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pubblicato il 8.02.07
Catania, uccisione di Raciti. Le indagini si spostano su Forza Nuova
·

Cronaca / L’assassino ha le ore contate. Ma su un sito di tifosi emerge anche un nuovo particolare
VIDEO SHOCK: RACITI COLPITO CON UN LAVABO. LE INDAGINI SI SPOSTANO SU FORZA NUOVA
Il mondo del pallone è ancora sotto shock, la parte sana del calcio ancora si interroga sul delitto della follia, quello che ha lasciato sul campo un’altra vittima innocente, l’ispettore Filippo Raciti. Ma ora dopo ora l’assassino sembra avere le ore contate. C’è un collegamento fra l’arresto di quattro giovanissimi e un video shock nel quale si vede un tifoso colpire l’agente con un lavabo, alla testa e al corpo. Emergono poi altri particolari agghiaccianti: l’aggressione avrebbe un colore politico, quello dell’estrema destra, quello di Forza Nuova.

Si stringe il cerchio sull’assassino dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, l’agente barbaramente ucciso durante gli scontri di Catania-Palermo. Ora dopo ora le certezze diventano sempre più nette e la conferma arriva dagli ultimi quattro arresti, tutti a carico di giovanissimi. La polizia non lascia trapelare la minima indiscrezione, ma tra uno di questi potrebbe nascondersi l’omicida di Filippo.
Emergono poi particolari importanti: non ci sono dubbi sul fatto che ad uccidere Raciti sia stato un tifoso del Catania, forse appartenente, lo si legge su un sito di tifosi, addirittura ad un colore politico ben identificato. Sembra infatti che gli attacchi alle forze dell’ordine siano arrivati da parte di esponenti dell’estrema destra, e per la precisione di Forza Nuova, quindi una organizzazione riconosciuta dallo Stato come movimento politico.
La polizia sta cercando di collegare il volto di uno degli arrestati, forse un 17enne, alla persona che appare un video dai contorni non netti nel quale si vede però chiaramente Raciti colpito al corpo da un lavabo sradicato dai bagni dello stadio.

L’assassino avrebbe le ore contate

Una immagine video, un fotogramma potrebbero diventare la svolta decisiva per incastrare l’assassino dell’ispettore capo Filippo Raciti, ucciso venerdì durante il derby Catania-Palermo.
Gli inquirenti parlano di una traccia importante da seguire, “quella giusta”.
Sembra infatti che quella che in un primo momento era considerata la pista maggiormente attendibile, ovvero un blog nel quale erano contenute le rivelazioni di testimoni chiave, abbia lasciato spazio ad un filmato dove si vedrebbero alcuni “ultras” aggredire gli agenti di polizia, tra cui l’ispettore Raciti, con spranghe e bastoni.
E da questo fotogramma il volto di uno degli aggressori sarebbe compatibile (nel video il viso dell’aggressore è parzialmente travisato) con quello di un minorenne, arrestato ieri notte insieme ad altri otto giovani e già noto alle forze dell’ordine.
Il minorenne ha negato ogni addebito e ha dichiarato, secondo una formula giudiziaria, di “non riconoscersi nell’immagine”. In parole povere «State sbagliando quello non sono io».
Ma la polizia è convinta che il cerchio si stia restringendo e che l’assassino abbia le ore contate.
Comunque continuano le indagini, condotte dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Ignazio Fonzo. Indagini che si stanno spostando verso gli ambienti di destra e nello specifico in quelli dell’organizzazione e oggi partito (dopo la creazione di Alternativa Sociale) Forza Nuova. Le simpatie politiche degli ultras catanesi per l’estrema destra non sono un mistero, visto che la curva del Massimino è considerata tra le più “nere” d’Italia. Non solo. Alcuni mesi fa tra i militanti di Forza Nuova che impedirono lo svolgimento del Gay Pride nella città etnea c’erano molti ultras.
Ma tornando alle indagini c’è da sottolineare che attualmente non c’è ancora nessun fermo per l’omicidio e tutti gli arrestati, circa una quarantina, sono solo accusati di aver partecipato ai disordini. Grazie al rapporto presentato da un suo collega, si è potuto ricostruire quello che è accaduto quella maledetta sera: «Filippo stava scortando con altri colleghi la colonna dei tifosi del Palermo, che erano circa ottocento, arrivati in città a bordo di una decina di pullman.—dice il poliziotto -Quando i tifosi palermitani sono stati fatti entrare allo stadio è incominciata la prima sassaiola. I carabinieri a questo punto hanno lanciato dei lacrimogeni per disperdere i facinorosi, ma nel frattempo dallo stadio erano usciti altri tifosi catanesi armati di spranghe e bastoni, travisati, e nel tentativo di farli rientrare Raciti ed altri colleghi si sono trovati tra due fuochi con gli ultras catanesi che attaccavano dallo stadio e dalla strada».
Il rapporto continua spiegando che quando l’ispettore è entrato all’interno dello stadio, da dietro una porta sono sbucati alcuni tifosi che lo hanno aggredito violentemente.
Poi Raciti si è accasciato a terra, mentre intorno a lui venivano lanciati razzi e bombe carta.

