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pubblicato il 3.02.06
Pisanu: "11 denunciati per l'Olimpico Sono legati ai neonazi di Forza Nuova"
·

Il ministro annuncia provvedimenti contro i tifosi che hanno esposto le svastiche
“Rischiano pene fino ad un anno: li conosciamo bene, hanno anche una radio”
Pisanu: “11 denunciati per l’Olimpico
Sono legati ai neonazi di Forza Nuova”
Ma il gruppo di estrema destra nega: “Falsità, quereleremo il Viminale”
Veltroni: “Incontro fra giocatori e reduci dei lager. Senza tifosi”
Lo striscione e le molotov sequestrate ai tifosi della Roma

ROMA – “Sono undici le persone denunciate per gli striscioni esposti durante la partita Roma-Livorno, di cui 4-5 di loro con precise imputazioni di carattere penale per ostentazione di simboli e scritte ignobili inneggianti al nazifascismo, quasi tutte appartengono a ‘Tradizione e distinzione’ gruppo politico di estrema destra legato a Forza Nuova”.

Lo ha detto il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu sottolineando che “ci sono tutti gli elementi per condannare i responsabili da tre mesi a un anno”. “Le indagini sono ancora in corso – ha spiegato il ministro – e riguardano anche la tifoseria livornese in relazione agli incidenti avvenuti in curva nord”.

Il gruppo coinvolto nell’episodio di Roma-Livorno, ha spiegato ancora il responsabile del Viminale, ha “accertate abitudini a divulgare ideali nazifascisti in occasione di manifestazioni sportive e significativamente negli stadi”. “Alcuni dirigenti – ha ricordato quindi Pisanu – hanno spazi su una radio privata, hanno una pubblicazione, alcuni di loro avevano copie del Mein Kampf e pubblicazioni sulla storia delle SS. Nel campionato 2003-2004 – ha aggiunto – in occasione di Roma-Brescia organizzarono anche una raccolta di firme per Erik Priebke”.

Il gruppo di estrema destra tirato in ballo dal ministro respinge però con sdegno l’accostamento agli ultrà romanisti e annuncia querele contro il Viminale. “Forza Nuova – fa sapere il suo leader, Roberto Fiore – non c’entra nulla con ‘Tradizione e Distinzione’. Stavolta Pisanu non potrà far valere i suoi privilegi parlamentari. Annuncio che sarà denunciato e querelato per diffamazione”. “Già in passato – aggiunge Fiore – c’è stato chi ha cercato di metterci in mezzo con le peggiori manifestazioni del tifo calcistico e noi abbiamo sempre reagito querelando. Lo stesso – conclude faremo stavolta”.

Annunciando i provvedimenti giudiziari, il ministro ha sottolineato poi che è intenzione delle forze dell’ordine puntare sempre più sull’opera di intelligence per fronteggiare queste frange di tifo. “Tutti i gruppi politici, e alcuni di questi con inclinazioni terroristiche – ha spiegato – sono stati censiti, così come tutti i gruppi ultrà. E’ un lavoro di intelligence che serve e già è operativo, ma è un lavoro da potenziare”. Pisanu infine ha chiesto anche la collaborazione di dirigenti e giocatori delle squadre di calcio. “Credo che certi personaggi, e la violenza verbale di certe polemiche, concorrano in misura pesante ad incattivire gli animi”.

La proposta di Veltroni. Un incontro tra calciatori di Roma, rappresentanti della Figc e arbitri con alcuni sopravvissuti della Shoah, “per rafforzare in tutti la coscienza che coloro che hanno messo quello striscione e quelle bandiere di odio la prossima volta troveranno tutti uniti nel condannare simili gesti”. E’ la proposta lanciata dal sindaco di Roma Walter Veltroni, che ha raccolto le adesioni dell’ad della Roma Rosella Sensi, del presidente della Lazio Lotito, del presidente della Figc Carraro, quello dell’Associazione Arbitri Tullio Lanese e la Comunità Ebraica. L’incontro dovrebbe avvenire a metà della prossima settimana, presumibilmente giovedì, e sarà a porte chiuse. “Dobbiamo far capire – ha sottolineato il sindaco – che laddove c’è una croce uncinata non si può giocare, sono due cose antitetiche. Io sono del parere che la partita va fermata. Non giocavano i bambini che stavano ad Auschwitz. Conosco i giocatori e gli allenatori delle due società – ha aggiunto – e posso dire che sono persone straordinarie, molto sensibili su questi temi. Dobbiamo far capire che Roma è un’altra cosa”.

