Rom, chiusura del campo dettata da esigenze elettorali. Avviare un confronto con gli abitanti di via Sesia

 

Le recenti dichiarazioni del consigliere regionale Fabrizio Cecchetti e del deputato Nicola Molteni ignorano totalmente quella che è la realtà del campo regolare di via Sesia. Affermare che “con questa gente non vi è possibilità di integrazione e ogni progetto che va in questa direzione può essere tranquillamente ritenuto inutile” è assolutamente falso visto che il progetto del campo è stato subito bloccato alla partenza tagliando i fondi per i progetti di inserimento scolastico e rescindendo la convenzione con le associazioni che avrebbero dovuto gestire il campo. Con la conseguenza di escludere la possibilità di una valutazione oggettiva di questa esperienza. Senza contare che i rom sono una realtà presente sul nostro territorio da circa 14 anni, cioè da quando le prime famiglie si sono stanziate in via Magenta acquistando dei terreni da dei privati cittadini rhodensi a prezzi speculativi e iscrivendo i propri figli alla scuola elementare di Lucernate. Quindi, escludiamo categoricamente che non vi sia con loro possibilità di integrazione, come affermano Cecchetti e Molteni. La richiesta di chiudere il campo, sia nella versione “morbida”proposta da Zucchetti che in quella più “dura” proposta dalla Lega Nord, serve solamente a soddisfare delle esigenze politiche legate alle elezioni regionali di marzo. Esigenze che si avvalgono di una sistematica falsificazione della realtà che mira a far sembrare quello dei rom un problema, quando in realtà un problema non è. Infatti, attualmente vivono nel campo 6 famiglie per un totale di 28 persone e i minori iscritti a scuola sono 14. I rom presenti nella città di Rho sono circa il 2,5 x mille della popolazione, una presenza assolutamente irrisoria ma sufficiente a scatenare, a quanto pare, gli istinti razzisti della Lega. Se veramente ci fosse la volontà di fare qualcosa per i rom del campo, allora per prima cosa bisognerebbe regolarizzare la posizione di ognuno per quanto concerne i documenti e, successivamente, avviare un confronto con loro per capire quale soluzione abitativa risponda meglio ai loro bisogni. Senza escludere a priori la possibilità di dare in concessione lo spazio pubblico del campo direttamente alle famiglie rom, attraverso la stipula di contratti privati. Ricordiamo la festa balcanica del 18 settembre che si terrà al campo di via Sesia e invitiamo tutti coloro che intendono conoscere e dimostrare la propria solidarietà ad una realtà di cui tanto spesso si parla a vanvera, senza conoscerne le storie, i problemi, i sogni e i bisogni.

 

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