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pubblicato il 19.06.11
Roma: Cerimonia per Cecchin croci celtiche e tensione
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In attesa di una memoria condivisa sulle persone che negli anni di piombo persero la vita inseguendo i propri ideali, da oggi il giardino al centro di piazza Vescovio è intitolato a Francesco Cecchin: un giovane militante missino del Fronte della Gioventù che il 16 giugno di 32 anni fa moriva "vittima della violenza politica", come ricorda la targa al centro delle aiuole fiorite che porta il suo nome. Una celebrazione "a senso unico" - con in testa la presidente del II Municipio Sara De Angelis e vari esponenti della destra romana e nazionale - fortemente voluta dal sindaco Gianni Alemanno, nonostante la richiesta proveniente da alcuni esponenti della società civile di "estendere" l'intitolazione a tutte le vittime della violenza politica, proprio perché le piazze sono di tutti e il processo di ricostruzione della memoria condivisa passa anche da questi gesti.

Invece l'inaugurazione della nuova sistemazione dell'area verde di piazza Vescovio con l'intitolazione a Cecchin è stata interpretata dai "cuori neri" romani come un atto di "riappropriazione degli spazi" e "marcamento del territorio": in via Montebuono - dove Cecchin perse la vita - fin dalle prime ore dell'alba decine di bandiere con croci celtiche sventolavano sotto gli occhi delle forze dell'ordine dislocate nella zona per sorvegliare la situazione. Nessuna contromanifestazione nel quartiere: per motivi di ordine pubblico le persone che contestavano l'unilateralità della decisione hanno accolto l'invito del prefetto rinunciando a scendere in piazza, non raccogliendo neanche l'invito a partecipare alla cerimonia "fatto in extremis e a mezzo stampa" - tengono a sottolineare i contrari - dal sindaco Alemanno: "L'iter dell'intitolazione del giardino - sostengono poi l'Anpi e il Pd di zona - non è stato trasparente e i cittadini sono stati messi di fronte al fatto compiuto". Così come l'idea di realizzare un monumento ad hoc da mettere al centro del giardino, progetto oggi momentaneamente accantonato.

Il sindaco Alemanno, parlando davanti a circa duecento persone, ha rivendicato la scelta dal centro della piazza: "Questa inaugurazione di oggi non viene dalle stelle, non è atto di arbitrio di nessuno: è stata votata da un atto del Consiglio comunale e, come tale, è quella di tutta la città. Questa non è una manifestazione di parte, ma un atto in cui una comunità trasforma la memoria in un dono. I luoghi hanno una loro storia e questa è la piazza che deve ricordare Francesco Cecchin, come altre piazze ricordano altri martiri di destra e di sinistra". Una posizione sostenuta anche dall'assessore capitolino alla Cultura Dino Gasperini: "La condivisione della memoria passa per il ricordo di ognuno di quei ragazzi e non attraverso un ricordo indistinto: per questo ricordiamo Francesco Cecchin in maniera diretta e non generica e continueremo a ricordare tutte le vittime della violenza politica nelle scuole. Questa targa dimostra che la memoria non è soltanto un monito, ma uno stimolo a crescere".

Presente anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni che è tornata sulle polemiche di questi giorni attaccando apertamente i firmatari della famosa "lettera al sindaco": "Il fatto che nel 2011 qualcuno si arrampichi sugli specchi per l'intitolazione di un'aiuola a Francesco Cecchin, con una lettera di due pagine in cui non si trova spazio per una parola di pietà per la storia di questo ragazzo e di condanna per i suoi assassini, mi ha dato l'idea che ci fosse fastidio. La conoscenza dei fatti è l'antidoto migliore che noi abbiamo perché quella stagione di violenza non abbia a ripetersi e perché la gente non debba più morire di politica", ha detto criticando quella che ha definito "l'intellighenzia" di sinistra. Al termine della cerimonia al sindaco Alemanno è stata anche consegnata una lettera con 150 firme di cittadini del quartiere che dovrebbe essere una risposta a quella degli intellettuali, per esprimere "gioia e immensa soddisfazione" per l'intitolazione. A dimostrazione che la memoria condivisa non abita qui.