Colpito al petto da un lavabo?

La polizia catanese sta esaminando un video che mostra un giovane mentre colpisce l’ispettore Filippo Raciti con un lavabo, divelto dai bagni dello stadio. L’uomo appare con il volto parzialmente coperto e la polizia sta cercando di identificarlo: un 17enne, già interrogato, ha negato di essere la persona ripresa nel filmato.

Moglie Raciti: «Si perdonano gli uomini non le bestie»

L’epitaffio di un eroe moderno nelle parole scavate nella roccia da una vedova che non ha più lacrime, ma che dentro ha una grande forza spirituale. E’ la forza di Marisa Grasso, icona senza volerlo di una catanesità da ritrovare. E da rilanciare all’occhio dell’opinione pubblica. E’ la forza di una giovane madre 34enne che, all’improvviso, deve sdoppiarsi per non far mancar nulla ai beni più preziosi che Filippo le ha lasciato: Fabiana, 15 anni, e Alessio, 9. All’alba del primo sole senza la sua luce quotidiana, provata nel fisico e nell’animo, costretta a raccogliere al X Reparto Mobile di Catania gli effetti personali del marito, la vedova Raciti lascia scorrere brevi ma intense frasi in un giorno che non potrà mai dimenticare.
«Io non odio nessuno, il perdono spetta a chi sta sopra di me. Si possono perdonare gli uomini, ma chi si macchia di questi reati può essere considerato solo una bestia».

Il decreto legge

Arrivano le prime indiscrezioni sul contenuto del decreto legge allo studio del governo, che dovrebbe introdurre le nuove norme per debellare la violenza negli stadi. Oltre al regime temporaneo delle porte chiuse, il testo dovrebbe contenere altri interessanti provvedimenti, come l’estensione del Daspo (il divieto di entrare negli impianti) a sette anni e lo stop alla vendita in blocco dei biglietti riservati agli ospiti.

PARTITE A PORTE CHIUSE
“Fino all’esecuzione degli interventi strutturali e organizzativi richiesti” per attuare quanto previsto dal decreto Pisanu, le partite di calcio “possono essere svolte esclusivamente a porte chiuse”.

STOP A VENDITA BIGLIETTI IN BLOCCO A SQUADRE OSPITI
Le società che organizzano le competizioni non possono più vendere, “direttamente o indirettamente”, alla squadra ospitata, biglietti in blocco. E’ vietato inoltre “vendere o cedere” alla stessa persona un numero di biglietti superiore a dieci. In caso di violazione si rischia da 10 mila a 150 mila euro di multa. Il divieto è immediato per cui i biglietti ceduti o venduti prima dell’entrata in vigore del decreto “non possono essere utilizzati”.

DASPO PREVENTIVO FINO A 7 ANNI
Il divieto di accesso negli stadi viene innalzato fino a sette anni e presuppone non più soltanto l’accertamento di un reato, ma “può essere altresì disposto nei confronti di chi, sulla base di elementi oggettivi (come ad esempio un rapporto di polizia pure su minorenni, ndr), risulta avere tenuto una condotta finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive o tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica in occasione o a causa delle manifestazioni stesse”. Previsto l’obbligo di firma in un comando di polizia durante la partita. Chi viola il Daspo rischia da 6 mesi a tre anni di reclusione e una multa fino a 10 mila euro.

FLAGRANZA DI ARRESTO ENTRO 48 ORE
La polizia potrà arrestare in flagranza di reato differita fino a 48 ore (contro le attuali 36) chi in occasione di manifestazioni sportive risulta autore di un reato commesso con violenza alle persone o alle cose grazie a foto o video.

GIUDIZIO DIRETTISSIMO
Verrà giudicato per direttissima non più solamente chi ha lanciato materiali pericolosi o ha fatto invasione di campo, ma anche i tifosi che vengono trovati in possesso di razzi, bengala e “artifizi pirotecnici” in genere.

SPEZZARE LEGAME SOCIETA’-TIFOSI
Sembra essere questo l’obiettivo di un’altra norma contenuta nella bozza di decreto legge che estende le misure di prevenzione a coloro che sono indiziati di aver agevolato gruppi o persone che hanno peso parte attiva, in più occasioni, a manifestazioni di violenza durante le partite. Prevista inoltre la possibilità di sequestro di quei beni “la cui disponibilità può agevolare, in qualsiasi modo, le attività di chi prende parte attiva a fatti di violenza in occasione o a causa di manifestazioni sportive”.

AGGRAVANTI PER I DELITTI DI VIOLENZA E RESISTENZA A POLIZIA
Vengono portate da un minimimo di 5 a un massimo di 15 anni (anziché da 3 a 15) le pene per chi commette violenza e resistenza a pubblico ufficiale con armi, ma anche con il “lancio di corpi contundenti e altri oggetti, compresi gli artifici pirotecnici in modo da creare pericolo alle persone”.

