antifa home page
Il Progetto

magliette
Sostieni il progetto

Segnalazioni e commenti


su Twitter @Infoantifa
manifestazioni MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE ANTIFASCISTE
? Provocazioni neofasciste a Pordenone e a Portogruaro per la presentazione di un libro su CasaPound
? Roma Verità e responsabilità sui fatti di Magliana - Lettera alla città
? Pavia Presidio antifascista, la polizia blocca piazzale Ghinaglia e carica i manifestanti
? Roma, scontri alla manifestazione antifascista: cariche della polizia, decine di fermi
? 21-25 settembre 2016 Le 5 giornate di Modena
? Nasce l’«Osservatorio per la libertà di ricerca sui fascismi di ieri e di oggi»
? Raduno di Casa Pound a Chianciano, l'Anpi organizza una contro-manifestazione: "La Valdichiana è antifascista"
? Torino, la sindaca ripulisce i manifesti del Gay pride imbrattati dai vandali con le svastiche
? Occupazioni, barricate e scontri: 3 giorni di resistenza contro Salvini a Bologna!
? Festival Imola Antifascista, 28-29 maggio 2016

ARCHIVIO COMPLETO
INTERNAZIONALE
ARCHIVIO REGIONI

Links
· ANCR
· ANPI
· ANPI Pianoro
· ANPPIA
· Antifascismo
· Archivi della Resistenza
· Brigata Fratelli Rosselli
· Brigate di Solidarietà Attiva
· Campi di Sterminio
· Circolo Giustizia e Libertà
· controappuntoblog
· dax resiste
· Fondazione Cipriani
· Fondazione Memoria della Deportazione
· fuochi di resistenza
· Giuseppe Scaliati
· Informa-azione
· La resistenza sconosciuta
· Maldestra radio
· Misteri d'italia
· Ngvideo antifa
· Nuova alabarda
· Osserv. dem. antifa
· Paolo Dorigo
· Parma Antifascista
· puglia antagonista
· Radio Vostok
· rednest.org
· Reti invisibili
· Staffetta
· Storie dimenticate
· Stragi di stato ipertesto
· Trento antifascista
· Valerio Verbano
· Verità per Renato
· Wu Ming
· Zic

calcio | stragi e terrorismo | partigiani | libri | scuole | antisemitismo | storia | csa | skinheads | omofobia | gruppi di estrema destra | la memoria delle vittime |

pubblicato il 10.11.13
Germania. La guerra agli hipster e la Hipster Antifa Neukolln
·
La guerra anti hipster da Berlino a New York: gentrificazione

Giovanna Taverni in L'i-FOCUS, Opinioni 23 ottobre 2013

C??è un documentario su Youtube molto interessante che racconta la gentrificazione a Berlino, in particolare nel quartiere Neukölln, teatro di un vero e proprio scontro tra residenti e hipster (o, se preferite, ?classe creativa?), in un intreccio di sentimenti di rabbia e rivendicazione urbana, che è anche una lotta architettonica per la difesa del vecchio quartiere. Tutto questo è già successo a New York, come nel caso di Brooklyn, che è poco fuori Manhattan, e in diverse zone degli Stati Uniti. L??onda lunga dell??emigrazione degli hipster arriva anche in Europa, e in particolare a Berlino, città che ha una storia un pochetto più complessa di quella delle città americane, e che sta diventando sempre più un centro culturale europeo di richiamo.