Fonti Repubblica Roma



Cecchin, tensione in Comune.Masini (Pd): "Sfiorata la rissa"

Durante il consiglio in aula Giulio Cesare, il consigliere Pd ha criticato "solo il modo in cui si è svolta la cerimonia di inaugurazione del giardino in piazza Vescovio dedicato al giovane missino ucciso nel 1979 tra giovani schierati e bandiere con le celtiche", racconta Masini. L'intervento ha scatenato la rabbia dei consiglieri Guidi e Cassone (Pdl): "Chieda scusa". A Ostia, invece, Casapound denuncia: "Aggrediti nella notte da antifascisti"
di VALERIA FORGNONE

Cecchin, tensione in Comune Masini (Pd): "Sfiorata la rissa" L'inaugurazione del giardino in piazza Vescovio dedicato a Cecchin

Zuffa in consiglio comunale. Paolo Masini (Pd) è intervenuto parlando degli anni di Piombo. Un riferimento "nel pieno rispetto alla tragica morte di Cecchin", come racconta il consigliere, ha scatenato l'ira di due esponenti della maggioranza, Federico Guidi e Ugo Cassone, che si sono alzati inveendo contro Masini. Hanno tentato di colpirlo alle spalle ma sono stati bloccati da altri consiglieri sia del Pd che Pdl. "Non mi hanno sfiorato, ma avevano l'intenzione di sferrarmi qualche pugno. Per fortuna sono stati fermati dall'intervento di alcuni colleghi. Per non acuire un clima in città già fin troppo teso, avevo deciso di non denunciare il vile tentativo di aggressione che ho subito nell'aula sotto gli occhi di tutti, tra l'altro mentre tentavo di spiegare che la strada da intraprendere non è certo quella vista a piazza Vescovio durante l'inaugurazione del giardino dedicato alla vittima della violenza politica, ma quella di uno sforzo comune per una memoria condivisa", continua Paolo Masini.

In consiglio si stava discutendo il caso Atac, ieri sera. Il consigliere comunale Pd ha preso la parola. "Da un anno porto avanti una delibera di consulta sugli anni di piombo insieme all'assessore alla Cultura Dino Gasperini, avviata con l'ex Croppi, per portare l'argomento nelle scuole e avviare percorsi di sensibilizzazione. Mi auguro che arrivi in aula e che presto partano le lettere ai familiari delle vittime di quel periodo terribile per condividere con loro la delibera e arrivare finalmente alla realizzazione di un monumento a tutte le vittime del terrorismo", spiega Masini. Che ci tiene a precisare: "Sono d'accordo con l'iniziativa di aver dedicato il giardino in piazza Vescovio a Cecchin, giovane militante missino ucciso nel 1979 perché il dolore non ha colore politico, solo che non ho condiviso il modo in cui si è svolta la cerimonia con i giovani di destra schierati e bandiere con croci celtiche che sventolavano accanto al tricolore".

Ma l'intervento di Masini ha scatenato la rabbia dei due consiglieri della maggioranza. "Cecchin non lo devi nominare - hanno ripetuto in aula, racconta ancora Masini - il presidente Pomarici non è intevenuto e spero che prenda gli adeguati provvedimenti rispetto all'aggressione nei miei confronti, ancor più grave perché avvenuta in aula. E mi augurs - conclude Masini - una condanna netta dell'episodio da parte del sindaco Alemanno", prosegue il consigliere Pd.

Immediata la risposta di Guidi e Cassone del Pdl. "Le parole riecheggiate nei banchi della sinistra rappresentano una bruttissima e inaspettata pagina per il raggiungimento di quella memoria condivisa, che tutti a parole vogliono ma qualcuno nei fatti smentisce. Sono dichiarazioni inaccettabili che non rendono onore a chi, anche a sinistra, ha in questi anni fatto dei passi avanti per la pacificazione e la tolleranza - proseguono - Ci auguriamo che simili parole, oltretutto in un contesto assolutamente estraneo quale è il dibattito sulle delibere Atac, rappresentino solo un incidente di percorso e non un cambiamento di strategia politica. Aspettiamo, poi, le scuse non tanto ai sottoscritti, che pure hanno inteso rappresentare fermamente lo sdegno dell'aula Giulio Cesare, quanto ai parenti delle vittime citati dal consigliere del Pd Paolo Masini, in maniera inopportuna e arbitraria".

"Un'assurdità", per Paolo Masini. Che lunedì chiederà la registrazione del suo intervento "applaudito dalla maggioranza e opposizione. Roma rischia di ripiombare ad anni che speravamo dimenticati e chi sta cavalcando questo clima se ne deve assumere tutte le responsabilità", conclude.

La denuncia di Casapound. "Nella tarda serata di ieri tre militanti di CasaPound Italia, tra cui il responsabile del litorale romano dell'associazione Luca Marsella, erano a bordo di un'auto presa di mira e sono stati aggrediti da 70 antifascisti in via delle Sirene ad Ostia a colpi di caschi e bottiglie, davanti al teatro del Lido, dove si svolgeva un raduno di colletivi antifascisti e centri sociali romani - ha spiegato Marsella - Siamo riusciti a difenderci riportando soltanto lievi ferite. Il tutto è durato una decina di minuti, prima dell'arrivo delle forze dell'ordine che ci hanno identificato e invitato ad allontanarci, ignorando gli aggressori che fuggivano all'interno del teatro al loro arrivo".

Fonti Repubblica Roma

iniziative_fasciste
r_lazio


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