dei metodi di azione da esse propugnati. Il solo elemento capace di imprimere alle associazioni, quali esse siano, il marchio della illiceità giuridica, è quindi (per la citata legge) il giudizio dell’Autorità, che le ritenga contrarie all’ordine pubblico e ne ordini lo scioglimento. … L’art. 277 (ora 270) afferma, con le disposizioni della prima parte, e rispettivamente con quello del capoverso, che le associazioni comuniste e le associazioni anarchiche costituiscono di per sé stesse associazioni delittuose”.
“Il testo evita di richiamare direttamente l’una o l’altra categoria di associazioni, né, d’altronde, ciò sarebbe stato consentito dalla necessaria esattezza scientifica della formula legislativa, date le distinzioni e le suddivisioni, quasi all’infinito, che ciascuna delle due categorie presenta per la varietà dei programmi. Ma è agevole dedurre, dalla prima parte dell’articolo in esame, il riferimento alle associazioni comuniste o bolsceviche, il cui programma è diretto precisamente a stabilire violentemente la dittatura di una classe sulle altre, ovvero a sopprimere violentemente una classe sociale. Tanto l’una quanto l’altra categoria di associazioni, essendo dirette a sostituire ai modi attuali di ripartizione della ricchezza quelli che nella dottrina sono definiti comunemente i modi socialisti di tale ripartizione, hanno un obiettivo comune, la distruzione della proprietà individuale, e altresì un metodo comune di lotta, la violenza. Di ambedue codesti elementi comuni tengono conto le citate disposizioni … La prima parte dell’articolo, facendo menzione degli ordinamenti economici costituiti nello Stato, intende precisamente riferirsi all’istituto della proprietà individuale, il cui ordinamento è bensì giuridico, ma ha contenuto economico”.
“E’ precisamente alle associazioni anarchiche che lo stesso articolo intende riferirsi, quando nel primo capoverso vieta … Ricorrono a qualsiasi sistema di lotta, armando bene spesso il braccio dei singoli affiliati, non indietreggiando nemmeno di fronte agli attentati terroristici più spaventosi, pur di distruggere gli ordinamenti, e assicurare su tali rovine il trionfo dell’idea anarchica … Gli ordinamenti politici della società sono da identificare nello Stato. La furia anarchica è nemica di qualsiasi ordinamento statale, a differenza del comunismo, per il quale lo Stato è tutto, giungendo fino ad annientare qualsiasi iniziativa individuale. E’ evidente che uno Stato, il quale abbia consapevolezza della propria autorità … non potrebbe tollerare nel proprio territorio tutte queste organizzazioni, senza rinunciare alla propria ragione di essere”.
“Va posto in rilievo il sistema seguito dal progetto (negli artt. 270, 271, 272 e 273 cod. pen.), perché si riscontra anche a proposito di altre figure di associazioni criminose; come per es., nell’ambito di questo Titolo, per la cospirazione mediante accordo (art. 304), per la cospirazione mediante associazione (art. 305) e per le bande armate (art. 306) … Per ciascuno dei due gruppi di associazioni le figure di coloro che promuovono, costituiscono ed organizzano l’associazione sono tenute distinte da quelle di coloro che semplicemente vi partecipano … Il che rappresenta un duplice vantaggio: far corrispondere la norma penale alle due fasi, cronologicamente successive, di qualsiasi associazione, quella, cioè, preliminare in cui si costituisce, inteso questo termine in senso lato, e l’altra in cui, dopo essersi costituita, opera o si accinge ad operare; adeguare la sanzione penale alla effettiva responsabilità di coloro che, in diversa vesta e in differenti momenti, esercitano una qualsiasi attività nell’associazione. Coloro che promuovono, costituiscono ed organizzano un’associazione e, successivamente, sono i capi dell’associazione già costituita, presentano un maggior grado di colpevolezza che i semplici gregari, e debbono essere puniti più severamente”.
“Tra le associazioni politiche il progetto prevede, in questo Capo, soltanto quelle che limitano la loro attività alla diffusione delle idee, cioè all’affermazione teorica degli obiettivi politici, che costituiscono il loro programma. Alle associazioni di tal sorta intendono, infatti, riferirsi, in tutti gli Stati, la legislazione, la pratica costituzionale e la dottrina, quando disciplinano il regime delle associazioni politiche, o rispettivamente prendono in considerazione la cosiddetta libertà giuridica di associazione. Qualora le dette associazioni avessero di mira anche l’attuazione dei loro programmi, esse costituirebbero o si trasformerebbero, secondo i casi, in altre forme associative, che il progetto prevede egualmente in questo Titolo, essendo identica la loro obiettività giuridica, quali appunto le cospirazioni mediante associazione e le bande armate, ma in un altro Capo, e quindi con disposizioni completamente distinte, le quali ipotizzano figure assai più gravi di violazione dell’ordinamento giuridico”.
Affermazioni e passaggi che non lasciano dubbi sulle reali intenzioni di chi, poi, stese il Codice penale.