(2 febbraio 2006)
repubblica


Da Il Corriere della Sera

Dopo gli striscioni di carattere nazista esposti all’Olimpico
Svastiche allo stadio, indagati sei ultrà Roma
I reati legati alla discriminazione razziale. Si contesta loro di aver agito con il volto coperto.

ROMA – Sei tifosi della Roma sono indagati dalla magistratura per l’ esposizione di striscioni di carattere nazista apparsi il 29 gennaio scorso in occasione della partita Roma-Livorno. I reati presi in esame si riferiscono, tra l’altro, alla violazione di norme sulla discriminazione razziale.

I sei tifosi della Roma, in particolare, sono stati iscritti nel registro degli indagati per violazione dell’articolo 3 della legge 654/75 che punisce chiunque diffonda idee fondate sulla superiorità o sull’ odio razziale o chi istiga in qualsiasi modo alla discriminazione. Inoltre, ai sei si contesta la violazione dell’ articolo 2 della legge 122/93 che vieta l’accesso ai luoghi pubblici dove si svolgano competizioni agonistiche con emblemi o simboli che richiamino l’ odio razziale. Agli indagati, infine, si contesta di aver agito con il volto coperto.

Le iscrizioni sono state compiute nel pomeriggio dai pm Elisabetta Ceniccola e Vittoria Bonfanti. I due magistrati avevano aperto il fascicolo processuale dopo aver ricevuto un rapporto della Digos sui fatti di Roma-Livorno. Successivamente, in una riunione con il procuratore Giovanni Ferrara, sono state decise non solo le iscrizioni nel registro degli indagati, ma anche le modalità di sviluppo degli accertamenti.

07 febbraio 2006


Breve Rassegna su Indymedia di recenti manifestazioni neonaziste negli stadi.


Da Il Manifesto

STRISCIONI NAZISTI

Pisanu accusa Forza nuova

Il ministro annuncia 11 denunciati, «4 o 5 con precise imputazioni di carattere penale». Apparterrebbero al gruppo Tradizione distinzione, per il Viminale sono «legati al gruppo di Fiore»

SARA MENAFRA
ROMA
Un’accusa, che forse tanto puntuale non è, e che riesce immediatamente a fare arrabbiare i neo alleati di Alternativa sociale/Forza nuova. Sono le 13.45 quando nel bel mezzo di un convegno dedicato al calcio il ministro Pisanu decide di dire quel che sa sugli striscioni nazisti spuntati nella curva della Roma domenica pomeriggio. Il microfono è quello docile di Giorgio Tosatti: «Sono state identificate 11 persone, 4-5 di queste con precise imputazioni di carattere penale per l’esternazione di scritte ignobili inneggianti al nazifascismo. Quasi tutte queste persone appartengono ad un gruppo politico di estrema destra, legato a Forza nuova. Un gruppo che ha attitudini ad esporre striscioni nazifascisti negli stadi». Alle 14.15 ad un altro microfono Roberto Fiore, il leader di Forza nuova annuncia che l’accordo per entrare nella lista di Forza Italia, lo stesso partito cui appartiene il ministro Pisanu, è quasi chiuso. Salvo aggiungere due ore dopo, ad agenzie di stampa lette, che invece denuncerà il neo alleato per le accuse infamanti. Come il ministro spiegherà immediatamente dopo il riferimento è al gruppo Tradizione e distinzione, il più esplicitamente politicizzato tra quelli presenti nella tifoseria organizzata della Roma, quasi tutta nera come la pece. La zona in cui sono apparsi gli striscioni incriminati, «Lazio Livorno stessa iniziale stesso forno» e «Got mitt uns», del resto è la loro: al centro un po’ spostata a sinistra, verso la tribuna. Il legame tra Tradizione e distinzione e Forza nuova, però, è tutt’altro che automatico. Di certo uno dei leader del nucleo del tifo romano più spiccatamente filonazista ha un legame di parentela con il leader di Forza nuova Roberto Fiore. Ma a parte il dna in senso biologico c’è poco a tenere insieme Forza nuova e Tradizione e distinzione. Prova ne sia che giusto un paio di anni fa Forza nuova ha tentato di mettere radici nella curva romanista, risolvendosi poco dopo in una resa. Tradizione e distinzione invece è rimasta, con i suoi berrettini Charlemagne (in onore della divisione delle Ss che per ultima abbandonò Berlino ai Sovietici), il gagliardetto con un uomo mani sui fianchi ed elemetto da seconda guerra mondiale, gli aforismi di Ezra Pound che campeggiano sul sito internet accanto alla foto di Jiulius Eovola. Il ministro Pisanu ha aggiunto altri dettagli: «Alcuni dirigenti hanno spazio su una radio privata (radio Flash più ndr), hanno una pubblicazione (Blackshirt, ovvero camicia nera ndr), alcuni di loro avevano copie del Mein kampf e pubblicazioni sulla storia delle Ss. Nel campionato 2003-2004 in occasione della partita Roma-Brescia organizzarono anche una raccolta di firme per Erik Priebke». Il gruppo è molto politicizzato, dicevamo. Ma questo non vuol dire, come invece ha spiegato il ministro Pisanu che sia «estraneo alla tifoseria ultrà della Roma».