Quando parliamo di gentrificazione ci riferiamo a un fenomeno che pressapoco funziona così: una banda di hipster o yuppies o giovani artisti borghesi, si trasferisce nel quartiere periferico o povero di una città, e lo riqualifica in un certo senso, imborghesisce in un altro. Prendiamo il caso di Neukölln, quartiere al confine con Kreuzberg (quartiere turco che pure sta subendo un processo del genere): in origine gli affitti della zona sono bassi, poi il fiorire di locali, spazi espositivi, gallerie d??arte, bar, e la sempre più forte emigrazione di quello che in gergo in città viene definito come hipster, ha portato a un rialzo dei prezzi degli affitti, nuove costruzioni, e la rabbia è esplosa con forza. Cartelli dal vago sentimento anti-hipster hanno iniziato a colorare Neukölln: non vogliamo nè turisti nè hipster; non fittiamo case a hipster; eccetera. La popolazione originaria del quartiere lamenta che con l??arrivo degli hipster la zona sia diventata anche turistica, affascinante per chi va a Berlino in visita. Come forma di resistenza è nata anche un??associazione hipster che combatte questo fenomeno di rabbia urbana, e che lamenta anche episodi di violenza in citta: si chiama Hipster Antifa Neukolln, e su Vice si può leggere un??intervista al suo portavoce che descrive fino a che punto è arrivata la situazione in città.

La gentrificazione viene dagli USA

Oltreoceano la situazione non è così calda, anche se i blog di Brooklyn che gridavano al ?Die Hipster!? sono stati forse i primi a lamentare il fenomeno dell??occupazione e trasformazione degli spazi. Un servizio di The L Magazine del 2012 titolava così: Have Hipsters and Gentrification Ruined Brooklyn? Probabile che questo fenomeno di astio nei confronti di tutto ciò che è hipster venga da lontano, proprio da queste lotte interne dell??America, basti pensare che nel 2007 Time Out New York scriveva un pezzo dal titolo Why the hipster must die. Esempi di questa nuova contaminazione americana sono Williamsburg a Brooklyn o Silver Lake a Los Angeles.
Il dito si punta ovviamente contro l??impoverimento di chi è già povero all??interno di questi quartieri riqualificati.

Hipsteria all??europea: ma in Italia?

Ma cosa succede in Italia intanto? Se da un lato Il Deboscio tenta di importare un vocabolo cool (?gentrificazione?) di un fenomeno che non esiste ancora (si accenna all??Isola a Milano, per esempio), qui la situazione è ancora alle prime armi: il pregiudizio hipster che viene da lontano è già dentro di noi, le gallerie d??arte nei quartieri periferici e a basso costo delle città italiane invece non esistono ancora.

Facciamo un esempio d??immaginazione, ovvero la gentrificazione di Fuorigrotta, che non è il classico quartiere operaio alla Neukolln, ma un quartiere della periferia napoletana dove non ci sono bar, locali, attrazioni, gallerie, e gli affitti per gli studenti (in genere di ingegneria) sono piuttosto inferiori alla media di Napoli. Ecco, ammettiamo che a un punto ci sia una grande immigrazione di massa di hipster a Fuorigrotta, proprio nei pressi dello stadio San Paolo, o della lunga pista ciclabile che la attraversa (ecco, c??è anche quel vantaggio in zona). All??improvviso Fuorigrotta come Berlino e Brooklyn, si animerebbe di gallerie d??arte contemporanea, bar e locali, musica dal vivo in notturna, e le signore della Fuorigrotta vecchio stampo che improvvisamente passerebbero da un panorama di periferia ad uno piuttosto cool, animerebbero le proteste anti colonizzazione hipster della città. Unite agli studenti di ingegneria che vedono gli affitti improvvisamente schizzare alle stelle.

Per quanto mi sforzi di trovare la situazione delirante, quello che resta al fondo sono soltanto cambiamenti del volto delle città, e sono in atto da secoli. Al di là di questo fenomeno, possiamo pensare agli scontri tra culture diverse nello stesso quartiere: il vascio napoletano (che è il piano che affaccia direttamente sulla strada) sta subendo una grande trasformazione per esempio, diventando la casa degli immigrati indiani e pakistani dei quartieri dei vichi storici della città. Gli scontri con i piani più alti sono all??ordine del giorno. Ma una città cambia, e in una città ci si incontra.
Shortlink: http://lindiependente.it/VcSF2

http://www.lindiependente.it/focus/opinioni/la-guerra-anti-hipster-da-berlino-a-new-york-gentrificazione/28664/




Berlino: teoria e prassi dell'essere hipster

09 novembre 2012

All'epoca, non tanto lontana, in cui non era ancora "cool", Berlino viene occupata da una nuova specie sociale in via di moltiplicazione. Considerato come uno straniero, l'hipster rinfocola l'odio degli autoctoni, berlinesi doc, mentre risveglia piaceri dimenticati tra alcuni gruppuscoli di estremisti.
Rotta su Neukölnn, quartiere all'avanguardia della capitale tedesca, che oscilla tra la difesa di una moda e la resistenza all'invasore.

