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pubblicato il 19.02.15
Raduno Casapound e scontri, L’Altra Puglia e Anpi prendono posizione: “Aggressione squadrista messa in atto da CPI”
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Raduno Casapound e scontri, L’Altra Puglia e Anpi prendono posizione: “Aggressione squadrista messa in atto da CPI”
febbraio 18, 2015

LECCE – Quelle dodici ordinanze di obbligo di dimora notificate nei confronti di otto esponenti di Casa Pound e quattro appartenenti a gruppi anarchici e antagonisti ritenuti responsabili di una rissa scoppiata nel centro storico di Lecce ai primi di settembre dello scorso anno, in occasione del raduno nazionale di Casa Pound a Surbo, non cessano di far discutere.

Il dibattito prosegue e, nel frattempo, la città assiste a episodi sempre più frequenti di muri imbrattati, scritte e tracce di vernice che compaiono ovunque – l’ultimo episodio in ordine di tempo contro il Nuovo Quotidiano di Puglia – volantini oltraggiosi nei confronti di personaggi politici che orbitano nell’area della destra. Il clima non sembrerebbe dei più tranquilli. Dopo Arci, ora anche i comitati provinciali “verso L’Altra Puglia” e “A.N.P.I.” hanno espresso le loro convinzioni in ordine a quei fatti.

Fatti che sarebbero “diretta conseguenza – affermano i rappresentanti dei due comitati – di una precisa scelta politica della destra leccese. Gli amministratori e le forze politiche che si sono assunte la responsabilità di autorizzare il raduno nazionale di Casapound hanno apertamente inteso mettere un sigillo ideologico fascista sul nostro territorio. Si tratta di un’organizzazione che si definisce fascista del terzo millennio – in aperta violazione della nostra Carta Costituzionale – che inserisce nel proprio programma politico l’amnistia per tutti reati commessi durante gli anni di piombo e che si batte per l’abolizione della Legge Mancino. La legge Mancino è la norma che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La stessa legge che punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici. Quella di offrire Lecce come palcoscenico ad un’organizzazione di questo tipo è stata una scelta operata nella piena consapevolezza delle dinamiche che avrebbe innescato. Si è volutamente costruito lo scenario ideale perché lo scontro avvenisse”.

Il raduno nazionale di Casa Pound, una tre giorni svoltasi agli inizi di settembre, ha visto giungere molti ospiti per discutere di una varietà di argomenti, dall’agricoltura al ruolo dell’Europa, dalla disabilità all’immigrazione: presente, tra gli altri, l’esponente leghista Mario Borghezio, pure lui immortalato nei volantini comparsi in città a poche ore dal presidio “antifascista” di sabato 7 febbraio.

A proposito, ancora, degli scontri avvenuti nottetempo a settembre scorso, i due comitati provinciali di “verso L’Altra Puglia” e “Anpi” sottolineano: “Noi condanniamo ogni forma di violenza, ma le immagini e le ricostruzioni effettuate sembrano testimoniare in maniera evidente come si sia trattata di un’aggressione squadrista messa in atto dagli attivisti di Casapound. Risulta perciò difficile comprendere come si possano mettere sullo stesso piano le responsabilità degli aggressori e quelle degli aggrediti. Anche se non pensiamo competano a noi le valutazioni giudiziarie, appare ben strana l’applicazione di misure cautelari fortemente limitative della libertà personale indistintamente ai violenti ed alle loro vittime, colpevoli solo di autodifesa. Dal punto di vista politico, invece, affermiamo con forza che mai potremo accettare che vengano ammantate di legittimazione democratica decisioni tese a offrire protezione ad organizzazioni para-politiche portatrici di ideologie violente, autoritarie, razziste, xenofobe e omofobe, in una parola, fasciste. E mai tollereremo che istituzioni quali Comune e Provincia di Lecce si rendano complici di organizzazioni che operano calpestando la Costituzione ed i valori fondanti della Repubblica stessa. Noi eravamo, siamo e saremo sempre partigiani. Noi eravamo, siamo e saremo sempre antifascisti”.

http://www.ilpaesenuovo.it/2015/02/18/raduno-casapound-e-scontri-laltra-puglia-e-anpi-prendono-posizione-aggressione-squadrista-messa-in-atto-da-cpi/




Rissa a Lecce per il raduno di Casa Pound: 12 obblighi di dimora, uno a Parma

Nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2014 nel centro storico di Lecce ci verificarono alcuni scontri tra esponenti di Casapound e gli antagonisti: obbligo di dimora per il responsabile di Casa Pound

Nella notte tra il 4 e il 5 settembre 2014 nel centro storico di Lecce ci verificarono alcuni scontri tra esponenti di Casapound, che aveva organizzato la propria festa nazionale dal 5 al 7 settembre, ed esponenti dei movimenti antagonisti. Per quella maxi-rissa ci sono 12 indagati, per i quali è stata emessa un'ordinanza di misura cautelare dell'obbligo di dimora.

Otto di costoro sono esponenti di CasaPound di Arezzo, Lucca, Milano, Parma, Pistoia, Roma, Torino e Arezzo, altri quattro frequentatori del “Binario 68 occupato”, il fabbricato di via Dalmazio Birago dove si radunano gli antagonisti salentini. Uno di loro risiede a Bologna, un’altra è una ragazza che abita a Milano. Obbligo di dimora vuol dire in buona sostanza che, in qualità di indagati, non possono uscire al di fuori dei luoghi in cui hanno domicilio. L’inosservanza dell’ordine impartito dalla Procura farà scattare ulteriori provvedimenti, con il rischio anche di un arresto.

Questa mattina in conferenza era presenta il procuratore di Lecce Cataldo Motta, che ha avuto parole molto dure per entrambe le fazioni. “L’importanza dell’applicazione di questa misura, che non dà nemmeno adeguatamente la dimensione di quanto accaduto, è dovuta al problema della violenza. Indipendentemente dal colore politico – ha aggiunto - non è tollerabile che vi sia una manifestazione di violenza così esasperata, in una città normalmente tranquilla”.

“Il recente episodio – ha detto ancora Motta – ha turbato la città. Gli esponenti di Casapound forse erano venuti per colonizzare il territorio, ma Lecce non può essere considerato un territorio di scontro, per il quale ci si muove da chilometri di distanza per venire evidentemente a creare difficoltà ai cittadini prima ancora che alle forze di polizia, che avrebbero ben altro di cui occuparsi”.

Gli indagati

L’obbligo di dimora riguarda: Fabio Barsanti, 33enne di Lucca; Andrea Buonamici, 23enne di Monsummano Terme (Pistoia); Marco Clemente, 37enne originario di Roma, ma residente a Milano; Guido Giuseppe Giraldi; Attilio Granato, 39enne di Roma; Carla Leo, 27enne di Monteroni di Lecce; Pier Paolo Mora, 30enne di Parma; Matteo Maria Pascariello, 24enne di Lecce; Marco Racca, 32enne di Torino; Paolo Resta, 37enne di Lecce; Alessandra Rizzo, 37enne domiciliata a Trepuzzi (ma residente a Milano); Eugenio Palazzini, 31enne di Monte San Savino, provincia di Arezzo.

http://www.parmatoday.it/cronaca/casapound-lecce-rissa-obblighi-dimora-parma.html

repressione
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