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pubblicato il 15.12.11
Chiudere Casa Pound. Il dolore dei senegalesiManifestazione sabato a Firenze
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E' andato avanti tutta la sera lo 'speakers corner', con il microfono aperto, allestito in piazza Dalmazia a Firenze, dove ieri Gianluca Casseri ha ucciso due senegalesi e ferito gravemente altri tre. Attivato nell'ambito del presidio di solidarietà per le vittime al quale prendono parte centinaia di persone, ha visto finora l'alternarsi di decine di interventi: tra le persone che prendono la parola vi sono stati conoscenti dei due senegalesi uccisi, politici, studenti, partigiani, persone comuni. Oltre ai tanti messaggi di cordoglio espressi dalle persone che si sono alternate al microfono vi sono anche interventi critici contro le istituzioni e la politica. Alcuni hanno attaccato anche l'amministrazione comunale accusandola «di aver sgomberato senegalesi che cercavano solo un tetto per ripararsi appena nei mesi scorsi. Numerosi gli immigrati a prendere la parola, tra questi, tanti senegalesi ma anche algerini, marocchini e peruviani. "Non vogliamo questa politica, non vogliamo le istituzioni, non vogliamo Palazzo Vecchio siamo stufi", ha detto uno dei migranti. Alcuni dell'Associazione Giovani senegalesi fiorentini hanno esposto cartelli per l'integrazione e la solidarietà con scritte come "Firenze è una grande città e la diversità contribuisce a questo valore", "No alla cultura dell'odio", «Il colore della pelle non può cambiare l'idiozia o l'intelligenza dell'uomo». «Nessuno è superiore all'altro». All'insegna della solidarietà anche l'intervento del portavoce della comunità senegalese Pape Diaw: «Non vogliamo violenza alla manifestazione di sabato, non vogliamo che i soliti violenti spacchino tutto, la nostra risposta al razzismo deve essere all'insegna della pace». «Vogliamo la chiusura di Casapound - ha ribadito Diaw - e se la manifestazione di sabato non basterà porteremo la nostra protesta davanti alla sede di Casapound di Pistoia». Una frangia di manifestanti sostiene però una linea più intransigente: «Via i fascisti da tutte le città - hanno gridato alcuni partecipanti al presidio - Firenze medaglia d'oro della resistenza ricacceremo i fascisti nelle fogne. Prima di lasciare la manifestazione l'assessore Massimo Mattei si è soffermato a parlare con i giornalisti». «Oggi è il giorno del cordoglio in cui tutti dobbiamo essere uniti - ha detto - purtroppo alcuni non hanno perso l'occasione per strumentalizzare questa piazza.

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