"Do not fuck with us", si legge a grandi lettere, sulla porta d'ingresso. A sinistra, una bandiera della Grecia, fissata male e rovesciata per metà su un cassone in una scatola polverosa. A destra, i vetri appannati pieni di adesivi anarchici. Nella sala fumatori, i clienti spengono la candela con il cartone, mentre un ubriaco barcolla davanti a un cartello, dove c'è scritto"Occupy Neukölnn". Benvenuti a Neukölln, quella vera: il bar di Matthias Merkle.
Il diavolo veste Zara

"Gli hipster hanno rimpiazzato gli squatter e se ne fottono delle lotte politiche"

Se "Fries Neukölnn" (Neukölnn libero, ndt) ricorda uno dei momenti più bui della resistenza, è perché simboleggia uno dei pochi bunker nel quartiere che resiste ancora all'invasione dei ragazzi coi baffi. Circondato da bar che offrono panini e latte di soia all'avocado, Matthias, proprietario del bar, 42 anni, ha deciso di vendicarsi. Matthias ha pubblicato un video, in cui bracca un hipster in bicicletta. E lo insulta. Al limite dell'osceno, tuttavia, l'umorismo agrodolce del nostro non stona con il clima della capitale, come la fanteria teutonica anti-hipster, sempre più attiva. Durante gli ultimi tre mesi a Neukölnn o a Kreuzberg (quartiere a sud di Berlino), decine di bar e negozi, decisamente "cool", sono stati bersaglio di attacchi vandalici, lanci di uova, pietre e imbrattati di scritte. Sulle pareti, vicino alle finestre rotte, insulti di ogni tipo: "Ora, i turisti possono anche congelare", "artisti un cazzo", e simili galanterie.

"L'odio per gli hipster è diventato una sorta di sentientoo comune a Berlino", spiega calmo Janek Korsky. A 30 anni, assistente sociale di origine bavarese, è senza dubbio il più strenuo avversario di Merkle e dei suoi pari . Nel 2010, ha fondato con alcuni amici comunisti un'organizzazione, nota come "Hispter Antifa Neukölln". Un'associazione che ha come scopo quello di opporsi al fascismo anti-hipster a Neukölln. Rasato e con addosso la giacca della tuta, Janek è tuttavia lontano dall'essere un hipster. "Ci siamo serviti di questo nome solo per provocare quelli che si spingevano un po' troppo oltre", dice. E cioè persone che paradossalmente appartengono alla sua stessa linea politica, estrema sinistra, e che spingono l'intervistato a rifiutare di essere troppo generoso con le foto e le informazioni biografiche, per timore di ritrovarsi a sua volta tra i bersagli degli attacchi. "A volte possono essere pericolosi. Queste persone sostengono la sinistra, ma difatti mettono in piedi azioni violente che confinano con il razzismo".
La classe siamo noi

"La gente si sente minacciata, quasi offesa, da un'evoluzione che non riesce a controllare"

Secondo Janek, il dibattito va oltre il mero concetto di gentrificazione e implica un vero e proprio problema sociale. "Gli anarchici e i comunisti vedono nei quartieri come Neukölnn l'espressione di un impegno artistico e di un attivismo d'avanguardia. Oggi, gli hipster hanno sostituito gli squatter e non si preoccupano delle questioni politiche. Perché, ciò che interessa a un hipster è soprattutto se stesso". Veniamo a sapere, allora, che l'allergia agli hipster è evidente non solo sui siti internet e sui tumblr al vetriolo. Inoltre, la "specie sociale" è diventata da poco oggetto di studio di un professore americano, autore di un saggio sociologico "What was the Hipster? A Sociological Investigation", pubblicato nel 2010. Tra le colonne del "New York Times", Mark Greif afferma, per esempio, che per comprendere il problema è possibile leggere Bourdieu ("La Distinzione. Critica sociale del gusto", 1979). Un modo per dire che amare o odiare lo stile di vita hipster è soprattutto una questione di gusto. E che il più delle volte è meglio limitarsi a un modesto e relativo "non mi piace" piuttosto che dichiarare un assoluto "è brutto".

