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pubblicato il 17.02.10
Roma: candidato PDL in consiglio regionale regala calendario del Duce
·


E il candidato del Pdl
regala il calendario del Duce

Luigi Celori propone un nostalgico omaggio per il 2010 "ottantottesimo anno dell´Era Fascista". "Dovete mantenere nel cuore la fede"

di Giovanna Vitale

Il duce in marsina, cilindro e posa gladiatoria campeggia sulla copertina. Affianco, stampato in caratteri cubitali, il titolo del lunario distribuito in centinaia di copie a ogni appuntamento elettorale: "Calendario storico 2010 - LXXXVII E.F.". Ovvero ottantottesimo anno dell´Era Fascista: iniziata nel 1922 con la marcia su Roma ed evidentemente mai finita per il candidato Pdl in consiglio regionale Luigi Celori, autore del nostalgico cadeau destinato a militanti che come lui non rinnegano. Né il passato né le gloriose origini. Riassunti nel distico riportato in basso: «Dovete sopravvivere e mantenere nel cuore la fede. Il mondo, me scomparso, avrà bisogno ancora dell´idea che è stata e sarà la più audace, la più originale (...). La storia mi darà ragione». Firmato: Benito Mussolini. Il suo lascito morale, l´eredità politica. Che l´ex capogruppo di An alla Pisana, in corsa per un terzo mandato, non ha alcuna intenzione di ripudiare.

Alla faccia di Gianfranco Fini e del suo giudizio sul Ventennio «male assoluto». Di Berlusconi e dei forzisti che camerati non lo sono stati mai. E persino di Renata Polverini, che dopo aver ottenuto il ritiro di Adriano Thilgher (già condannato per ricostituzione del partito fascista) dalle liste della Destra, si ritrova ora sotto lo stesso tetto un appassionato supporter del duce. Talmente fiero di quel che pensa, il consigliere Celori, da tradurlo in materiale elettorale. Il suo indirizzo internet stampato su ogni pagina per evitare confusioni o errori: l´idea è sua, e se ne vuol vantare.

Sfogliare il calendario, summa apologetica di Benito Mussolini e relative gesta, è come fare un salto indietro nella storia. Per ogni mese un fascio littorio, una ritratto in bianco e nero, uno slogan fascista: «I lavoratori devono amare la Patria. Come amate vostra madre...». «Molti nemici molto onore». «Credere, obbedire, combattere». A gennaio ecco il Duce in divisa, accanto ai contadini; appare di profilo e con l´elmetto, ad aprile, intento a leggere un dispaccio; in abito scuro e bombetta a luglio; a dicembre col braccio teso, insieme a tre ragazzini che lo imita nel saluto romano. Quasi tutti i giorni scanditi da un avvenimento del Ventennio: l´11 febbraio si segnala che nel «1929 Mussolini e il cardinal Gasparri firmano i patti lateranensi»; il 12 marzo che nel «1940 Mussolini annuncia l´intervento dell´Italia a fianco della Germania»; il 28 aprile - evidenziato in verde - che nel «1945 viene assassinato a Giulino di Mezzegra». E via così. L´esaltazione del fascismo che non muore perché «è l´idea, la storia mi darà ragione». (16 febbraio 2010)

da Repubblica




Bufera nel Pdl per il lunario del Duce
Celori si difende: "Una leggerezza"

Celori e l´accusa di apologia del Ventennio: "Non dovete crocefiggermi. Alemanno dice di non conoscermi? Ma se ci siamo visti di recente..."

Smentisce ma non chiarisce, Luigi Celori. Il calendario sul fascismo? «Non l´ho fatto io, ma alcuni miei sostenitori».

E chi sono questi sostenitori?
«Non mi va di fare nomi».

E perché veniva regalato ai suoi appuntamenti elettorali?
«? falso. ? stato distribuito solo il 29 ottobre a Pomezia, dove abito, durante le celebrazioni in piazza del 70° anniversario dell´inaugurazione della città. E poi basta. Sarebbe autolesionista da parte mia servirsi di tali strumenti per creare consenso».

E in quante copie è stato dato in giro?
«Alcune centinaia, credo. Ma guardi che materiale così si vende anche nei negozi, nelle edicole, non vedo lo scandalo».

No? Eppure la sua iniziativa ha scatenato un putiferio, urtato i partigiani, offeso gli ebrei, messo in difficoltà lo stesso Pdl...
«Con tutto quello che sta accadendo in Italia mi sembra francamente eccessivo. Non mi va di essere crocefisso per una leggerezza commessa da amici che mi sostengono».

Ci dice chi sono?
«Un gruppo di persone che conosco da tempo e che ha ritenuto di farmi questo dono. La mia unica colpa è non averlo sconfessato».

Forse perché condivide...
«Senta io non c´entro. Anzi io prendo le distanze dal fascismo. La mia storia politica lo conferma: non sono mai stato un estremista».

E allora perché circola in centinaia di copie questo calendario col suo nome nel quale, oltre ai motti e ai fasci littori, l´anno 2010 è indicato come "88esimo dell´Era Fascista" come se il regime non fosse mai caduto?
«Se quella è apologia del fascismo allora pure i filmati dell´Istituto Luce lo sono. E poi bisogna guardare al contesto: io vivo a Pomezia, che è l´ultima città fondata da Mussolini, niente a che vedere con le cose negative; anche De Felice parlava degli anni del consenso, delle grandi opere pubbliche; nella mia città è questa la percezione che si ha del fascismo».

Se la Polverini le chiedesse di non ricandidarsi?
«Sarebbe ingeneroso per una cosa del genere».

