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pubblicato il 17.02.16
A Predappio il sindaco Pd apre il museo del fascismo: «Nessuna celebrazione, interesse anche del governo»
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Tutti sanno per cosa Predappio è famosa nel mondo: le bruschette, tra le più buone in zona. Ma i 150mila visitatori che ogni anno arrivano nella cittadina a diciotto chilometri da Forlì, sono interessati anche ad altro: alla cripta di Mussolini, nel cimitero di San Cassiano, o alla casa natale del Duce, attorno alla quale Predappio Nuova si è sviluppata e dove si svolgono mostre (3 euro il costo del biglietto) sulla storia del Ventennio. Ora il sindaco democrat, Giorgio Frassinetti, è riuscito a concludere - o almeno è molto vicino al traguardo - il percorso che consentirà, nel 2019, di inaugurare il Museo del Ventennio, proprio nella grande Casa del Fascio che era stata inaugurata nel 1937, che nel dopo Guerra prima ha ospitato una sezione del Pci, poi alcune aziende, ma da vent’anni è vuota.

«Prima di tutto non chiamiamolo museo - precisa Frassineti - perché lontano da noi l’idea di fare qualcosa di celebrativo di quell’epoca. Inoltre, diciamo che voi giornalisti siete sempre un po’ ottimisti, ancora manca qualche tassello per i finanziamenti del Govenro. Io sono convinto che per il 2019 riusciremo ad aprire questo Centro, ma dobbiamo trovare 2 dei 5 milioni di euro necessari. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, è venuto qui da noi, gli abbiamo illustrato il progetto, ha mostrato interesse. Entro la fine del mese verranno anche i tecnici di Palazzo Chigi, sono fiducioso che i finanziamenti ci saranno. Si aggiungeranno a quelli della Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forli, del nostro Comune e della Regione». L’operazione di restauro della Casa del Fascio comunque andrà svolta con attenzione, visto che è un edificio vincolato.

Ma il sindaco Frassineti - 51 anni, professore di scienze all’Istituto aeronautico di Forlì - non teme che il Museo del Fascismo (ops, il Centro di documentazione), anche contro la sua volontà, andrà ad alimentare soprattutto il turismo nostalgico, quello che affolla i tre negozi di souvenir kitsch-fascisti e che affolla il cimitero di San Cassiano in occasione di alcune ricorrenze? «No, tutt’altro. Non è vero che i 150 mila visitatori di Predappio siano tutti nostalgici, anzi sono una minoranza. Ci sono anche tanti stranieri, tedeschi, francesi, inglesi, spagnoli, che magari vanno nella Riviera romagnola però si prendono anche un giorno per visitare Predappio, per interesse storico. Noi vogliamo aiutare l’Italia a superare il problema della rimozione storica. La cultura è l’arma più forte e vogliamo seguire l’esempio dell’esperienza tedesca: in Germania sono sorti centri di documentazione sul Nazismo, proprio per fare i conti con la propria storia, grazie alla conoscenza di ciò che avvenne».

Qualcuno nel Pd non le ha mai detto ”che diavolo stai facendo, Frassineti”? «No. Però sei anni fa 300 signori che si definivano anti fascisti mi tirarono i pomodori a Forlimpopoli, perché andai a parlare di Mussolini a Casa Artusi. Dissero che se parli a tavola di fascismo finisci per celebrarlo, una grandissima cavolata. Dovetti andarmene scortato dai carabinieri. Io sono al secondo mandato: la prima volta che fui eletto vinsi di cento voti. La seconda invece ho preso il 45 per cento, su quattro liste. Veda lei...».

L'ipotesi che il Governo finanzi il museo nella Casa del Fascio ha già sollevato polemiche. Dice Giovanni Paglia, parlamentare di Sinistra italiana: «Realizzare un Museo del Fascismo a Predappio è un'idea sbagliata, per di più con finanziamenti pubblici. Il Governo lasci perdere: del turismo che affolla quel posto si può e si deve fare a meno». Il capogruppo del Pd del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, Stefano Caliandro, precisa: «Se l'intenzione è quella di creare un luogo di memoria sui crimini fascisti ben venga. Credo tuttavia che possa essere questa l'occasione per riaffermare la richiesta di integrare il reato di apologia di fascismo, anche con riferimento alla vendita e diffusione di beni, gadget o oggetti vari con immagini del regime fascista e nazista». Il parlamentare forlivese del Pd, Marco Di Maio, si schiera invece con il sindaco di Predappio: ««Costruire un luogo che ricostruisca la storia del Novecento italiano, che faccia i conti con il nostro passato ed esamini e spieghi come sia stato possibile che un intero popolo si sia consegnato nelle mani di regimi totalitari. È questo ciò che vogliamo costruire a Predappio discutendone assieme al Governo, all'Anpi nazionale, regionale e provinciale, alla Regione, al Comune, alla Fondazione cassa dei risparmi di Forlì: l'esatto contrario di un museo dedicato al fascismo, come in maniera errata viene riportato in queste ore».