Questa è almeno l'opinione di tre giovani che hanno diffuso su internet un clip di 3 minuti, al fine di descrivere il vero Berliner Hipster. Joel, Maya e Jan - rispettivamente 21, 19 e 22 anni - sono seduti in un caffè, il più alla moda tra quelli presenti a Kreuzberg. Sul tavolo, ci sono pacchetti di sigarette arrotolate e un bicchiere di spremuta d'arancia, che i tre si dividono per tutta la durata dell'intervista. Tutt'intorno, è l'apologia di jeans skinny, camicie a quadri e borse di tela.

"Volevamo sottolineare che i giovani della nostra generazione hanno la tendenza a essere creativi e a fare dell'arte qualcosa di più sofisticato", sostiene Maya, il cui sogno è quello di formare una rock progressive band. "Ci siamo anche concentrati abbastanza sul dibattito sugli hipster a Berlino, che a volte è preso un po' troppo sul serio", 'dice Jan, alto e biondo, il cui ciuffo sconcertante è fin troppo eloquente, sin dal primo sguardo, e dice tutto sulla sua appartenenza sociale. Joel aggiunge: "Per me, gli hipster sono il sintomo di un cambiamento. E la gente si sente minacciata, quasi offesa, da un'evoluzione che non riesce a controllare".

Forse. Tuttavia, detto questo, resta un interrogativo. Perché proprio a Berlino si concentra tutto l'odio dell'Europa verso gli hipster? La risposta probabilmente si trova in un ristorante americano nella zona est della capitale. Sullo sfondo minimale e scarno del locale, Nate Blanchard ribatte: "Dai, questa non è mica la prima volta nella storia che i giovani cercano di inventarsi qualcosa di nuovo! Il problema è che Berlino è stata presa di mira da questa tendenza e la città è invasa dagli hipster ". Nate è americano, ha maniere composte e un modo di fare aggraziato. L'anno scorso, ha deciso di lasciare la California per trasferirsi in Germania e godere di tutto ciò che la capitale aveva da offrirgli: gli affitti bassi, grandi concerti, grandi sbronze. Oggi, a 22 anni, è tra i manager di American Apparel e, alla domanda se si considera un hipster, risponde "naturalmente". In realtà, Nate se ne frega. "Sono parole al vento". Ma in realtà, questo genere di distacco è raro a Berlino. Non c'è bisogno di passare al setaccio gli stretti marciapiedi delle strade di Neukölln, nessuno si lascerà definire da un termine che è ancora alquanto peggiorativo. E poi, se c'è una caratteristica propria di un hipster, qui o altrove, è proprio il negare di esserlo.

In ogni caso, che abbiate una camicia a quadri o meno, ricordate una cosa: l'hipster è spendibile sul mercato. Non si contano più gli eventi organizzati appositamente per i giovani più presi in giro dell'ultima congiuntura storica. Le Olimpiadi degli Hipster hanno attirato più di 6.000 paia di baffi nei mesi di luglio e numerose start-up si prestano alla promozione di festival, più o meno veri, per aumentare la loro reputazione on-line ("hipster" è uno dei termini più cliccati su Google).

