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pubblicato il 8.09.06
Bologna Aggrediti con una spranga 2 giovani
·

Due compagni di Antagonismo Gay sono stati aggrediti stanotte vicino alla Salara.
presidio oggi (venerdì 8) sotto al Nettuno a Bologna per le ore 18.00 queste le parole d’ordine:

QUANTA VIOLENZA ANCORA PRIMA CHE SIA EMERGENZA!
sotto articolo da Indy

Aggrediti con una spranga i giovani che camminavano abbracciati I legali: le vittime sotto choc. L’Arcigay: Basta con questi raid

BOLOGNA – Luca e Vincenzo che camminano abbracciati, uno circonda le spalle dell’altro, lui lo tiene per la vita. Vanno verso la Salara, la sede del Cassero, il circolo Arcigay bolognese. Sono quasi le due di notte, ma c’è ancora gente che balla, che ascolta musica. È una delle tradizionali serate danzanti offerte dal circolo a uomini e donne. La coppia si ferma fra i cespugli ai bordi del viale di circonvallazione. Si accosta una macchina, scatta la punizione: volano sassi, qualcuno urla l’insulto più classico “finocchi di m…”.
Sono in tre, dall’accento si direbbero slavi, uno tira fuori una spranga. Botte da orbi. Luca G., 23 anni, finisce a terra col naso rotto. È un attivista di Antagonismogay. L’altro, Vincenzo M., 26 anni, se la cava con qualche contusione. Sono studenti universitari fuorisede, Bologna la conoscono come una città civile e tollerante. Ora si sono chiusi in casa, il cellulare è spento.
Dopo l’ambulanza del 118 e le cure al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, Luca non riesce a muoversi dal letto. E non solo per i lividi e la frattura al naso.
Tutti e due sono “letteralmente sotto choc per questa chiara aggressione a sfondo omofobico”, spiega Cathy Latorre, dello staff legale subito messo a disposizione dal Cassero. Intanto, dal Comitato provinciale Arcigay arriva l’appello “a non sottovalutare l’ennesimo episodio di violenza” contro gli omosessuali.
Ci tengono pure i ragazzi, “vogliono che si sappia – dice l’avvocato – sono stati pestati perché camminavano abbracciati senza nascondere la loro omosessualità”.
Mercoledì notte non hanno reagito all’assalto scappando. Quando è cominciata la sassaiola hanno affrontato gli aggressori che erano ancora in macchina.
“Che state facendo, che volete?”. Quello che impugnava la spranga è stato anche disarmato mentre urlava i suoi insulti. Oggi si presenteranno davanti ai poliziotti della questura per firmare la denuncia. Latorre è convinta che debba essere riconosciuta “l’aggravante delle lesioni personali per motivi abietti”.
Le aggressioni di queste settimane, non solo a Bologna, e non solo nei confronti degli omosessuali, impensieriscono il Comitato provinciale Arcigay. Molto preoccupato si dice il presidente Matteo Cavalieri: “L’ultimo caso omofobico si inserisce in un clima di generale violenza che sembra contraddistinguere questi
ultimi mesi. Chiediamo che tali episodi non vengano sottovalutati, da anni i vertici di Arcigay si battono per un provvedimento legislativo che equipari i crimini contro gli omosessuali a quelli dettati da odio razziale, etnico, nazionale o religioso”.
Per il parlamentare Ds Franco Grillini bisognerebbe “estendere la legge Mancino contro il razzismo anche ai delitti e alle violenze nei confronti delle persone omosessuali”. Questa di Bologna ”è solo l’ultima di una catena di delitti, violenze e intimidazioni ai danni degli omosessuali che fa dell’Italia un Paese fortemente a rischio per la vita, la sicurezza e la libertà della comunita’ Glbt (gay, lesbiche, bisex e transessuali). Purtroppo l’omofobia è coltivata
con cura da organizzazioni politiche e clericali che non esitano ad usare un linguaggio violentissimo e razzista persino nelle campagne elettorali. Gruppi come Forza Nuova, per esempio, ma non solo loro evidentemente, fanno dell’omofobia e dell’odio antigay il loro principale cavallo di battaglia. Le conseguenze dell’omofobia politica si traducono poi facilmente in ‘licenza
alla violenza”.


da Indymedia

Testimonianza di uno degli aggrediti

audio (MP3 at 890.8 kibibytes)


Da Il Domani di Bologna

«Mi hanno rotto il naso ma quello che fa più male è la brutalità e l’assenza di qualsiasi forma di rispetto»

Il raid. Mercoledì sera due studenti sono stati aggrediti e picchiati selvaggiamente a poche centinaia di metri dal Cassero di via Don Minzoni. Il più giovane ha subìto la frattura del setto nasale. Gli autori, forse dell’est, sono fuggiti in macchina.

