In Uganda
I piu' recenti
fatti [2] di cronaca e l'inasprirsi del conflitto riportano alla ribalta una delle tante guerre dimenticate che insanguinano il continente africano; una guerra civile che, tra alterne vicende, cambi di potere e colpi di stato, ha insanguinato gli ultimi vent'anni di storia dell'Uganda, contrapponendo da una parte l'esercito del presidente Yowery Museweni, ormai arrivato al diciottesimo anno di mandato, e milizie fanatiche della LRA (la milizia di fanatici cristiani capeggiati dal leader integralista Joseph Kony) dall'altra, e che ha ridotto il paese in condizioni
sanitarie e economiche disastrose, alle quali si aggiunge una seria
crisi dovuta ai profughi che sempre piu' premono sui confini.
A farne le spese ovviamente sono la popolazione e soprattutto i bambini che vengono sistemanticamente rapiti dai villaggi occupati dai ribelli per essere, nella migliore delle ipotesi, addestrati come soldati, usati come scudi umani o mandati in avanscoperta per individuare i campi minati o punti di guado nei fiumi.
Dietro tutto cio' si profila l'ombra dei governi degli stati circostanti che finanziano e in alcuni casi offrono asilo ai militanti della LRA, e probabilmente anche l'altra milizia ribelle, l'WNBF (West Nile Bank Front).
Questa sanguinosa guerra si inserisce pero' in un quadro ancora piu' vasto, quello del conflitto che sconvolge da anni ormai tutta la zona dei grandi laghi, e che vede coinvolti, in qualita' di mercanti di armi, incuranti delle delibere ONU, anche stati come l'Inghilterra.
Nonostante la drammatica situazione interna, l'Uganda figura tra i
paesi candidati ad entrare nella coalizione di occupazione in Iraq, in
seguito alle pressioni ricevute dagli Stati Uniti
[ Intervista a Joseph
Kony ]
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