Sì, l'odio per gli hipster rende felici a Berlino. E tutta la città è occupata da una specie sociale in fase di moltiplicazione. Tutta? Non proprio! Un bar resiste ancora e per sempre all'invasore. Anche se la vita non è facile per loro. Dopo aver ignorato tutte le nostre richieste di sollecitazione, abbiamo saputo che Matthias Merkle sarebbe, secondo la leggenda, recluso in un giardino per prendersi cura di un orto biologico. Della serie, confusi dalla gentrificazione.

http://www.cafebabel.it/cultura/articolo/berlino-teoria-e-prassi-dellessere-hipster.html






A Berlino l'odio per gli hipster ha raggiunto nuovi livelli

A Londra, decenni di gentrificazione hanno dato vita ad una forte retorica anti-hipster. A Berlino, il fenomeno si sta intensificando e trasformando in un attacco indirizzato alla giovane ??classe creativa? della capitale, la stessa che, insieme agli stranieri, viene additata quale causa dell??innalzamento degli affitti. I proprietari dei locali hanno avviato campagne anti-hipster e qualcuno ha persino invitato all'uso della violenza contro le orde di invasori.

In passato avevamo già trattato la questione seguendo le proteste contri i nuovi piani edilizi, e decisi a sentire anche le altre campane abbiamo contattato Hipster Antifa Neukölln, il gruppo nato per contrastare questa retorica. Jannek, portavoce di Hipster Antifa, ci ha spiegato perché il suo gruppo sta facendo ciò che sta facendo e perché la gentrificazione è un fenomeno globale che??a suo giudizio??dovrebbe essere visto alla luce di un nuovo contesto.

VICE: Quando è nato Hipster Antifa Neukölln?
Jannek: Direi due anni fa, quando in giro per la città aveva fatto la sua comparsa un graffito anti-hipster e anti-turisti. Sembrava troppo serio per essere uno scherzo, quindi decidemmo di aprire una pagina Facebook e cominciare una controffensiva. Avevamo i nostri sospetti su chi si celasse dietro a questa trovata, e volevamo criticarli facendo capire alla gente cosa stava succedendo.

Che tipo di graffiti?
Roba tipo, ??turisti, tornatevene a casa!? e ??Morte agli hipster!?. Ce n??erano un sacco in giro. Molti pensavano fosse uno scherzo ma poi, nell??estate del 2011, ci sono stati molti attacchi ai danni di hipster e sempre più scontri nei locali, per via di persone che venivano buttate fuori perché vestite da hipster. Qualche proprietario di bar ha iniziato a mettere in vetrina cartelli con scritto ??No hipster, no turisti?, roba del genere. La situazione stava prendendo una brutta piega. ? stato allora che abbiamo deciso di fare qualcosa. Abbiamo pensato, "Berlino non dovrebbe essere così": volevamo capire il motivo di quel sentire. Tutti i nostri amici avevano un passato in gruppi di sinistra e anti-fascisti e sapevamo che a scrivere quelle cose contro gli hipster era stata gente con trascorsi simili. Credono che la gentrificazione sia colpa dei turisti, ma è una spiegazione molto semplicistica. Così abbiamo deciso di fondare un gruppo per difenderci.



C??è un gruppo preciso dietro questi attacchi?
No. Ci sono gruppi e singoli individui??gente giovane e normale, e qualche graffitaro. Come ho già detto, ci sono anche gruppi di militanti di sinistra che attaccano bar o minacciano i turisti con l??intento di porre fine alla gentrificazione.

Per quale motivo attribuiscono la colpa agli hipster?
Penso sia perché, a un livello superficiale, puoi notare il cambiamento di certe zone proprio con l??arrivo di turisti e hipster. I negozi provano a vendere roba ai turisti, e i bar alzano i prezzi. Dare la colpa a turisti e hipster è una conclusione abbastanza facile a cui giungere. Ma anche il fatto di mettere insieme hipster e turisti è una cazzata. Le due categorie non coincidono l'una con l'altra, e questo è indicativo della mancanza di un'analisi oggettiva di classe. Per esempio, può essere vero che molti giovani vengano qua da tutto il mondo, ma non arrivano solo da paesi benestanti come gli Stati Uniti. Tanti sono spagnoli, perché in Spagna c??è un alto tasso di disoccupazione. Molti non hanno soldi e vengono qui perché costa poco. Per un certo tipo di berlinese convinto che quelli che vengono da fuori siano tutti ricchi persone come queste sono sempre quelle a cui dare la colpa.

