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pubblicato il 28.10.12
Marcia su Roma novant??anni dopo: in 1000 invadono Predappio
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L??antipolitica tiene viva la Fiamma, tanto che quest??anno, per il novantesimo anniversario della Marcia su Roma, Predappio è stata invasa da una marea nera neofascista. Sono arrivati oltre mille da tutta Italia, molti di più degli anni passati, nel paese che diede i natali a Benito Mussolini. Quando nella scalinata all??ingresso del cimitero un signore grida i soliti slogan triti e ritriti A noi, Vincere e vinceremo, l??ultimo dei tre colpisce per l??attualità: A casa i disonesti. E via i cori da stadio: Duce! Duce! Duce!
Percorrendo la lunga sfilata diretta al mausoleo del dittatore i commenti di questi nostalgici smontano, rottamano pezzo per pezzo la politica di oggi. A partire dal Pdl: ??Ero nel Msi, poi in Alleanza nazionale e alla fine sono entrato perfino in quel carrozzone che è il Popolo della libertà. ? la volta buona che voto Forza Nuova?, racconta un militare di carriera di Viterbo. Duemila euro al mese e due bambine da mantenere, la politica lo ha deluso. Allora tanto vale tornare duri e puri. ??Oggi con questa crisi come le sfamo le mie figlie? Guarda, il fascismo ne ha fatti di danni, ma le scuole, gli acquedotti sono ancora quelli costruiti da loro?.
Dentro il calderone, per la maggioranza dei convenuti alla Marcia su Predappio, ci finisce inevitabilmente la vicenda della Regione Lazio: ??Franco Fiorito era uno che viene dal Movimento sociale italiano?, racconta Emanuele di Frosinone. ??Lo scandalo di un ente guidato da Renata Polverini ci ha fatto male al cuore?.
Ci sono anche i paradossi ideologici in questa eterogenea folla giunta a Predappio, numerosissima nonostante la ??tassa di soggiorno? inserita dal sindaco Pd la scorsa settimana. Per esempio il paradosso di chi alle prossime elezioni voterà Beppe Grillo: ??Qualche volta ho votato Berlusconi?, racconta Costantino, un autotrasportatore molisano, camicia nera in raso e fez sul capo. Per lui il blogger genovese è il meno peggio in questa politica corrotta: ??O ci raddrizza o ci manda definitivamente nel baratro??. Per la maggioranza però Grillo è solo spettacolo: ??Quella non è politica, è cinema?.
Qualcun altro si spinge anche oltre: ??Paradossalmente mi piace Paolo Ferrero di Rifondazione comunista?, ci dice Mirco, vent??anni e una tessera con la Destra di Francesco Storace.
Si delinea una speciale classifica dei politici meno amati: in cima c??è Gianfranco Fini, considerato un traditore del suo mentore Giorgio Almirante. Segue il governo di Mario Monti: ??Sono dei golpisti, ci hanno rubatola sovranità economica, militare e politica?, racconta un ragazzo giunto con un gruppo da Milano.
Lungo la sfiata che porta al mausoleo del Duce un signore cammina con sua figlia piccola per mano. Gli chiediamo se alla bimba racconta delle migliaia di italiani imprigionati o morti a causa della dittatura fascista. ??Questa è la storia che insegnano nella scuola italiana, ma è sicuro che sia davvero successo??, risponde il papà, mentre la ragazzina lo guarda ammirato. E le leggi razziali come si concilierebbero con i compagnetti di classe stranieri della piccola? ??E?? un problema degli stranieri?, risponde tranquillo il papà neofascista.
Perché qui il tema stranieri è molto sentito. Per un signore vestito come una SS, che al posto della cadenza teutonica ha quella veneta, l??Italia deve tornare agli italiani. O ai padani? ??Non andrò a votare?, racconta Paola, una signora giunta con un pullman dall??Alto canavese, Piemonte. ??Certo, una volta c??era la Lega Nord?. Una volta, poi gli scandali sono arrivati pure lì.
In questo paese dove ogni angolo parla del Ventennio, il resto è folklore condito in varie salse. C??è il signore in perfetta tenuta da federale, ci sono i naziskin pronti ad andare allo stadio e ci sono le signore vestite come donna Rachele (o Claretta Petacci, dipende dai gusti) con tanto di velo del lutto sul volto. L??unico dato certo è che non hanno più alcun timore a sfilare. ??Vent??anni fa?, racconta un??abitante ??erano quattro gatti. Guarda oggi?. In effetti tra le braccia tese dei curiosi per scattare la foto col telefonino e quelle per il saluto romano, sono decisamente in maggioranza le seconde.