«Sporco finocchio» poi pugni e sprangate

di Gianluca Rotondi

Presi a calci, pugni e sprangate solo perché omosessuali. Aggrediti e picchiati selvaggiamente da tre sconosciuti mentre a piedi raggiungevano il circolo Arcigay del Cassero di via Don Minzoni. Un raid in piena regola contro due giovani, entrambi impegnati anche come attivisti di “Antagonismogay”, colpevoli solo di essere visibili.
Andrea (nome di fantasia) e Vincenzo, 23 e 25 anni, entrambi studenti fuorisede rispettivamente al Dams e a Scienza della comunicazione, hanno passato le prime ore di giovedì in ospedale. A farsi medicare le ferite rimediate nell’agguato che gli hanno teso tre balordi a qualche centinaio di metri dall’entrata del Cassero.
Ma a fare male più di ogni altra cosa è la radice del pestaggio: «Finocchi di m., froci», gli hanno gridato i tre ragazzi prima di aggredirli a sassate e colpi di spranga. Un episodio portato alla luce dall’ufficio stampa del Cassero (sede nazionale di Arcigay e Arcilesbica), che in un comunicato parla di «ennesimo episodio di violenza omofobica».
Anche i due ragazzi hanno pochi dubbi sulla matrice dell’aggressione: «Hanno iniziato ad insultare pesantemente Andrea con riferimenti espliciti all’omosessualità – spiega Vincenzo – Tornavamo dal concerto della Rettore a Castelfranco Emilia e abbiamo deciso di concludere la serata al Cassero. Dopo aver parcheggiato ci siamo avviati verso l’entrata del locale, ma Luca doveva fare pipì e si è attardato mentre io ho continuato a camminare. Dopo pochi secondi l’ho sentito alzare la voce verso un gruppo di persone: gli chiedeva “Che problema c’è?”».
Una richiesta di spiegazioni arrivata dopo che da una macchina parcheggiata poco distante un gruppetto di persone gli aveva lanciato dei sassi contro. «Mi sono avvicinato loro e ho chiesto cosa c’era che non andava – spiega Andrea, che nell’aggressione ha subito la frattura del setto nasale – Hanno iniziato ad insultare, pesantemente, a chiamarmi frocio. Poi è arrivato anche Vincenzo e lì hanno iniziato a picchiare».
Secondo le testimonianze raccolte, che costituiranno oggetto della querela, i tre ragazzi, che parlavano in italiano ma con uno spiccato accento dell’est, erano appena scesi dalla macchina, una station wagon blu scura: «Ci hanno aggrediti a calci e pugni e all’improvviso uno dei tre ha raccolto un bastone in terra e ha iniziato a colpire – spiega Vincenzo – Mi è arrivata una botta sulla spalla ma ho avuto il tempo di telefonare al 113 col mio cellulare. Hanno provato astrapparmelo, ma dopo un altro tentativo sono fuggiti in macchina».
Vincenzo, quello dei due che ne è uscito meglio, ha avuto anche la prontezza di annotare la targa della macchina. Poi l’arrivo della polizia, in borghese, e il trasferimento al Maggiore in ambulanza. «Mi hanno rotto il naso, ma quello che fa più male è constatare come ormai anche a Bologna le cose siano cambiate – dice amaro Andrea – Gli episodi omofobici sono in aumento, anche la scorsa settimana una signora ha chiamato la polizia perché mi stava abbracciando col mio ragazzo troppo vicino al suo negozio. Ma quello che è accaduto l’altra sera è davvero inconcepibile. Una volta le strade erano piene di gente, a qualsiasi ora della notte c’era in giro qualcuno e i locali erano aperti. Ora invece è diverso e in certe strade c’è da avere paura, ti senti insicuro, può capitarti di tutto».
I due studenti, assistiti dall’avvocato Kathy La Torre e dallo Sportello Legale del “Cassero”, questa mattina si recheranno in Questura per la denuncia formale dell’aggressione. «Grave è la preoccupazione che esprimiamo per l’ennesimo episodio di violenza omofobica – ha dichiarato il presidente Matteo Cavalieri- che si inserisce in un clima di generale violenza che sembra contraddistinguere questi ultimi mesi. Chiediamo che tali episodi non vengano sottovalutati, da anni ci battiamo per un provvedimento legislativo che equipari i crimini omofobici a quelli dettati da odio razziale, etnico, o religioso».


Da Il Domani di Bologna

Così il presidente Sergio Lo Giudice:
«È una battaglia culturale»
«Come per le violenze sulle donne la radice è il disprezzo per il diverso»