Alemanno ha addirittura detto che non ha contatti con lei...
«Non lo biasimo se non condivide. Ma da qui a dire che non abbiamo contatti... Di recente abbiamo fatto delle manifestazioni insieme».

E adesso?
«Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi. Sperando che passi la buriana». Smentisce ma non chiarisce, Luigi Celori. Il calendario sul fascismo? «Non l´ho fatto io, ma alcuni miei sostenitori».

E chi sono questi sostenitori?
«Non mi va di fare nomi».

E perché veniva regalato ai suoi appuntamenti elettorali?
«? falso. ? stato distribuito solo il 29 ottobre a Pomezia, dove abito, durante le celebrazioni in piazza del 70° anniversario dell´inaugurazione della città. E poi basta. Sarebbe autolesionista da parte mia servirsi di tali strumenti per creare consenso».

E in quante copie è stato dato in giro?
«Alcune centinaia, credo. Ma guardi che materiale così si vende anche nei negozi, nelle edicole, non vedo lo scandalo».

No? Eppure la sua iniziativa ha scatenato un putiferio, urtato i partigiani, offeso gli ebrei, messo in difficoltà lo stesso Pdl...
«Con tutto quello che sta accadendo in Italia mi sembra francamente eccessivo. Non mi va di essere crocefisso per una leggerezza commessa da amici che mi sostengono».

Ci dice chi sono?
«Un gruppo di persone che conosco da tempo e che ha ritenuto di farmi questo dono. La mia unica colpa è non averlo sconfessato».

Forse perché condivide...
«Senta io non c´entro. Anzi io prendo le distanze dal fascismo. La mia storia politica lo conferma: non sono mai stato un estremista».

E allora perché circola in centinaia di copie questo calendario col suo nome nel quale, oltre ai motti e ai fasci littori, l´anno 2010 è indicato come "88esimo dell´Era Fascista" come se il regime non fosse mai caduto?
«Se quella è apologia del fascismo allora pure i filmati dell´Istituto Luce lo sono. E poi bisogna guardare al contesto: io vivo a Pomezia, che è l´ultima città fondata da Mussolini, niente a che vedere con le cose negative; anche De Felice parlava degli anni del consenso, delle grandi opere pubbliche; nella mia città è questa la percezione che si ha del fascismo».

Se la Polverini le chiedesse di non ricandidarsi?
«Sarebbe ingeneroso per una cosa del genere».

Alemanno ha addirittura detto che non ha contatti con lei...
«Non lo biasimo se non condivide. Ma da qui a dire che non abbiamo contatti... Di recente abbiamo fatto delle manifestazioni insieme».

E adesso?
«Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi. Sperando che passi la buriana».
(17 febbraio 2010)

da Repubblica




mercoledì 17 febbraio 2010, 07:00

Calendari col Duce, bufera su Celori
Sinistra all??attacco: «Non candidatelo»

di Stefania Scarpa

Per qualcuno folclore, per altri apologia del fascismo: quindi un reato. Fa discutere il calendario del Duce regalato ai propri simpatizzanti dal consigliere regionale uscente nonché candidato del Pdl Luigi Celori: un??iniziativa certamente discutibile, ma subito cavalcata dalla sinistra, che ha immediatamente chiesto al Pdl di escludere Celori dalle liste per il voto di marzo.
L??improvvido omaggio è stato rivelato ieri da un quotidiano. E Celori ha capito subito che sarebbe stato una giornata lunga e difficile. Così si è affrettato a minimizzare: «Il calendario di cui parla oggi un quotidiano non ha niente a che vedere con la campagna elettorale. Lo hanno fatto alcuni miei sostenitori in occasione del 70° anniversario dell??inaugurazione della città di Pomezia dove risiedo. Sul mio sito internet non vi è alcun riferimento al calendario». Poi, in serata, un cambio di tattica: «Pensiamo ai temi concreti: allo sfascio della sanità, alla mancanza delle infrastrutture e ai 200 mila disoccupati del Lazio. Queste sono le autentiche vergogne di cui si dovrebbero occupare i miei colleghi di sinistra».
Argomentazioni che non hanno certo fermato gli strali della sinistra: «Di fronte all??esaltazione di un regime dittatoriale - ha denunciato il deputato Roberto Giachetti- non sono ammissibili mezze misure o esitazioni. La candidata Polverini non ha niente da dire visto che sarà lei a tenere insieme le liste nelle quali sarà presente anche Celori?». Chiama in causa la candidata presidente anche Enzo Foschi, consigliere Pd: «Celori imposta la sua campagna elettorale nemmeno tanto più sull??ambiguità e sul filo di rigurgiti di estrema destra ma su vera e propria apologia di fascismo, facendoci rimpiangere chi, come Achille Lauro a Napoli, regalava la pasta. Sarebbe interessante sapere se la Polverini giudica opportuna questo tipo di pubblicità».
E la Polverini? Si avventura cauta: «Se le notizie corrispondessero al vero si tratterebbe di demenziale folclore». Prendendosi della «Bella addormentata» da Stefano Pedica dell??Idv. Molto più decisa la difesa di Celori da parte di Ludovico Todini, consigliere comunale del Pdl: «Le spiegazioni fornite da Celori appaiono sufficienti a fugare ogni dubbio. A chi vorrebbe il ritiro della sua candidatura, chiedo se non sia il caso di estendere questa richiesta a tutti coloro che ancora oggi si definiscono vicini a ideologie che hanno privato persone della propria libertà, così come è accaduto nei regimi comunisti».E Antonella Brancati, capogruppo dei Repubblicani, liberali e riformatori in Consiglio regionale: «L??amico Celori almeno non rinnega la sua estrazione ideologica e politica».

Da Il Giornale

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