Com??è questo tipo di berlinese?
Principalmente sono persone che si sono trasferite in zona negli anni Ottanta e Novanta, quando era tutto malandato e poco costoso; molti di loro sono stati parte di un??avanguardia. Potevi guadagnarti da vivere molto facilmente, a quei tempi. Ora quelle persone sono invecchiate e hanno famiglie e affari, e non riescono ad accettare il fatto che le cose siano cambiate. Sono gli intelletuali e gli attivisti di sinistra che sono scesi in strada a Kreuzberg nel 1987, 1989 e 1990. La loro visione della gentrificazione non si basa su un??ideologia di sinistra; sono bellicosi e arrabbiati, ma non sembrano riconoscere che molti di loro rivestono posizioni di potere.



Quanto ha influito la situazione politica europea su Berlino e sulla mentalità dei suoi abitanti? Mi riferisco anche alla questione dell'immigrazione, dato che di recente alcuni profughi hanno iniziato uno sciopero della fame per rivendicare i loro diritti.
? difficile da spiegare. Il sindaco e il governo vogliono solo immigrati istruiti. I rifugiati qui non hanno praticamente diritti. Negli anni Novanta nella parte orientale del Paese ci sono state molte azioni violente di movimenti neonazi xenofobi e per rispondere a ciò, a giugno del 1993, il governo ha cambiato le leggi sul diritto di asilo. Al tempo c??era un sacco di gente che cercava asilo politico per scappare dall'ex blocco orientale; la normativa è cambiata, e se arrivavi da un paese adiacente alla Germania considerato sicuro, la tua richiesta di asilo avrebbe potuto essere rifiutata. Tutti i paesi adiacenti alla Germania sono considerati sicuri.

La politica mainstream tedesca è in una situazione di stallo, al momento. L'Unione Cristiano Democratica sembra disporre di un mandato infinito e Die Linke, il partito di sinistra, è spesso osteggiato dai radicali.
Ci sono determinati circoli in cui Die Linke non ha molto successo, ma nella zona est di Berlino ha la sua buona percentuale di elettori. Quelli che vivono in quartieri più vicini al centro, tipo Kreuzberg, stanno assumendo posizioni più conservatrici. Nelle ultime elezioni, Kreuzberg ha votato per il Partito Verde. ? come dire ??Non voteremo per Die Linke perché sono troppo sinistroidi, non voteremo per i Socialdemocratici perché sono noiosi e non voteremo per i Cristiano Democratici perché sono troppo conservatori, quindi voteremo per il Partito Verde, perché sono un po?? di sinistra e anche un po?? conservatori." Queste sono persone con interessi verso l??ambiente, un buon lavoro e una bella casa in una bella zona. Stanno mentendo a loro stessi.

Come hanno influito le misure di austerity di Angela Merkel sui berlinesi?
In generale non eccessivamente, perché a Berlino siamo abituati a una vita poco dispendiosa. Ma per alcuni hanno significato un impoverimento tale da dover ricorrere alle case popolari. Io lavoro come operatore sociale a Marzhan-Hellersdorf, una zona piena di gente in cassa integrazione. Berlino resta ancora abbastanza economica. Se vai a Parigi e vuoi una casa a poco prezzo devi andare a vivere nelle banlieue, lì la divisione tra ricchi e poveri è molto pronunciata. A Berlino, se hai interessi creativi e del talento puoi fare un tentativo. Questa è un??altra ragione per cui i berlinesi non amano gli stranieri: sono una forza con cui comptere. Ed è triste, perché molte delle persone che vivono a Kreuzberg sono a loro volta arrivate come immigrati.

http://www.vice.com/it/read/gentrificazione-berlino-intervista-hipster-antifa-neukolln




I berlinesi lottano contro la gentrificazione hipster

Di Matt Shea

Sono passati 23 anni dalla caduta del Muro di Berlino, e ora i bulldozer sono tornati. Ma questa volta nessuno applaude. Quando si è sparsa la voce che un imprenditore stava progettando di costruire un complesso di appartamenti di lusso esattamente sopra una sezione conservata di Muro (la cosiddetta East Side Gallery), 6.000 persone decise a fermare le squadre di demolizione si sono presentate sul luogo, a testimonianza del fatto che l'ironia vive ancora nella stessa città che, 23 anni fa, si batteva per l'abbattimento della barriera.

