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pubblicato il 13.01.07
Strage di Marzabotto, ergastolo per 10 dei 17 ex ufficiali nazisti
·

E’ la sentenza del tribunale militare di La Spezia per il bagno di
sangue che le SS misero a segno nell’autunno del 1944
Strage di Marzabotto, ergastolo
per 10 dei 17 ex ufficiali nazisti
Assolti per non aver comesso il fatto gli altri sette imputati

Strage di Marzabotto, ergastolo
per 10 dei 17 ex ufficiali nazisti

I funerali dlele vittime della strage nazista
LA SPEZIA – Il tribunale militare della Spezia ha condannato all’ ergastolo dieci dei 17 imputati (tutti contumaci) per la strage nazista di Marzabotto. Gli altri sette sono stati assolti per non aver commesso il fatto. La camera di consiglio è durata quattro ore e 45 minuti.

Gli imputati sono ex ufficiali nazisti, tutti ultraottantenni e contumaci. La strage risale al periodo tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944: 800 le persone trucidate dai nazisti solo a Marzabotto.

Il principale responsabile della strage resta il maresciallo Walter Reder già condannato all’ergastolo dal tribunale militare di Bologna nel 1951 e liberato nel 1985.

La condanna all’ergastolo è stata emessa per Paul Albers, 88 anni, aiutante maggiore di Reder; per il sergente comandante di plotone Josef Baumann, 82 anni; per il maresciallo delle SS Hubert Bichler, 87 anni; per i sergenti Max Roithmeier, 85 anni; Max Schneider, 81, Heinz Fritz Traeger, 84, Georg Wache, 86, Helmut Wulf, 84; per il maresciallo capo Adolf Schneider, 87 anni; per il soldato Kurt Spieler, 81 anni. Tutti sono stati ritenuti colpevoli di concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, pluriaggravata e continuata.

Sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto il caporale Franz Stockinger, 81 anni; il caporalmaggiore Gunther Finster, 82; i caporali Albert Piepenschneider, 83, ed Ernst Gude, di 80; il sergente SS Hermann Becker, 87 anni; il caporalmaggiore Otto Erhart Tiegel, 81 anni ed il sergente Wilhelm Kusterer, di 84.

Il tribunale ha poi deciso la pena dell’isolamento diurno per tutti i condannati, per un periodo variabile tra uno e tre anni, ed il risarcimento dei danni in favore delle parti civili per una somma complessiva di oltre 100 milioni di euro.

La mattanza di Marzabotto è sicuramente la più cruenta, per violenza e numero di vittime, delle stragi compiute dai nazisti in Italia. Venne perpetrata dalla feroce 16. SS-Panzergrenadier-Division in diverse località quali Tagliadazza, Caparra, Castellano, Caviglia, Vado di Monzuno, Grizzana e, appunto, Marzabotto.

La furia nazista colpì la popolazione civile non riasparmiando nè donne, nè bambini. Intere famiglie vennero falcidiate. Si parla di un totale di 1800 vittime, molte delle quali furono ritrovate molto tempo dopo. Scopo die nazisti era reprimere la brigata partigiana Stella Rossa che nella zona contava più di duemila affliati.

(13 gennaio 2007)

da repubblica on line


A Marzabotto la violenza nazista – una strage di donne e bambini

LA STRAGE di Marzabotto del 29 settembre 1944 è stata senza alcun dubbio la più violenza mattanza messa a segno dai nazisti in Italia. Per ferocia e per numero di vittime. Nonostante la si sia sempre chiamata strage di Marzabotto, coinvolse numerosi paesi emiliani tra cui appunto quello che ha dato il nome alla strage.

La strage si fa risalire al maresciallo Albert Kesserling che ne fu mandante, mentre l’esecutore materiale si chiamava Walter Reder, maggiore delle SS soprannominato “il monco” perchè aveva lasciato l’avambraccio sinistro a Charkov, sul fronte orientale, racconta Arrigo Petacco sul portale della guerra di liberazione.

Reder arrivò in Emilia a fine settembre sulle tracce della brigata partigiana Stella Rossa. Per tre giorni, a Marzabotto, Grizzana e Vado di Monzuno, il maresciallo delle SS compì la più tremenda delle sue rappresaglie. In località Caviglia i nazisti irruppero nella chiesa dove don Ubaldo Marchioni aveva radunato i fedeli per recitare il rosario. Furono tutti sterminati a colpi di mitraglia e bombe a mano.

Nella frazione di Castellano fu uccisa una donna coi suoi sette figli, a Tagliadazza furono fucilati undici donne e otto bambini, a Caprara vennero rastrellati e uccisi 108 abitanti compresa l’intera famiglia di Antonio Tonelli (15 componenti di cui 10 bambini).

I nazisti misero a ferro e a fuoco l’intera Marzabotto distruggendo anche 800 appartamenti, una cartiera, un risificio, quindici strade, sette ponti, cinque scuole, undici cimiteri, nove chiese e cinque oratori. Infine, la morte nascosta: prima di andarsene Reder fece disseminare il territorio di mine che continuarono a uccidere fino al 1966 altre 55 persone. In totale, le vittime di Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno furono 1.830.

Fra i caduti, 95 avevano meno di sedici anni, 110 ne avevano meno di dieci, 22 meno di due anni, 8 di un anno e quindici meno di un anno. Il più giovane si chiamava Walter Cardi: era nato da due settimane. Dopo la liberazione Reder, che era riuscito a raggiungere la Baviera, fu catturato dagli americani. Estradato in Italia, fu processato dal tribunale militare di Bologna nel 1951 e condannato all’ergastolo. Dopo molti anni trascorsi nel carcere di Gaeta, fu graziato nel 1985 per intercessione del governo austriaco. Morì pochi anni dopo in Austria senza mai essere sfiorato dal rimorso.

(13 gennaio 2007)

documentazione
r_nazionale


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