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pubblicato il 2.04.15
Napoli «Stop aggressioni fasciste», il Cuoco in corteo: uno studente ferito da lanci
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Fumogeni, slogan, lanci di pietre. Mattinata di tensione in via Foria, dove gli studenti del del Cuoco si erano dati appuntamento per protestare contro una serie di aggressioni verificatesi nelle ultime settimane da parte di adepti della destra neofascista


NAPOLI - Fumogeni, slogan, lanci di pietre. Mattinata di tensione in via Foria, dove gli studenti del collettivo del Cuoco, sostenuti da ragazze e ragazzi provenienti da altre scuole, dai centri sociali, dalle realtà antagoniste, si erano dati appuntamento per protestare contro una serie di aggressioni verificatesi nelle ultime settimane da parte di adepti della destra neofascista. L’ultima – raccontano – proprio due giorni fa, quando un adolescente è stato ferito da alcuni ventenni, a conclusione di un tentativo, da parte degli studenti del collettivo, di impedire il volantinaggio progettato da simpatizzanti di Blocco Studentesco, il gruppo neofascista che aderisce a CasaPound. Il ragazzo, secondo la ricostruzione dei suoi compagni, sarebbe stato colpito con uno sfollagente da uno dei membri del manipolo dell’ultra destra. L’episodio, sottolinea il collettivo, segue quello, analogo, del 27 marzo, quando un ragazzo che proveniva da una serata nell’ex ospedale psichiatrico giudiziario occupato ha denunciato di essere stato aggredito da tre energumeni in via Foria, nei pressi della ex sezione missina Berta. «Aggrediti con caschi e mazze» «Stamane – dicono i ragazzi del Cuoco – eravamo alcune centinaia. Dopo circa un’ora una parte del presidio ha cominciato a muoversi per uno speakeraggio itinerante, malgrado la polizia tentasse, per noi ingiustificatamente, di vietare la manifestazione. Dopo poche decine di metri alcuni fascisti usciti dalla vecchia sezione Berta del MSI sono comparsi con caschi e mazze e hanno cominciato a tirare bulloni da lontano, ferendo al capo un altro studente. Insieme ai giovani, c’erano anche diversi anziani. Non ci siamo fermati, abbiamo continuato e loro sono stati costretti a indietreggiare e solo allora la polizia si è schierata davanti alla loro sede».

CasaPound: «No, difendevamo la sede» Opposta la ricostruzione da parte di Casa Pound. «Martedì mattina alcuni esponenti del Blocco Studentesco – sostiene il portavoce dell’associazione a Napoli – erano davanti al Cuoco per un volantinaggio. Sono stati affrontati dopo alcuni minuti da un gruppo di simpatizzanti di sinistra, che hanno provato ad impedire loro di distribuire i volantini. C’è stato uno scontro verbale, ma nessuno dei nostri aveva sfollagenti o mazze». Stamane, prosegue l’esponente del gruppo neofascista, «i collettivi si sono mossi in corteo non autorizzato verso la nostra sede. Alcuni di noi, avendo saputo della mobilitazione, erano dentro. Dal corteo sono partiti vari oggetti. Noi siamo avanzati a difesa della sede, nulla di più». Le nuove destre Le recenti vicende riaccendono i riflettori sull’ultradestra che a Napoli, ormai da anni, cerca consensi e spazi di agibilità politica. Dopo la fine dell’esperienza missina, i primi tentativi di recuperare in città una presenza politica organizzata furono di Forza Nuova, l’organizzazione clerico fascista fondata da Roberto Fiore, ex leader di Terza Posizione, che vagheggia di riproporre l’esperienza delle croci di ferro di Corneliu Codreanu e del peronismo. In città Forza Nuova aprì una sede in viale Gramsci. Il coordinatore campano era Antonio Torre, scomparso un paio di anni fa. Consensi ed adesioni rimasero sempre estremamente limitati, ad eccezione del periodo in cui entrò nell’organizzazione Salvatore Lezzi, leader dei disoccupati dell’ultradestra, consigliere della Municipalità, dipendente del consorzio di bacino Napoli 5 e candidato al Comune con Forza Italia. Lezzi portò in dote a Forza Nuova l’adesione della lista Forza Lavoro Disponibile. Durò poco anche quella stagione. Oggi Lezzi è tra gli animatori delle proteste dei Desperados, gli ex dei consorzi di bacino che premono per essere assunti da Sapna, e Forza Nuova, nell’ultima manifestazione a Napoli, ha portato in piazza meno di cento persone. A Napoli Più recente l’esperienza napoletana di Casa Pound, l’organizzazione che a livello nazionale fa capo a Gianluca Iannone. A Napoli il gruppo ruota intorno ad Emmanuela Florino, la figlia di Michele, ex senatore missino, a Giuseppe Savuto e ad altri. Come Forza Nuova, Casa Pound si richiama esplicitamente all’esperienza dell’infausto ventennio mussoliniano: si definiscono “i fascisti del nuovo millennio”. E’ assente, invece, la componente clericale ed ultrareligiosa di Forza Nuova. Sei anni fa, nel 2009, Casa Pound Napoli è stata protagonista dell’occupazione di uno stabile a Materdei, che suscitò una mezza rivolta tra i gruppi della sinistra e cessò con lo sgombero. Nel corso degli anni, poi, il gruppo è finito più volte al centro di scontri e tafferugli con i militanti della sinistra ed ha subito anche una micro scissione a destra, quando alcuni “camerati” diedero vita ad Asso di Spade. Casa Pound Napoli ha avuto talora come alleati alcuni esponenti del Pdl napoletano, anche con ruoli istituzionali, i quali non hanno mancato di intervenire a difesa del gruppo, in occasione di incidenti. Tre anni fa, durante il corteo promosso a Piazza Carlo III al quale prese parte anche Iannone, fecero capolino missini di antica generazione e si vide pure Luigi Rispoli, all’epoca presidente del consiglio della Provincia di Napoli. L’inchiesta Non era ancora nota l’inchiesta della Procura di Napoli di cui si seppe, poi, a gennaio 2013, quando emersero le intercettazioni relative ad alcuni adepti del gruppo. «Stupriamo l’ebrea, facciamola sanguinare», esortava per esempio uno dei giovani neofascisti intercettato durante le indagini. Che fosse un piano autentico od una fantasia malata, resterà per sempre agli atti, qualunque sarà l’esito del processo in corso dopo il rinvio a giudizio di una trentina di militanti neofascisti, l’immagine di una indescrivibile miseria e povertà intellettuale.

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