Per un po', le proteste pubbliche hanno funzionato. Ci sono state manifestazioni, petizioni da firmare, diversi artisti hanno espresso la loro indignazione e David Hasselhoff ha addirittura sposato il Muro in segno di protesta (anche se, non costituendo questo l'evento più insolito della sua carriera, non tutti hanno preso sul serio la sua dichiarazione d'amore).

L'imprenditore in questione, Maik Hinkel, piuttosto sorpreso dalla risposta dei cittadini, aveva assicurato ai berlinesi che avrebbe collaborato col sindaco per trovare un compromesso. Ma mercoledì scorso, nel buio della notte, Hinkel ha rotto la sua promessa e abbattuto otto metri di Storia. E la parte peggiore di tutta la faccenda è che David Hasselhoff non è nemmeno riuscito ad andare in luna di miele.

Non era la prima volta che parti del muro venivano abbattute, ma il clamore sollevato in quest'occasione non ha precedenti. La maggior parte dei manifestanti con cui ho parlato, più che dall'abbattimento del Muro in sé era preoccupata dagli appartamenti super-costosi che lo avrebbero sostituito. Di questi tempi, del resto, la parola sulle labbra di ogni berlinese è proprio "gentrificazione".

Non è un segreto che Berlino stia cambiando. Oggigiorno, la domenica mattina, il rumore sordo della musica del Berghain viene sovrastato dal chiacchiericcio nasale degli studenti americani che bevono caffellatte ai tavolini di "deliziosi bar così autentici".

E l'espressione "Silicon Allee" (dalla Berliner Alee) salta fuori sempre più frequentemente, andando ad accrescere la lista di città così fortunate da ottenere la propria versione della metonimia tecnologica preferita dalla California. A partire dal 2007, i costi delle abitazioni sono saliti del 32 percento e, sebbene il Wall Street Journal lo definisca un "melting pot di talenti" e quell'appassionato di belle arti con cui a volte siete costretti a uscire sostenga che sia "the place to be", non tutti sono così eccitati dalla cosa.

In questi giorni la retorica "anti-hipster" è così diffusa da aver creato dei gruppi "pro-hipster" per cercare di contrastare il pregiudizio (essere anti-anti-hipster e l'ultima novità hipster?). Gli hipster vengono colpevolizzati per essere ciò che gli studiosi chiamano "middle gentrifier"??persone con velleità artistiche che grazie agli affitti bassi si riversano nella zona e le conferiscono lo status di "quartiere alla moda" pubblicando giornali in cui installazioni video in baracche sudicie passano per arte, alzando gli affitti e cacciando la comunità (in questo caso, prevalentemente turca) che vive lì da anni.

? la stessa storia di Dalston, e con gli stessi simboli: i kebabbari e la musica dance sono il volto della gentrificazione europea del ventunesimo secolo.

A differenza di Londra, però, questa è una città che tiene conto del suo "Mietrecht"??diritto di inquilino??e rifiuta di arrendersi senza combattere. Molti credono che questa tendenza alla gentrificazone sia inarrestabile, ma Berlino potrebbe essere la prima città ad avere una possibilità di sfidare efficacemente il preconcetto.

A due settimane dalla prima dimostrazione pro-muro, 500 persone si erano radunate per protestare contro lo sfratto di una famiglia che non poteva più permettersi l'affitto, in continuo aumento. Il bilancio è stato di 15 auto bruciate e dieci poliziotti feriti. Negli ultimi due mesi si sono registrate proteste simili quasi tutte le settimane, e una particolarmente violenta questo martedì. ? difficile spiegare perché le proteste si siano intensificate proprio ora, dopo anni di aumenti di affitto, ma si può affermare con sicurezza che il contraccolpo è sempre più forte.