«La violenza antigay e la violenza alle donne hanno la stessa origine: un impotente tentativo di affermazione di una malintesa identità di maschio eterosessuale e il disprezzo per un’identità percepita come differente ed inferiore. Occorre rilanciare con forza, a livello locale come nazionale, il tema del rapporto fra identità differenti, che tocca i campi del genere e dell’orientamento
sessuale come quelli legati all’origine geografica o alla religione». Il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, commenta così l’aggressione della scorsa notte.
«Se ci sono ormai numerosi precedenti di violenza antigay a Bologna sul piano nazionale la criticità si fa ancora più evidente – aggiunge Lo Giudice – Chiederemo al ministro degli Interni Giuliano Amato di riattivare gli specifici interventi per la sicurezza delle persone omosessuali e transessuali che erano stati impostati ai tempi del ministero di Giorgio Napolitano. Ma la questione è soprattutto culturale: occorre rispondere al tema della relazione fra identità diverse col linguaggio del pluralismo, dell’inclusione sociale, del rispetto delle differenze». Va in questa direzione un’iniziativa nazionale che Arcigay metterà in campo proprio a Bologna il 17 dicembre: un workshop dal titolo Multi-culti-arcigay”:
omosessualità, immigrazioni, prevenzionè, a cui parteciperanno oltre ad esperti di ambito giuridico, sociologico e antropologico, anche rappresentanti delle comunità di immigrati di Bologna e provincia con l’intento di affrontare le questioni dell’integrazione
sociale e culturale e delle condizioni degli stessi immigrati omosessuali e bisessuali.


Da Repubblica

Aggrediti con una spranga i giovani che camminavano abbracciati
I legali: le vittime sotto choc. L’Arcigay: Basta con questi raid
“Picchiati perché omosessuali”
Bologna, sassi contro due studenti

di PAOLA CASCELLA

“Picchiati perché omosessuali”
Bologna, sassi contro due studenti

BOLOGNA – Luca e Vincenzo che camminano abbracciati, uno circonda le spalle dell’altro, lui lo tiene per la vita. Vanno verso la Salara, la sede del Cassero, il circolo Arcigay bolognese. Sono quasi le due di notte, ma c’è ancora gente che balla, che ascolta musica. È una delle tradizionali serate danzanti offerte dal circolo a uomini e donne. La coppia si ferma fra i cespugli ai bordi del viale di circonvallazione. Si accosta una macchina, scatta la punizione: volano sassi, qualcuno urla l’insulto più classico “finocchi di m…”.

Sono in tre, dall’accento si direbbero slavi, uno tira fuori una spranga. Botte da orbi. Luca G., 23 anni, finisce a terra col naso rotto. È un attivista di Antagonismogay. L’altro, Vincenzo M., 26 anni, se la cava con qualche contusione. Sono studenti universitari fuorisede, Bologna la conoscono come una città civile e tollerante. Ora si sono chiusi in casa, il cellulare è spento. Dopo l’ambulanza del 118 e le cure al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, Luca non riesce a muoversi dal letto. E non solo per i lividi e la frattura al naso.

Tutti e due sono “letteralmente sotto choc per questa chiara aggressione a sfondo omofobico”, spiega Cathy Latorre, dello staff legale subito messo a disposizione dal Cassero. Intanto, dal Comitato provinciale Arcigay arriva l’appello “a non sottovalutare l’ennesimo episodio di violenza” contro gli omosessuali.
Ci tengono pure i ragazzi, “vogliono che si sappia – dice l’avvocato – sono stati pestati perché camminavano abbracciati senza nascondere la loro omosessualità”.

Mercoledì notte non hanno reagito all’assalto scappando. Quando è cominciata la sassaiola hanno affrontato gli aggressori che erano ancora in macchina. “Che state facendo, che volete?”. Quello che impugnava la spranga è stato anche disarmato mentre urlava i suoi insulti. Oggi si presenteranno davanti ai poliziotti della questura per firmare la denuncia. Latorre è convinta che debba essere riconosciuta “l’aggravante delle lesioni personali per motivi abietti”.

Le aggressioni di queste settimane, non solo a Bologna, e non solo nei confronti degli omosessuali, impensieriscono il Comitato provinciale Arcigay. Molto preoccupato si dice il presidente Matteo Cavalieri: “L’ultimo caso omofobico si inserisce in un clima di generale violenza che sembra contraddistinguere questi ultimi mesi. Chiediamo che tali episodi non vengano sottovalutati, da anni i vertici di Arcigay si battono per un provvedimento legislativo che equipari i crimini contro gli omosessuali a quelli dettati da odio razziale, etnico, nazionale o religioso”.

Per il parlamentare Ds Franco Grillini bisognerebbe “estendere la legge Mancino contro il razzismo anche ai delitti e alle violenze nei confronti delle persone omosessuali”. Questa di Bologna ”è solo l’ultima di una catena di delitti, violenze e intimidazioni ai danni degli omosessuali che fa dell’Italia un Paese fortemente a rischio per la vita, la sicurezza e la libertà della comunità Glbt (gay, lesbiche, bisex e transessuali). Purtroppo l’omofobia è coltivata con cura da organizzazioni politiche e clericali che non esitano ad usare un linguaggio violentissimo e razzista persino nelle campagne elettorali. Gruppi come Forza Nuova, per esempio, ma non solo loro evidentemente, fanno dell’omofobia e dell’odio antigay il loro principale cavallo di battaglia. Le conseguenze dell’omofobia politica si traducono poi facilmente in ‘licenzà alla violenza”.

(8 settembre 2006)

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