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pubblicato il 28.05.13
Suicidio Notre Dame, Dominique Venner: una vita da reazionario
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La difesa, armi alla mano, della presenza francese in Algeria, la crociata contro la "decadenza dell'Europa", l'"invasione" afro-maghrebina in Francia e - in ultimo - "l'infame legge" che apre alle nozze e all'adozione da parte dei gay. Dominique Venner, 78 anni, storico di estrema destra suicida a Notre Dame, era un alfiere della Francia reazionaria, che non ha mai smesso di guardare indietro.

Ha ricevuto subito l'omaggio di Marine Le Pen, presidente del Fronte nazionale di estrema destra, che ha parlato di "atto eminentemente politico" destinato a "risvegliare le coscienze". Ma Venner - un ammiratore delle gesta dei cavalieri e dei samurai - è personaggio che viene da molto più lontano del Fronte. E' passato, in poco meno di un secolo, attraverso tutte le forme di revisionismo, negazionismo e difesa a spada tratta della tradizione della Francia. Fra le sue numerose opere, un tomo sulla 'Storia della collaborazione', 767 pagine dedicate al regime filonazista di Vichy nella seconda guerra mondiale, una 'Storia critica della Resistenza' e una del 'Fascismo tedesco'.

Venner era un vero teorico della Francia tradizionalista e ultracattolica, quella legata ai miti dei galli e alla storia della Vandea. Ma era anche uomo d'azione: fu militante negli anni Cinquanta di 'Giovane nazione', paracadutista nella guerra d'Algeria ed entrò fra i volontari dell'OAS, il movimento clandestino che voleva mantenere il potere coloniale di Parigi.

Era stato alla guida di gruppi di studio e di ricerca sulla civiltà europea, sulla nuova destra ed attualmente dirigeva la 'Nouvelle Revue d'histoirè, un bimestrale che si definisce 'del nazionalismo europeo'. Gli ultimi suoi temi forti - a parte una raccolta dedicata alle armi, di cui era un grande esperto - sono stati la storia dei samurai e la militanza contro la legge sulle nozze gay.

La lunga militanza "underground" di Venner, una vita da storico e saggista ma sempre "di nicchia", è lo specchio di una Francia che non ha voce sui media ma che non ha mai rinunciato alla sua battaglia reazionaria, trovando nuova linfa nella crisi e nello scetticismo anti-europeo portato all'estremo. Divisi tra il movimento di Le Pen e il piccolo Movimento per la Francia - i cattolici ultratradizionalisti di Philippe de Villiers - i "nostalgici" di Francia non sono mai riusciti a lanciare un dibattito di rivisitazione della storia del paese sui grandi media. Ciò anche perché la Francia ha per decenni taciuto e occultato le verità sui suoi anni più bui, la collaborazione con il nazismo da cui la riscattò il generale de Gaulle alla guida della Resistenza, e la guerra d'Algeria, che soltanto Jacques Chirac negli anni Novanta sdoganò come tale. Prima, si poteva soltanto parlare e scrivere di "disordini".

"Azioni spettacolari": questo invocava Venner prima di spararsi un colpo in bocca dietro all'altare di Notre Dame, la cattedrale che compie 850 anni. Ha mostrato "coerenza", dice stasera Jean-Yves Camus, specialista dell'estrema destra. Per Venner, il "pericolo mortale per la Francia e l'Europa, da 40 anni, è che politici e governi di tutti i partiti, eccetto il Fronte nazionale, ma anche il padronato e la Chiesa, lavorano attivamente alla caduta in mano degli islamici. Accelerando con ogni mezzo l'immigrazione afro-maghrebina".

http://www.huffingtonpost.it/2013/05/21/suicidio-notre-dame-dominique-venner-una-vita-da-reazionario_n_3314200.html?utm_hp_ref=italy

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