Su chi siano questi undici denunciati e soprattutto su quali elementi abbiano portato a individuare tra loro quattro o cinque teste calde forse quelle che avrebbero organizzato la parata neonazista che domenica accoglieva i tifosi del Livorno in trasferta, la questura non vuole aggiungere particolari. L’unica cosa che salta fuori con chiarezza è che gli elementi per stringere il cerchio attorno a queste persone sono ancora piuttosto vaghi. Di certo l’annuncio di Pisanu è arrivato dopo decine di perquisizioni tra Roma e provincia. Già la mattina successiva all’esposizione degli striscioni gli identificati erano più di cinquanta. Ma da quelle identificazioni alla definizione degli autori materiali dello striscione o degli organizzatori del corteo il passo è lungo.

Pisanu è tornato a difendere la polizia e il suo comportamento durante la partita. Hanno preso un atteggiamento «di prudenza», ha spiegato, perché si era creata «una situazione di tensione» che avrebbe potuto sfociare «in una esplosione di contrasto»: «Erano state trovate sei bombe molotov e si parlava addirittura di dodici. C’era anche da parte di alcuni gruppi una predisposizione alla violenza, come hanno dimostrato anche alcuni striscioni sollevati durante l’incontro. In quella situazione c’è stato un atteggiamento di prudenza da parte delle forze dell’ordine e intervenire sugli spalti era escluso». L’unica ipotesi praticabile sarebbe stata quella di sospendere la partita: «Sarebbe stato raccomandabile un avviso tramite gli altoparlanti dello stadio di sospensione della partita fino a quando non fossero stati ammainati gli striscioni neonazisti, puntando anche sulla solidarietà degli spettatori. In un clima più sereno sarebbe accaduto. Credo comunque che in alcuni casi pene esemplari e rispettose della legge siano scelte educative».

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Fiore: «E io denuncio il ministro»

Il leader neofascista: «Vicini all’accordo con Fi e con i nazi non c’entriamo»

ANDREA COLOMBO
ROMA
«Stavolta Pisanu non potrà far valere i suoi privilegi parlamentari. Annuncio che sarà denunciato e querelato per diffamazione». La replica di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, alle accuse del ministro degli Interni è immediata e durissima. La tesi di Fiore è secca: tra Forza nuova da un lato, e, dall’altro, il gruppo Tradizione e distinzione e gli striscioni dell’Olimpico non esiste alcun rapporto. «Allo stato delle cose – prosegue infatti Pisanu – il ministro non può non sapere che Forza nuova non c’entra niente. Se si accusa Tradizione e distinzione, si sa che non ha nulla a che fare con noi. E sono sicuro che la Digos ha già informato Pisanu di come stanno le cose». «La verità – conclude – è che uno o è di Forza nuova o è di Tradizione e distinzione. Ho già dato mandato ai miei legali di perseguire il ministro e tutti gli organi di informazione che concorreranno a diffondere simili calunnie».

La durissima reazione dell’ex leader di Terza posizione alle accuse di Pisanu è probabilmente motivata anche dalla paura che le denunce del ministro finiscano per ostacolare le trattative elettorali in corso tra Forza Italia, proprio il partito di Pisanu, e le formazioni neofasciste. Quella contrattazione, spiegano lo stesso Fiore e Adriano Tilgher, leader del Fronte nazionale, è in effetti piuttosto avanzata. ««C’è una trattativa sui programmi – racconta Tilgher – ma ci sono i presupposti per chiudere l’accordo in tempi brevi, penso la settimana prossima». La pensa così anche Fiore: «Abbiamo chiesto alla Cdl un impegno sul fronte delle politiche per l’immigrazione, per le famiglie e per la difesa dei prodotti italiani. Sono ottimista e credo che l’accordo sia più che possibile».

