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pubblicato il 24.03.09
Torino: Neri sotto la Mole
·
Neri sotto la Mole
Lunedì 23 Marzo 2009
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Nuovi scontri negli atenei italiani, tra i ragazzi del movimento studentesco dell'Onda e i neofascisti di Azione Giovani e Casa Pound. Da Milano a Napoli, passando per Torino, nella scorsa settimana sono stati molti gli episodi che hanno visto come protagonisti le tue opposte fazioni.

Nel capoluogo piemontese nel giro di pochi giorni ci sono state cariche dei Reparti Mobili di polizia e carabinieri nell'atrio di Palazzo Nuovo e botte tra i “camerati” del Fuan, guidati dal discusso Maurizio Marrone (tra i primi in Italia ad avere messo in piedi le ronde) e da Augusta Montaruli (vi ricordate la ragazza di destra a cui era stato impedito di dare un esame, a quale in realtà non era neppure iscritta?) e quelli dell'Onda, definiti frettolosamente dai media come appartenenti all'area dell'Autonomia.
Risultato della due giorni: un ragazzo appartenente ai collettivi antifascisti è finito alle nel carcere delle Vallette e un giovane dell'Onda all'ospedale con il setto nasale fratturato,dopo essere stato colpito al volto da un pugno sferrato, secondo molti testimoni, dal segretario di “Azione Giovani” Maurizio Marrone. Sono i mesi che precedono le elezioni universitarie: ancora 60 giorni. Elezioni che per la verità non hanno mai avuto un grosso seguito da parte degli studenti. «Sono pochi quelli che vanno a votare» dicono dalle facoltà. Gli antifascisti sostengono che i banchetti allestiti (senza autorizzazione) nell'atrio di Palazzo Nuovo da quelli del Fuan devono sparire in quanto «all'interno dell'università non ci devono essere spazi per chi ha fatto propria l'ideologia fascista».

Fermi tutti: qualcuno potrebbe obiettare che si stia esagerando, che in fondo quelli del Fuan, ala universitaria di Azione Giovani, non sono legati ai gruppi neofascisti stile Casa Pound Torino, ma fanno parte della federazione giovanile di Alleanza Nazionale, ora confluito nel Partito delle Libertà. Quindi se due più due fa quattro significa che ad oggi anche il Fuan di Torino non è sono altro che i nuovi “berlusconini”. La questura di Torino sostiene che non si può vietare ai giovani camerati di manifestare all'interno dell'università in quanto sono a tutti gli effetti una federazione giovani di un partito. Ma la realtà è questa? Marrone e Montaruli hanno anche un sito: www.ilfronte.org . Chi clicca sopra questo link si ritroverà dentro un contenitore dove c'è tutto il peggio del neofascismo: foto dei massacratori repubblichini, croci celtiche (simbolo illegale), filmati dove vengono fatti i nomi e i cognomi dei ragazzi dell'Onda (non si sa mai che a qualcuno venga voglia di togliersi qualche prurito) “colpevoli” di aver cercato di fermare la marcia (a passo dell'oca) dei camerati.