L’art. 270, oltre a avere forza storico-politica, ha una notevole forza tecnica e giuridica attraverso un’ampia discrezionalità che gli permette di colpire dissidenti ed oppositori a vasto raggio; infatti, dopo una analisi specifica di chi colpire (comunisti, anarchici …) si denota nell’articolo ampia genericità che può essere adattata a svariate situazioni.
Per la prefigurazione del reato è richiesto un vincolo associativo riferito ad un programma indefinito di reati, avente come scopo quello di sovvertire, e non esige né un numero determinato di adepti, né la consistenza di mezzi idonei alla realizzazione dei fini, né un concreto pericolo per lo Stato, essendo tale pericolo presunto dalla legge in via assoluta, proprio per il fatto stesso della costituzione, anche se l’organizzazione può essere di tipo rudimentale. E’ un reato di pericolo presunto che colpisce l’individuo non su quanto ha fatto ma su quello che potrebbe e/o si propone di fare, colpendo le intenzioni, indipendentemente dalle possibilità concrete di raggiungere gli scopi descritti nella fattispecie.
Ciò che si punisce è il fatto dell’associazione sovversiva, nella quale la legge presume in via assoluta un pericolo per la personalità dello Stato, indipendentemente dai fatti delittuosi che gli associati possano effettivamente commettere.
Discrezionalità e genericità che si amplia e si allarga ancor di più nei successivi artt. 270 bis e ter fino a toccare non solo le modalità di condotta, ma anche i fini, inserendo concetti come eversione dell’ordine democratico e terrorismo che coinvolgono un ampio numero di soggetti.
Questa genericità del reato si denota dalle stesse parole della Cassazione (1983): “La differenza tra le ipotesi criminose di cui agli artt. 270 e 270 bis è netta e non consiste nel requisito della violenza, che ricorre come elemento costitutivo in entrambe le ipotesi criminose, ma nel fatto che la prima fattispecie è a forma specifica, mentre la seconda è a forma generica …”.
A differenza dei tempi nostri, negli anni ’30 la classe dominante non aveva dubbi sull’esistenza delle classi sociali e della possibilità che, dopo una rivoluzione proletaria e l’instaurazione della dittatura del proletariato, la borghesia venisse soppressa (l’esperienza dei Soviet e della Rivoluzione d’Ottobre era lì a dimostrarlo!). Non aveva alcun timore a dichiararlo e predisponeva le proprie armi di difesa, come appunto l’art. 270. Oggi, invece, come vedremo anche in seguito, ad es. con il 270 bis del 1980, la classe dominante non parla più - apertamente - di classi e di dittatura, ma nel porsi l’obiettivo di colpire chiunque pratichi e sviluppi la lotta di classe ha coniato e artatamente utilizzato le sopra citate categorie quali “terrorismo” ed “eversione dell’ordinamento democratico e costituzionale”.
Un dato che deve indurci alla riflessione è che nonostante la sconfitta del fascismo con la lotta di Liberazione (in questi giorni ricorre proprio il 60° anniversario), un suo fondamentale Codice è rimasto in vigore fino ad oggi.
Prima l’art. 270 aveva tutelato il regime fascista, dopo la Liberazione tutelò il regime democristiano, meglio ancora, con l’inserimento nello stesso Codice dei nuovi articoli sui reati associativi.
E’ proprio vero: morto un papa, si fa un papa e un cardinale …

per info: reati associativi-owner@inventati.org
http://www.inventati.org/reati associativi

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19 GIUGNO GIORNATA INTERNAZIONALE DEL RIVOLUZIONARIO PRIGIONIERO....
by CENTRO POPOLARE FIRENZE SUD Sunday, Jun. 12, 2005 at 1:11 PM mail:

GIORNATA INTERNAZIONALE DEL RIVOLUZIONARIO PRIGIONIERO

19 giugno 1986
300 compagni comunisti furono massacrati in Perù nelle carceri di
Lurigancho, El Fronton ed El Callao perché si ribellarono alla condizione di
reclusione.