Fonte: L'unione delle comunità ebraiche italiane reagisce con sdegno alla celebrazione dell'evento che segnò l'avvento del regime fascista. "Chiediamo la demolizione del memoriale dedicato a Graziani"
Reagisce con sdegno l'Ucei, Unione delle comunità ebraiche, alla celebrazione del 90esimo anniversario della Marcia su Roma. L'evento che segnò l'ascesa al potere del partito fascista in Italia. Il 28 ottobre del 1922, infatti, decine di migliaia di militanti marciarono verso la capitale rivendicando la guida politica del Regno d'Italia. E in caso contrario, minacciando, di prendere il potere con la violenza.

"E' un triste anniversario. La Marcia purtroppo è celebrata da gruppi di nostalgici in varie parti d'Italia - ha ricordato l'Ucei - E data la preoccupazione per l'insorgere di fenomeni di ideologie razziste e antiebraiche abbiamo chiesto la demolizione del sacrario eretto ad Affile, nel Lazio, in memoria di Salò Rodolfo Graziani".

"Ministro della guerra della Repubblica sociale italiana, Graziani, fu anche al comando della guardia nazionale repubblicana che partecipò con l'esercito tedesco, ad azioni di rastrellamento e devastazioni - ha spiegato l'Unione delle comunità ebraiche - Il maresciallo ordinò il fermo di oltre duemila carabinieri romani favorendone la deportazione da parte dei tedeschi".

"Graziani - insiste l'Unione nella nota - E' stato riconosciuto dall'Onu criminale di guerra per le rappresaglie ordinate in Etiopia tra il 1935 e il 1937 nei confronti della popolazione locale e per le violenze messe in atto anche l'uso di gas tossici".

"Una simile persona non è degna di memoria, tantomeno di onori - ha concluso - L'Ucei considera dunque indecoroso per l'Italia ospitare questo mausoleo eretto con fondi pubblici e ne chiede la demolizione".

(28 ottobre 2012)

Fonte:
roma.repubblica




Predappio: l??appello ai kamikaze cattolici di Don Tam, prete ultra fascista

Mancava solo l??appello ai kamikaze cattolici: Don Giulio Maria Tam ha arringato i 5 mila nostalgici del Duce accorsi a Predappio per celebrare i 90 anni della Marcia su Roma indicando nel sacrificio degli integralisti islamici l??esempio da seguire. In effetti il don non è don per nessuno e si è dovuto accontentare di benedire fez e gagliardetti e di gridare al microfono vestito nella sua tonaca nera, ??una camicia nera XXL che mi arriva al calcagno?. E?? così fascista che è stato spretato anche dagli scissionisti ultra tradizionalisti lefevriani.

??Gli islamici ci danno un esempio grande, loro si fanno saltare in aria per la fede, tutti i nostri camerati ci stanno guardando dal cielo, è arrivata l??immigrazione, adesso tocca a voi difendere il Paese. Dobbiamo attirare le forze divine per fare le prossime battaglie, è un dovere di ogni italiano difendere la propria patria?. In attesa che le forze divine inizino ad ispirare, i devoti del Duce si sono rinfrancati con il tour predappiese. Don Giulio ha guidato la nutrita comitiva, formata non solo da vecchi orfani di Salò ma anche da tanti giovani sedotti dal culto della tradizione: dalla villa dove è nato Mussolini a Caprena al sacrario del Duce per l??estremo omaggio sulla tomba. In mezzo la processione, i rosari che snocciolano invocazioni razziste, i saluti romani, i tricolori della Repubblica Sociale.

Il bersaglio della comunità di reduci è il relativismo etico, con addirittura Papa Ratzinger considerato ??quinta colonna? dei modernisti che ieri hanno accettato il divorzio e l??aborto, oggi giustificano l??eutanasia, domani l??omicidio. Non si capisce (o meglio si capisce benissimo) se gli islamici siano una maledizione o una risorsa insperata: ??L??Islam è il nemico, l??Islam è l?? invasore, l??Islam è il pericolo per tutta la società occidentale ma a un certo punto viva l??Islam, perché man mano che penetra dentro le nostre città e i nostri Paesi ci costringerà a riscoprire la vera fede. E a difenderla con tutti i mezzi?.

E?? un po?? che va delirando in questo modo: le sue omelie abusive piacciono, il don sa comunicare, è una specie di gigante che infervorato che persuade. Anche quando legge la storia a su piacimento. ??Mussolini ci ha dato l??esempio più grande che si può dare nella storia, ha preferito morire piuttosto che piegarsi?: i capoccioni di bronzo che occhieggiano non credono alle loro orecchie.

iniziative_fasciste
r_emiliaromagna


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