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pubblicato il 19.09.14
Verona Sono meridionali: pestati allo stadio
·
Dovevano guardare la partita nelle poltronissime, sono stati aggrediti da veronesi noti nel mondo ultrà Ma tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere


Aggrediti perchè hanno un accento meridionale. E forse nella testa bacata di chi li ha presi a pugni rubando loro anche i tre biglietti del settore poltronissime la «colpa» numero uno era quella. La seconda, ma molto remota, era che avrebbero potuto essere tifosi del Palermo.
Lunedì sera allo stadio, prima di campionato casalinga per l'Hellas. Il questore ha messo in atto un'ulteriore forma di prevenzione per evitare scontri tra tifoserie, la nuova barriera che si affianca alla «proboscide» dell'entrata dei tifosi ospiti.
C'è pure il nuovo bigoncio allestito dalla società veronese per gli ospiti, proprio per evitare commistioni. E infatti in quel senso va tutto liscio come sull'olio.
I tifosi del Palermo che in qualche caso arrivano alla spicciolata in auto con maglietta rosa della squadra vengono addirittura accompagnati uno a uno da agenti, per evitare contrasti. Sotto il profilo dell'ordine pubblico, tra le tifoserie va tutto bene. Non si registrano contatti, nè tentativi di essi. Le tre persone picchiate e rapinate dei biglietti sono a Verona per lavoro. Sono nati ad Avellino, Napoli e Cagliari. Ma a Verona stanno talmente bene che allo stadio vanno per gustarsi la partita e in mezzo ai veronesissimi seduti in poltronissima.
Secondo quanto illustrato dal questore Danilo Gagliardi e dal dirigente della Digos Luciano Iaccarino, che hanno esaminato i filmati delle riprese delle telecamere potenziate che sono allo stadio, i tre vengono seguiti da un gruppo di alcune persone che a un certo punto arriva a sei.
Nelle riprese si vedono i primi tre poi arrestati, che hanno 25, 21, e 17 anni e mezzo, pedinare per un po' i tre meridionali, sfilare loro i biglietti dell'ingresso allo stadio dalla tasca e prenderli a botte.
Le telecamere riprendono tutta la scena. Per questo ieri mattina la Digos ha suonato a due campanelli di veronesi e a uno residente del Basso lago, per notificare l'arresto differito. La nuova legge contro la violenza negli stadi prevede infatti che si possano arrestare le persone entro le 48 ore. Intendiamoci per reati come la rapina e le lesioni lievi (quelli per cui sono stati arrestati i tre), commessi ovunque, ma non allo stadio sarebbe prevista la denuncia o lo stato di fermo se esiste pericolo di fuga. Nella fattispecie c'è l'arresto perchè c'è l'aggravante che il reato è stato commesso allo stadio. In carcere a Montorio finiscono F. T., G. B. e S. G.. Si attende per oggi la convalida o meno dei provvedimenti restrittivi. Per quanto riguarda il minore, dopo la notifica è stato riaffidato ai genitori.
Le due persone arrestate in mattinata sono un elettricista, che aveva da poco chiuso un precedente Daspo (divieto di recarsi allo stadio o in luoghi frequentati da tifosi), e che ha anche altri precedenti per rissa, minacce e lesioni personali e il ventunenne che sta facendo praticantato in uno studio. Anche lui già «daspato».
Il terzo arresto è avvenuto nel tardo pomeriggio, dopo la conferenza stampa.
Il questore disporrà il nuovo Daspo per loro. E la nuova legge prevede che in casi analoghi (reiterazione) il Daspo parta da un minimo di cinque anni.
«Alcuni ultrà dell'Hellas hanno seguito i tre malcapitati mentre transitavano lungo il viale che costeggia dall'esterno la tribuna Est ed insieme ad altri, anche travisati con occhiali scuri e cappello, li hanno affrontati chiedendo loro la provenienza. Al silenzio dei malcapitati, sorpresi e impauriti per una minaccia che non riuscivano a comprendere i veronesi hanno rapinato i biglietti e poi li hanno colpiti a calci e pugni procurando loro lesioni per 8 e 10 giorni», ha detto Iaccarino.
La polizia s'è detta fiduciosa di risalire anche agli altri componenti del gruppo, che saranno soltanto denunciati essendo trascorse le 48 ore. Il messaggio di Gagliardi è chiaro: «Allo stadio debbono tornare le famiglie. Quindi nessuna tolleranza. E con il nuovo sistema di telecamere tutto quello che avviene è registrato. Sia noi che la società abbiamo fatto un grande sforzo. La tifoseria è migliorata, è diventata più intelligente. Certo qualcuno ancora ci prova, ma sono persone isolate. Il sistema di videosorveglianza è stato potenziato, ma le immagini vanno studiate, visionate, comparate. Non è un lavoro semplice e per questo debbo ringraziare sia la Digos che i colleghi della polizia scientifica che ci hanno dato una mano».
Alessandra Vaccari


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