19 giugno 2005
Decine e decine di compagni/e perquisiti, indagati, fermati e arrestati in
queste ultime settimane (da Bologna a Cagliari, dal Lazio alla Puglia, fino
a Parigi); 8.000 compagni/e, lavoratori, disoccupati, studenti,
antifascisti, proletari, colpiti dalla repressione negli ultimi 5 anni!

Chi dissente, chi si oppone, chi lotta, chi si organizza per cambiare lo
stato di cose presente, è oggetto di ogni forma di repressione.
Al centro di questa "mobilitazione" reazionaria orchestrata da magistrati,
polizia, carabinieri, mass media e politicanti vi sono i cosiddetti "reati
associativi", ed in particolare il 270 ed il 270 bis.

In occasione della GIRP, i compagni/e che promuovono la "Campagna nazionale
contro l'art. 270 e contro tutti i reati associativi" vogliono rilanciare il
dibattito sull'utilizzo massiccio di questo genere di articoli e promuovere
momenti di solidarietà attiva. Una Campagna di sostegno e per la solidarietà
a quanti/e sono stati colpiti/e dalla repressione per l'impegno politico e
la partecipazione alle lotte sociali.


P R O G R A M M A

Sabato 18 giugno (dalle ore 18.00)

Musica e interventi a sostegno della Campagna
Aperitivo e cena di autofinanziamento


Domenica 19 giugno (ore 10,30)

ASSEMBLEA NAZIONALE
di bilancio e di sviluppo della Campagna

Interverranno compagni e compagne di realtà internazionali e i protagonisti
di lotte sociali oggetto delle inchieste.
Parte del ricavato verrà destinato in solidarietà con i compagnni turchi
prigionieri in Italia.

Le due giornate si terranno al
CENTRO POPOLARE AUTOGESTITO FIRENZE SUD
Via Villamagna 27/A ­ 50100 Firenze
[per arrivare al CPA guarda la mappa all'indirizzo:
http://www.inventati.org/reati_associativi/mappaFI.html]

Comitato Promotore
della Campagna contro l'art. 270 e contro tutti i reati associativi


* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

[per info scrivere a: reati_associativi-owner@inventati.org
oppure visita il sito http://www.inventati.org/reati_associativi]

[Per leggere la Proposta di lavoro:
http://www.inventati.org/reati_associativi/documento.html]




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GIRP 2005
by Centro Proletario Ilic Friday, Jun. 17, 2005 at 11:22 PM mail: centroilic@libero.it

19 giugno 1986-19 giugno 2005
Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Con la Resistenza dei Prigionieri, con la Resistenza dei popoli

