Nucleare: Su Quesito Referendum Parola Passa a Cassazione (Il Punto)

ASCA) – Roma, 20 apr – Il governo ha deciso di disinnescare la mina del referendum sull’energia nucleare. Nel decreto legge omnibus, oggi all’esame dell’aula del Senato, la maggioranza ha infatti presentato un emendamento che prevede l’abrogazione di tutte le norme relative alla realizzazione di impianti nucleari in Italia. Il 12 e 13 giugno e’ fissata la scadenza referendaria su realizzazione delle centrali nucleari, privatizzazione dell’acqua e legge sul legittimo impedimento. Dopo quanto accaduto in Giappone alla centrale di Fukushima, si prevedeva una massiccia partecipazione al voto in grado di raggiungere il quorum del 50 piu’ uno degli aventi diritti al voto per renderlo valido. Ora tocchera’ alla Cassazione esprimersi sulla novita’ intervenuta a proposito del quesito referendario sul nucleare. La decisione potrebbe essere quella di ridurre a due i quesiti del pronunciamento referendario del 12 e 13 giugno in quanto il primo risulterebbe inutile, vista la decisione assunta dal governo. In tale eventualita’, si potrebbero ridurre le motivazioni della partecipazione al voto. Il testo dell’emendamento della maggioranza non lascia adito a dubbi: ”Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”. Gia’ nel 1987 tre si’ referendari, sull’onda di quanto era accaduto alla centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina, bloccarono la via italiana al nucleare. La previsione era che anche in questo 2011 gli elettori potessero bocciare le centrali nucleari, anche se l’istituto del referendum e’ in crisi dal 1997 quando non si raggiunse il quorum su sette quesiti. La disaffezione dell’elettorato si e’ confermata anche nel 2000, 2005 e 2009 quando si e’ ripetuto quanto accaduto nel 1997. Palazzo Chigi, in un comunicato, ha ulteriormente precisato a proposito di nucleare: ”Con l’emendamento viene affidato al Consiglio dei ministri la definizione di una nuova strategia energetica nazionale. La strategia terra’ conto delle indicazioni stabilite dall’Unione europea e dai competenti organismi internazionali”. L’attenzione e gli investimenti si spostano sulle energie rinnovabili, come precisa Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico: ”E’ importante impiegare le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la produzione di energia pulita, in particolar modo per quanto riguarda il comparto delle fonti rinnovabili e dell’energia verde”. Il caso vuole pero’ che proprio oggi, davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo economico, sia prevista alle 11 una manifestazione indetta da tempo da Fiom, Film e Uilm contro il decreto sulle energie rinnovabili del 3 marzo scorso che, secondo i sindacati, ”ha bloccato l’intera filiera del fotovoltaico in Italia”. I tre sindacati metalmeccanici precisano: ”Dal varo del decreto sono stati ridimensionati i piani di investimento e in molti casi annunciati processi di delocalizzazione e avviato il ricorso ad ammortizzatori sociali”. Il decreto che riduceva le risorse destinate alle energie rinnovabili era stato criticato anche dall’Unione europea. Dopo la decisione del governo sul nucleare, potrebbe essere completamente riscritto. Gaetano Quagliariello, vice capogruppo dei senatori del Pdl, dichiara al Gr2 che bisogna dare atto al governo di aver assunto una decisione su cui si sta orientando la maggioranza della comunita’ internazionale prevedendo ”il tempo necessario” per riesaminare l’intera questione dell’energia nucleare. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani da’ un duplice giudizio: ”Il governo con ogni evidenza scappa dalle sue stesse decisioni. Credo che questa sia in ogni caso una vittoria nostra, di chi gia’ prima dell’incidente in Giappone aveva messo in luce l’assurdita’ del piano cosi’ come il governo lo aveva concepito”. Antonio Di Pietro, Idv, parla di ”ennesima truffa del governo agli italiani” perche’ ”se il governo avesse deciso di rinunciare al nucleare non potremmo che essere felici, invece con questo emendamento si dice soltanto che si posticipa l’individuazione delle localita’ in cui realizzare le centrali”. ”Lo stop e’ una vittoria di tutto il movimento contro il nucleare ma bisogna tenere alta la guardia. Per ora lo stop al nucleare e’ usato solo come trucco per far fallire un referendum che lo avrebbe definitivamente archiviato”, dichiara Angelo Bonelli, presidente dei Verdi.

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