Le società di calcio non ci stanno: senza pubblico non ha senso giocare

Opinioni diverse delle società sulla decisione di chiudere al pubblico gli stadi che non sono a norma. Il più polemico è il presidente dell’Atalanta Ruggeri. «Porte chiuse? Siamo noi a non giocare le partite perché non è giusto essere così danneggiati». «Per noi è una mazzata» gli fa eco il presidente dell’Udinese, Soldati. Nessun problema invece per la Reggina «lavori allo stadio quasi ultimati» afferma il presidente Foti.

Alfredo Iannaccone (Gpi)
7 Febbraio 2007


Poliziotto ucciso a Catania, 6 nuovi fermi, uno di Forza Nuova
mercoledì, 7 febbraio 2007 7.50 140
Versione per stampa

PALERMO (Reuters) – Con i sei fermi eseguiti oggi, uno dei quali di un militante del movimento di estrema destra Forza Nuova, salgono a 40 i giovani arrestati dalla polizia per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti durante gli scontri con i tifosi a Catania venerdì scorso. Lo hanno riferito fonti giudiziarie.

Gli inquirenti stanno lavorando ancora con i video dell’aggressione, forniti da sistemi di videosorveglianza e tv locali. In un’immagine poco nitida a causa del buio e dei fumogeni, si intravede un tifoso che lancia un oggetto contro Raciti, hanno detto le fonti.

Sono 40 le persone fermate finora, dopo i sei fermi eseguiti oggi, cinque dei quali per minorenni. Tra di loro c’è un militante di Forza Nuova, formazione di estrema destra.

Riferendo ieri a Montecitorio sugli scontri avvenuti fuori dallo stadio dove era in corso la partita Catania-Palermo, il ministro dell’Interno Giuliano Amato ha detto di “non poter escludere che i gravi disordini siano stati espressione di un preordinato attacco che ha avuto come unico reale obiettivo le forze di polizia”, già bersaglio recentemente di “reiterate manifestazioni di violenza verbale e fisica”.

Secondo le ricostruzioni finora ottenute, Raciti è morto dopo un’ora di agonia in ospedale, dove era stato ricoverato con un trauma addominale al fegato e fratture multiple, causate da un corpo contundente. La bomba carta lo avrebbe colpito subito dopo, aggravandone le condizioni.

I disordini durante la partita, sorvegliata da 1.350 operatori delle forze dell’ordine di cui 410 erano militari di rinforzo, sono iniziati quando squadre di teppisti fuori dallo stadio hanno cercato di aggredire i tifosi del Palermo arrivati con i bus, intorno al secondo tempo.

La polizia ha quindi cercato di disperderli con lacrimogeni, mentre questi lanciavano bulloni, pietre, bombe carta e altri oggetti. Tensioni ci sono state anche sugli spalti, con lanci di lacrimogeni dai tifosi verso il campo.


Da PratoBlog

Scritte razziste ed offensive sui muri a Galcetello

mercoledì 07 febbraio 2007

7 febbraio 2007 – La tragica vicenda della morte dell’ispettore capo Filippo Raciti e le conseguenze che hanno coinvolto l’intero mondo del calcio, sembra abbiano in qualche modo provocato le reazioni vandaliche di un gruppo di imbrattatori che hanno voluto esprimere il loro pensiero. Alcune scritte razziste, che richiamano direttamente i fatti di Catania, sono infatti comparse sui muri del Centro commerciale in via 7 Marzo a Prato. Ieri, nella primissima mattinata, poco prima delle 6, le Volanti della Polizia sono state invitate a recarsi sul posto da una segnalazione, ed hanno effettivamente verificato che le scritte, visibili anche dalla strada, sono state realizzate con vernice spray. Questi i contenuti dei messaggi: “10-100-1000 Raciti”, seguito da una svastica; offese alle forze dell’ordine; scritte su Carlo Giuliani. Il tutto firmato “Ultrà Prato” e accompagnato dal simbolo politico di Forza Nuova. Sul posto è intervenuto anche il personale della Digos e della Polizia Scientifica per gli opportuni accertamenti. Sono attualmente in corso le indagini per risalire agli autori del gesto.


Da www.arezzonotizie.it

Arezzo, scritte ingiuriose contro Raciti a firma neonazista

Dopo la deturpazione dell’ulivo del Campo degli Ebrei dello scorso 26 gennaio, è stato compiuto ad Arezzo un nuovo grave atto vandalico a firma neonazista.
In un muro di Via Tiepolo, infatti, è comparsa una scritta ingiuriosa nei confronti dell’ispettore Filippo Raciti, morto negli scontri di Catania, e di un membro della Digos aretina (volutamente coperto nella foto per evitare di esporlo ulteriormente).
Sotto la scritta è stata tracciata una croce celtica.
Dunque ancora un’azione che, per quanto in questo caso specifico non si possa escludere che si tratti dell’alzata di ingegno di un singolo, contribuisce a rendere sempre più facile constatare che, ad Arezzo ma anche su più larga scala, è in corso un’allarmante riorganizzazione delle forze di estrema destra.

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r_sicilia


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