Tilgher sospetta che le accuse per gli striscioni dell’Olimpico mirino proprio a sabotare l’accordo: «Forse c’è chi, avendo perso potere nella nostra area, cerca di accreditarsi screditando noi». Fiore è appena più prudente. «Lascio a voi – risponde ai giornalisti – l’interpretazione sull’ipotesi che queste dichiarazioni siano volte a turbare una dinamica politica e una trattativa in corso con il centrodestra».

Quel che è certo è che la suddetta trattativa esiste, e si tratta di un caso d’ipocrisia politica tra i più clamorosi. Silvio Berlusconi s’indignerebbe a vedersi accostato a formazioni apertamente neofasciste, con frequenti sconfinamenti nel neonazismo puro. Il suo ministro degli Interni le addita per lo scandalo della curva sud. Allo stesso tempo Forza Italia si dà da fare per stringere un’alleanza elettorale, senza escludere l’ipotesi, ove non si arrivasse a costituire un cartello unico per tutti i gruppi fascisti, di trovare posto ai loro candidati (certo scegliendo i nomi più presentabili) nelle liste azzurre.

Forza nuova non è da meno. Nel suo sito figura ancora in bella mostra il comunicato che recita: «A seguito della decisione di correre fuori dagli schieramenti politici di centrodestra e centrosinistra alle prossime elezioni politiche, il segretario Roberto Fiore ha dato disposizione di organizzare presidi in tutte le città contro Prodi e Berlusconi e contro la devastante corruzione ormai evidente a tutti i livelli nei partiti di centrodestra e di centrosinistra».

In effetti una certa somiglianza tra la balenza azzurra e i pesciolini con la svastica salta agli occhi. La fede democratica e robustamente antitotalitaria di Berlusconi non gli impedisce di trattare alla grande con i neofascisti. Il roboante ordine di «organizzare presidi» diramato dal capo di Forza nuova e lo sdegno per la «devastante corrruzione ormai evidente» non ostacolano la ricerca di una proficua intesa con i devastati e corrotti. Difficile, di fronte a tanta limpidezza, non sospettare che a fare le spese dell’incresciosa vicenda dell’Olimpico saranno i ragazzini della curva, con piena soddisfazione dei plenipotenziari azzurri e neri incaricati di chiudere il vantaggioso contratto elettorale.

E’ comprensibile, pertanto, lo sfogo di Guido Zappavigna, ex Nar, tra i fondatori dei Boys della Roma e cugino di Paolo Zappavigna, il leader dei Boys scomparso alcuni mesi fa in un incidente stradale. «Per fortuna – sbotta – c’è la sinistra a mettere targhe sulle strade per i giovani di estrema destra uccisi negli anni `70 e a cercare di dialogare con i ragazzi di destra, invece di disconoscerli dopo averli mandati allo sbaraglio». Ma negli ambienti della destra estrema degli anni `70 circolano commenti anche più severi nei confronti di Fiore e dei leader di Forza nuova: «E’ il loro modus operandi. Fecero lo stesso anche nell’80, quando dirigevano Terza posizione e scapparono a Londra lasciando qui nei guai i ragazzi che, a differenza loro, non potevano espatriare facilmente».

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Tradizione distinzione, tra Evola e rapine

E’ il gruppo più «politico» della Sud. Le SS sui cappellini. Tra loro neofascisti di aree diverse