Il 19 giugno 1986 oltre 300 prigionieri rivoluzionari furono massacrati in Perù dal governo Garcia. Questa operazione di guerra era tesa a colpire un elemento significativo del processo di guerra popolare condotta dal Partito Comunista Peruviano: i MILITANTI PRIGIONIERI.
Da sempre, pur nella loro natura di "ostaggi" dello stato borghese, i prigionieri rappresentano, con la loro resistenza, un elemento di continuità del processo Rivoluzionario nei termini di elaborazione rivoluzionaria,coerenza nella militanza.
Questo è dimostrato tanto più oggi, in particolare nelle metropoli imperialiste, laddove la propaganda di stato tende a far uso dei prigionieri come deterrente dissuasivo nei confronti delle soggettività antagoniste, politiche e sociali, che tendono ad assumere una posizione inconciliabile con le compatibilità capitalistiche e lo stato imperialista.
Questa propaganda mira a rappresentare i militanti incarcerati come un ceto residuale o un pugno di fanatici fuori dal tempo... questa propaganda non spiega però le "condanne esemplari", gli ergastoli comminati a ruota libera che sono indice, da un lato, della politica di controrivoluzione preventiva (insita peraltro nella logica della guerra di classe) che tende a inibire la riproducibilità soggettiva della Prospettiva Rivoluzionaria; dall'altro lato, gli stessi arresti, processi, ergastoli, isolamento, rappresentano il terrore che lo stato imperialista ha di un processo di ricostruzione dell'organizzazione rivoluzionaria e della sua possibile saldatura con le istanze più avanzate della classe.
La politica di controrivoluzione preventiva trova una potente accelerazione nell'acutizzarsi del processo di crisi/tendenza alla guerra, che obbliga gli stati imperialisti a coordinarsi e ad adottare politiche comuni che preservino il loro "fronte interno". L'attacco si dispone su più livelli: dalle organizzazioni rivoluzionarie e antimperialiste, ai movimenti indipendentisti, fino ai movimenti di resistenza alla "globalizzazione" imperialista e alla guerra.
E' così in Turchia (esecuzioni di militanti, celle tipo "F", pestaggi violenti nelle manifestazioni...), in Spagna (incarcerazioni continue di militanti del PCEr e delle Organizzazioni Basche...), in Francia (accanimento contro i militanti di Action Directe, contro George Ibrahim Abdallah, contro i militanti bretoni...)....
...E' così in Italia, con l'attacco alle Organizzazioni Rivoluzionarie rappresentanti la continuità di una prospettiva di potere per il proletariato, ai gruppi e individualità anarchiche, accusati di prospettare l'"Insurrezione" contro l'ordine dominante, ai militanti antimperialisti (....e semplici cittadini...) arabi, sequestrati e fatti sparire in operazioni congiunte di "Servizi" internazionali....
Tutto questo non è l'aberrazione partorita dalla mente di qualche nuovo "fuhrer", che si chiami Bush, Putin o Berlusconi: è bensì lo sviluppo storico di un "autoritarismo imperialista" che, nelle sue vesti propagandistiche di "democrazia al lavoro" in Iraq, Palestina,Afghanistan, Bolivia Turchia...tende di fatto a garantire l'attuazione di politiche globali antiproletarie e antipopolari, miranti ad innescare una ripresa del ciclo di accumulazione capitalistico, che hanno il loro fulcro nelle operazioni belliche in atto su scala planetaria e nella più complessiva tendenza allo scontro interimperialista.
La comprensione pratica di questo contesto è indispensabile per collocare in modo adeguato la lotta alla repressione nei suoi vari aspetti all'interno di una prospettiva politica più generale.
Dunque, il compito ineludibile di sostenere i prigionieri rivoluzionari, consiste sia nel difenderne specificamente l'identità politica rivoluzionaria, sia sviluppare la lotta rivoluzionaria nelle metropoli imperialiste, in stretta dialettica con i processi più avanzati di resistenza e lotta dei popoli nel Tricontinente.

Sostenere i prigionieri facendo conoscere e difendendo le motivazioni e i percorsi che li hanno spinti a lottare e a combattere!
Sostenere la solidarietà praticandola!

Centro Proletario Ilic

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LIBERTA' PER TUTTI I PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI !
by L'altra Lombardia - SU LA TESTA Saturday, Jun. 25, 2005 at 3:31 PM mail:

Condividiamo le espressioni di solidarietà ai militanti rivoluzionari prigionieri in varie parti del mondo contenute nella mozione del 19.06.2005 approvata dall'Assemblea nazionale di Firenze delle realtà che conducono la mobilitazione contro l'art. 270.

Vogliamo però aggiungere la nostra solidarietà militante a tutti i compagni arrestati, perseguitati od inquisiti in questi giorni in Italia, Brasile, Nicaragua ed in Francia, dove i due militanti del nuovo PCI Maj e Czeppel sono stati di nuovo arrestati su istigazione dei servizi di sicurezza italiani, in un quadro di vera e propria persecuzione.

La repressione colpisce indiscriminatamente i rivoluzionari a prescindere dalla loro particolare "collocazione organizzativa".

Conseguentemente le pratiche politiche di solidarietà vanno espresse a prescindere da eventuali dissensi politici che possono sussistere tra le diverse formazioni.

Non esistono prigionieri rivoluzionari di serie A e di serie B.

Libertà per tutti i prigionieri politici rivoluzionari.

Segreteria Centrale

L'altra Lombardia - SU LA TESTA

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LIBERTA' PER TUTTI
by Individualità anarchiche Friday, Jul. 29, 2005 at 11:22 PM mail:

Libertà per tutti i prigionieri.
Libertà totale per chi combatte o rifiuta questo servile esistente ormai distrutto.
Libertà di movimento nella terra.
Solidarietà attiva e incendiaria verso tutti i ribelli e contro qualunque repressione, carcere, autorità o gerarchia.
1,2,3... Libera tutti!!!!!!!!!!
Fuoco al carcere e al CPT. Fino all'ultimo respiro, lottiamo!!!!!!!!

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