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pubblicato il 11.05.13
Offese razziste dopo il suicidio studenti del liceo Meli insorgono
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IL SILENZIO è piombato sul liceo classico Meli sotto shock per la morte di Nicolas K., il diciassettenne ritrovato nella sua casa di Pallavicino con la maglietta alzata e un coltello conficcato nel petto. I carabinieri indagano su un caso di suicidio. Lacrime, abbracci e visi gonfi tra i ragazzi per la notte insonne trascorsa pensando al compagno dalla pelle color ebano "sorridente e amico di tutti". I 1.600 studenti del liceo di via Aldisio ieri non hanno partecipato alle lezioni, d'accordo con il dirigente scolastico Salvo Chiaramonte. Sono rimasti per tutta la mattina nei campetti esterni confrontandosi su quanto accaduto. E alle lacrime si è aggiunto anche lo sdegno per una frase razzista apparsa su un social network. Qualcuno ha scritto, in forma anonima: "Ha fatto bene ad ammazzarsi perché è un negro di merda". Gli studenti dopo avere letto questo post hanno raccontato tutto ai professori, che a loro volta hanno presentato
denuncia ai carabinieri.

"Non riusciamo a credere - dice Francesco della I A - a quanto sia accaduto. Quella frase orribile non può essere stata scritta da uno del Meli. Tutti adoravamo Nicolas, che era anche Mr Meli proprio perché era il più bello". Maria racconta: "Ci aveva salutati tutti con il bacio, non l'aveva mai fatto. Dovevamo capire, nell'ultimo periodo era rabbuiato. Non era il solito Nicolas". Vincenzo singhiozza: "Sono arrivato da lui e non volevo crederci. Siamo giovani e non è concepibile togliersi la vita. E Nicolas era pieno di vita". Anche il dirigente d'istituto appare commosso. "Quando la mattina arrivava tardi - racconta il Chiaramonte - mi diceva: "Preside mi vuoi fare nero?". Non riuscivo mai a rimproverarlo. Era troppo dolce". Sul suo banco, in prima A, ci sono dei fiori.

Nicolas avrebbe seguito la forma di suicidio harakiri, rituale in Oriente. Ha preso un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri e ha trafitto il cuore, seduto sul suo letto. Il padre, Jhonny K., era uscito per comprare un ananas. ? stato lui a trovare il figlio morente. "Papà stai tranquillo, è tutto a posto", ha detto il ragazzo prima di accasciarsi. Si dispera Jhonny K. davanti alla sua casa di via De Curtis: "L'avevamo portato in ospedale un mese fa perché era strano, ma gli psicologi ci hanno rassicurati. Lui continuava a ripetermi che sognava ladri che volevano ucciderlo". A pochi chilometri di distanza un'altra famiglia piange Nicolas, è la coppia che ha cresciuto il ragazzo adottato non legalmente ma per un gesto d'amore. "Abbiamo perso un figlio - dice l'imprenditore che lo ha cresciuto per 16 anni nella sua villa con la moglie - poi l'anno scorso ha deciso di tornare dal padre, ma eravamo sempre in contatto". Ieri la sorella ha rintracciato sul suo computer alcune pagine sui chakra e sistemi cosmici ultraterreni. Il pm Sergio Demontis ha disposto l'autopsia.

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