Il punto più acceso del dibattito riguarda gli squatter. Per un po' la gente ha pensato fossero spacciati, ma in una città dove persino gli anziani occupano le loro case di riposo per impedirne la chiusura, la questione non è così semplice.

L'esistenza degli squatter ha un che di paradossale. Quelli che risiedono al Køpi 137 e al Curvy Brache a Kreuzberg sanno che la gentrificazione minaccia la loro esistenza, ma sanno anche che la loro esistenza incoraggia la gentrificazione. Più abusivi ci sono a Kreuzberg, più questa diventa attraente agli occhi degli studenti d'arte della classe media e degli imprenditori inevitabilmente al seguito.

La loro soluzione a questo diabolico circolo vizioso di rivalutazione capitanato dagli hipster è quella di circondarsi di graffiti che dicono cose come "Niente turisti, niente hipster, niente yuppie e niente foto," e inseguirti con i cani se ti beccano mentre punti una macchina fotografica verso di loro. Infatti, l'unico momento in cui ho potuto scattare qualche foto è stato quando una nevicata li aveva costretti a rintanarsi al chiuso.

Chi non occupa, protesta contro l'imminente ondata di gentrificazione. Sono andato a una manifestazione degli inquilini delle case popolari di Kottbusser Tor, un'area nel centro di Kreuzberg, i cui affitti stanno diventando insostenibili.

"Ogni anno una lettera del padrone di casa ci informa che l'affitto è aumentato del 13 percento per metro quadrato," mi racconta Matthias Clausen, uno degli organizzatori. "? un conto alla rovescia verso il momento in cui dovremo andarcene. Ecco cosa vuol dire 'gentrificazione' per me e i miei vicini di casa."

Matthias prosegue: "Protestiamo perché l'affitto è troppo alto. Viviamo nelle case popolari ma il sussidio che riceviamo non basta per pagare l'affitto nel nostro quartiere, che è uno dei più poveri di Berlino."

Gli chiedo se ci sono stati molti sfratti. "Sì," risponde. "A Berlino ogni giorno vengono spedite cinque o sei lettere di sfratto. Ma siamo riusciti ad impedirne molti. La nuova Berlino dipende dalle fondamenta della vecchia Berlino. Studenti e artisti vengono qui per l'affitto economico, ma quest'avanguardia culturale distrugge se stessa perché fa alzare i prezzi. Molti dei miei amici si sentono in colpa a vivere qui, perché sanno di essere parte del problema, ma non si tratta solo di un processo automatico del mercato. Ci sono individui che investono, che fanno aumentare l'affitto, ci sono modi per aggirare questa cosa. Sono le persone a prendere le decisioni e noi possiamo influenzarle."

Matthias non ha tutti i torti. Più o meno la metà degli elettori in Germania paga un affitto, e con le elezioni federali previste per settembre, i politici saranno obbligati ad affrontare la questione. Il quartiere di Pankow ha già imposto un divieto alle "modernizzazioni di lusso", mentre Peer Steinbrück, il candidato cancelliere per i Socialdemocratici, ha proposto di riesumare il programma per le case a basso costo abbandonato negli anni Sessanta.

La distruzione dell'East Side Gallery potrà anche sembrare un rintocco funebre per la vecchia Berlino, ma non è detto sarà per forza così. La cosa più importante è che le proteste e il numero di partecipanti sono in continuo aumento. Il problema sta diventando incandescente e il mondo farebbe bene a tenere gli occhi puntati su Berlino, perché la città potrebbe fornire la prima soluzione alla gentrificazione che sta diseredando e abbattendo pezzi di storia in tutto il mondo.

http://m.vice.com/it/read/berlino-gentrification-hipster-proteste

Di Matt Shea 7 months ago

documentazione
r_internazionale


articolo precedente           articolo successivo