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/02/16/news/forli_per_il_museo_del_fascismo_4_5_milioni_di_euro_pubblici-133550245/





Predappio, per il museo del fascismo 4,5 milioni di euro pubblici

Per il progetto, sul quale c'è anche l'avallo dell'Anpi, si muove il Governo: il sottosegretario Luca Lotti è già andato di persona in paese. Gli altri finanziamenti da Regione e Comune. Il sindaco: "Siamo maturi per un'opera del genere"

PREDAPPIO (Forlì) - Il museo del fascismo a Predappio dovrebbe aprire i battenti nel 2019, con un costo complessivo di 5 milioni, di cui 4,5 sarebbero fondi pubblici. Queste le coordinate dell’opera, per cui il sindaco Pd Giorgio Frassineti conta di ricevere 1,8 milioni da un bando regionale con contributi europei per “interventi culturali con forte attrattività turistica” (la graduatoria è attesa per aprile), mentre 500 mila euro li può stanziare direttamente il Comune. “Altri 500 mila euro li metterebbe la Fondazione Cassa di risparmio di Forlì – spiega il primo cittadino – mentre per i due milioni mancanti ha speso parole di interesse al progetto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti, che è venuto il 29 gennaio. Ora aspettiamo i tecnici di Palazzo Chigi per la prossima settimana per un sopralluogo nel Palazzo del Fascio che andrebbe ristrutturato per renderlo appunto un centro studi sul ventennio”.

I fondi regionali sono naturalmente legati a un bando, quindi non ancora certi, ma Frassineti assicura di avere "contatti quotidiani con viale Aldo Moro” e sente di avere le carte in regola. Il progetto ha avuto pure l'avallo dell'Anpi e dell'Istituto storico per la Resistenza di Forlì-Cesena, e porta con sé una riflessione sull’opportunità di costruire un centro studi sul fascismo proprio nella città natale di Benito Mussolini, che ancora oggi è meta di rievocazioni nostalgiche tre volte all’anno: nel giorno della nascita del Duce, nel giorno della sua morte e nell’anniversario della marcia su Roma.

“Abbiamo delegato ad altri il tema della nostra storia – dice Frassineti – il problema è proprio questo. Abbiamo rimosso il passato e non sappiamo farci i conti. Il centro studi servirebbe proprio a questo. Ci sono tanti musei sul Novecento, sul Risorgimento, sulla Resistenza. Manca invece una riflessione sugli anni dall'ascesa alla caduta di Benito Mussolini. La cultura è l’arma più forte per contrastare il pregiudizio e Predappio è la città giusta per quest’opera”. Un tema delicato, che viene sollevato all’attenzione pubblica ogni volta che su una bancarella a Rimini o a Forlì si trovano gadget di dubbio gusto inneggianti alle gesta del Duce. "La bottiglia di vino con la faccia di Mussolini si trova ormai ovunque – dice Frassineti – Predappio ha sempre avuto sindaco di sinistra dopo il ventennio, anzi diciamo proprio comunisti. Questo paese è maturo per sapere cosa è successo in un periodo che c’è stato, è inutele rimuoverlo".

L'assessore: "Un centro su tutti i fascismi". “Non un museo statico, ancor meno nostalgico e rievocativo, ma un centro vivo di riflessione, studio, documentazione e divulgazione contro tutte le forme di dittatura” sottolinea l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, che cerca di allontare "infondati equivoci” legati alla nascita di un museo. "L’idea, dunque, “è di partire laddove simbolicamente il fascismo è nato, per studiarne l’evoluzione fino ai nostri giorni, in cui drammaticamente si sta riproponendo in nuove forme sullo scenario europeo".

Le reazioni. "Costruire un luogo che ricostruisca la storia del Novecento italiano, che faccia i conti con il nostro passato ed esamini e spieghi come sia stato possibile che un intero popolo si sia consegnato nelle mani di regimi totalitari. E' questo ciò che vogliamo costruire a Predappio" spiega il deputato romagnolo del Pd Marco Di Maio. "Se l'intenzione è quella di creare un luogo di memoria sui crimini fascisti ben venga. Credo tuttavia che possa essere questa l'occasione per riaffermare la richiesta di integrare il reato di apologia di fascismo" aggiunge il capogruppo del Pd della Regione
Emilia-Romagna, Stefano Caliandro. «A Predappio non nascerà nessun museo del fascismo ma un luogo che ricostruirà la storia del Novecento italiano - ricorda, infatti, Caliandro - e spiegherà come sia stato possibile che un intero popolo si sia consegnato nelle mani di regimi totalitari, ed anche l'Anpi nazionale è coinvolta in questo percorso». Quanto all'integrazione della legge Scelba sulle fattispecie del reato di apologia di fascismo il Pd regionale ha già presentato nei mesi scorsi una risoluzione che invita la giunta ad attivarsi per l'aggiornamento del codice penale. «Credo che questa richiesta - aggiunge Caliandro - oggi sia ancora più importante ed attuale davanti alla notizia del Museo».Diversa l'opinione di Giovanni Paglia, Sel: "Realizzare un museo del fascismo è un'idea sbagliata, per di più con finanziamenti pubblici. L'Italia ha già molti luoghi che ricordano il fascismo e la sua storia".

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/02/16/news/forli_per_il_museo_del_fascismo_4_5_milioni_di_euro_pubblici-133550245/

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