E ancora: appelli per la realizzazione del Mutuo Sociale (ma non era nei programmi di Casa Pound?) e una bella carrellata degli eroi neri. Insomma Giulietta e Romeo in camicia nera giocano a carte “quasi” scoperte: infatti se da un lato si definiscono «ennesime vittime dei comunisti che strumentalizzano i ragazzi di Palazzo Nuovo», dall'altra strizzano l'occhio, quindi non dimenticando di appartenere alla destra sociale, a Casa Pound Torino di via Cellini. Già, i neofascisti si presenteranno all'elezioni universitarie con una lista: Arcadia. Ad oggi mentre Fuan e Onda se le davano di santa ragione, il terzo ha approfittato dell'occasione per volantinare in palazzina Einaudi, occupare il rettorato. “Rapidi ed invisibili”, come i sommergibili cantati nelle canzoni del ventennio, tanto care a Casa Pound Torino. Vero: loro dicono di non essere fascisti. Peccato che dietro al progetto Casa Pound Italia, partito da Roma e che si è diffuso come un cancro in quasi tutta la penisola in pochi anni, ci sia Gabriele Adinolfi, neofascista degli anni '80, accusato di terrorismo. Tra Casa Pound e Alleanza Nazionale esistono dei legami. “NuovaSocietà” in passato ha scritto e ne ha parlato più volte, lanciando l'allarme. Pochi giorni fa è uscito un'interessante libro dell'inviato di Repubblica Paolo Berizzi “Bande Nere – come, vivono, chi sono, chi protegge i nuovi nazifascisti”. Un libro che rischia di sparire dalle librerie per una foto dove c'è Ignazio La Russa, Ministro della Difesa, in compagnia di un presunto boss di Milano. Un errore. Infatti il presunto boss non è altro che un carabiniere dei Ros. Ma un errore che non cambia la sostanza: infatti le altre foto pubblicate sono vere: Roberto Jonghi Lavarini è stato immortalato con il sindaco di Milano Letizia Moratti, con Andrea Ronchi, ministro delle politiche europee. Ora vi chiedere chi è questo Roberto Jonghi Lavarini che tanto ama mettersi in posa con i membri nel governo Berlusconi? É il fondatore e responsabile del circolo neofascista milanese Cuore Nero, già candidato per An al comune di Milano e presidente del comitato Destra, che ha aderito alla costituente del Popolo della Libertà. Nel suo sito si parla di collegamenti con gruppi neonazisti europei. Antonio Di Pietro calca la mano. «Come volevasi dimostrare: fascisti erano e fascisti sono rimasti. C'è un fascismo di ritorno, i cui rappresentanti, ora è la prova provata, siedono anche nelle istituzioni e anelano alla riapparizione di quei periodi bui della nostra storia, dice il leader dell'Idv. «E' incredibile - spiega - quanto sta accadendo nel nostro Paese: si cancellano la memoria, i valori democratici per riabilitare il fascismo e quei gruppi che propugnano l'apartheid e istigano all'odio razziale. Nel libro di Berizzi si fanno nomi e cognomi dei compari, degli sponsor di questi pericolosi personaggi che occupano ruoli istituzionali in tutta la penisola. E' bene che questi signori escano allo scoperto, dicano ai cittadini se lavorano per affermare i valori tracciati dai nostri padri costituenti o per far risorgere un nuovo fascismo. Sono molti a spalleggiare i protagonisti di questo movimento antidemocratico: ministri, parlamentari, sindaci, assessori».
«E sono gli stessi - conclude Di Pietro - che si nutrono dell'apporto di questa onda nera, formata da pseudopartiti, i cui simboli sono croci celtiche, fasci littori, svastiche, bandiere del terzo Reich. Noi dell'Italia dei Valori chiediamo al Presidente del Consiglio di venire in Parlamento a spiegare cosa succede e chiediamo che venga fatta piena luce su questa torbida vicenda che coinvolge rappresentanti istituzionali e di governo».

Nel libro Bande Nere Torino non viene citata. Per nostra fortuna nella città sabauda vivono persone e giovani in cui batte ancora un cuore antifascista. Ma preoccupa, come abbiamo detto, questo tentativo di far nascere anche nostra città qualcosa di simile a quanto avviene a Milano e Roma. Innegabile il fatto che tra il Fuan e Arcadia ci sia un collegamento. Anzi, di più. È ipotizzabile che Marrone e camerati vari siano solo uno specchietto per allodole: io mi faccio caricare dai compagni a Palazzo Nuovo e li tengo impegnati e tu fai il tuo lavoro di propaganda. La speranza è che quanto è avvenuto a Palazzo Nuovo sia solo qualcosa destinato a morire nel giro di pochi giorni. Resta il fatto che qualcosa sta accadendo anche sotto la Mole.

Come dire: il rischio è forte, meglio arginare prima che sia troppo tardi.

http://www.nuovasocieta.it/inchieste/274-ad.html

documentazione
r_piemonte


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