ALESSANDRO MANTOVANI
Sono quelli dei cappelletti «Charlemagne» che senza dare nell’occhio, anzi carini e discreti, inneggiano alle ultime Ss impegnate a Berlino a difesa delle macerie del Terzo Reich. Il manifesto li segnalò tre anni fa come un particolare che faceva a cazzotti con il carattere dichiaratamente «apolitico», nel senso ultras, della manifestazione «contro la repressione» organizzata allora dagli Irriducibili della Lazio. «Tradizione Distinzione Roma» (Tdr senza «e» di congiunzione) è senz’altro il gruppo più schiettamente politico della curva romanista, il più spregiudicato nell’esposizione di simbologie neofasciste e neonaziste. Tutto sommato, sul piano dell’ostentazione, non c’è nulla di paragonabile a Tdr neanche nella Nord laziale, che pure ha una tradizione fascista assai più radicata e oggi, a differenza della Sud, è una curva di destra senza eccezioni e controllata da oltre un decennio un unico gruppo, gli Irriducili, mentre gli ultras romanisti sono divisi in sei o sette gruppi. Anche il «Gott mit uns» di domenica scorsa è apparso nel loro settore, in basso a sinistra per chi guarda la Sud. Su quella vetrata c’erano le svastiche (le celtiche erano anche altrove), i ritratti di Mussolini e quant’altro. Sul sito internet di Tdr trovi l’apologia di Julius Evola. Non è che i Boys o gli Ultras romani non siano di destra, lo sono i capi e gran parte degli aderenti. Però lì prevale, come per i laziali, la cosiddetta «mentalità ultras» che mette la politica in secondo piano. Almeno a parole. Ci sono poi le sanzioni della legge Mancino che rendono effettivamente pericolosa (e non da oggi) una bandiera con la croce unicinata (e non solo), che per questo sventola sugli spalti soltanto in occasioni ritenute speciali, in particolare alle partite con i «rossi» del Livorno.

Il ministro Giuseppe Pisanu, gli investigatori e la magistratura spiegheranno, prima o poi, se e in quale misura Tdr o suoi aderenti siano concretamente «legati a Forza Nuova». Per ora l’ha detto Pisanu. Nel gruppo in questi anni è passato di tutto, uno dei capi riconosciuti che tre anni fa era in testa al corteo con gli Irriducibili a un certo punto è scomparso dalla scena per scontare una condanna per rapina. C’è gente di Forza Nuova ma anche e soprattutto militanti oggi nella Fiamma Tricolore o della rete delle «Occupazioni non conformi» che fa campagna per il «mutuo sociale», ruota attorno a Casapound e al gruppo musicale Zetazeroalfa e alle ultime elezioni regionali ha presentato un suo candidato con la lista Storace. Sono aree divise da scelte politiche contingenti e da questioni più strategiche, chi va con An e chi no ma non solo. Per alcuni c’è una sorta di ceppo comune che è quello del Movimento Politico Occidentale di Maurizio Boccacci, sciolto dieci anni fa ai tempi dei cosiddetti «naziskin», risorto in sedicesimo sotto forma di Base autonoma e confluito recentemente nella Fiamma dopo l’allontanamento di Pino Rauti.

Gruppi e gruppetti dell’estrema destra radicale più o meno nostalgica hanno spesso approfittato della curva Sud come di una vetrina. Vista l’evoluzione dell’ambiente, che pure conserva ampi settori frequentabili e non solo nell’area dei Fedayn, era più facile che non farlo. Tdr, più di altri, è stata veicolo e strumento di operazioni politiche che però, nel corso degli anni, non sono mai sembrate di lungo respiro: striscioni e poco più, perché la legge della curva rimane un po’ quella della strada e nell’immaginario ultras non è piacevole sentirsi «terra di conquista». Né hanno fatto pensare a legami organici con specifiche organizzazioni politiche. Gli stessi striscioni di domenica che facevano riferimento ai forni crematori, tema già toccato dai cugini laziali in passato, sembravano un’iniziativa estemporanea, tra l’altro collocata ben al di là del piccolo settore occupato da Tdr, dovuta piuttosto all’assenza di gruppi ultras forti nella zona centrale della curva, dopo lo scioglimento degli AsRoma ultras. Ma chissà cos’avrà scoperto Pisanu.

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Scheda

«SIAMO FASCISTI, NON PAGANI»

«Siamo cattolici, romani e italiani, il nazismo è una ideologia scadente se confrontata al fascismo, i nazisti sono pagani», spiegò una volta Massimo Morsello, con Roberto Fiore uno dei due fondatori di Forza Nuova. La formazione viene fondata ufficialmente nel 1997 a Londra dove Fiore e Morsello (morto nel 2001) latitavano dopo la militanza in Terza posizione (Fiore) e Fuan (Morsello). Qui negli anni `80 cresce e si rafforza la Meeting point società di viaggi e servizi, creata dai due e che poi diventerà la base economica per creare Forza nuova. Nel dicembre del 2003 insieme al leader di Fiamma tricolore Luca Romagnoli, e a quello del Fronte sociale nazionale Adriano Tilgher, Fiore entra in Alternativa sociale.

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